La tecnologia anti-drone, comunemente indicata con l’acronimo C-UAS (Counter-Unmanned Aerial System), comprende un insieme di sistemi e procedure progettati per rilevare, identificare, tracciare e, infine, mitigare o neutralizzare la minaccia rappresentata da velivoli senza pilota a bordo (UAV o droni) non autorizzati o potenzialmente ostili.1 L’obiettivo primario di tali tecnologie è la protezione di beni di valore, la prevenzione di attività di sorveglianza illecite e la mitigazione dei rischi che i droni possono comportare per la sicurezza pubblica e privata.1
All’interno di questo vasto dominio, i sistemi anti-drone a radiofrequenza (RF) costituiscono una categoria specifica e particolarmente rilevante. Questi sistemi sfruttano le onde radio per espletare le loro funzioni di contrasto, che possono variare dal semplice rilevamento all’interdizione attiva del drone.4 Alcuni di questi dispositivi, per la loro forma e modalità d’azione, sono stati descritti come simili a “cannoni di guerre stellari”, concepiti per proteggere aree sensibili da incursioni deliberate o accidentali da parte di droni.4 Tuttavia, la tecnologia C-UAS RF si manifesta anche in forme più discrete e integrate in architetture di sicurezza complesse.
L’importanza dei sistemi C-UAS, e in particolare di quelli basati su RF, è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. Questa urgenza deriva dalla rapida proliferazione dei droni e dalla loro crescente capacità di essere impiegati per scopi illeciti. La necessità di proteggere infrastrutture critiche (come aeroporti, centrali energetiche, edifici governativi), eventi pubblici di grande richiamo, personalità di rilievo (VIP) e operazioni militari da minacce aeree di questo tipo è diventata una priorità per governi e organizzazioni di sicurezza in tutto il mondo.1
Principi Fondamentali e Componenti Chiave
Il funzionamento generale di un sistema C-UAS, inclusi quelli a radiofrequenza, si articola tipicamente in due fasi principali: una fase di rilevamento e una fase di neutralizzazione.1 La fase di rilevamento comprende l’individuazione (detect), l’identificazione (identify), la localizzazione (locate) e il tracciamento (track) del drone sospetto. Una volta che la minaccia è stata confermata e valutata, si passa alla fase di neutralizzazione, che implica l’attivazione di contromisure (countermeasure) per fermare o rendere inoffensivo il drone.
I componenti chiave di un sistema C-UAS RF possono variare a seconda della complessità e della specifica applicazione, ma generalmente includono:
- Sensori di Rilevamento: Strumenti come gli analizzatori di spettro RF e i radar sono impiegati per individuare la presenza e le caratteristiche dei droni.1
- Sistemi di Mitigazione/Neutralizzazione: Dispositivi come i disturbatori di frequenza (jammer RF), gli ingannatori di segnali GPS (spoofer) o sistemi più sofisticati per la presa di controllo del drone.1
- Sistema di Comando e Controllo (C2): Una piattaforma software e hardware che integra i dati provenienti dai vari sensori, presenta la situazione operativa all’operatore e coordina l’attivazione delle contromisure appropriate.1
È importante distinguere tra sistemi RF passivi e attivi. I sistemi passivi si limitano a ricevere e analizzare i segnali radio emessi dal drone o dal suo operatore, senza emettere a loro volta energia elettromagnetica. Questa caratteristica li rende discreti e difficilmente rilevabili.2 I sistemi attivi, invece, emettono segnali RF (ad esempio, per il jamming o lo spoofing) con lo scopo di interferire con il funzionamento del drone.2
La Natura Duplice della Radiofrequenza nel Contesto dei Droni
La radiofrequenza rappresenta un elemento centrale e, per certi versi, paradossale nel mondo dei droni. Da un lato, costituisce la spina dorsale per il funzionamento della stragrande maggioranza dei droni commerciali e di molti sistemi militari, abilitando il controllo remoto, la trasmissione di dati telemetrici e video, e la navigazione satellitare (GNSS).11 Dall’altro lato, proprio questa dipendenza dalle onde radio espone i droni a una significativa vulnerabilità, che i sistemi C-UAS RF sono progettati per sfruttare.
Il processo attraverso cui questa dualità si manifesta è sequenziale:
- I droni, per operare, si affidano a collegamenti a radiofrequenza per diverse funzioni vitali: il comando e controllo (RC) da parte del pilota, la ricezione dei dati di stato del velivolo (telemetria), la trasmissione del flusso video catturato dalla camera di bordo e, crucialmente, la ricezione dei segnali dai sistemi di navigazione globale satellitare (GNSS come GPS, GLONASS, Galileo) per il posizionamento.11
- Questi collegamenti RF operano su bande di frequenza generalmente note e standardizzate, come le bande ISM (Industrial, Scientific, and Medical) a 2.4 GHz e 5.8 GHz per il controllo e il video, o le specifiche frequenze utilizzate dai sistemi GNSS.6
- I sistemi C-UAS RF dedicati al rilevamento sono progettati specificamente per “ascoltare” queste bande di frequenza. Attraverso l’analisi dei segnali intercettati, possono identificare le “firme” elettromagnetiche caratteristiche dei droni, distinguendole da altri segnali presenti nell’ambiente.1
- Parallelamente, i sistemi C-UAS RF destinati alla neutralizzazione sono concepiti per interferire attivamente con questi stessi collegamenti RF. Possono farlo emettendo un forte “rumore” elettronico (jamming) per interrompere la comunicazione, o trasmettendo segnali falsi (spoofing) per ingannare il sistema di navigazione del drone.3
Di conseguenza, la stessa tecnologia che permette ai droni di volare e svolgere le loro missioni li rende intrinsecamente suscettibili alle contromisure basate su radiofrequenza. Tuttavia, il settore dei droni è in continua evoluzione. Si assiste a uno sviluppo verso droni capaci di operare in modo più autonomo, con una minore dipendenza dai continui segnali di controllo del pilota, o che utilizzano canali di comunicazione criptati o alternativi (come le reti cellulari 4G/5G o sistemi di navigazione assistiti da intelligenza artificiale).1 Questi progressi mirano, in parte, a ridurre la vulnerabilità ai sistemi C-UAS RF tradizionali. Questa dinamica, a sua volta, stimola un’ulteriore evoluzione nelle tecnologie di contrasto, che devono adattarsi per mantenere la loro efficacia. Si configura così una sorta di “corsa agli armamenti” tecnologica, dove le innovazioni nelle capacità dei droni spingono a innovazioni nelle contromisure, e viceversa, in un ciclo continuo guidato da questa fondamentale interdipendenza con lo spettro radio.
2. Tecnologie RF di Rilevamento, Identificazione e Localizzazione Droni
La capacità di rilevare, identificare e localizzare con precisione e tempestività i droni non autorizzati è il primo passo fondamentale in qualsiasi strategia C-UAS. Le tecnologie a radiofrequenza offrono strumenti potenti per queste funzioni, analizzando le emissioni elettromagnetiche dei droni e dei loro sistemi di controllo.
Analizzatori di Spettro RF (RF Analyzers/Scanners)
Gli analizzatori di spettro RF, noti anche come RF scanner, sono strumenti essenziali per il rilevamento passivo dei droni. Il loro funzionamento si basa sulla scansione continua dello spettro elettromagnetico, concentrandosi sulle bande di frequenza notoriamente utilizzate per le comunicazioni dei droni, come le bande ISM a 2.4 GHz e 5.8 GHz, ma anche altre frequenze impiegate per il comando e controllo (RC).1 L’obiettivo è intercettare i segnali scambiati tra il drone e la sua stazione di controllo a terra (il pilota).
