Stipendi di preti, suore, vescovi: quanto guadagnano e chi paga

A quanto ammontano gli stipendi di preti, delle suore, dei frati e dei vescovi? Chi li paga? Ecco alcune risposte a domande che spesso ci siamo fatti sui prelati.
Innanzitutto sì: il prete prende uno stipendio.   Le figure religiose come preti e suore, ma anche vescovi, cardinali e lo stesso capo della Chiesa cattolica, non sono solo figure religiose, ma  sono figure anche sociali che però non siamo abituati ad associare ad uno stipendio fisso.

I preti e le suore godono della possibilità di avere vitto e alloggio nei conventi nei quali vivono ed operano, ma siamo sicuri che sia solo quello il sostentamento che il Vicariato accorda loro?
In realtà gli stipendi di preti e suore sono molto più bassi di quello che si potrebbe pensare, frati e suore ad esempio non ricevono quasi nulla e un prete guadagna più o meno come un operaio.

In Italia fino a prima del Covid c’erano 43.000 religiosi degli ordini dei frati Francescani, i Benedettini, Domenicani, Benedettini, Suore di Carità e Suore di Maria Bambina. Va detto che questo numero sta diminuendo di anno in anno in quanto le conversioni diminuiscono di anno in anno e i religiosi sono molto anziani.

Ricordiamo che alla Chiesa Cattolica va il 2 per mille dell’IRPEF che è di circa 450 milioni di euro ( dati anno fiscale 2019); nello stesso anno la chiesa di Roma ha avuto un’entrata pari a 1 miliardo e 100 milioni di 8 per mille dall’IRPEF.

Il turismo religioso nello stesso periodo ha generato entrate in Italia per 10 volte tanto, cioè circa 5 miliardi di euro.

Di seguito, quanto guadagna un prete al mese, e chi paga i salari dei religiosi.

Quando guadagna un prete o una suora? Gli stipendi di tutte le gerarchie ecclesiastiche

Per scoprire quanto guadagna un prete al mese bisogna innanzitutto fare una distinzione tra preti e parroci.
In una parrocchia, infatti, ci possono essere più preti ma solo uno di loro è il parroco.
  • I semplici preti guadagnano circa 1000 euro al mese,
  • I parroci guadagnano circa 1200 euro al mese. Il parroco è un prete responsabile di una intera parrocchia, a volte nella stessa parrocchia ci possono essere più di un singolo prete in quanto ci sono molti fedeli ( si pensi ad una parrocchia di una grande città)
  • Diàcono o prete laico: aiuta il prete a fare la messa, dare i sacramenti, ma non ha fatto i voti e può quindi essere una persona che ha una famiglia ed ha un suo lavoro, in questo periodo storico sono molto presenti in quanto la scarsità delle vocazioni ha chiamato molti fedeli a fare le veci del vero e proprio prete. Un diacono può essere anche una donna. Di solito prendono uno stipendio equiparato al parroco, cioè 1.200 euro al mese.
La crescita dello stipendio, dunque, non dipende solo dalla carica, ma anche dall’anzianità (che d’altra parte va di pari passo con la possibilità di ottenere ruoli di prestigio).

Niente stipendio per frati e suore

Le suore e i frati non percepiscono stipendio, a meno che non facciano un’attività esterna alla loro vita ecclesiale (es. insegnante), allora in quel caso prendono i soldi del lavoro che svolgono come un comune civile.

Quanto guadagnano vescovi, cardinali e monsignori:

  • I vescovi, ovviamente, guadagnano di più dei semplici parroci: il loro stipendio può arrivare fino a 3000 euro mensili.
  • I cardinali, invece, guadagnano in media 5000 euro al mese. I cardinali hanno anche diritto a gettoni di presenza per le attività politiche del Vaticano.
  • I monsignori ( un alto prelato con delle specifiche mansioni ) che fanno parte dei direttivi e delle commissioni politiche dello Stato, infatti, hanno anche impegni di natura politica oltre che spirituale, come assemblee, riunioni e commissioni.
Per questo, come per i parlamentari dello Stato italiano, esisteva un obolo.
A questo si deve sommare la beneficenza di molti fedeli, che preferiscono lasciare i propri averi, sia liquidi che immobiliari, alla Chiesa.
Un vescovo, un cardinale o un semplice prete che ottengano un appartamento o un capitale tramite un lascito testamentario possono devolverlo per attività di beneficenza o per ospitare delle persone senza fissa dimora.

