Come Migliorare il Rating Bancario di un’Azienda

L’accesso al credito è essenziale per le aziende, specialmente in settori altamente competitivi, ma può capitare che la loro situazione non le metta in condizione di richiederlo. Per questo il rating bancario è così importante, per garantire solvibilità davanti agli istituti di credito. Oggi capiremo come si può migliorare il rating bancario dell’azienda.

Non basterà provare il possesso dei beni utilizzati, sarà necessario dimostrare affidabilità finanziaria, per capire se e come si sarà in grado di rimborsare un finanziamento. Disciplinato dagli Accordi di Basilea, è un parametro di giudizio verso l’impresa, variabile nel tempo a seconda del suo andamento. Come migliorarlo?

Cos’è il rating?

In finanza rating significa il livello di solvibilità di un’azienda, il che si traduce anche nel livello di affidabilità che ha una ditta.

Il rating bancario è quel livello di solvibilità che le banche danno alle singole aziende.

Non va confuso con il “rating della banche“, una espressione che ultimamente si sente spesso in finanza,  cioè il punteggio che la BCE da alle varie banche europee, monitorandone la solvibilità tramite vari parametri, tra cui il più importante il CET1 RATIO.

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Sopra: una riunione aziendale

6+1 modi per migliorare il proprio rating bancario

Elaborato dalle banche da cui si potranno avere crediti, che hanno obbligo secondo gli Accordi di Basilea 2 e 3, il rating aziendale si basa su una serie di elementi racchiusi in tre aspetti:

  • Quantitativo, sulla situazione finanziaria
  • Qualitativo, sul comportamento nel mercato relativo
  • Andamentale, sulla corretta gestione finanziaria

Ogni impresa avrà un punteggio, su scala alfabetica, numerica o alfanumerica, in cui i primi valori rappresenteranno i risultati migliori e, quindi, indici di solvibilità più elevati: ciò si traduce nella maggiore possibilità di ricevere finanziamenti dalle banche.

Movimentare i conti correnti

Conti correnti non movimentati e fermi su saldi negativi per troppo tempo possono considerarsi campanelli d’allarme, poiché la banca potrebbe ipotizzare utilizzi impropri del suo finanziamento.

Per aggirare questa probabilità, ogni volta se ne necessiti si consiglia di ricorrere a finanziamenti più idonei alla propria situazione economica, anche sul medio-lungo termine se possibile.

Utilizzare i fidi entro i limiti concessi

Il completo utilizzo del fido accordato può essere considerato fattore negativo dalla banca, in quanto spesso associato a difficoltà finanziarie. Ciò non è sempre così, perchè un maggiore uso del fido può essere prerogativa anche di imprese in forte espansione, quando i limiti potrebbero non essere più sufficienti.

Per evitare segnalazioni o peggioramenti nelle valutazioni, si consiglia di impiegare il fido entro il 70-80% dell’importo totale, rinegoziandolo con la propria banca quando necessario. Attenzione anche a non utilizzarne meno del 40%, si potrebbe ipotizzare che vi siano blocchi d’utilizzo da parte di altri istituti.

Evitare sconfinamenti

Lo sconfinamento avviene quando la linea di credito viene impiegata oltre i limiti concordati. Anche quando temporaneo avrà effetto sull’aspetto andamentale, ma uno sconfinamento continuo oltre i 90 giorni o, ancor peggio, oltre i 180 giorni, diventa particolarmente pregiudizievole, con peggioramenti sul rating e rischio di segnalazione.

Per evitare ciò, si consiglia di monitorare costantemente i saldi debitori, rinegoziare le scadenze delle ricevute coi fornitori e, quando possibile, presentare anticipatamente la documentazione per rinegoziare i fidi: saldando gli arretrati è sempre importante specificare che i pagamenti sono dovuti alle rate precedenti e non alle attuali. Nel caso peggiore, si può dilazionare lo sconfinamento su altre banche per ridurne l’effetto.