Una volta rilevato un segnale sospetto, il sistema tenta di identificarlo. Ciò può avvenire confrontando le caratteristiche del segnale (frequenza, modulazione, pattern temporali) con un database di “firme” note appartenenti a modelli di droni commerciali comuni.1 Alcuni sistemi più avanzati sono in grado di estrarre informazioni più dettagliate, come la marca e il modello del drone, e in certi casi persino l’indirizzo MAC (Media Access Control) del drone o del controller, specialmente se la comunicazione avviene tramite protocolli Wi-Fi.15 L’integrazione di algoritmi di intelligenza artificiale (AI) sta potenziando significativamente la capacità di classificazione automatica e accurata dei segnali rilevati.12
Per quanto riguarda la localizzazione, gli analizzatori RF possono stimare la posizione di un drone basandosi sulla potenza e sulla frequenza dei segnali che esso trasmette.1 Sistemi più sofisticati, che impiegano una rete di sensori RF distribuiti geograficamente, possono utilizzare tecniche di triangolazione o multilaterazione per determinare con maggiore precisione non solo la posizione del drone, ma anche quella del suo operatore.12
I vantaggi principali degli analizzatori RF risiedono nel loro costo relativamente contenuto, nella capacità di rilevare simultaneamente più droni e i relativi piloti, e nella loro natura intrinsecamente passiva, che non richiede l’emissione di segnali e quindi, generalmente, non necessita di licenze operative specifiche.15
Tuttavia, presentano anche delle limitazioni. La loro efficacia è ridotta nei confronti di droni che operano in modalità autonoma (senza un collegamento di comando e controllo attivo) o che utilizzano segnali di comunicazione criptati o protocolli non standard.1 Ambienti con un elevato “rumore” di fondo elettromagnetico (aree urbane dense, vicinanza a trasmettitori potenti) possono complicare il rilevamento e aumentare il tasso di falsi allarmi.15 L’accuratezza nell’identificazione specifica del modello di drone può essere limitata e dipendente dall’aggiornamento delle librerie di firme.12 Inoltre, in ambienti complessi come quelli urbani o montuosi, le riflessioni dei segnali RF su edifici o altre strutture possono causare discrepanze e imprecisioni nella localizzazione del drone.12
Sistemi di Radiogoniometria (Direction Finding – DF)
I sistemi di radiogoniometria, o Direction Finding (DF), sono specificamente progettati per determinare la direzione di provenienza dei segnali a radiofrequenza emessi da un drone e, crucialmente, dal suo radiocomando.6 Questa capacità fornisce al personale di sicurezza un vantaggio tattico significativo, consentendo una risposta più rapida ed efficace sia verso il velivolo sia verso il pilota che lo controlla.6
Tecnologicamente, i sistemi DF impiegano array di antenne direzionali e algoritmi sofisticati per analizzare le caratteristiche dei segnali ricevuti e calcolarne l’angolo di arrivo.12 Un esempio di tale tecnologia è il sistema S.EN.T.IN.EL, sviluppato dall’azienda italiana DroneZone, che utilizza pannelli direttivi dual-band per operare sulle frequenze Wi-Fi a 2.4 e 5.8 GHz, estendendo la sua capacità di monitoraggio all’intero spettro da 0 a 6 GHz per coprire tutti i protocolli dei droni e delle radio commerciali.19 La capacità di localizzare il pilota è particolarmente preziosa, poiché permette non solo di neutralizzare il drone ma anche di intercettare e identificare chi lo manovra illegalmente.6
Allerta Precoce (Early Warning)
Un aspetto distintivo di alcuni sistemi RF avanzati è la capacità di fornire un’allerta precoce (early warning). Questi sistemi sono in grado di rilevare attività radiocomandate sospette nello spettro elettromagnetico ancor prima che un drone venga effettivamente messo in volo.6 L’identificazione di un segnale di controllo che si attiva, o di comunicazioni preparatorie, può segnalare l’intenzione di operare un drone nell’area monitorata. Questa informazione preventiva è fondamentale, poiché spesso consente alle forze di sicurezza di intervenire efficacemente, ad esempio intercettando il pilota prima del decollo del velivolo.6
Copertura a 360°
Molti sistemi di rilevamento RF sono progettati per offrire una copertura omnidirezionale, o a 360 gradi, dello spazio aereo circostante.12 Questo assicura che nessuna direzione sia lasciata scoperta, permettendo di rilevare droni in avvicinamento da qualsiasi angolazione e migliorando significativamente la consapevolezza situazionale (situational awareness) e le capacità di risposta.
L’Importanza Crescente dell’Intelligenza Artificiale (AI) e del Machine Learning (ML) nel Rilevamento RF
L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) e del Machine Learning (ML) sta diventando un fattore sempre più determinante per l’efficacia dei sistemi di rilevamento RF dei droni. La crescente complessità dello spettro elettromagnetico e la continua evoluzione delle tecnologie dei droni rendono l’analisi tradizionale dei segnali sempre più sfidante. L’AI e il ML offrono strumenti potenti per superare queste difficoltà.
Il ragionamento alla base di questa tendenza è multifattoriale:
- Lo spettro delle radiofrequenze è intrinsecamente “rumoroso” e congestionato da una miriade di segnali legittimi provenienti da diverse fonti (Wi-Fi, Bluetooth, reti cellulari, trasmissioni radiotelevisive, ecc.). Distinguere i deboli segnali di un drone da questo rumore di fondo è un compito arduo, specialmente in ambienti urbani.15
- I droni utilizzano una vasta gamma di protocolli di comunicazione. Oltre agli standard Wi-Fi, molti produttori impiegano protocolli proprietari, spesso criptati o che utilizzano tecniche di trasmissione avanzate come il Frequency Hopping Spread Spectrum (FHSS), dove la frequenza di trasmissione cambia rapidamente e continuamente per eludere il rilevamento e le interferenze.6
- I sistemi di rilevamento basati su librerie di “firme” dei droni noti richiedono un costante lavoro di reverse engineering dei nuovi modelli di droni e dei loro protocolli. Questo processo è dispendioso in termini di tempo e introduce inevitabilmente un ritardo tra l’apparizione di una nuova minaccia e la sua inclusione nel database del sistema C-UAS.15
- Gli algoritmi di AI e ML, al contrario, possono essere addestrati per analizzare enormi quantità di dati RF in tempo reale, apprendere a riconoscere pattern di segnale complessi e identificare anomalie che potrebbero indicare la presenza di un drone, anche se il suo specifico protocollo non è precedentemente noto.12
- Questa capacità di apprendimento e adattamento continuo migliora significativamente la probabilità di intercettazione (PoI) dei droni, riduce il tasso di falsi allarmi (causati da segnali innocui erroneamente identificati come minacce) e, soprattutto, permette di contrastare anche droni che non sono presenti nelle librerie predefinite o che utilizzano tecniche di comunicazione evasive o modificate.17
L’implicazione di questa evoluzione è chiara: i futuri sistemi C-UAS RF faranno sempre più affidamento sull’AI e sul ML per mantenere e migliorare la loro efficacia di fronte a minacce in continua e rapida trasformazione. Aziende innovative, sia a livello internazionale come BlueHalo 22, sia nel panorama italiano come ELT Group 25, stanno già integrando profondamente queste tecnologie nei loro prodotti più recenti, segnalando una direzione chiara per lo sviluppo del settore.
3. Meccanismi di Neutralizzazione RF Anti-Drone
Una volta che un drone ostile è stato rilevato, identificato e localizzato, la fase successiva del processo C-UAS è la sua neutralizzazione. Le tecnologie a radiofrequenza offrono diversi meccanismi per raggiungere questo obiettivo, che spaziano dall’interruzione delle comunicazioni all’inganno dei sistemi di navigazione, fino alla presa di controllo del velivolo o al suo danneggiamento fisico tramite energia diretta.
Jamming (Disturbo RF)
Il jamming, o disturbo a radiofrequenza, è una delle tecniche di neutralizzazione più diffuse e consiste nell’interrompere i collegamenti RF vitali per il funzionamento del drone.1 Questi collegamenti includono:
- L’uplink, ovvero il segnale inviato dal pilota al drone per impartire i comandi di volo.
- Il downlink, ovvero i segnali inviati dal drone al pilota, che trasportano dati telemetrici (altitudine, velocità, stato della batteria, ecc.) e il flusso video dalla telecamera di bordo.
- Il segnale di navigazione GNSS (Global Navigation Satellite System, come GPS, GLONASS, Galileo), che il drone utilizza per determinare la propria posizione.
Il disturbo si ottiene emettendo segnali radio potenti sulla stessa frequenza utilizzata dal drone, o su un ampio spettro di frequenze, in modo da “soffocare” i segnali legittimi con un forte rumore elettronico.11
Gli effetti del jamming su un drone possono variare a seconda del modello del drone, della sua programmazione e del tipo di collegamento disturbato. Tipicamente, la perdita del segnale di comando e controllo può indurre il drone ad attivare una modalità di sicurezza pre-programmata, come l’atterraggio immediato sul posto, il ritorno automatico al punto di decollo (“Return To Home” – RTH), o il mantenimento della posizione corrente (hovering).3 In alcuni casi, specialmente se anche il segnale GNSS viene disturbato, il drone potrebbe perdere completamente l’orientamento e volare in modo incontrollato fino a schiantarsi.
Esistono diverse tipologie di jamming 11:
- Noise/Barrage Jamming (Jamming a Rumore/Sbarramento): Emissione di rumore a banda larga su un ampio spettro di frequenze per degradare il rapporto segnale-rumore (SNR) e rendere difficile per il ricevitore del drone distinguere i segnali utili.
- Sweep Jamming (Jamming a Spazzamento): Un segnale a banda stretta viene rapidamente “spazzato” attraverso un intervallo di frequenze. Se la velocità di spazzamento è elevata, l’effetto può simulare quello del barrage jamming.
- Tone Jamming (Jamming a Tono): Emissione di toni discreti su frequenze specifiche. Può essere efficace contro droni che utilizzano tecniche di salto di frequenza (Frequency Hopping Spread Spectrum – FHSS) se i toni colpiscono le frequenze utilizzate.
- Follower Jamming (Jamming Inseguitore): Tecnica più sofisticata che tenta di tracciare i cambiamenti di frequenza nei sistemi FHSS e di disturbare le nuove frequenze selezionate.
- Smart Jamming (Jamming Intelligente): Bersaglia selettivamente i segnali critici all’interno di sistemi di trasmissione complessi come Direct Sequence Spread Spectrum (DSSS) e FHSS.
- GNSS Barrage Jamming: Disturbo specifico delle frequenze utilizzate dai sistemi GNSS, emettendo rumore continuo ad alta potenza per sopraffare i deboli segnali satellitari.
- GNSS BPSK Jamming: Tecnica più evoluta che disturba i segnali GNSS imitando e sovrapponendo il segnale originale utilizzando la modulazione BPSK (Binary Phase Shift Keying), compromettendo gravemente l’accuratezza dei dati di posizionamento.
- RC and Video Barrage Jamming: Disturbo mirato alle bande di frequenza del radiocomando (solitamente 2.4 GHz e 5.8 GHz) e della trasmissione video per interrompere il controllo del pilota e il feed video.
I sistemi di jamming possono essere direzionali, come i cosiddetti “cannoni anti-drone” o “fucili anti-drone”, che concentrano l’energia RF in un fascio stretto verso il bersaglio 4, oppure omnidirezionali, che irradiano energia in tutte le direzioni per proteggere un’area.34
Le limitazioni del jamming includono la sua inefficacia contro droni che operano in modalità completamente autonoma (senza necessità di un collegamento RF continuo per la navigazione o l’esecuzione della missione) o quelli dotati di sistemi di navigazione GPS avanzati con capacità anti-jamming.1 Un’altra preoccupazione significativa è il potenziale di interferenze collaterali ad altri sistemi RF legittimi che operano nelle vicinanze (telecomunicazioni, Wi-Fi, stessi segnali GNSS utilizzati da altri utenti).5 Tuttavia, alcuni sistemi moderni, come EnforceAir di D-Fend Solutions, sono progettati per essere “non-jamming”, utilizzando tecniche di neutralizzazione più selettive.17
Spoofing (Inganno RF)
Lo spoofing è una tecnica di neutralizzazione più sofisticata del jamming, che consiste nell’inviare al drone comunicazioni fraudolente che appaiono provenire da una fonte fidata (ad esempio, i satelliti GNSS o la stazione di controllo del pilota) al fine di ingannare i suoi sistemi di bordo.7 L’obiettivo più comune dello spoofing è il sistema di navigazione GNSS del drone.
