Quanto Guadagna un Infermiere Oggi, Stipendio, Anni di Studio

Quanto devo studiare per diventare infermiere?

Quanti esami devo fare, quant’è lo stipendio di un infermiere? Vi sono professioni molto importanti ma che in Italia sono sottopagate: insegnati, medici ed infermieri, forze dell’ordine.
Come vedrete, lo stipendio di un infermiere non è particolarmente alto, per questo molti provano ad emigrare, è pur vero che questa professione sanitaria è ancora molto richiesta presso ospedali e case di cure, quindi è ancora valida come opzione quella di studiare per diventare un infermiere, se poi si vuole trovare un lavoro.
Eccellenze che l’Italia lascia andare via senza pensarci su 2 volte, perchè spesso lo stipendio è basso e ancora più spesso è difficile trovare lavoro. Ma fare assistenza infermieristica non è solo un lavoro, ma una missione, bisogna essere portati ad avere dei rapporti umani e non è una professione accessibile a tutti, proprio perchè non basta studiare ed avere dei bèi voti, ci vuole qualcosa in più: bisogna essere disposti ad intrattenere rapporti umani con i malati ed i loro familiari, quindi bisogna essere in grado di accudire e di provare piacere nel confortare gli altri. Questo fondamentale lato della professione infermieristica con il tempo viene sempre meno, ed il rapporto con il paziente viene sempre più considerato asettico, privo di emozioni ed empatia, cosa invece indispensabile in un bravo professionista infermiere.

Quanto guadagna un infermiere?

L’infermiere è una figura sempre più importante se si pensa ad un dato. L’Italia è un Paese che invecchia rapidamente. Ci sono sempre più persone che potenzialmente hanno necessità di curarsi. Eppure i tagli e la crisi economica, non consentono di investire in questo campo. Soprattutto non permettono di fare la prevenzione.
Molti giovani con coraggio ed abnegazione continuano a scegliere la professione di infermiere non già per il guadagno bensì per spirito di servizio.

Come diventare infermiere: la Laurea in Scienza Infermieristiche

Fino a qualche anno addietro bastava un diploma per diventare infermiere. Troppe persone – anche non qualificate e portate per fare l’infermiere – si sono ritrovate in corsie di ospedali ed in sale operatorie. A loro non si possono imputare le colpe della malasanità, ma non sono del tutto esenti da un sistema che andrebbe totalmente rivisto lasciando spazio ai migliori e arretrando in seconda linea chi è meno bravo.
Attualmente la selezione è garantita dal requisito minimo della Laurea in Scienze Infermieristiche della durata di 3 anni, nell’ambito della Facoltà di Medicina. Il percorso di studi prevede lezioni teoriche e pratiche che aiutano lo studente a prendere coscienza sul campo del lavoro che lo aspetta appena diventato infermiere. Dopo aver sostenuto e superato l’esame finale, l’universitario è abilitato alla professione e può iscriversi all’albo professionale. Il triennio è solo la base. E’ possibile e preferibile continuare a studiare seguendo corsi di laurea magistrale in Scienze infermieristiche o master infermieristici. Si può mirare al dottorato in ricerca infermieristica. Essere un buon infermiere comporta un aggiornamento frequente. E’ opportuno prendere parte a corsi d’aggiornamento svolti annualmente in ogni angolo d’Italia.

L’infermiere assiste gli ammalati presso strutture ospedaliere pubbliche o private. L’infermiere assiste i disabili e gli anziani. L’infermiere può rivestire il ruolo di lavoratore dipendente o agire da libero professionista con Partita Iva.Quanto guadagna un infermiere oggi, stipendio, anni di studio

Quanto guadagna un infermiere

In Italia la paga mediamensile degli infermieri laureati ammonta a 1.662 euro. Uno stipendio non esiguo, ma evidentemente non adeguata. Al di là di una busta paga non pesante, esiste un problema di accesso al mondo del lavoro. Per gli infermieri si è allungato il tempo di attesa necessario per trovare occupazione. Il tasso di occupazione è sceso dal 94% al 83%.

L’iter per diventare infermiere

E’ stata riconsiderata l’immagine della figura professionale dell’infermiere che deve avere buone conoscenze medico-scientifiche; essere in grado di curare; avere un buona capacità di relazionarsi nei confronti dell’ammalato. Si va oltre l’aspetto medico-scientifico e si guarda all’approccio umano con il paziente. Come tutte le professioni, non è ha un percorso semplice. Per esercitare la professione di infermiere bisogna conseguire lo specifico titolo di studio, relativo al Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche presso le facoltà di Medicina e Chirurgia delle varie università. Per l’ammissione al corso di laurea, bisogna avere un diploma di scuola secondaria di secondo grado o anche un titolo equiparabile conseguito all’estero, ma riconosciuto in Italia. Bisogna inoltrare la domanda d’iscrizione alle sedi universitarie, nei tempi indicati nei bandi universitari.

