Infrastrutture che Servono all’Italia da qui al 2050 – Economia Italia

Questo è un articolo di opinione basato su dati economici che mostra quali sarebbero i provvedimenti da prendere a livello economico ed infrastrutturale per aumentare la ricchezza dell’Italia e dei suoi cittadini in un futuro nel medio-lungo termine. E’ un tipo di articolo che con il tempo si svilupperà se troverà nuove idee o proposte fattibili e di grande respiro per sapere quali sono le infrastrutture che servono all’Italia per rimanere un paese sviluppato, centro della cultura europea e mondiale, al passo con i tempi.

Le criticità in Italia negli anni 20 di questo secolo

nonostante l’Italia abbia tante eccellenze che prevalgono sui problemi, i vari i problemi economici , sociali e strutturali che affliggono il Nostro paese già da anni ed alcuni nuovi sono diversi e non facili da risolvere.

Il riscaldamento globale, insieme alla crisi demografica ci sembrano quelli più grandi e difficilmente risolvibili.

L’innalzamento delle temperature trova nelle attività umane e nella emissione di CO2 le sue basi, questo è un problema quindi prettamente tecnologico, che IN TEORIA si potrebbe risolvere benissimo. Il problema che non tutti i paesi del mondo che emettono CO2 sono disposti a sacrificare la propria economia per farlo.

Noi quindi possiamo solo fare la Nostra piccola parte, sperando che poi gli altri ci seguano. Non possiamo certo IMPORRE a Cina o India o ai paesi africani di spegnere gli altoforni e licenziare centinaia di milioni di operai. Però possiamo cercare di convincerli con mezzi non coercitivi, cioè con la cultura, le inchieste, gli approfondimenti, magari tradotti nelle loro lingue e usati come documentari, film, pubblicità da rivolgere a quelle popolazioni.

1. La crisi demografica in Italia, un problema sociale e culturale

Perchè non si fanno più figli? Per questioni economiche. Dicono tanti.

Per questioni culturali, diciamo Noi.

Oggi la vita è cambiata rispetta a quella di 50 o anche meglio di 100 anni fa. I figlio non si fanno perchè oggi vogliamo più tempo libero, meno responsabilità e – infine – anche meno costi.

Un Tempo fare molti figli era una specie di investimento. Faccio figli, li cresco, ma poi mi aiuteranno nel mio lavoro e nel lavoro e il mantenimento della famiglia già da piccolissimi.

Le relazioni tra i due sessi sono molto più difficili, c’è più paura di incontrarsi nella realtà, di mettersi a confronto, di condividere. Siamo troppo abituati a vivere soli. Figli unici che fanno nascere altri figli unici che cresceranno da soli o nel nido familiare. Bombardati già da piccoli dai social in cui c’è scritto che tutti gli uomini sono violenti, assassini di donne e che le donne sono tutte iper disponibili come le creator di OnlyFans, oppure che non puoi toccarle, non puoi parlarci perchè altrimenti sei uno stupratore, quindi i ragazzi e le ragazze si rassegnano. Una recente ricerca ha sottolineato come il 30% di ragazzi tra 20 e 30 anni non abbia MAI avuto un rapporto sessuale negli Stati Uniti? Qui nessun ragazzo ve lo confesserà ma sono tantissimi pure qui.

Se non hai rapporti sessuali o quelli che hai li fai in modo protetto, ecco che i bambini non nascono sotto un cavolo e non li fa più nessuno.

2. Il riscaldamento globale

Nei prossimi anni diventerà sempre più un problema e le conseguenze economiche del riscaldamento globale sono così enormi e vaste che sono difficilmente quantificabili. Noi europei possiamo ben poco se non ci verranno dietro America, Asia ed Africa, ma purtroppo sembra che solo alcuni paesi siano consapevoli di quello che sta accadendo.

Noi come Italia, possiamo continuare con il solare, l’eolico, l’idroelettrico ma bisognerà dismettere del tutto carbone e gas/petrolio ma finchè non ci decideremo di affidarci al nucleare, non se ne verrà fuori. Questo per semplici calcoli matematici che sono stati fatti più e più volte.

Infrastrutture che servono all’Italia nel futuro ( prima iniziamo e e meglio è ):

1. Dalle 3 alle 5 centrali nucleari moderne e ad alto potenziale

Mettiamo le cose in chiaro: prima si inizia a costruire centrali nucleari e prima si finisce.

Non esiste un “Piano B” se non l’energia che proviene dall’atomo.