Le principali tecniche di GNSS Spoofing includono 7:
- L’emissione di segnali GPS/GNSS falsi, ma strutturati in modo da sembrare autentici, con una potenza superiore a quella dei segnali satellitari reali. Il ricevitore GNSS del drone viene così “agganciato” dai segnali falsi e calcola una posizione e/o un tempo errati.
- Static Spoofing (Spoofing Statico): Si induce il drone a credere di trovarsi in una posizione fissa diversa da quella reale. Questa posizione fittizia può essere scelta casualmente per confondere l’operatore, oppure può corrispondere a una No-Fly Zone (NFZ) designata (ad esempio, un aeroporto). In quest’ultimo caso, i droni commerciali dotati di geofencing potrebbero attivare automaticamente misure protettive, come l’atterraggio immediato.11
- Dynamic Spoofing (Spoofing Dinamico): Tecnica più complessa in cui si crea una traiettoria falsa, fornendo al drone una sequenza continua di coordinate e dati di altitudine errati. Questo può confondere gravemente il drone, portandolo a comportamenti erratici, aumentando il rischio di collisioni o inducendo tentativi di atterraggio prematuri, specialmente se l’altitudine fittizia viene impostata a zero.11
I vantaggi dello spoofing rispetto al jamming risiedono nella possibilità di esercitare un controllo più preciso sulla destinazione finale del drone.7 Invece di farlo semplicemente cadere o tornare al punto di partenza, lo spoofing può, in teoria, reindirizzare il drone verso un’area di recupero sicura designata dall’operatore del sistema C-UAS, o addirittura in una “trappola”.
Le limitazioni dello spoofing includono la necessità di una grande accuratezza e di un perfetto tempismo nella generazione e trasmissione dei segnali falsi, che devono simulare fedelmente le caratteristiche dei segnali GNSS autentici.7 Inoltre, alcuni droni più avanzati potrebbero essere dotati di algoritmi di rilevamento e reiezione dei segnali di spoofing (anti-spoofing).7
Cyber Takeover (Presa di Controllo RF)
Il cyber takeover, o presa di controllo cibernetica via RF, rappresenta una delle forme più evolute e “intelligenti” di neutralizzazione dei droni. Questo approccio si basa sullo sfruttamento di vulnerabilità presenti nei protocolli di comunicazione utilizzati dal drone per scambiare dati con il suo operatore.12 Invece di disturbare o ingannare semplicemente i segnali, il sistema C-UAS tenta attivamente di “hackerare” il drone, disconnettendo il pilota originale e permettendo all’operatore del sistema di difesa di assumerne il pieno controllo. Una volta controllato, il drone può essere fatto atterrare in sicurezza in una zona predefinita.
I vantaggi di questa tecnica sono molteplici:
- Neutralizzazione “chirurgica”: L’effetto è mirato specificamente al drone ostile, minimizzando il rischio di interferenze con altri sistemi o comunicazioni amiche.
- Basso danno collaterale: Poiché il drone viene controllato e fatto atterrare in modo sicuro, si evitano i rischi associati a una caduta incontrollata.
- Recupero del drone: Il drone può essere recuperato intatto, consentendo analisi forensi per identificare l’origine, il tipo di payload e le intenzioni dell’operatore.
- Operatività senza linea di vista diretta (No-Line-of-Sight – NLOS): Spesso non è richiesta una linea di vista diretta tra il sistema C-UAS e il drone, poiché l’interazione avviene a livello di protocollo di comunicazione. 17
- Questo approccio è spesso descritto come “non-kinetic, non-jamming” (non cinetico, non disturbante), evidenziando la sua natura meno invasiva rispetto ad altre tecniche.17
Aziende come l’israeliana D-Fend Solutions, con il suo sistema EnforceAir, sono considerate leader in questa tecnologia.17 Anche Elbit Systems, con il sistema ReDrone 36, e Sentrycs 27 offrono capacità simili di cyber takeover.
Armi a Energia Diretta a RF (RF Directed Energy Weapons – RF DEW)
Le armi a energia diretta a radiofrequenza (RF DEW) rappresentano una frontiera tecnologica emergente nel campo C-UAS. Questi sistemi utilizzano fasci concentrati di energia a radiofrequenza, tipicamente microonde ad alta potenza (High-Power Microwaves – HPM), per danneggiare o distruggere i componenti elettronici critici all’interno del drone, rendendolo inoperabile.5 L’effetto può variare dall’interruzione temporanea del funzionamento (soft kill) alla distruzione fisica dei circuiti (hard kill).
Le caratteristiche principali delle RF DEW includono:
- Capacità anti-sciame: Possono essere progettate per neutralizzare simultaneamente bersagli multipli, rendendole particolarmente adatte a contrastare attacchi condotti da sciami di droni.38
- Basso costo per ingaggio: Uno dei vantaggi più significativi è il costo estremamente ridotto per ogni “colpo”. Ad esempio, il sistema RFDEW sviluppato nel Regno Unito ha un costo stimato di soli 10 pence (circa 0,12 Euro) per ingaggio.39
- Mobilità: Possono essere montate su piattaforme veicolari per una maggiore mobilità e flessibilità operativa.39
L’efficacia delle RF DEW si manifesta soprattutto contro sciami di droni, dove le difese tradizionali potrebbero essere saturate, e contro droni che non possono essere neutralizzati efficacemente con la guerra elettronica tradizionale (ad esempio, droni che operano in modalità autonoma senza un link RF attivo o quelli con comunicazioni particolarmente robuste).40
Importanti sviluppi in questo campo sono in corso in diversi paesi. Il Regno Unito sta portando avanti il progetto RFDEW attraverso il “Team Hersa”, una collaborazione tra enti governativi e l’industria privata guidata da Thales UK.38 Negli Stati Uniti, sono in fase di test e sviluppo sistemi come THOR (Tactical High-power Operational Responder) e DIRECTOR (Directed Energy System for Countering UAS), oltre al sistema Leonidas dell’azienda Epirus.14
Le limitazioni attuali delle RF DEW riguardano principalmente la portata, che per alcuni sistemi dimostrativi è ancora nell’ordine di 1 chilometro, sebbene siano in corso sforzi per estenderla.38
La Convergenza tra Guerra Elettronica (EW) e Cyber Warfare nel C-UAS RF
L’evoluzione delle tecniche di neutralizzazione RF sta evidenziando una progressiva convergenza tra le discipline della Guerra Elettronica (Electronic Warfare – EW) e della Cyber Warfare. Tecnologie come il “Cyber Takeover” e lo “Spoofing Intelligente” non si limitano a una semplice manipolazione dello spettro elettromagnetico, tipica della EW, ma implicano una profonda comprensione e uno sfruttamento attivo delle vulnerabilità a livello di software e protocolli di comunicazione dei droni, che è dominio della cyber warfare.
Questo processo di fusione può essere compreso analizzando la progressione delle tecniche:
- Il jamming tradizionale, come discusso, è essenzialmente una forma di EW “a forza bruta”, che mira a negare l’accesso allo spettro RF al drone bersaglio attraverso l’emissione di un forte rumore.11 L’obiettivo è l’interruzione del segnale.
- Lo spoofing, pur operando sempre nello spettro RF, richiede un livello di sofisticazione superiore. Non basta emettere rumore; è necessario generare segnali falsi che imitino fedelmente quelli legittimi (es. segnali GNSS) per ingannare i sistemi di navigazione del drone.7 Questo implica una comprensione dei protocolli di navigazione.
- Il Cyber Takeover spinge questa logica ancora oltre. Questa tecnica non si limita a ingannare, ma mira a penetrare attivamente i sistemi di controllo del drone. Ciò può avvenire attraverso l’iniezione di comandi non autorizzati, lo sfruttamento di falle di sicurezza (vulnerabilità) nei protocolli di comunicazione o nel software del drone, per assumerne il controllo completo.17 Si tratta, a tutti gli effetti, di un’operazione di natura cibernetica condotta attraverso il mezzo della radiofrequenza.
- Non a caso, aziende all’avanguardia in questo settore, come D-Fend Solutions, si autodefiniscono operanti nel campo “RF-cyber”, sottolineando esplicitamente questa fusione di competenze e tecnologie.35
Questa evoluzione verso tecniche “RF-cyber” permette una neutralizzazione dei droni più “pulita” e controllata. Rispetto al jamming indiscriminato, che può avere effetti collaterali su altre comunicazioni, o alle armi cinetiche, che comportano la distruzione fisica del drone con potenziali rischi a terra, il cyber takeover offre la possibilità di mitigare la minaccia con precisione, minimizzando i danni e, in molti casi, consentendo il recupero del drone.
L’implicazione di questa tendenza è una crescente domanda di specialisti, tecnologie e sistemi che integrino competenze sia nel dominio della guerra elettronica sia in quello della cyber security. È plausibile prevedere che i sistemi C-UAS del futuro saranno ancora più profondamente integrati in questo senso, offrendo un continuum di effetti che spazieranno da quelli puramente EW (come il jamming selettivo e intelligente) a quelli prettamente cyber (come il controllo remoto e la disattivazione sicura del drone).
