Consulente Finanziario: Quanto Guadagna, come diventarlo?

Fare investimenti e proteggere il patrimonio finanziario sono priorità crescenti col tempo, che richiedono un’attenta e responsabile gestione del proprio capitale. Con l’evoluzione del panorama del risparmio, dal 2007 emerge una nuova figura professionale proprio a questo dedicata, il consulente finanziario.

Fornendo assistenza dettagliata con soluzioni idonee sia su breve che lungo termine, il suo è un ruolo imprescindibile specialmente davanti a crisi economiche, quando la necessità di creare rendite e ottimizzare la liquidità diventa maggiore. Proprio per questo, c’è da comprenderne ogni caratteristica: chi è, cosa fa e come diventare consulente finanziario?

Chi è e a cosa serve il consulente finanziario?

Parlando di promotore finanziario, si intende un soggetto esperto di mercati e investimenti che offre prodotti e servizi finanziari delle società con cui collabora, seguendo e assistendo i risparmiatori in base ai loro profili e necessità. Legati specialmente alla gestione di capitale, tra i più importanti prodotti presentati vi sono:

  • Prestiti e mutui
  • Investimenti azionari, obbligazionari, in fondi comuni o ETF
  • Piani di risparmio
  • Prodotti previdenziali 
  • Polizze assicurative

Chiamato anche col termine anglofono financial advisor, può essere un agente plurimandatario e, incontrando il cliente, la sua attività si basa maggiormente su:

  • Svolgimento di analisi accurate della situazione, fiscale ed economica, comprendendone le esigenze
  • Esame di prodotti presenti sul mercato più consoni possibile alle necessità, evidenziandone punti di forza e debolezza

Pianificazione finanziaria personalizzata che si adatti alle principali esigenze

  • Monitoraggio e aggiornamento continuo per ottimizzare i risultati
  • Aggiornamento e studio costanti degli andamenti di mercato, per massimizzare investimenti contenendo perdite consigliando eventuali modifiche
  • Supporto continuo con risposte chiare a ogni domanda o dubbio, anche post-vendita
  • Creazione report periodici dettagliati
  • Gestione documentazione e pratiche burocratiche e amministrative

Un’attività correttamente svolta porterà a mantenimento e acquisizione di clienti per ampliare il proprio portafoglio, sviluppandone un database.

Suggerendo le migliori soluzioni, crea col cliente un solido rapporto di fiducia garantendogli il benessere economico sul breve, medio o lungo periodo, presentando offerte di banche, società d’intermediazione mobiliare, società di gestione risparmio o di gestione patrimoniale, dalle quali agisce internamente o esternamente dalle sedi.

A differenza del promotore finanziario, lavoratore subordinato alle società con cui è spesso confuso, il consulente è un libero professionista non vincolato ad alcun ente, per tale ragione non ha conflitti d’interesse e presenta costi minori per la clientela.

Introdotta come agente di cambio col Regio Decreto 272/1913, in Italia la figura del consulente finanziario è disciplinata da:

  • Testo Unico Bancario (d.l. 385/1993)
  • Decreto Eurosim (d.l. 415/1996)
  • Testo Unico della Finanza (d.l. 58/1998)
  • d.m. 472/1998 del MEF

E’ comunque dal novembre 2007 che viene riconosciuto con l’attuale denominazione con la Direttiva Comunitaria 2004/39/CE (MiFID). Ulteriore regolamentazione proviene dalla Consob, con le delibere 11745/1998, 16190/2007 e 16737/2008.

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Consulente Finanziario: Quanto Guadagna, come diventarlo?

Quali requisiti per diventare consulente finanziario?

Gestendo i capitali dei suoi clienti e offrendo specifica consulenza su prodotti e servizi, il consulente finanziario deve trasmettere professionalità, sicurezza e affidabilità. Sarà quindi necessario soddisfare una serie di requisiti legati specialmente al contesto economico-finanziario come:

  • Conoscenza approfondita delle tecniche di vendita
  • Elevata competenza in matematica finanziaria
  • Pregressa preparazione nelle dinamiche di mercato
  • Capacità di gestione, pianificazione, organizzazione finanziaria
  • Capacità di creazione soluzioni finanziarie su misura
  • Capacità d’analisi opportunità e rischi
  • Conoscenza dei riferimenti normativi del mestiere

