Quanto Guadagna un Benzinaio? Mansioni, Stipendi, Fatturato

Davanti al rialzo dei prezzi dei carburanti portato dalla guerra Russia-Ucraina è una domanda che ormai tutti si pongono: quanto guadagna un benzinaio? Oggi lo scopriremo insieme, valutando i fatturati dei gestori e gli stipendi degli operatori e quanto su questi ultimi grava la situazione attuale.

Una figura imprescindibile per chiunque abbia un’automobile o un ciclomotore, che nell’immaginario collettivo si pensa abbia grandi introiti, ma non è così. Sono diversi i fattori che determinano gli effettivi guadagni di un distributore di benzina, quali sono e qual è il risultato finale?

Quanto Guadagna un Benzinaio? Mansioni, Stipendi, Fatturato
Sopra: un benzinaio che mette la benzina.

Chi è e cosa fa il benzinaio?

Chiamato anche addetto alle pompe di benzina, il benzinaio è un soggetto che si occupa di rifornimento di carburante presso la stazione di servizio per auto, camion, ciclomotori e motocicli. Può essere un lavoratore dipendente o gestore.

Seguendo le richieste dei clienti, chiederà loro quantità e tipologia di carburante necessarie tra:

  • Benzina
  • Diesel
  • GPL
  • Metano

Azionando la pompa erogherà i rifornimenti, eccetto casi di self-service in cui sarà il cliente stesso a farlo, sempre dietro sua sorveglianza. Infine, incasserà il denaro contante o aiuterà nei pagamenti digitali.

Nelle aree multiservizi, il benzinaio può svolgere anche altre attività come:

  • Lavaggio auto
  • Cambio filtri olio
  • Gonfiaggio gomme
  • Riparazioni minori
  • Vendita accessori

Altre grandi responsabilità sono sorvegliare e mantenere pulito il piazzale in cui opera. Se titolare, il benzinaio si occuperà anche delle forniture di gas in arrivo, controllando periodicamente la quantità di carburante presente nei serbatoi interrati.

Con fasce orarie giornaliere o con servizio 24/7 organizzato in turni, la sua attività si svolge sempre all’aperto, con strutture di copertura per proteggere dal maltempo.

Quali costi influiscono sul prezzo della benzina?

Prima di capire quanto guadagni un benzinaio, occorre comprendere l’attuale situazione italiana e cosa influisce così tanto sul prezzo del carburante: secondo l’Osservaprezzi Carburante del MISE, il prezzo medio del carburante in Italia ha superato i 2,30 euro/litro, in continuo aumento e senza più distinzioni tra super e diesel, che storicamente ha avuto un prezzo inferiore.

Nonostante le varie manovre del Governo Draghi per contrastare l’ingestibile aumento dei prezzi, con fondi derivanti dall’extra-gettito IVA dell’ultimo periodo (secondo Assopetroli 200 milioni di euro solo a marzo 2022), l’effettivo costo al dettaglio dal benzinaio è strettamente connesso a una serie di fattori geo-politici e finanziari:

  • Prezzo del petrolio, col Brent a quota 100,36 dollari/barile il 15 marzo, sebbene abbia toccato i 130,12 dollari il 7 marzo, raggiungendo quasi il massimo storico di 147,5 dollari del 2008; l’aumento è dovuto alle decisioni dell’Opec+ di mantenere invariati i tassi di produzione, nonché all’import di petrolio dell’Italia dalla Russia, sebbene secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia rappresenti solo il 13% del totale importato
  • Platts, valore effettivo dei prodotti raffinati stabilito dalla S&P Global Platts, basato sugli scambi fisici in un determinato giorno in una determinata area, quotazioni internazionali e cambio euro/dollaro; rappresenta circa il 25% del prezzo effettivo
  • IVA, imposta valore aggiunto, indiretta, espressa in euro/litro, che rappresenta il 22% sia su benzina che diesel
  • Accise, imposte di fabbricazione e vendita, di carattere temporaneo ma mai abolite, che gravano per il 64,5% su benzina e 61% su diesel, sono in totale 17:
    • Finanziamento crisi Suez, 1956, 14 lire/0,00723 euro
    • Ricostruzione dopo disastro Vajont, 1963, 10 lire/0,00516 euro
    • Ricostruzione dopo alluvione Firenze, 1966, 10 lire/0,00516 euro
    • Ricostruzione dopo terremoto Belice, 1968, 10 lire/0,00516 euro
    • Ricostruzione dopo terremoto Friuli, 1976, 99 lire/0,0511 euro
    • Ricostruzione dopo terremoto Irpinia, 1980, 75 lire/0,0387 euro
    • Finanziamento missione Libano, 1982, 205 lire/0,106 euro
    • Finanziamento missione Bosnia, 1995, 22 lire/0,0114 euro
    • Rinnovo contratto autoferrotranvieri, 2004, 0,02 euro
    • Acquisto autobus ecologici, 2005, 0,005 euro
    • Ricostruzione dopo terremoto L’Aquila, 2009, 0,0051 euro
    • Finanziamento cultura, 2011, da 0,0055 a 0,0071 euro
    • Gestione arrivo migranti dopo crisi libica, 2011, 0,04 euro
    • Ricostruzione dopo alluvione Liguria e Toscana, 2011, 0,0089 euro
    • Decreto Salva Italia, 2011, 0,082 euro su benzina e 0,113 euro su diesel
    • Ricostruzione dopo terremoti Emilia, 2012, 0,024 euro
    • Finanziamento Bonus Gestori e riduzione tasse terremotati Abruzzo, 2013, 0,005 euro