Il Dilemma Costo-Efficacia e la Minaccia Asimmetrica dei Droni
I droni, in particolare quelli commerciali facilmente reperibili o i modelli FPV (First Person View) modificati per scopi ostili, rappresentano una minaccia caratterizzata da un’elevata asimmetria: un costo di acquisizione molto basso per l’attaccante può tradursi in un impatto potenzialmente molto elevato per il difensore. Questa disparità sta guidando con forza lo sviluppo di contromisure RF che non siano solo tecnologicamente efficaci, ma anche economicamente sostenibili, specialmente di fronte a scenari di attacco con droni multipli o sciami.
L’analisi di questo dilemma si articola come segue:
- I droni ostili possono essere estremamente economici. Alcuni modelli utilizzati in conflitti recenti o per attività illecite possono costare poche centinaia di dollari o euro.44
- Le contromisure tradizionali per la difesa aerea, come i missili intercettori, hanno costi per unità che possono essere di diversi ordini di grandezza superiori. Fonti riportano l’impiego di missili del valore di un milione di sterline o più per abbattere droni dal costo irrisorio.40
- Questa profonda asimmetria di costo rende l’uso di difese tradizionali economicamente insostenibile su larga scala, specialmente per contrastare attacchi di saturazione condotti con sciami di droni o minacce persistenti da parte di attori con risorse limitate ma accesso a tecnologie drone a basso costo.
- Le tecnologie C-UAS RF, in particolare le armi a energia diretta a RF (RF DEW), stanno emergendo come una soluzione promettente per affrontare questo squilibrio. Il sistema RFDEW britannico, ad esempio, vanta un costo per ingaggio stimato in circa 10 pence (0,12 Euro).39 Questo rende la neutralizzazione di un gran numero di droni economicamente fattibile.
- Anche i sistemi basati su jamming e spoofing, pur avendo dei costi di acquisizione iniziali per l’hardware, presentano costi operativi per singolo ingaggio molto bassi, non consumando munizionamento fisico.
L’implicazione fondamentale è che la sostenibilità economica è diventata un fattore discriminante cruciale nella scelta e nello sviluppo delle tecnologie C-UAS RF. Le soluzioni che offrono un basso costo per ingaggio, specialmente quelle capaci di affrontare efficacemente minacce multiple o sciami di droni, avranno un vantaggio competitivo significativo e saranno preferite per la protezione su vasta scala di infrastrutture, aree sensibili e forze militari. La ricerca di un equilibrio ottimale tra efficacia tecnologica e sostenibilità economica guiderà l’innovazione futura in questo settore.
4. Sistemi RF Anti-Drone: Panorama Internazionale
Il mercato globale dei sistemi anti-drone a radiofrequenza è dinamico e in rapida espansione, con un numero crescente di aziende che offrono un’ampia varietà di soluzioni per affrontare la minaccia multiforme posta dai droni. Questi sistemi spaziano da dispositivi portatili a complesse installazioni fisse, spesso integrando sensori RF con altre tecnologie di rilevamento e neutralizzazione.
Tipologie di Sistemi e Produttori Chiave
Molte delle soluzioni C-UAS più avanzate adottano un approccio multi-sensore integrato, combinando le capacità dei sensori RF (analizzatori di spettro, direction finder) con radar, sensori elettro-ottici (EO) e infrarossi (IR), e talvolta sensori acustici. Questo approccio stratificato mira a migliorare l’affidabilità del rilevamento, ridurre i falsi allarmi e fornire una situational awareness più completa, consentendo una risposta più efficace e commisurata alla minaccia.1
Tra i numerosi produttori attivi a livello internazionale, alcuni si distinguono per la completezza delle loro offerte o per l’innovazione tecnologica nelle soluzioni RF:
- Rohde & Schwarz (Germania): Nota per la sua famiglia di soluzioni ARDRONIS, questo sistema è in grado di rilevare, identificare, localizzare, tracciare e neutralizzare droni commerciali. Utilizza l’analisi dei segnali RF per identificare i droni controllati tramite FHSS (Frequency-Hopping Spread Spectrum) e, con un’opzione aggiuntiva, anche quelli controllati via Wi-Fi. La neutralizzazione avviene tramite jamming del link di controllo o, opzionalmente, disturbo dei segnali GNSS.6
- DroneShield (Australia/USA): Offre una gamma diversificata di prodotti, tra cui RfPatrol, un dispositivo di rilevamento RF passivo e indossabile per la situational awareness individuale 20; DroneGun, un jammer direzionale a forma di fucile per la neutralizzazione a distanza 8; e DroneSentry, un sistema modulare per installazioni fisse che integra sensori RF, radar, ottici e opzioni di neutralizzazione attiva.8
- D-Fend Solutions (Israele): Specializzata in tecnologie RF-cyber, propone il sistema EnforceAir. Questo sistema è progettato per rilevare, localizzare e identificare droni ostili, per poi neutralizzarli assumendone il controllo cibernetico (cyber takeover). EnforceAir è pubblicizzato come una soluzione non-jamming e non-cinetica, che minimizza i danni collaterali.17
- Elbit Systems (Israele): Il suo sistema ReDrone è una soluzione modulare e multi-sensore che include il radar DAiR, sensori SIGINT (Signal Intelligence), contromisure di guerra elettronica (EW) e payload EO/IR. Per quanto riguarda le capacità RF, ReDrone è in grado di rilevare i segnali di comunicazione dei droni, effettuare jamming dei link di controllo e dei segnali GNSS, e dispone anche di una capacità di drone takeover per far atterrare il drone in modo controllato.36
- SKYLOCK (Avnon Group, Israele): Fornisce sistemi C-UAS modulari e multi-strato per il rilevamento, la verifica e la neutralizzazione di droni non autorizzati. Le loro soluzioni includono capacità di spoofing dei segnali GNSS.8
- Regulus Cyber (Israele): Offre il sistema Ring C-UxS, che utilizza la manipolazione intelligente dei segnali GNSS (spoofing) per prendere il controllo dei sistemi unmanned nemici. Le versioni più avanzate integrano anche il rilevamento RF passivo e il jamming dei datalink FPV. Propone inoltre Pyramid GNSS, una soluzione software per la protezione contro attacchi di spoofing e jamming GNSS.53
- Epirus Inc. (USA): Si concentra sulle armi a energia diretta a RF (RF DEW), con il suo sistema di punta Leonidas. Questo sistema utilizza microonde ad alta potenza (HPM) per neutralizzare sciami di droni. È disponibile in configurazioni fisse, mobili e in formato pod per diverse piattaforme.41
- BlueHalo (USA): Il suo sistema Titan C-UAS è progettato per rilevare, tracciare e mitigare le minacce dei droni utilizzando principalmente il jamming RF, supportato da algoritmi di AI/ML. Può essere integrato con radar e sensori ottici ed è disponibile in diverse versioni (SF per frequenze standard, EF per frequenze estese, SV per sorveglianza, MS per multi-sensore, EO/IR) per adattarsi a vari scenari operativi.16
- L3Harris (USA): Propone Drone Guardian, un’architettura C-sUAS (Counter-small Unmanned Aircraft System) aperta e flessibile che integra sensori radar, di rilevamento RF, elettro-ottici, e capacità di neutralizzazione tramite jamming RF fornite dai suoi sistemi EW BROADSHIELD e CORVUS.16
- Thales (Francia/Regno Unito): Attore di primo piano nel settore della difesa, è coinvolta, tra l’altro, nel progetto RFDEW del Regno Unito, che mira a sviluppare un’arma a energia diretta a RF per contrastare sciami di droni.28
- CRFS (Regno Unito/USA): Il suo sistema RFeye DroneDefense è specializzato nel rilevamento e nella geolocalizzazione delle emissioni RF su una banda molto ampia, senza fare affidamento su librerie di minacce predefinite, permettendo la scoperta di minacce “live”.55
Altri attori menzionati nelle fonti includono Aaronia, Dedrone, e CERBAIR per gli analizzatori RF 15; Fortem Technologies per i sistemi di intercettazione fisica dei droni 8; Robin Radar Systems per i radar specializzati anti-drone 8; FLIR Systems (ora Teledyne FLIR) per i sensori EO/IR 8; Hensoldt, Trakka Systems, Quantic Evans, e SAE Media Group come fornitori generali di soluzioni C-UAS 50; SZMID, AL ASAR TECH, WRJ, AxEnd, e NovoQuad per disturbatori e ingannatori GPS 44; e MyDefence con i sistemi Watchdog e Dobermann.50
La tabella seguente riassume alcuni dei principali sistemi RF anti-drone disponibili sul mercato internazionale, evidenziandone le caratteristiche chiave.
