Stipendio Magistrato: Quanto Guadagna un Giudice e Come Diventarlo

Oggi cerchiamo di rispondere alla domanda: “Quanto guadagna un giudice“, visto che la cosa non è chiara a molti, soprattutto di fronte a piccole, e grandi  notizie che riguardano la magistratura nell’ attualità quotidiana. Prima di occuparci di capire quale sia lo stipendio medio di un giudice, alcune considerazioni su chi è il giudice, e come lo si diventa.

Chi è e cosa fa un giudice

La nostra Costituzione al Titolo IV, articoli 101 e seguenti tratta della magistratura e della figura del magistrato. Importante come la Costituzione citi che la giustizia venga amministrata in nome del popolo, e che i giudici sono soggetti soltanto alla legge.

L’ articolo 102 della Costituzione cita che la funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari, figura operante nell’ ambito delle norme sull’ ordinamento giudiziario italiano.

Il giudice è una figura, se vogliamo, di prestigio, e la professione è una delle più desiderate da chi termina gli studi nelle facoltà di Giurisprudenza.

Ma come si può intraprendere la strada per diventare giudice in Italia?

Tutto inizia con il frequentare una facoltà di Giurisprudenza: conseguire un diploma di laurea magistrale è il passo iniziale per tentare di diventare un magistrato.

Durante il percorso di studio nelle facoltà di Giurisprudenza si studierà molto, dedicandosi all’ approfondimento dei diversi rami del diritto (commerciale, civile, penale, amministrativo), oltre a concentrarsi sui sistemi giuridici, con un risvolto al pensiero dottrinale e filosofico, ed anche economico.

Attualmente, il corso di laurea in Giurisprudenza ha durata di 5 anni, ed è una facoltà a numero aperto, con moltissimi iscritti in tutta Italia. Ricordiamo come il diploma di laurea sia il passo necessario per intraprendere qualsiasi professione giuridica.

quanto guadagna un giudice magistrato italiano

Dopo aver conseguito il diploma di laurea, gli studi per diventare giudice non sono finiti, ma sono necessari percorsi alternativi di formazione ulteriore.

Esistono differenti possibilità di formazione e studio post laurea per prepararsi al percorso professionale di magistrato.

Rimanendo in ambito universitario, è possibile tentare di ottenere un dottorato di ricerca in materie giuridiche (durata standard tra i 2/3 anni).

Molto fiorenti sono le scuole di formazione professionale legale, dove sarà possibile conseguire una certificazione di specializzazione giuridica (durata tra i 18 ed i 24 mesi).

È possibile, poi, iniziare a fare pratica forense presso studi legali (percorso tipico per la strada di avvocato), con una durata di 18 mesi, attualmente.

Con un po’ di fortuna, è anche percorribile una fase di tirocinio negli uffici giudiziari italiani, a fini di approfondimento e studio, con durata di 18 mesi.

Dopo aver optato per una delle vie di cui sopra, ci si prepara a partecipare al concorso pubblico per diventare magistrato. Il concorso pubblico è complesso con differenti prove selettive, e di norma, è un concorso a livello nazionale.

Le prove del concorso sono quattro: una prova scritta in diritto civile; a seguire una prova (sempre scritta) in diritto penale, diritto amministrativo. Vi è poi una prova orale che, normalmente, verte in diritto commerciale, costituzionale, penale, lavoro, internazionale pubblico/privato, ed informatica giuridica. Viene anche verificata, nella prova orale, la conoscenza di una lingua straniera (a scelta tra inglese, francese, tedesco o spagnolo).

Lo svolgimento del concorso di selezione (per la magistratura ordinaria) segue le disposizioni della Legge n. 111 del 2007, che ha modificato il Decreto legislativo n. 160 del 2006.

In via generale, ammessi al concorso sono i cittadini italiani che possiedono requisiti predefiniti. Oltre a quelli già sopra richiamati, possono partecipare anche i docenti universitari di materie giuridiche, i dirigenti della Pubblica amministrazione con 5 anni di anzianità, e gli avvocati anche se non iscritti all’ albo.

