Nel corso di un’importante audizione alla Commissione Difesa del Senato, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Luciano Portolano, ha delineato una visione ampia, ambiziosa e innovativa per il futuro delle Forze Armate italiane. Il nuovo paradigma si fonda su una ristrutturazione completa dello strumento militare nazionale, orientato verso la deterrenza avanzata, la multidimensionalità operativa e un rinnovato protagonismo italiano nello scenario euro-atlantico e globale.
Un contesto geopolitico complesso e mutevole
Portolano parte da un’analisi del contesto internazionale, evidenziando le minacce sempre più pressanti: dalla guerra tra Russia e Ucraina alla crescente tensione tra Israele e Iran, dall’instabilità nel Mediterraneo allargato alla penetrazione russa in Sahel e Libia. Tali sfide impongono una transizione netta da una postura incentrata sulla stabilizzazione verso un approccio basato su deterrenza credibile, reattività e capacità di proiezione nei cinque domini: terra, mare, aria, cyber, spazio, oltre al nuovo dominio cognitivo.
Le cinque direttrici strategiche della Difesa
La riforma della Difesa italiana si articola su cinque pilastri principali:
- Rafforzamento capacitivo: modernizzazione profonda di mezzi e sistemi d’arma, con attenzione particolare a minacce ipersoniche, cyber e spaziali.
- Proiezione internazionale: rafforzamento delle capacità operative nei quadranti strategici, in collaborazione con NATO, UE e iniziative come il Piano Mattei.
- Innovazione tecnologica: accelerazione su IA, quantistica, sistemi unmanned e guerra elettronica, in sinergia con l’industria nazionale e il mondo accademico.
- Razionalizzazione organizzativa: efficientamento delle strutture per maggiore prontezza operativa e capacità decisionale.
- Valorizzazione del personale: ringiovanimento, aumento degli organici, creazione di una riserva operativa e percorsi formativi per domini ad alta specializzazione.
Difesa aerea e missilistica: nuove priorità
Elemento cardine è l’ampliamento delle capacità di difesa aerea e missilistica. In questo ambito spiccano:
- Acquisizione di nuovi missili Aster 15/30 e Aster 30 B1NT.
- Integrazione del sistema CAMM-ER.
- Sviluppo dei sistemi nazionali Grifo e Medium Advanced Air Defence System.
- Rafforzamento della difesa contro minacce ipersoniche con nuovi radar e sensori di allerta precoce.
Dominio spaziale: protezione e autonomia
La Difesa intende potenziare le capacità SATCOM e l’osservazione terrestre con nuove costellazioni satellitari ad alta risoluzione. Al contempo, si rafforzeranno le misure contro minacce anti-satellite e cyberattacchi, potenziando la Space Situational Awareness (SSA) nazionale.
Esercito: modernizzazione e superiorità informativa
Tra i programmi in evidenza:
- Aggiornamento degli obici PZH2000 e dei sistemi MLRS.
- Acquisizione di HIMARS e nuovi obici semoventi ruotati.
- Sostituzione degli attuali IFV con veicoli cingolati di nuova generazione.
- Espansione della componente ISR con droni aerei e terrestri.
- Implementazione della “bolla tattica digitale” con connessioni sicure, cyber difesa e superiorità informativa sul campo.
Marina: antisommergibile, attacco stand-off e sorveglianza
Nel dominio marittimo, l’accento è posto su:
- Nuovi sonar e velivoli da pattugliamento marittimo (MPA).
- Munizioni stand-off e missili antinave di precisione.
- Veicoli subacquei autonomi (UUV) per proteggere cavi sottomarini e impianti offshore.
- Radar costieri avanzati e droni navali per sorveglianza continua.
Aeronautica: F-35, Eurofighter e GCAP
I programmi principali includono:
- Acquisto di 25 nuovi F-35 per un totale di 115 velivoli.
- Rinnovo della linea Eurofighter con 24 nuovi caccia multiruolo.
- Partecipazione al progetto GCAP (Italia-UK-Giappone) per un caccia di sesta generazione.
- Acquisizione di Gulfstream G550 per guerra elettronica e ISR.
Riforma del personale e riserva nazionale
La nuova architettura organica prevede:
- 160.000 militari attivi.
- Creazione di una riserva strutturata di 30.000-35.000 unità, divisa in:
- Operativa: supporto diretto alle forze regolari.
- Specialistica: esperti in domini avanzati.
- Territoriale: supporto logistico e infrastrutturale locale.
Saranno potenziati gli incentivi economici, i percorsi di carriera, la formazione continua e le tutele pensionistiche, anche per il personale civile della Difesa.
Europa della Difesa: una visione critica ma costruttiva
Portolano ha denunciato le gravi carenze strutturali della difesa europea, tra cui:
- Assenza di un comando operativo comune.
- Mancanza di una rete sicura di comunicazioni e di un centro integrato di intelligence.
- Inesistenza di una dottrina strategica condivisa.
L’Italia intende promuovere un “pilastro europeo della NATO”, favorendo una vera integrazione tra UE e Alleanza, evitando sovrapposizioni inefficaci.

Conclusione: una Difesa proiettata nel futuro
Il Generale Portolano ha delineato un modello di Difesa moderna, pronta e interconnessa, allineata ai più alti standard tecnologici, con un ruolo attivo nella NATO ma anche con una propria autonomia strategica. L’obiettivo è garantire la sicurezza dell’Italia e contribuire alla stabilità dell’intera area euro-mediterranea, con uno strumento militare all’avanguardia e perfettamente integrato con il tessuto industriale e scientifico nazionale.
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