Aprire un’Azienda Vinicola. Come Fare? Guida e Suggerimenti Utili

Con le sue tante varietà, l’Italia è il primo produttore di vino al mondo, segnando un primato sia quantitativo che qualitativo. Proprio per tale ragione, nonostante la forte concorrenza con la Francia, il vino italiano è di diritto una delle eccellenze del Made in Italy, godendo di un valore d’export superiore ai 6 miliardi di euro, di cui 1,3 rappresentati dagli Stati Uniti.

Aprire un’azienda vinicola in Italia è un’idea di business ambiziosa quanto fattibile, che garantisce grande possibilità di sviluppo e vendita specialmente verso nuovi mercati. Questo nonostante la necessità di elevate capacità imprenditoriali e ottima conoscenza del settore. Nel comprendere come aprire un’attività vinicola occorre quindi un quadro generale attento e approfondito, così da capire anche su quali prodotti puntare.

Settore vinicolo, la situazione italiana

Fermo restando che si tratta di un’azienda agricola, bisogna prendere in considerazione dei dati fondamentali. Secondo lo studio Unicredit Industry Book, ad aprile 2019, con 11 miliardi di euro, oltre 2,000 imprese e 50,4 milioni d’ettolitri, l’Italia è primo produttore di vino al mondo. Un primato qualitativo e quantitativo, che consiste in 523 prodotti con Identificazione Geografica (sigla IG) legati ai singoli territori nazionali.

Anche sul fronte estero il settore vinicolo è un segno distintivo del Made in Italy: il vino italiano rappresenta il 17% della produzione internazionale, con una quota d’export del 18,9% sul totale mondiale; a ottobre 2019 le esportazioni di vino italiano segnano un valore di 6,2 miliardi di euro, con 1,3 miliardi costituiti dai soli Stati Uniti.

Primati trainati dagli ottimi risultati del 2018, una delle produzioni più abbondanti di sempre, durante la quale si è assistito ad un aumento del 23,4% dei vini rossi e del 20,5% dei bianchi. Lo stesso studio Unicredit ha segnato inoltre un +3,9% nei fatturati annuali del settore, con una proiezione di crescita del 5,8% entro il 2024.

Aprire un'Azienda Vinicola. Come Fare? Guida e Suggerimenti Utili

Apertura azienda vinicola, analisi preliminari e requisiti burocratici

Come avviene con ogni attività commerciale, prima di aprire un’attività vinicola occorre svolgere un’attenta e approfondita analisi di mercato. Prima tra tutte quella delle caratteristiche del terreno, così da capire quali tipologie d’uva potranno essere prodotte. Il terreno richiesto sarà prettamente agricolo e periferico (zona E) e il suo studio verrà effettuato da tecnici specializzati, mentre logisticamente si necessiteranno:

  • terreno agricolo adatto
  • 2 o 3 campi di vigneti
  • Pozzi e irrigazione
  • Uno o più locali di dimensioni notevoli da adibire a cantina
  • Uno o più locali per depositare macchinari e attrezzatura
  • Area accoglienza visitatori e vendita

L’attento studio preliminare di questi elementi rappresenta un iniziale valore aggiunto della futura attività, poiché permetterà di capire quale nicchia di mercato interessare: un vino d’alta qualità incontrerà un maggior favore di pubblico, ottimizzando gli investimenti in minor tempo.

A livello burocratico invece, l’apertura dell’attività vinicola richiederà una serie di pratiche e oneri:

  • Ottenimento permessi e autorizzazioni dalle istituzioni locali
  • Apertura Partita IVA presso Agenzia delle Entrate
  • Iscrizione al Registro delle Imprese presso Camera di Commercio di riferimento
  • Apertura posizioni INPS e INAIL

Non manca poi l’accertamento delle idonee condizioni igienico-sanitarie da parte dell’ASL competente. In merito invece alla produzione di vino biologico, ossia prodotto senza fertilizzanti e additivi chimici, secondo il Regolamento Europeo 203/2012 si necessiterà di certificazioni IG da parte degli organi competenti: in Italia svolgono tale ruolo società regolarmente riconosciute dal Ministero delle Politiche Agricole, come Agroqualità, ICEA o Valoritalia.

Strategie d’investimento per aprire un’attività vinicola

L’investimento iniziale per aprire un’azienda vinicola può oscillare dai 100,000 ai 500,000 euro, quota che comprende:

  • Oneri burocratici e fiscali
  • Acquisto o affitto terreno agricolo
  • Adattamento ambiente, locali e impianti
  • Innesto viti
  • Acquisto macchinari
  • Assunzione e pagamento dipendenti
  • Ingaggio esperti

Qualora non si sia in grado di soddisfare tale investimento, è possibile richiedere un finanziamento oppure aprire l’attività con un socio, con cui condividere le spese. In alternativa, valida soluzione può essere creare una cooperativa di viticoltori composta da esperti di settore, che seguiranno di volta in volta la situazione come, ad esempio, le corrette procedure d’innesto senza causare danni.