Mostrando forte spirito imprenditoriale e leadership, il professionista deve possedere anche soft skill come:

  • Elevate capacità di negoziazione
  • Grandi abilità comunicative e interpersonali
  • Ottime capacità d’ascolto
  • Gestione emergenze e risoluzione problemi
  • Attenzione al dettaglio
  • Pensiero critico e strategico
  • Abilità di lavoro autonomo
  • Alta motivazione
  • Dinamicità e propensione al multitasking
  • Gestione stress

Svolgendo un ruolo preponderante nella scelta di prodotti finanziari, dovrà conoscere nel dettaglio le offerte commerciali delle società per cui collabora: potranno aiutare esperienze pregresse in vendite e investimenti. Come libera professione è richiesta Partita IVA, con codice ATECO 66.19.21.

Infine, è d’obbligo rispettare i requisiti d’onorabilità previsti dal d.m. 472/1998, come non esser soggetti a misure preventive o condanne con sentenze irrevocabili per trasgressione di leggi economico-finanziarie, esclusi casi di riabilitazione.

Quale università per diventare consulente finanziario?

Sebbene richieda formalmente un titolo di studio non inferiore al diploma di scuola superiore, per lo svolgimento dell’attività di consulente finanziario è appropriato un titolo accademico in materia economica come:

  • Laurea triennale in Economia e Finanza
  • Laurea triennale in Economia Aziendale e Management
  • Laurea magistrale in Scienze Statistiche Attuariali e Finanziarie

Tale formazione sarà ideale ad acquisire nozioni fondamentali, sia per sostenere l’Esame d’accesso alla professione che per svolgere le prime esperienze sul campo oltre la semplice teoria.

Esame e iscrizione all’Albo dei consulenti finanziari

Concluso il percorso accademico, la professione di consulente verrà abilitata con l’iscrizione all’Albo unico dei consulenti finanziari, regolato prima dal TUF e successivamente dal d.l. 262/2005. Per iscriversi occorrerà sostenere un Esame d’accesso indetto da Consob quadrimestralmente. Composto da 60 domande a risposta multipla, casuali da un database di circa 5.000 quesiti, il test dura 85 minuti e prevede:

  • 28 domande teoriche da 2 punti
  • 12 domande pratiche da 2 punti
  • 20 domande teoriche da 1 punto

Gratuito o con costi fino 300,00 euro a seconda dell’ente promotore, l’Esame verrà superato con punteggio minimo di 80/100. In caso di esperienza documentata almeno triennale, il candidato può richiedere esonero dall’esame e procedere all’iscrizione all’Albo.

Quanto guadagna un consulente finanziario?

Come ogni libero professionista, il consulente finanziario non percepisce una retribuzione fissa ma genera un compenso variabile in funzione del lavoro svolto e degli anni d’esperienza, proprio per questo viene chiamato fee-only, rappresentando un vantaggio anche per il cliente, che si ritroverà a sostenere costi più permissivi rispetto a quelli per i promotori.

Lo stipendio medio di un consulente finanziario è di circa 57.000 euro/anno, equivalenti a 4.750 euro/mese, ossia +100% rispetto alla retribuzione media annuale italiana. Nel caso di profili junior, il compenso annuale può partire dai 38.000 euro, mentre per profili senior può raggiungere gli 80.300 euro. Un consulente con esperienza pluridecennale può infine percepire fino a 105.000 euro annuali.

Conclusioni

Concludendo quest’esame sul ruolo di consulente finanziario, cosa fa e come diventarlo, è chiaro come sia un mestiere di grande responsabilità e autorevolezza, una figura che trasmetta serietà e sicurezza a chiunque richieda il suo aiuto: non si limita ad ascoltare ed eseguire, ma a seguire il cliente nelle fasi dell’accordo e in quelle successive, sempre analizzando obiettivi, necessità e gestendo potenziali criticità con buonsenso e autocontrollo.

A conti fatti, soft skill come comunicazione, organizzazione, motivazione e pensiero critico sono cruciali per un’attività simile, che spesso ha a che fare con alti livelli di stress e ambienti lavorativi dinamici quanto frenetici; non devono però sostituire le competenze tecniche necessarie nel settore, così come l’etica professionale ed i requisiti d’onorabilità.

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