I primi passi lavorativi del giudice

Superato il concorso, e proclamati i vincitori, inizia, normalmente, una fase di tirocinio (18 mesi) da svolgersi in una delle sedi di Corte d’ Appello nazionale. Terminato il tirocinio formativo, ma anche lavorativo, vi è una valutazione, a cura di una commissione di magistrati, che si esprimerà per esprimere il proprio parere permettendo il passaggio effettivo al ruolo operativo di magistrato.

Con il parere delle commissione post tirocinio inizia la fase di lavoro vero e proprio: il nuovo giudice prende servizio nella sede assegnata.

Un giudice non ha solo il compito di decidere casi giuridici, ed emanare sentenze o provvedimenti giurisdizionali. Vi sono molti altri compiti cui il giudice deve svolgere.

A titolo di esempio, si parla di applicazione delle leggi, dei regolamenti, garantire la corretta composizione dei conflitti tra le parti, curare il corretto svolgimento delle fasi di udienza, di dibattimento, rispettando le regole di procedura. Emanare sentenze, provvedimenti, o misure di diversa natura giuridica.

Come intuibile, la professione di giudice comporta impegno, responsabilità ed un grado importante di stress. Oltre alle competenze tecnico/giuridiche, è importante che chi intraprenda questa professione sia una persona flessibile, che sappia gestire i conflitti, e che sappia mediare trovando soluzioni giuridiche in linea con le leggi vigenti, soddisfacendo le esigenze di giustizia dei cittadini.

Ma perché si parla di giudice e magistrato? Sono termini equivalenti?

Differenza tra Giudice e magistrato

Pur se il linguaggio comune tende ad usare, indifferentemente, il termine di magistrato e giudice, esiste una sottile differenza tra i due termini.

Il giudice, come terminologia, afferisce ad una figura istituzionale impegnata ad emanare sentenze, e definire le controversie.

La figura del magistrato si riferisce, prevalentemente, ad un funzionario pubblico, parte della pubblica amministrazione, con prevalenti funzioni amministrative, assumendo anche il ruolo di giudice.

Tra le diverse specializzazioni, per l’ esercizio della professione, possiamo richiamare, a titolo di esempio, i magistrati ordinari, come il giudice di pace. Vi sono, poi, magistrati togati, come il Pubblico Ministero.

Ulteriori classificazioni, inoltre, parlano di magistrato ordinario (ambito civile e penale), magistrato tributario (ambito imposte e tasse), magistrato amministrativo (operativo nell’ ambito della Pubblica Amministrazione), etc.

E’ possibile, poi, puntare ad una carriere dirigenziale in magistratura, tramite passaggio con concorsi pubblici, o interni. Le figure dirigenziali attengono, ad esempio, alle figure di Presidente di Tribunale, Procuratore della Repubblica, Procuratore generale di Corte d’ Appello, etc.

Ma quali sono i guadagni del giudice?

Lo stipendio da giudice / magistrato

Parlando di stipendio, dobbiamo dire che un giudice, o magistrato, hanno uno stipendio commisurato all’ anzianità di servizio, o al grado dirigenziale. Tuttavia, in fase di prima nomina, un giudice riesce a guadagnare circa Eur 3500,00 – 3700,00 al mese. Lo stipendio tende a salire con gli anni, o con l’ aumento dei gradi dirigenziali, fino a toccare, circa Eur 8000,00 al mese.

Parliamo di cifre importanti, e di tutto rispetto, anche se rammentiamo che la strada per giungere ad essere operativi in magistratura è irta di difficoltà e di preparazione e studio continuo. Le critiche sull’ entità dello stipendio, o sugli errori giudiziari, devono essere affrontati nelle sedi opportune, nonostante la cronaca tende a portare alla ribalta casi “discutibili” sull’ operato dei giudici, anche se riguardano provvedimenti emanati ex lege.

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