Tabella 4.1: Principali Sistemi RF Anti-Drone Internazionali
Produttore | Nome Sistema | Tecnologie RF Chiave (Rilevamento / Neutralizzazione) | Tipo (Fisso, Mobile, Portatile, Wearable) | Note Aggiuntive |
Rohde & Schwarz | ARDRONIS | Rilevamento RF (FHSS, Wi-Fi), Radiogoniometria / Jamming RF (uplink, Wi-Fi), Disruption GNSS | Fisso, Semi-Mobile | Allerta precoce, interfaccia aperta |
DroneShield | RfPatrol Mk2 | Rilevamento RF passivo | Wearable | Copertura 360°, leggero, integrazione BMS |
DroneShield | DroneGun Tactical | N/A / Jamming RF direzionale | Portatile (a fucile) | Neutralizzazione a distanza |
DroneShield | DroneSentry | Rilevamento RF, Integrazione Radar/Ottico / Opzioni di neutralizzazione RF | Fisso | Modulare, anti-sciame, C2 integrato |
D-Fend Solutions | EnforceAir | Rilevamento RF-Cyber, Localizzazione RF / Cyber Takeover (non-jamming, non-kinetic) | Fisso, Mobile, Tattico | Identificazione univoca drone, controllo e atterraggio sicuro, anti-sciame |
Elbit Systems | ReDrone | Rilevamento RF (SIGINT), Integrazione Radar/EO-IR / Jamming RF (comms, GNSS), Drone Takeover | Fisso, Mobile | Modulare, multi-sensore, gestione C4I |
SKYLOCK (Avnon Gr.) | Sistemi Multi-strato | Rilevamento RF, Integrazione Radar/EO-IR / Jamming RF, Spoofing GNSS | Fisso, Mobile, Portatile | Soluzioni per aeroporti, infrastrutture critiche |
Regulus Cyber | Ring C-UxS | Rilevamento RF passivo (Ring-4/5) / Spoofing GNSS (Ring-3+), Jamming Datalink FPV (Ring-5) | Vario | Soft-kill, TRL-9, anti-sciame |
Epirus Inc. | Leonidas | N/A / RF DEW (Microonde ad Alta Potenza – HPM) | Fisso, Mobile, Pod | Anti-sciame, scalabile |
BlueHalo | Titan C-UAS | Rilevamento RF, AI/ML / Jamming RF | Fisso, Mobile, Tattico | Diverse versioni (SF, EF, SV, MS, EO/IR), integrazione multi-sensore |
L3Harris | Drone Guardian | Rilevamento RF, Integrazione Radar/EO / Jamming RF (BROADSHIELD/CORVUS) | Fisso | Architettura aperta, C2 avanzato |
CRFS | RFeye DroneDefense | Rilevamento RF wideband (non basato su librerie), Geolocalizzazione RF | Fisso, Mobile | Rilevamento di emissioni RF generiche, non solo droni |
Questa tabella ha lo scopo di fornire una rapida panoramica comparativa dei principali sistemi discussi, evidenziando la diversità delle soluzioni e le specializzazioni dei produttori. Permette al lettore di cogliere rapidamente le opzioni disponibili sul mercato globale, facilitando la comprensione del panorama competitivo e delle tendenze tecnologiche a livello internazionale. La varietà di approcci, dalla semplice analisi RF alla neutralizzazione tramite energia diretta, dimostra la complessità della sfida posta dai droni e la necessità di soluzioni adatte a specifici contesti operativi e livelli di minaccia.
La Proliferazione e la Specializzazione nel Mercato Globale C-UAS RF
L’analisi del panorama internazionale dei sistemi C-UAS RF rivela due tendenze interconnesse: una significativa proliferazione di attori e soluzioni, e una crescente specializzazione tecnologica.
La percezione di una minaccia globale e in continua crescita da parte dei droni ha stimolato una forte domanda di mercato, attirando un numero sempre maggiore di aziende nel settore C-UAS.1 Questo include sia i grandi contractor della difesa, con la loro vasta esperienza e risorse, sia numerose piccole e medie imprese (PMI) innovative, spesso focalizzate su nicchie tecnologiche specifiche. Di conseguenza, il mercato offre oggi una gamma estremamente diversificata di prodotti e servizi: si va da singoli componenti (come sensori RF o moduli jammer) a sistemi “end-to-end” completamente integrati che gestiscono l’intera catena di ingaggio (rileva-traccia-identifica-neutralizza). Analogamente, le soluzioni variano da dispositivi portatili e indossabili, pensati per la protezione individuale o di piccole aree, a complesse installazioni fisse progettate per la sorveglianza e la difesa di vaste zone, come aeroporti o infrastrutture critiche.
Le tecnologie a radiofrequenza, data la loro versatilità, permettono approcci molto differenziati al problema C-UAS. Questo ha favorito una specializzazione da parte di alcune aziende:
- Alcune si concentrano sul rilevamento passivo e sull’analisi dei segnali RF, offrendo strumenti per la situational awareness e l’identificazione delle minacce (es. CRFS con RFeye DroneDefense 55).
- Altre sono specializzate nel jamming RF, producendo dai fucili anti-drone portatili a sistemi di disturbo più potenti per aree estese.
- Un segmento emergente e altamente specializzato è quello dello spoofing GNSS, dove aziende come Regulus Cyber (con il sistema Ring 53) stanno sviluppando capacità per ingannare e reindirizzare i droni.
- Il cyber takeover RF, come implementato da D-Fend Solutions 17, rappresenta un’altra area di profonda specializzazione, che richiede competenze avanzate sia in RF sia in cybersecurity.
- Infine, le RF Directed Energy Weapons (RF DEW) sono il focus di aziende come Epirus (con il sistema Leonidas 43), che mirano a fornire capacità di neutralizzazione “hard-kill” o “soft-kill” tramite microonde ad alta potenza.
Parallelamente, aziende più grandi come DroneShield 8 o BlueHalo 22 tendono a offrire portafogli di prodotti più ampi, che coprono diverse tipologie di sistemi e meccanismi d’azione, spesso con una forte enfasi sulla modularità e sull’architettura aperta.6 Questo approccio consente l’integrazione di sensori ed effettori di terze parti e un maggiore adattamento ai requisiti specifici del cliente e dello scenario operativo.
L’implicazione di questa dinamica di mercato è che gli utenti finali, pur avendo a disposizione una vasta scelta di soluzioni, devono navigare un panorama complesso e frammentato per selezionare le tecnologie più adatte alle loro esigenze operative, al livello di minaccia previsto e ai vincoli di budget. La tendenza alla specializzazione suggerisce che alcune aziende stanno puntando a diventare leader riconosciuti in tecnologie RF specifiche, piuttosto che offrire soluzioni generaliste, contribuendo così a un’innovazione più rapida e mirata in segmenti tecnologici chiave del C-UAS RF.
5. Ricerca, Sviluppo e Produzione di Sistemi RF Anti-Drone in Italia
L’Italia, al pari di altre nazioni, ha riconosciuto la crescente complessità e pervasività della minaccia rappresentata dai droni, attivando iniziative significative sia a livello di Forze Armate sia nel settore industriale e della ricerca per sviluppare e acquisire capacità C-UAS (Counter-Unmanned Aerial System) avanzate, con un focus rilevante sulle tecnologie a radiofrequenza (RF).
Contesto Nazionale e Esigenze delle Forze Armate
La consapevolezza della minaccia UAS è ben radicata nelle strategie di difesa e sicurezza italiane.10 Le Forze Armate italiane stanno attivamente cercando e implementando soluzioni per contrastare i droni ostili, sia in contesti operativi internazionali sia per la protezione del territorio nazionale.
- Esercito Italiano: L’Esercito ha identificato la necessità di dotarsi di capacità C-UAS efficaci e flessibili.60 Tra i sistemi già acquisiti o in fase di sviluppo si annoverano:
- Il sistema Drone Dome, prodotto dall’israeliana Rafael, acquisito nel 2019 e impiegato in teatro operativo kosovaro tra il 2020 e il 2022.56 Questo sistema offre capacità di rilevamento, tracciamento, identificazione e neutralizzazione (soft e hard kill).
- L’AD3S (Anti Drone Detecting And Disabling System), un sistema sviluppato nel 2019 dal Comando Artiglieria Controaerei in collaborazione con aziende nazionali quali IDS (Ingegneria Dei Sistemi), INTECS e CPM Elettronica.60 Questo evidenzia un impegno verso lo sviluppo di soluzioni sovrane.
- L’ACUS Enhanced (Advanced C-UAS System), sviluppato da Leonardo nell’ambito del più ampio progetto Forza NEC (Network Enabled Capability) e consegnato all’Esercito nel 2024.60 Un ruolo centrale in questo ambito è svolto dal Centro di Eccellenza C-M/M APR (Mini/Micro Aeromobili a Pilotaggio Remoto) di Sabaudia. Questo centro opera come polo nazionale a valenza interforze, dedicato allo studio, alla ricerca, allo sviluppo concettuale, tecnico e dottrinale, nonché alla formazione del personale e alla sperimentazione operativa nel campo del contrasto ai droni.58 Il Centro ha anche presentato il concetto di impiego C-UAS italiano nell’ambito della Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) dell’Unione Europea, segnalando un impegno anche a livello sovranazionale.62
- Marina Militare Italiana: Anche la Marina Militare sta indirizzando la minaccia drone. Il Documento Programmatico Pluriennale (DPP) della Difesa per il triennio 2024-2026 prevede specificamente l’ammodernamento delle capacità di difesa aerea e missilistica delle unità navali, includendo esplicitamente capacità anti-drone.64 In questo contesto, Elt Group sta sviluppando sistemi anti-drone navali avanzati, caratterizzati da antenne RECM (Radar Electronic Counter Measures) progettate per integrarsi con la struttura delle navi, destinati ad equipaggiare le nuove unità della flotta italiana.28
- Aeronautica Militare Italiana: L’Aeronautica Militare è attivamente coinvolta nel testare e implementare capacità C-UAS. Conduce esercitazioni specifiche, come “Drone Protection 2024”, per affinare tattiche e procedure contro le minacce derivanti da droni non autorizzati.66 Collabora inoltre con aziende private specializzate, come DroneZone Enterprise, per la fornitura di servizi C-UAS durante eventi di rilievo che richiedono la messa in sicurezza dello spazio aereo.19 L’Aeronautica partecipa attivamente, insieme all’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), a conferenze e dibattiti pubblici riguardanti la gestione dello U-SPACE (lo spazio aereo dedicato alle operazioni UAS) e le relative implicazioni per la sicurezza.67
Attori Industriali Italiani e Loro Soluzioni RF
L’industria italiana della difesa e della sicurezza vanta diverse aziende con competenze significative nello sviluppo e nella produzione di sistemi C-UAS basati su tecnologie RF.
- Leonardo: Leader nazionale nel settore aerospazio, difesa e sicurezza, Leonardo offre un portafoglio completo di soluzioni C-UAS.