Se il lascito testamentario, però, specifica che l’appartamento o la rendita non sono lasciati alla Chiesa, ma al singolo prete, egli può disporne come meglio crede: quel lascito, allora, diventa a tutti gli effetti una rendita di tipo privato.

Stipendi di preti, suore, vescovi: quanto guadagnano e chi paga

Chi paga gli stipendi di preti e suore:

La domanda che molti cittadini si pongono è: chi paga gli stipendi di preti e suore?
Molti erroneamente credono che sia lo Stato italiano a pagarli, altri pensano che sia il Vaticano in persona.
In realtà la verità sta nel mezzo: l’ente che si occupa degli stipendi degli ecclesiastici è l’ICSC (Istituto centrale di sostentamento del clero), connesso alla CEI. L’Istituto gestisce direttamente gli stipendi di tutti i dipendenti religiosi.
Gli ecclesiastici devono compilare il modulo P01 dove dichiarano quali siano le proprie attività all’interno della diocesi o della parrocchia: in base a quello si stabilisce un punteggio di anzianità che determina lo stipendio.
Per quanto riguarda le pensioni di preti e suore, esiste un fondo pensionistico chiamato Fondo del Clero: questo è gestito dall’Inps dello Stato italiano (che in questo caso, dunque, amministra una parte dei sostentamenti che la Chiesa dà ai suoi dipendenti).
Il minimo di pensione che si può percepire se si è a gradi più bassi della gerarchia ecclesiastica (quindi un prete o una suora “semplici”) è equivalente ad una pensione sociale, (ad esempio una suora di clausura che non ha potuto mai lavorare), quindi poco meno di 500 euro mensili.

Dove va l’8 x mille e i guadagni della Chiesa

La donazione dell’8 x mille è sicuramente la fonte di sostentamento maggiore della Chiesa non solo cattolica, ma anche di tutte le altre confessioni.

Questa donazione permette di donare l’8 x mille del proprio reddito ad un’organizzazione religiosa riconosciuta a propria scelta, che deve impiegare quel denaro in missioni di pace, in aiuti umanitari e sanitari ai più deboli sia sul suolo italiano che estero.

Nella Chiesa cattolica l’8 x mille contribuisce per circa l’80% alle necessità di sostentamento dell’ente: si stima che entrino alla Chiesa circa 350 milioni di euro annui.

Nell’ultimo periodo, però, l’8 x mille sembra aver diminuito la sua presa sugli italiani: molti preferiscono donare denaro a cause sanitarie o sociali, e molti nuovi cittadini o immigrati che credono in diverse confessioni religiose donano alla propria chiesa il necessario, e non a quella cattolica.

Quanto guadagnano i professori di religione

Un tempo era diffusa su tutto il territorio nazionale la pratica di far insegnare la religione cattolica a degli ecclesiastici.

Non è raro, infatti, sentire i nostri nonni ancora parlare del “prete” di religione, più che del professore di religione.

Negli ultimi 20 anni, però, questa pratica è quasi del tutto sparita, se si eccettuano gli ecclesiastici che insegnano religione cattolica negli istituti parificati.

I docenti di religione, ormai nella stragrande maggioranza dei casi laici, percepiscono uno stipendio non dal provveditorato (quindi dallo Stato italiano), ma dal vicariato.

Gli stipendi sono tarati su quelli degli altri docenti, ma i professori di religione sono ad incarico annuale.

Il fatto che abbiano una sola ora in ogni classe impone loro di seguire 18 classi per arrivare al minimo di ore consentite per legge per gli insegnanti.

