Stipendio Magistrato: Quanto Guadagna un Giudice e Come Diventarlo

La nostra Costituzione al Titolo IV, articoli 101 e seguenti tratta della magistratura e della figura del magistrato. Importante come la Costituzione citi che la giustizia venga amministrata in nome del popolo, e che i giudici sono soggetti soltanto alla legge.

L’ articolo 102 della Costituzione cita che la funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari, figura operante nell’ ambito delle norme sull’ ordinamento giudiziario italiano.

Il giudice è una figura, se vogliamo, di prestigio, e la professione è una delle più desiderate da chi termina gli studi nelle facoltà di Giurisprudenza.

Innanzitutto vediamo come si diventa un giudice; per diventare giudice in Italia è necessario seguire un percorso di studi e di formazione specifico.

Innanzitutto, occorre conseguire la laurea in giurisprudenza presso una facoltà di giurisprudenza riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Successivamente, bisogna superare l’esame di abilitazione alla professione forense, che consente di iscriversi all’Albo degli avvocati e di esercitare la professione di avvocato.

Dopo alcuni anni di pratica forense, è possibile partecipare al concorso per diventare magistrato, indetto dal Consiglio superiore della magistratura. Il concorso prevede una prova scritta e una prova orale, e consente di accedere alla Scuola superiore della magistratura, dove si svolge un corso di formazione professionale della durata di due anni.

Terminata la Scuola superiore della magistratura, si diventa ufficialmente magistrati e si inizia la carriera all’interno del sistema giudiziario italiano, partendo solitamente dal ruolo di giudice togato presso un tribunale o una corte d’appello.

giudice
Laurea in giurisprudenza: materie, esami, difficoltà da superare

La laurea in giurisprudenza prevede lo studio di diverse materie, tra cui il diritto civile, il diritto penale, il diritto commerciale, il diritto costituzionale, il diritto internazionale e il diritto dell’Unione Europea, solo per citarne alcune.

Gli esami che si devono sostenere durante il corso di laurea possono variare in base all’Università di appartenenza, ma in genere comprendono esami scritti e orali sulle singole materie e sulla pratica forense.

La difficoltà di superare gli esami può variare da persona a persona, ma in generale la laurea in giurisprudenza è considerata una facoltà impegnativa, che richiede una buona capacità di studio, di analisi e di ragionamento logico.

Inoltre, la materia giuridica è in costante evoluzione, e gli studenti di giurisprudenza devono essere in grado di seguire le novità legislative e giurisprudenziali, nonché di applicare le conoscenze acquisite a casi concreti.

In sintesi, la laurea in giurisprudenza richiede impegno e costanza nello studio, ma permette di acquisire competenze e conoscenze fondamentali per la professione di avvocato o magistrato.

Esame di abilitazione forense: in cosa consiste, quali sono le materie da studiare

L’esame di abilitazione forense è un esame di stato che consente di accedere alla professione forense e di iscriversi all’Albo degli avvocati.

L’esame prevede una prova scritta e una prova orale, e si svolge in due sessioni annuali. La prova scritta consiste in una serie di domande a risposta aperta su diverse materie giuridiche, mentre la prova orale prevede la discussione di un caso pratico davanti ad una commissione esaminatrice.

Le materie che devono essere studiate per l’esame di abilitazione forense sono molte e variano in base all’Università di appartenenza, ma in genere includono:

  • Diritto civile
  • Diritto penale
  • Diritto processuale civile
  • Diritto processuale penale
  • Diritto commerciale
  • Diritto del lavoro
  • Diritto costituzionale
  • Diritto amministrativo
  • Diritto internazionale

Inoltre, è necessario acquisire conoscenze di procedure e attività forensi, di diritto dell’Unione europea e di deontologia professionale.

Per prepararsi all’esame di abilitazione forense è importante seguire un corso di preparazione specifico, che possa fornire le giuste conoscenze teoriche e pratiche per superare le prove previste. Inoltre, è importante dedicarsi allo studio costante e approfondito delle materie previste dall’esame.