E’ inutile far viaggiare la fantasia e il desiderio. Se vogliamo mantenere il Nostro stile di vita, usare il PC, lo smarphone, avere ospedali efficienti, auto, bisognerà avere energia dalle centrali nucleari. Non solo perchè danno tanta energia ad un costo accettabile, e senza inquinare, ma sopratutto perchè più si va avanti e più il costo di petrolio e gas aumenterà, perchè pian piano diminuirà l’offerta, cioè il petrolio sulla terra, che ha una fine, non è illimitato come molti pensano.

Negli anni ’70 si pensava che il petrolio arrivasse al massimo al 2020, ora sappiamo che ce n’è di più quanto?
NOn così tanto e l’Italia in pratica non ha nè petrolio nè gas o se ce l’ha in misura estremamente limitata, ad esempio tutto il gas italiano non potrebbe soddisfare che il consumo italiano per soli 12 mesi. Quindi siamo vicini allo zero.

A tutti piacerebbe che il Nostro paese riuscisse ad andare avanti con l’energia rinnovabile di pannelli solari o pale eoliche, ma è scientificamente impossibile, neppure se riuscissimo a riempire lo stivale di un unico tetto di pallelli solari si potrebbe arrivare a questo.

Senza contare che ogni 10-20 anni vanno sostituiti.

Senza contare che di notte o quando non c’è il sole trasformano poca o nessuna energia.

Leggi anche ; vantaggi e svantaggi di un ponte sullo Stretto .

Infrastrutture che Servono all'Italia
Sopra: una moderna centrale nucleare in costruzione

Le centrali nucleari vanno costruite. Sono pericolose?

No.

Sono sicure al 100%?

NO.

Niente è sicuro al 100%. Questo concetto bisogna metterselo bene in testa, specialmente in Italia. Purtroppo c’è sempre troppa paura di tutto che ‘blocca’ lo sviluppo del paese, una filosofia della paura, della sfiducia e del sospetto che per anni ha fermato opere che oggi si vede che funzionano molto bene come il Porto -Hub di Reggio Calabria, o il Mose o la TAP.

L’ingegneria del 2020 è molto avanzata, e le moderne centrali nucleari non hanno niente a che fare con centrali come quella di Chernobil costruita negli anni ’50 e che ha avuto un grave incidente solo perchè stava facendo un esperimento neppure autorizzato.

Tra l’altro, finora il maggior numero di morti lo hanno fatto le centrali idroelettriche, basta guardare i dati pubblicati online.

Abbiamo posti sicuri dove poter mettere le scorie radioattive usate?

SI

In Italia abbiamo posti dove non ci sono terremoti da millenni. Tra l’altro, le scorie radioattive delle moderne centrali. In giro per il mondo ci sono centinaia di questi depositi. Sottoterra. Dove per millenni non potrà andare nessuno.

Intanto che si decide e si costruiranno le centrali nucleari, serve comunque  energia.

2. Parchi eolici

Bisogna incrementare innanzitutto i parchi eolici acquatici.  Purtroppo in Italia non ci sono grandi venti che continuamente spirano. L’Italia è al centro del Mediterraneo e molti venti sono chiusi dalle Alpi a Nord e dai Balcani ad Est, chi lavora con l’eolico lo sa bene: i posti dove mettere le pale eoliche non sono così tanti ed è un business non così conveniente come lo può essere in posti come Danimarca in cui hanno costruito enormi parchi eolici iin mezzo al mare, dove l’aria circola in modo più libero e i venti sono molto più forti che i Nostri.

3. Energia solare ed idroelettrica

Purtroppo non si può fare molto conto sull’energia solare, servirebbero enormi spazi per delle grandi centrali solari, spazi che non abbiamo. Il Nostro territorio è antropizzato da oltre 2.000 anni.

Quindi certo, con il tempo si può fare di più, ma non così tanto.

Stessa cosa dicasi per l’energia idroelettrica, anche se qui bisogna sottolineare che con il cambiamento climatico, le lunghe stagioni senza piogge, sarebbe bene pensare di costruire più bacini idrici come sono stati fatti in Sicilia e centro Italia per poi sfruttarli come acqua per irrigare e per creare elettricità quando ce n’è bisogno.

Ma quello che si sa è che gran parte della potenzialità dell’energia idroelettrica in Italia è già stata sfruttata da tante piccole centrali sparse in tutto lo stivale.

Infrastrutture che servono all'Italia in questo secolo
I piani del MIT del 2020 in cui ci sono le tratte ferroviarie da potenziare e quelle da costruire.