A seconda delle tipologie d’uva scelta varieranno anche i tempi di maturazione, così come caratteristiche e periodi di raccolta:

  • Uve precoci, maturano in circa 30 giorni, con ritardo che può arrivare ai 45, sono destinate a vini con retrogusto amaro e che richiama il loro diretto sapore; sono particolarmente redditizie se coltivate tra maggio e giugno, quando si avrà una ridotta concorrenza sia in Italia che nel mondo; uve precoci particolarmente apprezzate provengono dalla Sicilia orientale e dalla Puglia adriatica
  • Uve tardive, maturano tra i 30 e i 60 giorni, poiché i grappoli vanno fatti appassire sulla pianta prima di essere colti, garantendo maggiore concentrazione di zuccheri all’interno dei singoli chicchi; particolarmente redditizie tra agosto e settembre, uve tardive contraddistinguono i vini chiamati appunto passiti, più aromatizzati e meno acidi, maggiormente adatti al periodo invernale; tra le più apprezzate vi sono quelle dal Trentino e dal Friuli

Secondo uno studio dell’Università di Firenze del 2012, il costo di produzione di una bottiglia di vino pregiato può andare dai 4,00 ai 9,62 euro: prendendo come riferimento un Chianti Classico, aggiungendo IVA e ricarico, il prezzo di vendita al pubblico può attestarsi tra 16,00 e 18,00 euro. Tale fascia di prezzo può riguardare principalmente vino novello, ossia imbottigliato e venduto nello stesso anno della sua vendemmia.

Pratica molto adottata e redditizia sul lungo periodo è invece far invecchiare il vino prodotto, così da affinarne il sapore e far maturare il suo valore nel tempo: anziché essere venduta, parte della produzione annuale viene chiusa in botti in legno, che al contrario dei contenitori d’acciaio o in vetro permettono il passaggio dell’aria. Così facendo, il vino invecchiato acquisisce un aroma completamente differente dal novello, ossia solitamente speziato per rossi e fruttato per bianchi.

Il concetto di vino invecchiato è strettamente legato a quello di vino pregiato, connesso a sua volta col concetto di bene rifugio. I vini più pregiati e raffinati possono infatti divenire un’interessante fonte d’investimento con crescita di valore nel tempo proprio come avviene con un metallo prezioso, cosa che implica la loro conservazione in modo impeccabile.

L’invecchiamento del vino può essere facilmente integrato in una strategia a lungo termine basata sulla vendita di prodotti pregiati, che diventerà estremamente vantaggiosa verso un pubblico d’intenditori e collezionisti: a novembre 2019 il vino più costoso al mondo è il francese Pomerol Petrus, con un prezzo di oltre 4,600 euro a bottiglia.

Altra strategia può essere invece quella di organizzare visite guidate nella propria tenuta per far maturare fama e autorevolezza nel tempo, che non garantirà guadagni nell’immediato ma accrescerà la fiducia dei consumatori. In alternativa, si può svolgere un’attività prettamente online, riducendo spese di sponsorizzazione e aggirando i maggiori costi legati a burocrazia e fisco: in quel caso anche i prezzi al pubblico potrebbero essere pesantemente abbattuti.

Conclusioni

Dopo aver esaminato come aprire un’azienda vinicola e i relativi elementi connessi, si può notare che investire in vino ed in particolare in un’azienda che lo produce è un’operazione fattibile e redditizia seppur particolarmente difficile: è richiesto un forte spirito imprenditoriale e quindi grandi ambizioni, così come dimestichezza negli ambienti commerciali, non deve mancare poi passione per enologia e enogastronomia, in quanto al vino è legato il discorso agro-alimentare.

A conti fatti, e dopo che vi siete affiancati ad un agronomo., i primi passi e i dovuti adempimenti economico-fiscali possono scoraggiare l’imprenditore che desidera aprire l’attività, non solo per la difficoltà d’attuazione ma anche per le ingenti spese richieste. In ogni caso, è possibile aprire l’azienda con pluralità di soci, oppure creare una cooperativa che garantisca anche aiuto logistico e professionale. In ogni modo, come in ogni attività commerciale che si rispetti, saranno necessarie idee chiare e strategie precise, per soddisfare al meglio le esigenze del proprio pubblico.

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Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.