 

Concorso da magistrato: requisiti e materie 

Per partecipare al concorso per diventare magistrato in Italia, occorre soddisfare alcuni requisiti, tra cui:

  1. essere cittadini italiani
  2. avere un’età compresa tra i 26 e i 50 anni
  3. essere in possesso della laurea in giurisprudenza e dell’abilitazione all’esercizio della professione forense
  4. avere svolto un periodo di pratica professionale di almeno quattro anni come avvocati o giudici a tempo determinato.

Il concorso prevede una prova scritta e una prova orale. La prova scritta consiste in un elaborato su una o più materie giuridiche, mentre la prova orale prevede la discussione di un caso pratico e di tematiche giuridiche di attualità.

Le materie che devono essere studiate per il concorso per magistrato includono:

  • Diritto costituzionale
  • Diritto amministrativo
  • Diritto civile
  • Diritto penale
  • Diritto processuale civile
  • Diritto processuale penale
  • Diritto commerciale
  • Diritto del lavoro
  • Diritto internazionale pubblico
  • Diritto dell’Unione Europea

Le domande poste durante le prove del concorso per magistrato si basano sulla conoscenza delle materie giuridiche previste, ma non solo. Infatti, la commissione esaminatrice valuta anche la capacità di ragionamento e di analisi del candidato, la conoscenza della giurisprudenza e della legislazione attuale, nonché la capacità di applicare le norme a casi concreti e di motivare le proprie decisioni.

Inoltre, durante la prova orale, la commissione esaminatrice può valutare anche le capacità comunicative e di esposizione del candidato, la capacità di gestire lo stress e di rispondere alle domande in modo convincente.

Cosa fa un magistrato nel suo lavoro

Il lavoro di un magistrato consiste nella valutazione di fatti e circostanze al fine di prendere decisioni e di applicare le norme giuridiche al caso specifico.

I magistrati sono presenti in ogni grado di giudizio: dai tribunali di primo grado, alle corti d’appello, fino alla Corte di Cassazione.

In generale, i compiti del magistrato possono essere così riassunti:

  1. Valutare le prove acquisite in un processo e le argomentazioni delle parti coinvolte per decidere in merito alla fondatezza delle richieste o delle accuse;
  2. Decidere in merito a casi di violazione di leggi o di comportamenti che siano lesivi dei diritti dei cittadini;
  3. Garantire l’applicazione della legge in modo equo e imparziale;
  4. Presiedere udienze e dibattiti in cui si discutono questioni legali;
  5. Esercitare il controllo della legalità sui pubblici ufficiali;
  6. Svolgere attività di supervisione e di coordinamento di altre figure professionali coinvolte nell’ambito giudiziario, come gli avvocati e i pubblici ministeri.

Il lavoro di un magistrato richiede una profonda conoscenza del diritto, delle procedure giudiziarie e delle fonti del diritto stesso. Inoltre, un magistrato deve essere dotato di un’alta capacità di analisi, di problem-solving e di gestione delle emozioni, in quanto deve prendere decisioni importanti e delicate. Infine, il magistrato deve dimostrare un elevato senso di responsabilità e di integrità morale, in quanto le sue decisioni possono avere un impatto significativo sulla vita delle persone coinvolte nei processi giudiziari.

 

Quanta discrezionalità può applicare un magistrato 

La discrezionalità del magistrato nell’applicare la legge dipende dal tipo di reato e dalle specifiche circostanze del caso.

In generale, il magistrato ha un certo grado di discrezionalità nell’applicare la legge, in quanto deve valutare le circostanze specifiche del caso e decidere in merito alla sua fondatezza o meno. Tuttavia, la discrezionalità del magistrato non può mai essere usata in modo arbitrario o non motivato: le decisioni del magistrato devono sempre essere basate sulle leggi vigenti e sui principi generali del diritto.