Ferrovie, Strade, Autostrade, Ponti, Porti,  cavalcavie  e gallerie. 

infrastrutture per l'italia, ponte sullo stretto di messina
Sopra: i dati del Ponte sullo stretto di Messina

Il Ponte sullo Stretto di Messina

Abbiamo parlato in modo approfondito dei costi e del progetto, il Ponte sarà una grande opera, una infrastruttura  che finalmente collegherà la l’isola della Sicilia al continente. Un sogno che dopo 2 mila anni diventa realtà

I costi saranno molto alti, compresi quelli di manutenzione, ma le ricadute economiche, sociali e culturali saranno maggiori, come per ogni grande opera infrastrutturale.

Oltre 100 sono le infrastrutture  che si stanno facendo

Come potete vedere da quella cartina sopra, le opere di infrastruttura che sono previste in Italia in questi anni sono tante, addirittura più di 100.

Molti progetti sono stati sbloccati, finanziati, qualcuno è anche finito, ma ce ne sono anche altri su cui mettere le mani.

Vanno da Nord a Sud, dalle ferrovie, doppi binari, alta velocità ad allargamento di porti, strade ed autostrade.

In questi ultimi anni si è avuto finalmente quell’accellerazione che molti si aspettavano, diciamo dal 2015 in poi, si è capito che fare infrastrutture ( dove servono e non cattedrali nel deserto in pieno stile anni ’70 giusto per occupare qualche operaio e far contenta qualche famiglia di industriali), con lo STOP dovuto al Covid queste infrasttutture hanno un po’ calato la loro corsa alla realizzazione ma possiamo dire che grazie al PNNR

La digitalizzazione del Paese e della PA

Riteniamo talmente scontato questo tipo di infrastuttura che quasi ce lo siamo scordati.

Per vivere nel futuro servono potenti reti di dati. Se il 4G plus può andare bene per l’utente medio, questo va messo a disposizione gratuitamente in TUTTI I POSTI DI VILLEGGIATURA in Italia.

Ovviamente non parliamo solo dei centri di Roma, Firenze e Venezia, ma anche in quei piccoli e meravigliosi paesini italiani che – ad oggi – non hanno una connessione che può essere sfruttata da tutti i turisti. Eppure fino a qualche anno fa c’erano dei fondi della UE a cui i piccoli comuni potevano rivolgersi per impiantare nel loro territorio punti di 4G plus gratuito.

Naturalmente TUTTA LA PA va digitalizzata, cercando di fare le cose più semplici per tutti gli utenti.

Se è vero che stiamo andando nella direzione giusta, è pur vero che la tecnologia va avanti e quello che poteva andare bene 2 anni fa non va più bene oggi e che è improponibile tra 10 anni.

Quindi il paese non solo va digitalizzato, ma va programmata una continua evoluzione. Tra poco uscirà il 6G, anzi già lo stanno testando  e sarà in grado di trasferire dati in gran quantità e per un gran numero di utenti.

Pensate di avere tutte le auto della Polizia e/o dei Vigili del Fuoco collegate tra di loro e della possibilità di poter leggere attraverso i satelliti quello che sta succedendo a 1 km o 10 km dalla loro posizione, cioè quel sistema che stanno implementando in tutti i sistemi d’arma dell’Esercito Italiano. Pensate le cose utili nel campo dei soccorsi o i caso di calamità che ci si potrebbero fare.

Wi-Fi 4Gplus o 5G Gratis nei luoghi turistici

Il Turismo è molto importante per l’economia italiana e se nel 2023 offri luoghi turistici iin cui il wi-fi è gratuito allora stimoli i turisti a venire.

Non spieghiamo neppure il perchè è così evidente da non menzionarlo, ormai il Wi-Fi gratis è considerato come una risorsa d’acqua o di corrente elettrica.

Questo dovrebbe essere messo non solo nei posti più turistici ( ad esempio al Centro di Roma) dove già c’è ma anche in piccoli paesini che vorrebbero diventare e che potrebbero diventare turistici, in monasteri o altri luoghi rilevanti a livello turistico.

Un progetto in questo senso rivolto a piccoli paesini già esisteva alcuni anni fa, sarebbe bene riprenderlo.

DALL’AUTO A MOTORE TERMICO ALL’AUTO ELETTRICA

E’ una transizione che da appassionati di auto e moto non ci piace. Ma è necessaria, nel tempo.

Innanzitutto gli idrocarburi inquinano, poi non sono eterni e prima o poi finiranno.