Ma quanto guadagnano davvero i preti che insegnano religione? Essi sottostanno al sistema stipendiale gestito dall’ICSC, tramite la presentazione del modulo P01, uguale a quello degli altri sacerdoti che non insegnano. Poiché questi sacerdoti integrano le proprie attività con l’insegnamento della religione cattolica, essi non percepiscono un doppio stipendio, ma incrementano lo stipendio minimo solo della cifra che serve a compensare il loro punteggio di anzianità.

Preti di corsia: quanto guadagnano i cappellani degli ospedali

Tra gli stipendi di preti e suore più contestati ci sono quelli che interessano i preti di corsia. Negli ospedali più grandi, infatti, è messo a disposizione un servizio di conforto spirituale di religione cattolica (su richiesta del singolo malato possono essere presenti anche figure religiose di diverse confessioni) che dovrebbe essere su base volontaria.
I singoli sacerdoti, nei momenti liberi, dovrebbero rendersi disponibili a supportare i malati con preghiere e confessioni. Questo servizio, però, ha un costo, poiché i sacerdoti sono retribuiti per quelle ore, che vengono considerate di servizio: si stima che il costo possa arrivare fino a 35 milioni di euro annui.
Sia i preti che le suore che svolgono questo servizio a tempo pieno possono arrivare a ottenere ben più di 2000 euro mensili, molto più di un normale stipendio da prete.

 

Gli stipendi dei preti militari

I cappellani militari sono sicuramente i religiosi che guadagnano di più: il loro stipendio può arrivare anche a superare i 4000 euro, alla stregua di quello di un vescovo o di un cardinale.
Tra i cappellani militari si distinguono quelli di terra (che seguono le missioni in giro per il mondo e vivono in tutto e per tutto la vita militare insieme all’esercito) e quelli di mare, che invece seguono le spedizioni navali.
Chi paga lo stipendio dei cappellani militari? Questa volta a farsene carico è davvero lo Stato italiano: in base alla legge 1961/512 dell’Ordinariato militare italiano, infatti, i preti militari sono equiparati agli ufficiali.
Si stima che lo Stato italiano spenda 10 milioni di euro l’anno per gli stipendi dei cappellani militari. 7 milioni vengono invece destinati alle pensioni dei preti militari ormai in ritiro:circa 17 milioni di euro annui, insomma, per il mantenimento dell’apparato religioso di contorno a quello militare.
Gli arcivescovi militari, poi, sono equiparati ai generali di corpo d’armata: questo significa che essi possono arrivare a percepire anche più di 9000 euro al mese.

Quanto guadagnano i preti delle confessioni non cattoliche?

Se è interessante indagare gli stipendi di preti, suore e di tutte le altre figure di riferimento della Chiesa cattolica, è altrettanto interessante scoprire quanto guadagnano i religiosi delle confessioni non cattoliche.
In Italia, c’è una ristrettissima minoranza di persone che credono in confessioni cristiane non cattoliche, quindi è difficile fare una stima.
All’estero, però, ad esempio in Germania, i pastori sono dei veri e propri “dipendenti” della comunità, che può anche licenziarli se non si crea una sinergia tra fedeli e pastore.
Il pastorato è aperto anche alle donne (sia nel protestantesimo di Germania che nella confessione anglicana) e generalmente i pastori sono sposati o hanno comunque una famiglia.
Si stima che i pastori protestanti possano percepire uno stipendio di circa 3500 euro, ma il lavoro è a tempo pieno e non si occupa solo della cura delle anime: molte parrocchie, infatti, hanno al proprio interno una serie di servizi (come ad esempio gli asili nido) che sono di aiuto alla comunità.
quanto guadagna il papa
Sopra: Papa Francesco battezza un bambino.

Lo stipendio del Papa

Una delle domande che più incuriosisce gli italiani è: quanto guadagna il Papa?
Non c’è una vera risposta, nel senso che dipende dal pontefice in carica, dal suo stile di vita e dalle attività che egli compie, a parte il compito pastorale che ricopre.
Si stima che Benedetto XVI, ad esempio, avesse uno stipendio mensile di oltre 2500 euro al mese, ai quali si aggiungevano gli introiti dei libri che ha scritto durante tutta la sua vita. Papa Ratzinger, infatti, ha sempre coniugato l’attività religiosa con quella di ricerca teologica e di scrittura di saggi.