Corso di laurea a numero chiuso

Si tratta di dovere sostenere una preselezione. Bisogna in pratica sostenere e superare la prova di ammissione, che di norma si tiene nel mese di settembre e che consiste in una prova scritta su materie di: Logica e Cultura generale, Biologia, Chimica, Fisica e Matematica. Se si supera la prova di ammissione, si viene posti in graduatoria.

La triennale

Una volta assegnata la posizione e quindi se si è rientrati, si può procedere all’iscrizione vera e propria presentando la domanda d’immatricolazione al corso triennale universitario. Il corso si suddivide in 6 semestri.
Nell’arco degli studi si prevedono 18 esami di profitto, distribuiti nell’arco dei 3 anni. Per favorire il raggiungimento degli scopi formativi del corso, soprattutto nelle attività di tirocinio, ci saranno dei tutor e assistenti specializzati in tale ruolo. Il corso si conclude con un esame finale di laurea che abilita all’esercizio della professione d’infermiere. Il titolo conseguito è un diploma universitario. Solo dopo aver conseguito il diploma si può a tutti gli effetti mettersi in gioco per lavorare come infermiere nelle strutture sanitarie, pubbliche o private italiane o estere.
Per diventare infermiereci vuole anche propensione verso i pazienti, spirito di servizio e non avere paura di affrontare le emergenze. Anche per questo il corso di studi prevede il tirocinio. Per testare sul campo le proprie attitudini. Essere appassionati e voler fare l’infermiere stride con chi ad esempio ha “paura del sangue” o non ha grandi capacità di autocontrollo.
E’ una professione molto particolare e affascinante dove la gratificazione non è solo nella busta paga, ma più che altro nel sorriso di un paziente.

Pubblicista finanziario e operatore turistico, ha frequentato la Facoltà di Economia e Commercio e il Dipartimento di Lettere, lingue, letterature , civiltà antiche e moderne, presso UniPG

5 commenti

  1. Bastasse solo questo per fare l' infermiere… inolre gli esami sono molto di piu' e il diploma universitario non esiste piu' dal 1999, oggi si consegue la laurea!!!

  2. Senza contare che ogni giorno, rischiamo letteralmente la salute a causa delle malattie infettive trasmissibili come l’HIV e l’epatite C. Solo questo basta per giustificare lo stipendio basso

  3. Volete prendere uno stipendio come da dottore!!!!!!! Voi infermieri fate ciò che vi dice il Primario.
    Siete soltanto infermieri . Vi lamentate sempre. Calate le ali

    1. Gentilissima Sig.ra Elisa, nessun infermiere credo voglia pretendere di essere remunerato come un medico, ma neanche di essere pagato con uno stipendio che, rispetto alle responsabilità prefessionali alle quali è chimato a rispondere, non sono adeguate.
      Non solo in termini di responsabilità, ma anche in termini di competenze teorico-scientifiche e tecnico-pratiche. L’infermiere oggi non è più un mero esecutore di ordini del medico, ma è un decisore di azioni e prestazioni infermieristiche in autonomia, logicamento rispetto il suo campo di attività e responsabilità.
      Questo non lo dico io così a prescindere e tanto per dire, o perché “non so calare le ali…”, bensì sono princìpi sanciti e deliberati da molteplici leggi dedicate all’esercizio professionale infermieristico.
      Sa quanti infermieri specializzati in varie branche della clinica, della formazione, dell’organizzazione e del management sono in esercizio…?
      Forse si stupirà nel leggere che il sottoscritto, che si onora di appartenere a questa nobile categoria di professionisti da 37 anni, 20 dei quali passati ad esercitare in sala operatoria come strumentista (cioè partecipazione attiva e reale allo svolgimento dell’intervento chirurgico), attualmente è un Professore a contratto gratuito con l’Ateneo milanese, dopo aver conseguito altri titoli professionali da infermiere, tra i quali la laurea magistrale.
      Toh….guarda un povero infermiere laureato magistrale che insegna in Università, e come me, glielo assicuro, ce ne sono ormai moltissimi.
      Cara Sig.ra Elisa i tempi sono cambiati, la salute è cambiata, le esigenze, i bisogni e le richieste da parte dei cittadini sono cambiate e, questi ultimi,esigono giustamente risposte e soddisfazione da parte di professionisti competenti, preparati e continuamente aggiornati, garantendo, anche dal punto di vista eticodeontologico, qualità e sicurezza delle cure.
      Se ne faccia una ragione e si metta l’animo in pace: noi infermieri siamo orgogliosi di esserlo ed amiamo la nostra professione, spesso denigrata, svilità, poco considerata, oggi anche oggetto di violenti attacchi fisici e verbali da parte dell’utenza…
      La saluto cordialmente e le auguro ogni bene…
      Infermiere GIANCARLO

    2. Testa di caxxo 🙂
      Fai abbastanza ridere, per non dire pena!
      Evidentemente neanche lo sai il percorso che fanno gli infermieri per diventare tali!
      Certo, non è paragonabile a quello di un medico/chirurgo, ma tranquilla che il mazzo bisogna farselo, mettendo da parte ogni cosa, vita sociale compresa.
      Quindi, prima di sparare cavolate, tanto per dare aria alla bocca, prova a pensare fino a 15, e poi tienila chiusa.

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