- Il sistema CON-DR è progettato per contrastare le minacce dei droni contro infrastrutture civili, industriali o governative. È un sistema modulare e scalabile, che integra sensori per la sorveglianza e il rilevamento precoce (inclusi Direction Finder RF passivi) e sistemi di reazione efficaci (inclusi jammer RF per il soft kill e opzioni hard kill).18
- Falcon Shield è un altro sistema C-UAS di Leonardo che fornisce capacità di rilevamento, tracciamento, identificazione, geolocalizzazione e mitigazione delle minacce UAS attraverso una suite integrata di sensori ed effettori, che include componenti di sorveglianza elettronica RF.68
- Come menzionato, Leonardo ha sviluppato il sistema ACUS Enhanced per l’Esercito Italiano, nell’ambito del programma Forza NEC.60
- L’azienda promuove anche il Leonardo Drone Contest, un’iniziativa di open innovation volta a stimolare la ricerca e lo sviluppo di intelligenza artificiale applicata ai droni autonomi, coinvolgendo diverse università italiane.69
- Elettronica Group (ELT Group): Specializzata in sistemi di Difesa Elettronica, ELT Group ha recentemente lanciato sul mercato il sistema C-UAS KARMA (Kinetic Anti-drone Mobile Asset). KARMA è un sistema rapidamente dispiegabile, disponibile in configurazione mobile e fissa, basato su Intelligenza Artificiale. Adotta un approccio “radarless”, affidandosi a un sistema di telecamere IR e algoritmi AI per la sorveglianza a 360°, integrato da un sensore RF capace di rilevare e identificare i protocolli di comunicazione RF dei droni per estrarre informazioni essenziali al loro contrasto. Il sistema è dotato anche di un modulo jammer RF per la neutralizzazione. KARMA rappresenta un’evoluzione del precedente prodotto C-UAS di ELT Group, Adrian (sul mercato dal 2015), ed è destinato principalmente alla protezione di veicoli militari, inclusi quelli dell’Esercito Italiano, e infrastrutture critiche.25 ELT Group è anche attiva nello sviluppo di sistemi anti-drone per applicazioni navali, destinati alla Marina Militare Italiana.28
- CPM Elettronica: Questa azienda italiana offre una gamma di soluzioni C-UAS RF, con un focus particolare sui sistemi di disturbo e rilevamento.
- Il sistema integrato GUARD-ONE comprende un sottosistema multisensoriale per il rilevamento precoce, capacità di analisi e supporto decisionale per l’identificazione rapida, e un robusto set di contromisure RF per neutralizzare le minacce.49
- Dedalus è un sistema di rilevamento RF passivo progettato per individuare, classificare, localizzare la frequenza e stimare la direzione di arrivo di droni (commerciali e artigianali) e dei loro piloti. È pensato per la protezione di carceri, aeroporti, infrastrutture critiche e siti sensibili, operando senza interferire con le infrastrutture pubbliche e le reti circostanti.49
- CPM Elettronica è nota anche per i suoi jammer RF portatili a forma di fucile, come il CPM-WATSON (dispositivo multibanda con potenza fino a 30W per banda, portata effettiva dichiarata di almeno 750 metri, e capacità di integrazione con sistemi di rilevamento esterni) 31 e il CPM-WILSON (versione più leggera e compatta, operante su 3 bande con potenza fino a 3W per banda e una portata di circa 500 metri).33
- L’azienda è stata coinvolta come fornitore di componenti RF per il sistema AD3S dell’Esercito Italiano.60
- IDS Ingegneria Dei Sistemi (ora parte di Fincantieri NexTech): IDS ha sviluppato competenze nel campo dei sistemi radar e della gestione del traffico aereo, applicate anche al C-UAS.
- Il sistema NO-DRONE è una soluzione integrata, primariamente basata su radar, concepita per il rilevamento, il tracciamento, l’identificazione e la classificazione di droni cooperativi e non cooperativi, con un focus specifico sulla protezione degli aeroporti. Il sistema radar può essere potenziato con una torretta elettro-ottica/infrarossi (EO/IR) per la verifica visiva.21
- IDS ha contribuito, con le sue competenze, allo sviluppo del sistema AD3S per l’Esercito Italiano.60
- DroneZone Enterprise: Questa azienda italiana si distingue per aver progettato e realizzato interamente in Italia il sistema S.EN.T.IN.EL. Si tratta di un sistema di Direction Finding (DF) a radiofrequenza, compatto e integrato, che opera sulle bande Wi-Fi a 2.4 e 5.8 GHz e copre l’intero spettro da 0 a 6 GHz per monitorare tutti i protocolli dei droni e delle radio commerciali. S.EN.T.IN.EL è utilizzato da DroneZone per fornire servizi di protezione C-UAS in occasione di eventi pubblici e manifestazioni, spesso in coordinamento con l’Aeronautica Militare e le Forze dell’Ordine.19
- INTECS: Anche INTECS è annoverata tra le industrie nazionali che hanno collaborato con il Comando Artiglieria Controaerei dell’Esercito per la realizzazione del sistema AD3S, fornendo presumibilmente componenti o competenze relative all’ambito RF.45 Le fonti disponibili non dettagliano ulteriormente il loro contributo specifico.
- Rohde & Schwarz Italia: La filiale italiana della multinazionale tedesca Rohde & Schwarz commercializza e supporta sul territorio nazionale la famiglia di soluzioni C-UAS ARDRONIS. Questi sistemi offrono capacità complete di rilevamento, identificazione, localizzazione (inclusa quella del pilota), tracciamento e neutralizzazione attiva tramite jamming dei segnali RF (FHSS, Wi-Fi) e, opzionalmente, dei segnali GNSS.6
La tabella seguente offre una sintesi dei principali sistemi RF anti-drone sviluppati o prodotti da aziende italiane.
Tabella 5.1: Sistemi RF Anti-Drone Sviluppati/Prodotti in Italia
Azienda | Nome Sistema | Tecnologie RF Chiave (Rilevamento / Neutralizzazione) | Stato Sviluppo/Produzione | Utilizzatori Noti (Esempio) |
Leonardo | CON-DR | Rilevamento RF (Direction Finder passivo) / Jamming RF (Soft Kill) | In produzione | Civile, Militare |
Leonardo | Falcon Shield | Sorveglianza Elettronica RF / Integrazione effettori (non specificato RF) | In produzione | Militare, Infrastrutture |
Leonardo | ACUS Enhanced | Rilevamento RF, Integrazione multi-sensore / Neutralizzazione (dettagli RF non specificati) | Consegnato | Esercito Italiano |
Elettronica Group (ELT) | KARMA | Rilevamento protocolli RF, Approccio “radarless” (IR+AI) / Jamming RF | Lanciato (Produzione presunta) | Esercito Italiano (previsto) |
CPM Elettronica | GUARD-ONE | Rilevamento RF (Dedalus), Integrazione Radar / Jamming RF (Watson, Wilson, fissi) | In produzione | Vario |
CPM Elettronica | Dedalus | Rilevamento RF passivo (DF, classificazione) / N/A | In produzione | Vario |
CPM Elettronica | CPM-WATSON / WILSON | N/A / Jamming RF multibanda (direzionale a fucile) | In produzione | Esercito Italiano, Vario |
IDS (Fincantieri NexTech) | NO-DRONE | Primariamente Radar, opzionale integrazione EO/IR (Dettagli su sensori RF specifici non chiari) / N/A | In produzione | Aeroporti |
DroneZone Enterprise | S.EN.T.IN.EL | Rilevamento RF (Direction Finder 0-6 GHz) / N/A (usato in sinergia con sistemi di inibizione) | In produzione | Servizi C-UAS (eventi) |
Esercito Italiano/Industria | AD3S | Rilevamento RF (IDS, INTECS, CPM), Integrazione multi-sensore / Disabilitazione (dettagli RF non specificati) | Operativo | Esercito Italiano |
Rohde & Schwarz Italia | ARDRONIS | Rilevamento RF (FHSS, Wi-Fi), Radiogoniometria / Jamming RF (uplink, Wi-Fi), Disruption GNSS | In produzione (distribuzione ITA) | Vario |
Questa tabella è cruciale per rispondere direttamente alla parte della richiesta utente relativa ai sistemi “studiati e costruiti in Italia”, fornendo una sintesi chiara delle capacità industriali nazionali nel settore C-UAS RF.
Contributi dalla Ricerca Accademica e Istituti di Ricerca Italiani
Il panorama italiano della ricerca contribuisce attivamente allo sviluppo di conoscenze e tecnologie nel campo dei droni e, indirettamente o direttamente, delle contromisure.
- Politecnico di Milano: Questa prestigiosa istituzione accademica ospita il “Drone Observatory”, un centro studi che analizza il mercato dei droni professionali in Italia, le loro applicazioni e le dinamiche di crescita del settore.75 Inoltre, il Politecnico di Milano partecipa attivamente al Leonardo Drone Contest, una competizione che stimola team universitari a sviluppare droni capaci di volo autonomo guidato da intelligenza artificiale.69 Sebbene queste attività non siano focalizzate primariamente sui sistemi C-UAS RF, la ricerca sull’autonomia dei droni e sull’intelligenza artificiale è fondamentale per comprendere l’evoluzione delle minacce e, di conseguenza, per progettare contromisure più efficaci.
- Università di Roma “La Sapienza”: Presso questo ateneo sono state condotte ricerche significative nel campo dei sistemi di rilevamento e difesa dai droni basati su radiofrequenza. Un esempio è il progetto DronEnd, che si è concentrato sull’utilizzo di piattaforme SDR (Software-Defined Radio) per sviluppare un sistema capace di rilevare, localizzare e neutralizzare i droni.76 L’enfasi sull’SDR indica un approccio flessibile e tecnologicamente avanzato alla manipolazione e analisi dei segnali RF.
- Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR): Il CNR ha istituito un Gruppo di Lavoro permanente dedicato alla gestione della flotta di droni utilizzati dalle sue strutture di ricerca. Questo gruppo si occupa anche di sviluppare collaborazioni tecniche e organizzative con altri enti e di mantenere i rapporti con le autorità aeronautiche come ENAC ed ENAV.77 Pur non essendo specificamente orientato alla ricerca C-UAS RF, il coinvolgimento del CNR nella gestione e normativa dei droni indica una base di competenze interne che potrebbe essere indirizzata verso lo studio delle contromisure.
- Altri Istituti e Collaborazioni: Come già menzionato, il Centro di Eccellenza C-M/M APR dell’Esercito Italiano a Sabaudia 58 svolge un ruolo cruciale non solo per le Forze Armate, ma anche come catalizzatore per la ricerca e lo sviluppo, spesso in collaborazione con l’industria nazionale e in contesti europei come la PESCO.
L’Ecosistema Italiano C-UAS RF: Collaborazione e Specializzazione
L’Italia presenta un ecosistema per i sistemi C-UAS a radiofrequenza che, sebbene forse meno vasto di quello di altre grandi nazioni produttrici di armamenti, è ben sviluppato e si fonda su una stretta sinergia tra diversi attori chiave. Questa collaborazione coinvolge le Forze Armate, che esprimono i requisiti operativi e testano le soluzioni sul campo; le grandi aziende della difesa come Leonardo ed Elettronica Group, che sviluppano sistemi complessi e integrati; una serie di piccole e medie imprese (PMI) altamente specializzate come CPM Elettronica e DroneZone, che offrono prodotti di nicchia o componenti specifici; e il mondo della ricerca accademica e istituzionale, che contribuisce con studi, innovazione e formazione.
Questo modello collaborativo si manifesta in diversi modi:
- Le Forze Armate Italiane non sono solo utenti finali, ma anche promotori di sviluppo. L’Esercito, ad esempio, ha esigenze operative chiare per capacità C-UAS da impiegare sia in teatri esteri sia sul territorio nazionale 60, e la Marina Militare sta integrando capacità anti-drone nelle sue nuove unità.64
- Le grandi aziende della difesa come Leonardo ed ELT Group rispondono a questi requisiti sviluppando sistemi sofisticati e spesso su misura per le esigenze della Difesa nazionale. Esempi includono l’ACUS Enhanced di Leonardo per l’Esercito 60 o i sistemi navali anti-drone di ELT Group per la Marina.26 Questi attori hanno la capacità di integrare diverse tecnologie (RF, radar, EO/IR, C2) in piattaforme complesse.
- Le PMI specializzate giocano un ruolo vitale offrendo prodotti più specifici o focalizzati su particolari segmenti della catena C-UAS RF. CPM Elettronica, con i suoi jammer portatili e sistemi di rilevamento passivo 31, e DroneZone, con il suo sistema di direction finding S.EN.T.IN.EL 19, sono esempi di come queste aziende possano fornire soluzioni agili, innovative e spesso integrabili in architetture di difesa più ampie, oppure utilizzabili come sistemi stand-alone per specifiche esigenze.
- Un esempio concreto di questa collaborazione è il sistema AD3S, sviluppato dall’Esercito Italiano con il contributo diretto di un consorzio di industrie nazionali che include IDS, INTECS e CPM Elettronica.60 Questo dimostra un approccio pragmatico allo sviluppo di capacità sovrane.
- Il Centro di Eccellenza C-M/M APR dell’Esercito agisce come un importante catalizzatore, non solo per la definizione della dottrina e la formazione degli operatori, ma anche per lo sviluppo concettuale e la sperimentazione, proiettando l’esperienza italiana anche in contesti europei come la PESCO.62
- Le università e gli istituti di ricerca contribuiscono con ricerca di base e applicata, specialmente in aree trasversali e ad alta tecnologia come l’intelligenza artificiale e l’analisi dei segnali, come dimostrato dal Leonardo Drone Contest e dal progetto DronEnd.69
L’implicazione di questo approccio collaborativo e multi-attore è che l’Italia è in grado di sviluppare e mantenere capacità sovrane significative nel settore C-UAS RF. Questo ecosistema permette di coprire diverse tecnologie e applicazioni, dalla protezione di infrastrutture critiche e grandi eventi sul territorio nazionale, fino alle esigenze specifiche delle Forze Armate in operazioni complesse. La specializzazione delle PMI, in particolare, consente agilità e innovazione mirata in segmenti tecnologici specifici, arricchendo l’offerta complessiva del sistema-Paese.
Focus su Soluzioni “Radarless” e Passive per Scenari Complessi
Un aspetto interessante che emerge dall’analisi delle soluzioni C-UAS RF sviluppate in Italia è una crescente attenzione verso sistemi che adottano approcci “radarless” (senza radar) o puramente passivi per la fase di rilevamento. Questa tendenza suggerisce una volontà di sviluppare capacità C-UAS che minimizzino la propria firma elettromagnetica e siano quindi più adatte a operare in ambienti urbani densamente popolati, in prossimità di infrastrutture sensibili (come gli aeroporti), o in scenari operativi militari dove la discrezione è un fattore critico.
Le ragioni di questa scelta progettuale sono molteplici:
- I sistemi radar, pur essendo molto efficaci per il rilevamento a distanza di oggetti volanti, sono per loro natura sistemi attivi: emettono onde elettromagnetiche per illuminare il bersaglio e analizzarne l’eco. Queste emissioni possono essere a loro volta rilevate da sensori nemici (ESM – Electronic Support Measures) e possono causare interferenze con altri sistemi elettronici sensibili, specialmente in ambienti congestionati.2 In contesti come la vicinanza agli aeroporti, l’uso di radar C-UAS deve essere attentamente valutato per evitare interferenze con i radar di controllo del traffico aereo o con i sistemi di navigazione degli aeromobili.78
- I sistemi RF passivi, come gli analizzatori di spettro e i direction finder, operano invece “ascoltando” le emissioni RF prodotte dal drone stesso o dal suo sistema di controllo. Non emettendo alcun segnale, sono intrinsecamente più discreti e meno soggetti a causare interferenze.2
- Il sistema KARMA di ELT Group è un esempio emblematico di questa tendenza. Viene descritto come adottante un approccio “radarless”, affidandosi principalmente a un sistema di telecamere a infrarossi (IR) e algoritmi di intelligenza artificiale per la sorveglianza continua a 360°. Il sensore RF è utilizzato specificamente per rilevare e identificare i protocolli di comunicazione dei droni, al fine di estrarre le informazioni necessarie per il loro contrasto (ad esempio, tramite il modulo jammer integrato). Questa architettura rende il sistema KARMA elettromagneticamente silenzioso nella sua fase di sorveglianza primaria.26
- Analogamente, il sistema Dedalus di CPM Elettronica è specificamente un sistema di rilevamento RF passivo, progettato per identificare e localizzare droni e piloti analizzando le loro emissioni radio, senza emettere a sua volta.49
Questi approcci “radarless” o passivi sono particolarmente vantaggiosi per la protezione di infrastrutture critiche situate in aree urbane, dove le emissioni radar potrebbero essere problematiche o soggette a restrizioni, o per operazioni militari che richiedono un elevato grado di discrezione per evitare il rilevamento da parte avversaria.
L’implicazione di questa tendenza è una spinta verso lo sviluppo di soluzioni C-UAS più furtive e meno invasive dal punto di vista elettromagnetico. Ciò è guidato dalla necessità di operare efficacemente in una gamma più ampia di scenari, inclusi quelli caratterizzati da elevate restrizioni sulle emissioni RF o dove la minimizzazione della propria traccia elettronica è un requisito operativo fondamentale. Questo non esclude l’uso del radar, che rimane un sensore chiave, ma suggerisce una maggiore diversificazione delle strategie di rilevamento.
6. Considerazioni Future e Tendenze Evolutive
Il settore dei sistemi anti-drone a radiofrequenza è in continua e rapida evoluzione, spinto da una dialettica costante tra l’avanzamento delle tecnologie dei droni e lo sviluppo di contromisure sempre più sofisticate. Comprendere le tendenze future è cruciale per mantenere un vantaggio strategico.
Evoluzione delle Minacce
Le minacce poste dai droni sono destinate a diventare più complesse e difficili da contrastare:
- Autonomia Crescente: Si prevede un aumento di droni capaci di operare in modo sempre più autonomo, affidandosi a sistemi di navigazione basati su intelligenza artificiale (AI), visione computerizzata o sensori inerziali, riducendo così la loro dipendenza da segnali RF continui per il comando e controllo o la navigazione GNSS.1 Questo rende più arduo il rilevamento e la neutralizzazione basati sull’interferenza dei link RF.