1. Colonnine di ricarica per auto elettriche e rifare tutta la rete elettrica adeguata alle nuove potenze.

L’energia che serve per ricaricare decine di migliaia di auto tutte le notti è enorme e mettiamo il caso fuori ad una grande città come Milano ci sia una centrale nucleare che in teoria riuscirebbe a soddisfare questo. bisogno, ad oggi non esiste una rete elettrica in grado di portare tutta questa energia dalla centrale nucleare ( che ancora bisogna costruire) alle case dei milanesi.

2. Incentivi ( non una tantum ) su auto elettriche

Detassare quello che è possibile detassare sulle auto elettriche per spingere all’uso i cittadini.

3. Aiuto ai centri di ricerca per energia alternativa

Dalla fusione nucleare, all’idrogeno, l’Italia è impegnata in molti settori della ricerca internazionale, nazionale e privata. Si tratta di continuare e potenziare questo tipo di ricerca.

Varie

1. Costruzione di bacini idrici, anche con accordi con altre nazioni

In Italia su questo tipo di infrastrutture già siamo molto avanti, ci sono tanti progetti già completati e tanti da fare, dalla Sicilia al Trentino ci sono bacini idrici sia per centrali idroelettriche che come riserve di acqua.

Abbiamo recentemente visto come i cambiamento climatico potrebbe portare a mesi e mesi di siccità ecco che i bacini idrici potrebbero salvare la Nostra agricolutura oppure farne centrali idroelettriche, tanto più si va avanti e tanto più l’energia servirà.

economia italiana nel futuro
Sopra: un parco cittadino

2. Piantumazione alberi, sopratutto in città o nelle zone che si stanno desertificando

Questa potrebbe essere una boutade ambientalistica, ma non è così: è una vera infrastruttura.

L’Italia ha ancora tantissimo verde anzi, negli ultimi anni le foreste sono notevolmente aumentate rispetto XIX°° quando tutta la terra possibile ed immaginabile era lavorata dal 90% della popolazione italiana che era contadina. Molti posti di montagna, collina ed anche pianura sono stati abbandonati dai contadini, non più coltivati e quindi la natura ha preso il sopravvento, ma questo non basta.

Ci sono delle zone industriali dove non esiste un albero , ci sono migliaia di chilometri di strade, autostrade e ferrovie che potrebbero essere plantumate con alberi di grande fusto: darebbero un bel contributo all’abbassamento della temperatura e della CO2.

Stessa cosa dicasi per zone ormai quasi aride che si trovano sopratutto in Sicilia e Sardegna.

D’altronde questo non avrebbe solo lo scopo di far diventare più verdi le città, di abbassare la temperatura d’estate nelle città, ma anche di far consumare meno i condizionatori d’estate e uno scopo di abbellimento per ragioni turistiche.

Cosa ne pensi? Abbiamo tralasciato qualcosa?

Prendi questi come degli “appunti” si tratta di idee della redazione che abbiamo messo insieme ma che non vogliono essere la “Bibbia anzi, saremo molto contenti se qualcuno commentasse qui sotto negli appositi spazi dando ulteriori suggerimenti.

Risorse utili:

La Redazione di Economia Italia è formata da professionisti dell'economia e della finanza con la passione della divulgazione. Dal 2014 pubblichiamo guide sugli investimenti, prestiti, mondo della finanza e dell'economia, con un occhio di riguardo alle tematiche di energia rinnovabile, del lavoro e dell'economia italiana.

2 commenti

  1. Cito i primi tre punti che mi vengono in mente in maniera sicuramente non esaustiva, data la difficoltà di sviscerare il tutto in una discussione su fb:
    – analisi di luoghi in cui la geotermia potrebbe essere una fonte alternativa praticabile (nel complesso si tratterebbe di una quota residuale, ma localmente avrebbe diversi vantaggi)
    – ammodernare le infrastrutture stradali, per consentire ad la ricarica delle auto elettriche percorrendo sia autostrade che srade statali ed altre arterie importanti, per rendere concretamente possibile un futuro con automobili full electric
    – open data, standardizzazione e comunicazione tra banche dati: anche se domani risolvessimo il problema della connettività, ci troveremmo ancora ben lontani dal raggiungere la vera digitalizzazione. Grazie all’impulso dato da Diego Piacentini in l’Agid nel 2015 si è riusciti ad imprimere una prima svolta ma non basta, bisogna riuscire a creare una cultura amministrativa “data driven”, che non necessariamente sarà “automatica”.
    Una delle difficoltà è anche il contesto italiano in cui il 70% dei comuni ha meno di 5000 abitanti, per cui è chiaro che ci vorrà un forte impulso dall’alto non solo per il trasferimento di fondi ma anche di adeguate competenze sia per la messa in opera delle iniziative che a regime

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