Inoltre, alcuni reati sono oggetto di una discrezionalità limitata, poiché sono previste sanzioni precise e specifiche per tali reati, come ad esempio la guida in stato di ebbrezza o il furto. In questi casi, il magistrato deve applicare le leggi in modo uniforme e secondo le norme previste.

In ogni caso, la discrezionalità del magistrato non deve mai essere confusa con l’arbitrio: il magistrato deve sempre agire in modo imparziale e con l’obiettivo di garantire l’applicazione della legge in modo equo e giusto.

 

Oggi cerchiamo di rispondere alla domanda: “Quanto guadagna un giudice“, visto che la cosa non è chiara a molti, soprattutto di fronte a piccole, e grandi  notizie che riguardano la magistratura nell’ attualità quotidiana. Prima di occuparci di capire quale sia lo stipendio medio di un giudice, alcune considerazioni su chi è il giudice, e come lo si diventa.

Ma come si può intraprendere la strada per diventare giudice in Italia?

Come dicevamo all’inizio, tutto inizia con il frequentare una facoltà di Giurisprudenza: conseguire un diploma di laurea magistrale è il passo iniziale per tentare di diventare un magistrato.

Durante il percorso di studio nelle facoltà di Giurisprudenza si studierà molto, dedicandosi all’ approfondimento dei diversi rami del diritto (commerciale, civile, penale, amministrativo), oltre a concentrarsi sui sistemi giuridici, con un risvolto al pensiero dottrinale e filosofico, ed anche economico.

Attualmente, il corso di laurea in Giurisprudenza ha durata di 5 anni, ed è una facoltà a numero aperto, con moltissimi iscritti in tutta Italia. Ricordiamo come il diploma di laurea sia il passo necessario per intraprendere qualsiasi professione giuridica.

quanto guadagna un giudice magistrato italiano

Dopo aver conseguito il diploma di laurea, gli studi per diventare giudice non sono finiti, ma sono necessari percorsi alternativi di formazione ulteriore.

Esistono differenti possibilità di formazione e studio post laurea per prepararsi al percorso professionale di magistrato.

Rimanendo in ambito universitario, è possibile tentare di ottenere un dottorato di ricerca in materie giuridiche (durata standard tra i 2/3 anni).

Molto fiorenti sono le scuole di formazione professionale legale, dove sarà possibile conseguire una certificazione di specializzazione giuridica (durata tra i 18 ed i 24 mesi).

È possibile, poi, iniziare a fare pratica forense presso studi legali (percorso tipico per la strada di avvocato), con una durata di 18 mesi, attualmente.

Con un po’ di fortuna, è anche percorribile una fase di tirocinio negli uffici giudiziari italiani, a fini di approfondimento e studio, con durata di 18 mesi.

Dopo aver optato per una delle vie di cui sopra, ci si prepara a partecipare al concorso pubblico per diventare magistrato. Il concorso pubblico è complesso con differenti prove selettive, e di norma, è un concorso a livello nazionale.

Le prove del concorso sono quattro: una prova scritta in diritto civile; a seguire una prova (sempre scritta) in diritto penale, diritto amministrativo. Vi è poi una prova orale che, normalmente, verte in diritto commerciale, costituzionale, penale, lavoro, internazionale pubblico/privato, ed informatica giuridica. Viene anche verificata, nella prova orale, la conoscenza di una lingua straniera (a scelta tra inglese, francese, tedesco o spagnolo).

Lo svolgimento del concorso di selezione (per la magistratura ordinaria) segue le disposizioni della Legge n. 111 del 2007, che ha modificato il Decreto legislativo n. 160 del 2006.

In via generale, ammessi al concorso sono i cittadini italiani che possiedono requisiti predefiniti. Oltre a quelli già sopra richiamati, possono partecipare anche i docenti universitari di materie giuridiche, i dirigenti della Pubblica amministrazione con 5 anni di anzianità, e gli avvocati anche se non iscritti all’ albo.