Papa Francesco, al contrario, ha voluto dare un segnale di radicale rinnovamento della Chiesa. Egli ha rinunciato al suo stipendio fisso, sperando che tutte le gerarchie ecclesiastiche seguissero il suo esempio.

Bergoglio ha comunque la possibilità di attingere denaro in ogni momento dal fondo personale del Papa, l’Obolo di San Pietro. Questo fondo si rigenera grazie alle donazioni spontanee dei fedeli che vogliono finanziare progetti di beneficenza.

A cosa servono i soldi che si raccolgono in Chiesa per le offerte, ce lo spiega direttamente un parroco:

quanto guadagna un prete


Trovare lavoro come prete o suora/frate

Oggi come oggi lavorare come prete o frate o suora è abbastanza semplice. La crisi di vocazioni ha portato ad una vera e propria ‘fame di preti‘ specialmente nel Nostro paese.

D’altronde il prete è praticamente un mestiere come un altro, si consideri che si hanno molti benefit, ad esempio le offerte dei fedeli possono aiutare a pagare le bollette di luce, acqua, gas, eventuale affitto, macchina per spostarsi eccetera.

Di solito i ragazzi che si dicono contrari alla vita ecclesiastica lo fanno perchè non ci si può sposare. In realtà molti preti da sempre i preti convivono con qualcuno del sesso opposto ( o dello stesso sesso) per tutta la vita, quindi non si possono sposare, ma spesso fanno quello che fanno tutti gli altri uomini.

Limitante invece è l’attività delle suore, in quanto se vogliono guadagnare soldi lo devono fare con attività esterne ( tipo l’insegnamento).

A chi voglia fare offerte direttamente al Papa, rimandiamo al Sito Ufficiale del Vaticano “Obolo di San Pietro

Altri stipendi di professionisti in Italia:

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11 commenti

  1. avete scritto cose vere e cose non vere…. quando si pubblicano notizie di questo tipo bisogna stare attenti… come potete affermare che tutti i preti convivono ? perché trascinare tutti nel fango? non sarebbe meglio distinguere? poi la maggioranza delle suore in pensione non percepisce 900 € al mese ma la pensione sociale che si aggira su 400€ . grazie e buon lavoro ma serio e ben documentato lea capanni

    1. Grazie del contributo.
      L’articolo è stato rivisto e corretto , con l’aggiunta delle nuove informazioni che sono state verificate più attentamente.

    2. “Un diacono può essere anche una donna. Di solito prendono uno stipendio equiparato al parroco, cioè 1.200 euro al mese.”

      Può essere una donna ma non nella chiesa cattolica apostolica romana. È meglio specificare se si vuole dare una corretta informazione. Tante cose esatte, tante da rivedere. buon lavoro.

  2. Credo che in ogni caso non si possa rendere l’idea di una vita da religioso.
    La vita dei monaci, ad esempio, é durissima se condotta secondo gli antichi canoni…
    Chi non l’ha mai provata non cerchi di spiegarsela o di spiegarla ad altri.
    Lasciate perdere gli esempi “leggeri” e approfondite le storie dei santi, anche dei contemporanei ….magari qualche beato o beata, qualcuno come Chiara Luce Badano, scoprendo intrecci d’amore e dolore tali da farvi scappare al solo pensiero…e lasciate stare, se non volete correre il rischio di sentirvi chiamati

  3. Non ho capito l’ultima parte di quanto hai scritto. Concordo con te oer la prima parte. PS Chiara Luce non è/era monaca. Comunque un sacerdote che fa il prete è sempre a disposizione di tutti e anche dei fedeli. Lavora più di un assistente doviale e di uno psicologo. Purtroppo nascano sempre più queste figure nella nostra società che pensa al profitto e non agli altri

  4. È un grave errore mescolare mestieri o professioni like con quelle religiose. Quella del sacerdote è una vocazione non un mestiere E pertanto farne un’analisi solo sociologica rischia di essere fuorviante. Il sacerdote è colui che dalla vita Dio integralmente non lo stipendio e comunque non si sceglie di fare il prete Come si sceglie di fare il poliziotto altri mestieri ma si diventa preti solo come risposta ad una vocazione, cioè una chiamata di Dio. Tutto il resto non c’entra, meglio: tutto il tutto il resto è noia.