Considerando questi valori, il margine di profitto del benzinaio si riduce drasticamente: le imposte italiane gravano sul prezzo finale per almeno il 75% del totale.

Quanto guadagna il gestore di una pompa di benzina?

Contrariamente a quanto popolarmente si pensi nell’ultimo mese, neanche le prospettive di guadagno nelle pompe di benzina sono troppo rosee: al netto d’imposte e prezzo del petrolio, il margine operativo rimanente è solo del 10%, traducibile in 0,03-0,04 euro/litro e in un fatturato annuale di circa 53.200 euro, considerando una vendita media 1,4 milioni di litri/anno. Tuttavia, il 77% è destinato a spese d’amministrazione e gestione, così il guadagno netto si riduce a 12.236 euro/anno.

Per incrementare il proprio fatturato, il gestore della pompa di benzina può però presentare servizi aggiuntivi al rifornimento, tra tutti:

  • Bar tabacchi
  • Ristorante/tavola calda
  • Officina meccanica
  • Punto vendita accessori
  • Autolavaggio

Già presenti spesso su autostrade, tangenziali o importanti strade statali, a seconda della propria condizione logistica è possibile far diventare la stazione di rifornimento un centro multiservizi auto anche in città o periferia.

Quanto guadagna un benzinaio dipendente?

Quello del benzinaio dipendente è un ruolo di grande responsabilità: non dovrà solo effettuare rifornimenti ai mezzi che arriveranno in stazione e aiutare i clienti che faranno self-service, ma all’occorrenza anche svolgere operazioni meccaniche, tenendo con se consistenti somme di denaro contante, da depositare in cassa a fine turno.

Sul lato remunerativo, il dipendente può percepire un compenso medio di 22.200 euro/anno lordi, traducibili in 1.250 euro/mese netti per turni full-time, che si riducono a 650,00 euro/mese per impieghi part-time. Lo stipendio può variare consistentemente in base all’esperienza:

  • 870,00 euro/mese per apprendisti e stagisti, -30% sulla media
  • 1.125 euro/mese nel primo anno d’esperienza, -10% sulla media
  • 1.400 euro/mese dopo 3 anni d’esperienza, +12% sulla media
  • 1.575 euro/mese per profili esperti, +26% sulla media

Seppur allineato ad altre figure, è uno stipendio inferiore a quello dei colleghi in Germania, che possono raggiungere i 1.900 euro/mese.

Conclusioni

Concludendo quest’analisi, si nota come il profilo del benzinaio, sia titolare che dipendente, non rispecchia affatto l’immaginario collettivo attuale. Questo perchè, a causa del caro benzina, i soggetti esterni vedono questo lavoratore guadagnare profumatamente: la verità è completamente diversa, poiché la maggior parte dei costi è rappresentato da extra tra imposte e petrolio, mentre il suo effettivo fatturato è eroso dal peso di gestione, amministrazione e tassazione.

A conti fatti, se un dipendente vede uno stipendio dignitoso, seppur inferiore del -26,47% alla media nazionale (secondo il MEF 1.700 euro/mese), il discorso è differente per un gestore, che intasca un ricavo decisamente irrisorio rispetto ai prezzi al dettaglio che salgono insistentemente.

Sul lato dei consumatori, il Governo Draghi è al lavoro su un nuovo decreto per tagliare le accise dal prezzo della benzina, che verrebbe ridotto di circa il 10%: una battaglia in corso da anni ma mai portata a termine, con Pier Luigi Bersani che fu l’unico ministro a ritoccare tali imposte a ribasso nel 2008, e oggi più che mai favorevole ad un nuovo abbattimento. Da tali manovre, si auspicano agevolazioni anche per i distributori di carburante.

 

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