Infine, qualora non sia più possibile rispettare i limiti concordati, si consiglia ripiegare su una linea di credito a revoca: con questa modalità, la banca può revocare il credito a propria discrezione, ed è una soluzione dagli effetti meno dannosi rispetto all’accumulare arretrati.

Rimborsare regolarmente le rate dei finanziamenti

Analogamente allo sconfinamento prolungato, il mancato rimborso in tempo di una o più rate del finanziamento può comportare il rischio di segnalazione e peggioramento sulla propria valutazione.

Per minimizzare il pericolo di ritardo, specialmente per gli investimenti ricorrenti si consigliano finanziamenti dalle durate proporzionali ai tempi di ritorno. In caso di maggiori difficoltà, invece, è possibile chiedere anticipatamente alla banca di rinegoziare i prestiti o, quando possibile, optare per soluzioni flessibili.

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Reperire liquidità da linee di credito sottoutilizzato

Qualora si abbiano più conti correnti aziendali, in caso di rate in scadenza e impossibilità di saldarle con una determinata banca, è possibile attingere da un altro conto corrente meno utilizzato per raggiungere le cifre richieste.

Nel farlo si consiglia di utilizzare solo conti correnti sottoutilizzati o non utilizzati, che abbiano ancora margine prima del limite di fido.

Creare un portafoglio clienti adeguato

Mancati introiti e ritardi nei pagamenti da parte dei clienti possono portare a criticità andamentali, portando a rischio d’insolvenza e sconfinamento, pregiudicando quindi la propria valutazione.

Per migliorare il rating aziendale è importante avere un efficiente portafoglio clienti, che siano puntuali nei pagamenti, classificandoli in base a dimensioni e tempi, stabilendo priorità di rivalsa. In caso di ritardi imprevisti o altre difficoltà, è possibile contattarli preventivamente o comunicare in anticipo alla banca.

Anticipare fatture con l’invoice trading

Strumento innovativo a disposizione di PMI e grandi aziende, l’invoice trading consente di avere liquidità immediata senza attendere i tempi di saldo fatture. Grazie alla sua natura 100% digitale, consente di ridurre i costi oltre alle tempistiche. Grazie ad apposite piattaforme digitali, a cui verranno inviate le fatture, avverrà una cessione del credito come disciplinato dagli artt. 1260 e successivi del c.c.; infine, la fattura pubblicata sulla piattaforma sarà acquistabile dagli investitori.

Quando pubblicato sulla piattaforma, il credito aziendale sarà sottoposto a verifiche, richiedendo generalmente forma societaria, fatturato annuale, settore d’appartenenza e aspetti andamentali dell’impresa.

Aziende e rating, la situazione italiana

Secondo ModeFinance, nonostante il -33,64% del fatturato aggregato e un PIL che segna -8,9% nel 2020, a dicembre 2021 il 35% delle imprese italiane con fatturato tra 2 e 50 milioni di euro ha mantenuto il proprio rating creditizio, rispondendo positivamente alla pandemia CoViD. Nell’analisi si notano però alcune differenze di concentrazione, tra tutte:

  • Da 10,14% a 12,19% per le classi da D a CCC, con +34,81% per la classe CC e -14,2% per la classe D
  • Da 42,86% a 46,85% per le classi da BBB a AAA, con +15,19% per la classe A

In merito al 2020, si nota anche la differenza tra:

  • Aziende in utile all’83,91%, rispetto all’88,32% del 2019
  • Aziende in perdita al 16,09%, rispetto all’11,68% del 2019

A conti fatti, migliorare il rating aziendale diventa un aspetto cruciale per accedere al credito, aumentando di conseguenza l’appetibilità dell’impresa verso gli investitori. Occorre comunque ricordare che tale miglioramento sarà un processo sul medio-lungo periodo, che comporta maggiore attenzione alla propria situazione economico-finanziaria. Da considerare anche i periodi d’esercizio passati, che in caso di segnalazioni possono precludere il diritto ad avere prestiti.

 

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