I primi passi lavorativi del giudice

Superato il concorso, e proclamati i vincitori, inizia, normalmente, una fase di tirocinio (18 mesi) da svolgersi in una delle sedi di Corte d’ Appello nazionale. Terminato il tirocinio formativo, ma anche lavorativo, vi è una valutazione, a cura di una commissione di magistrati, che si esprimerà per esprimere il proprio parere permettendo il passaggio effettivo al ruolo operativo di magistrato.

Con il parere delle commissione post tirocinio inizia la fase di lavoro vero e proprio: il nuovo giudice prende servizio nella sede assegnata.

Un giudice non ha solo il compito di decidere casi giuridici, ed emanare sentenze o provvedimenti giurisdizionali. Vi sono molti altri compiti cui il giudice deve svolgere.

A titolo di esempio, si parla di applicazione delle leggi, dei regolamenti, garantire la corretta composizione dei conflitti tra le parti, curare il corretto svolgimento delle fasi di udienza, di dibattimento, rispettando le regole di procedura. Emanare sentenze, provvedimenti, o misure di diversa natura giuridica.

Come intuibile, la professione di giudice comporta impegno, responsabilità ed un grado importante di stress. Oltre alle competenze tecnico/giuridiche, è importante che chi intraprenda questa professione sia una persona flessibile, che sappia gestire i conflitti, e che sappia mediare trovando soluzioni giuridiche in linea con le leggi vigenti, soddisfacendo le esigenze di giustizia dei cittadini.

Ma perché si parla di giudice e magistrato? Sono termini equivalenti?

Differenza tra Giudice e magistrato

Pur se il linguaggio comune tende ad usare, indifferentemente, il termine di magistrato e giudice, esiste una sottile differenza tra i due termini.

Il giudice, come terminologia, afferisce ad una figura istituzionale impegnata ad emanare sentenze, e definire le controversie.

La figura del magistrato si riferisce, prevalentemente, ad un funzionario pubblico, parte della pubblica amministrazione, con prevalenti funzioni amministrative, assumendo anche il ruolo di giudice.

Tra le diverse specializzazioni, per l’ esercizio della professione, possiamo richiamare, a titolo di esempio, i magistrati ordinari, come il giudice di pace. Vi sono, poi, magistrati togati, come il Pubblico Ministero.

Ulteriori classificazioni, inoltre, parlano di magistrato ordinario (ambito civile e penale), magistrato tributario (ambito imposte e tasse), magistrato amministrativo (operativo nell’ ambito della Pubblica Amministrazione), etc.

E’ possibile, poi, puntare ad una carriere dirigenziale in magistratura, tramite passaggio con concorsi pubblici, o interni. Le figure dirigenziali attengono, ad esempio, alle figure di Presidente di Tribunale, Procuratore della Repubblica, Procuratore generale di Corte d’ Appello, etc.

Ma quali sono i guadagni del giudice?

Lo stipendio da giudice / magistrato

Parlando di stipendio, dobbiamo dire che un giudice, o magistrato, hanno uno stipendio commisurato all’ anzianità di servizio, o al grado dirigenziale. Tuttavia, in fase di prima nomina, un giudice riesce a guadagnare circa Eur 3500,00 – 3700,00 al mese. Lo stipendio tende a salire con gli anni, o con l’ aumento dei gradi dirigenziali, fino a toccare, circa Eur 8000,00 al mese.

Parliamo di cifre importanti, e di tutto rispetto, anche se rammentiamo che la strada per giungere ad essere operativi in magistratura è irta di difficoltà e di preparazione e studio continuo. Le critiche sull’ entità dello stipendio, o sugli errori giudiziari, devono essere affrontati nelle sedi opportune, nonostante la cronaca tende a portare alla ribalta casi “discutibili” sull’ operato dei giudici, anche se riguardano provvedimenti emanati ex lege.

Stipendio medio in Italia

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