    1. Egregia Maura, la tua considerazione , seppur rispettabile, rispecchia quella di quanti vivono la realtà ecclesiale come veri osservanti dei dettami evangelici. Però ti assicuro, per la mia decennale esperienza, che più stai dentro e più vorresti starne fuori. Non c’è attività o iniziativa dei sacerdoti,che non parta da una valutazione di ritorno economico. Un esempio pratico, sai che non sempre in una parrocchia esiste una cassa comune tra parrocchiani e clero? Che le offerte date per commemorare i defunti confluiscono nella cassa dei sacerdoti? Che da la cassa della parrocchia vengono prelevate mensilmente delle integrazioni per il parroco ed il viceparroco, in aggiunta alla quota dell’istituto diocesano per il sostentamento del clero, nonostante questi abbiano un bilancio che ogni anno è sempre più attivo? Non parliamo poi del tenore di vita che dovrebbe rispettare le regole di “obbedienza, carità e castità”. Naturalmente non bisogna generalizzare, ma ti assicuro che le eccezioni sono minime, se non rare.

  5. Non è vero che l’8 per mille è una “donazione” che i contribuenti italiani fanno alla Chiesa: Le “donazioni” sono atti di liberalità SPONTANEI, mente l’8 per mille è un PRELIEVO dell’IRPEF di TUTTI gli italiani che viene OBBLIGATORIAMENTE distratto dallo Stato italiano e distribuito, poi, alla Chiesa e ad altre confessioni “ammesse”, che hanno stipulato “INTESE” con lo Stato, in base alle “SCELTE” che i contribuenti hanno fatto nella dichiarazione dei redditi. Quindi l’8 per mille viene SEMPRE prelevato dalle tasse che gli italiani versano allo Stato e, poi, lo Stato (laico?) italiano lo REGALA alla Chiesa che ne fa quello che vuole, e cioè lo destinata per circa l’86 % per pagarsi gli “STIPENDI”, mentre le briciole vengono destinate in opere di carità. Quindi gli stipendi di preti, vescovi, cardinali etc. li pagano gli italiani, anche quelli atei io agnostici. Questa è la VERITA’.

    1. La Chiesa sfama almeno 6 milioni di famiglie ogni anno.
      Gestisce il 90% del patrimonio artistico italiano, quello grazie al quale abbiamo il turismo
      La Chiesa aveva uno Stato che è stato usurpato dalla Monarchia Sabauda

      Per questo l’italia gli da qualche soldo che prende dalle tasse

      1. “Un diacono può essere anche una donna. Di solito prendono uno stipendio equiparato al parroco, cioè 1.200 euro al mese.”

        Può essere una donna ma non nella chiesa cattolica apostolica romana. È meglio specificare se si vuole dare una corretta informazione. Tante cose esatte, tante da rivedere. buon lavoro.

  6. i docenti di Religione Cattolica sia che siano incaricati a tempo indeterminato (che abbiano superato il concorso del 2004), incaricati a tempo determinato delle scuole Statali e supplenti annuali o a breve termine sono pagati esclusivamente dallo Stato Italiano per conto del MIM, dalla Ragioneria dello Stato. Le Diocesi hanno esclusivamente il ruolo di proporne la nomina ai Dirigenti Scolastici sulla base delle richieste delle scuole.
    Il Vaticano e le Diocesi non hanno mai erogato gli stipendi agli IDR, ma si occupano soltanto del percorso universitario di Teologia o di Scienze Religiose.
    Pietro Marsiglia
    Docente di Ruolo di Religione Cattolica

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