- Sciami di Droni (Drone Swarms): L’impiego coordinato di un gran numero di droni (sciami) rappresenta una tattica emergente per saturare le difese esistenti. Contrastare efficacemente uno sciame richiede capacità di ingaggio multiplo e simultaneo.14
- Comunicazioni Avanzate ed Evasive: I droni ostili potrebbero utilizzare protocolli di comunicazione criptati, tecniche di trasmissione agili in frequenza come FHSS (Frequency-Hopping Spread Spectrum) e DSSS (Direct-Sequence Spread Spectrum), o operare su bande di frequenza non tradizionali, incluse le reti cellulari 4G/5G, per eludere il rilevamento e il jamming.1
- Droni “Fai-da-te” (DIY) e a Basso Costo: La facilità di assemblaggio di droni con componenti commerciali (COTS) o la modifica di droni esistenti (droni DIY) crea una miriade di varianti difficili da caratterizzare e per le quali potrebbero non esistere firme RF note nelle librerie dei sistemi C-UAS.27
Sviluppo di Contromisure Avanzate
In risposta a queste minacce evolutive, anche le tecnologie C-UAS RF stanno progredendo rapidamente:
- Integrazione Spinta dell’Intelligenza Artificiale (AI) e del Machine Learning (ML): L’AI/ML sta diventando fondamentale in tutte le fasi del C-UAS: dal rilevamento (migliore discriminazione dei segnali in ambienti rumorosi), alla classificazione (identificazione di droni sconosciuti o modificati), al tracciamento (predizione del comportamento), fino al supporto decisionale o all’attivazione autonoma delle contromisure più appropriate.2 Sistemi come Horizon di Sentrycs, ad esempio, utilizzano motori di autoapprendimento per contrastare i droni DIY.27
- Sistemi C-UAS Multi-strato e Multi-sensore: La tendenza è verso architetture di difesa che integrano diversi tipi di sensori (RF, radar, elettro-ottici/infrarossi, acustici) e diversi livelli di effettori. Questo approccio “defense-in-depth” aumenta la robustezza complessiva del sistema, migliora la probabilità di rilevamento, riduce i falsi allarmi e offre opzioni di risposta flessibili.1
- Perfezionamento delle Tecnologie RF DEW: Le armi a energia diretta a RF sono viste come una soluzione promettente per ingaggi rapidi, a basso costo per colpo e particolarmente efficaci contro gli sciami di droni. La ricerca si concentra sull’aumento della portata, della potenza e dell’affidabilità di questi sistemi.7
- Miglioramento delle Capacità di Cyber Takeover e Spoofing Selettivo: Si punta a tecniche di neutralizzazione sempre più precise e “chirurgiche” che consentano di prendere il controllo del drone ostile o di ingannare i suoi sistemi in modo mirato, minimizzando i danni collaterali e il rischio di interferenze con sistemi amici.7
- Librerie di Segnali Dinamiche e Rilevamento Non Basato su Librerie: Per contrastare la rapida evoluzione dei protocolli dei droni e l’emergere di modelli sconosciuti, si stanno sviluppando sistemi capaci di aggiornare dinamicamente le proprie librerie di firme o, come nel caso di RFeye DroneDefense di CRFS, di rilevare attività RF sospette analizzando l’intero spettro senza fare affidamento esclusivo su database preesistenti.55
Aspetti Legali e Regolamentari
L’impiego dei sistemi C-UAS, specialmente quelli dotati di capacità di neutralizzazione attiva come il jamming, lo spoofing o le RF DEW, solleva importanti questioni legali e regolamentari, soprattutto in contesti civili e urbani.7 È necessario definire quadri normativi chiari che stabiliscano chi è autorizzato a utilizzare tali sistemi, in quali circostanze e con quali limitazioni. Questo implica un difficile bilanciamento tra le esigenze di sicurezza e la protezione di diritti fondamentali come la privacy, nonché la necessità di evitare o mitigare l’impatto negativo su comunicazioni e servizi RF legittimi (es. navigazione aerea, telecomunicazioni).2
La Sfida Posta dai Droni “Silenziosi” e la Risposta Multi-Dominio
Una delle sfide più significative per i sistemi C-UAS basati prevalentemente o esclusivamente sul rilevamento delle emissioni a radiofrequenza è rappresentata dai cosiddetti droni “silenziosi” dal punto di vista elettromagnetico. Si tratta di velivoli che, durante una parte o l’intera durata della loro missione ostile, minimizzano o azzerano le proprie emissioni RF. Questo può avvenire, ad esempio, se il drone vola seguendo una rotta pre-programmata basata su waypoint GPS (senza quindi necessità di un link di comando e controllo attivo con il pilota), oppure se utilizza sistemi di navigazione alternativi come la visione computerizzata o sensori inerziali.
Questa evoluzione tattica e tecnologica dei droni rende più complessa la loro intercettazione e impone un ripensamento delle strategie di difesa:
- I sistemi di rilevamento RF tradizionali, come gli analizzatori di spettro e i direction finder, si basano sull’ascolto dei segnali di comunicazione scambiati tra il drone e il suo operatore, o delle emissioni radio prodotte dal drone stesso (ad esempio, dal trasmettitore video o dal modulo di telemetria).1
- Un drone che vola in modalità autonoma verso un obiettivo GPS, senza trasmettere attivamente segnali di controllo o ricevere comandi, o che si affida a sensori di bordo non-RF per la navigazione, diventa un bersaglio molto difficile, se non impossibile, da rilevare utilizzando unicamente sensori RF passivi.1
- Questa constatazione ha spinto in modo decisivo verso l’integrazione di sensori non-RF nelle architetture C-UAS. I radar, ad esempio, sono in grado di rilevare oggetti volanti indipendentemente dalle loro emissioni elettromagnetiche, basandosi sulla riflessione delle onde radio inviate dal radar stesso.1 I sensori elettro-ottici (EO) e infrarossi (IR) forniscono capacità di verifica visuale e termica, utili per confermare la natura del bersaglio rilevato da altri sensori e per il tracciamento di precisione.5 Anche i sensori acustici, che rilevano il rumore prodotto dalle eliche dei droni, possono contribuire al rilevamento, specialmente a corto raggio o in determinate condizioni ambientali.5
- Per quanto riguarda la neutralizzazione di tali droni “silenziosi”, le tecniche di jamming del link di comando e controllo diventano ovviamente inefficaci. In questi scenari, assumono un’importanza cruciale altre strategie RF, come il jamming o lo spoofing dei segnali GNSS (per negare al drone la capacità di navigare accuratamente verso il suo obiettivo) 1, oppure l’impiego di RF DEW (per disabilitare l’elettronica di bordo del drone, indipendentemente dal fatto che stia comunicando o meno).7
- Numerose aziende leader nel settore C-UAS, tra cui Leonardo 18, DroneShield 45, Elbit Systems 46, BlueHalo 22 e altre, offrono infatti sistemi che integrano nativamente una suite multi-sensore proprio per affrontare questa complessità e garantire una maggiore probabilità di successo contro un’ampia gamma di minacce.
L’implicazione di questa tendenza è che il futuro del C-UAS è intrinsecamente multi-dominio (sfruttando diversi principi fisici per il rilevamento e la neutralizzazione) e multi-sensore. Le soluzioni basate sulla radiofrequenza rimarranno un pilastro fondamentale di qualsiasi architettura di difesa anti-drone, data la pervasività delle comunicazioni RF nel mondo UAS. Tuttavia, la loro efficacia sarà massimizzata e resa più resiliente attraverso l’integrazione intelligente con altre tecnologie di rilevamento e neutralizzazione, il tutto coordinato da sofisticati sistemi di Comando e Controllo (C2), sempre più spesso potenziati da algoritmi di Intelligenza Artificiale.
7. Conclusioni
I sistemi anti-drone a radiofrequenza (RF C-UAS) si sono affermati come una componente strategica indispensabile nel panorama della sicurezza moderna. La proliferazione di droni accessibili e versatili, capaci di essere impiegati per una vasta gamma di attività illecite, ha reso la protezione dello spazio aereo una priorità inderogabile per governi, forze armate, gestori di infrastrutture critiche e organizzazioni di sicurezza. Le tecnologie RF, sfruttando la dipendenza intrinseca dei droni dalle onde radio per il volo e la comunicazione, offrono un ventaglio di soluzioni efficaci per il rilevamento, l’identificazione, la localizzazione e la neutralizzazione di queste minacce aeree.
L’analisi delle principali tecnologie RF – dal rilevamento passivo tramite analizzatori di spettro e direction finder, alle tecniche di neutralizzazione come il jamming, lo spoofing, il cyber takeover e le emergenti armi a energia diretta (RF DEW) – evidenzia un settore in rapida evoluzione. La tendenza è verso sistemi sempre più sofisticati, capaci di affrontare minacce complesse come gli sciami di droni, i velivoli autonomi e quelli con protocolli di comunicazione evasivi. L’integrazione dell’intelligenza artificiale e del machine learning sta diventando cruciale per migliorare l’accuratezza, ridurre i falsi allarmi e consentire risposte più rapide e autonome.
L’Italia, in questo contesto, dimostra di possedere un ecosistema C-UAS RF maturo e dinamico. Le Forze Armate italiane hanno espresso chiare esigenze operative e stanno acquisendo e sviluppando sistemi avanzati. L’industria nazionale, rappresentata da grandi player come Leonardo ed Elettronica Group, affiancati da PMI specializzate e innovative come CPM Elettronica e DroneZone, offre un portafoglio di soluzioni sovrane che coprono l’intera catena del contrasto RF. La collaborazione tra Difesa, industria e mondo della ricerca, inclusi centri di eccellenza e università, è un punto di forza che favorisce l’innovazione e l’adattamento alle specificità del contesto nazionale ed europeo. Particolarmente degno di nota è l’orientamento verso soluzioni “radarless” e passive, che indicano una sensibilità verso l’impiego in scenari complessi e la minimizzazione della firma elettromagnetica.
Tuttavia, il settore C-UAS RF affronta sfide continue. L’evoluzione incessante delle tecnologie dei droni richiede un impegno costante nella ricerca e nello sviluppo di contromisure. La sfida posta dai droni “silenziosi” dal punto di vista elettromagnetico sottolinea la necessità di un approccio olistico, basato sull’integrazione multi-sensore (RF, radar, EO/IR, acustici) e multi-dominio. Parallelamente, gli aspetti legali, regolamentari ed etici legati all’impiego di queste tecnologie, specialmente quelle con capacità di neutralizzazione attiva, richiedono un’attenta riflessione e la definizione di quadri normativi chiari e condivisi, sia a livello nazionale che internazionale.
In conclusione, i sistemi anti-drone a radiofrequenza continueranno a essere un elemento cardine delle strategie di sicurezza. La loro efficacia futura dipenderà dalla capacità di innovare costantemente, di integrarsi sinergicamente con altre tecnologie e di operare all’interno di un quadro normativo che bilanci le esigenze di protezione con il rispetto dei diritti e la sicurezza delle operazioni aeree legittime. L’Italia, con le sue competenze industriali e di ricerca, è ben posizionata per contribuire significativamente a questa evoluzione.
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