Una vita intensa quella di Enzo Ferrari, uno dei più importanti personaggi della storia imprenditoriale italiana. Una figura radicata nella cultura nazionale, che ha dato vita ad un marchio simbolo indiscusso del lusso e del Made in Italy, che dall’ormai lontano 1947 rappresenta l’eccellenza italiana nonchè uno dei brand più famosi nel mondo.
Una vita turbolenta fatta di vicissitudini personali, sconfitte ma anche altrettante vittorie, gemellate con quelle della sua creazione, la Scuderia Ferrari. Dalla grande serie di successi sportivi all’acquisizione da parte di FIAT e in seguito da Ferrari N.V., quella di Enzo Ferrari e della Casa di Maranello è una storia lunga, che ha caratterizzato il Novecento italiano ed è entrata nella leggenda.
Enzo Ferrari, origini del mito
Secondo quanto da lui stesso raccontato, Enzo Anselmo Giuseppe Maria Ferrari, noto come Enzo, nasce a Modena il 18 febbraio del 1898, ma a causa di un ritardo di denuncia all’anagrafe per via di una forte nevicata la sua nascita risulta il 20 febbraio. Affettuosamente soprannominato il Mago o il Drake omaggiando il corsaro Sir Francis Drake, la sua vita è destinata a divenire mito.
Secondogenito del carpentiere meccanico Alfredo Ferrari detto Dino, è scelto da lui come suo legittimo erede, poiché allo studio preferisce sin da giovanissimo lavorare in officina: suo padre voleva che divenisse ingegnere, cosa che rispecchia a pieno i suoi desideri. Oltre a questo, il giovane Enzo ambisce a diventare tenore d’operetta, giornalista sportivo e pilota d’auto da corsa, tanto che le sue prime esperienze di guida sono sulla Diatto di famiglia a soli 15 anni.
Dopo la scomparsa del padre Alfredo e del fratello maggiore Dino, un appena 18enne Enzo Ferrari trova impiego come istruttore nell’Officina Pompieri di Modena, dove mette in pratica l’esperienza con le macchine utensili maturata assieme al padre. E’ nel 1917 che viene arruolato nel Regio Esercito, al Terzo Reggimento d’artiglieria alpina, venendo però congedato per una pleurite.
Dopo lunga convalescenza, tuttavia, raggiunge Torino per essere assunto in FIAT grazie ad una referenza del comandante del suo corpo, ma l’esito non è quello sperato. Senza più il sostegno della famiglia, presentandosi in molte aziende metalmeccaniche torinesi trova finalmente lavoro nella Carrozzeria Giovannoni, dove gli autocarri bellici dismessi al termine della Prima Guerra Mondiale venivano riqualificati per divenire auto di lusso.
Il compito di Ferrari era quello di collaudare i mezzi, ma l’esperienza termina a causa della progressiva riconversione delle case automotive alla produzione civile. Verso la fine del 1919 trova occupazione nell’impresa meccanica CMN di Milano: l’amico e collega Ugo Sivocci lo assume come collaudatore, facendolo partecipare alla sua prima gara sportiva, la X Targa Florio, a bordo di una CMN 15/20HP, che termina però con esito deludente.
Affermazione
Dopo l’esperienza alla Targa Florio è nel 1920 che Ferrari inizia a correre con Alfa Romeo, all’epoca club rivolto all’alta classe sociale, con cui nel 1923 vince la prima edizione del Gran Premio del Savio, in provincia di Ravenna. E’ in quell’occasione che conosce la contessa Paolina Biancoli, madre dell’aviatore Francesco Baracca, da cui riceve il simbolo che apparirà su tutte le auto che verranno prodotte: il Cavallino Rampante.
Segue una lunga serie di successi, un ruolo da consigliere delegato nel Corriere dello Sport, giornale bolognese a cui partecipa alla fondazione, e il conferimento delle onorificenze di Cavaliere Ufficiale e Commendatore della Corona per i suoi meriti sportivi, nel 1929 Ferrari viene chiamato a fondare una squadra corse, quella che diverrà la Scuderia Ferrari: l’obiettivo è creare automobili affidabili e dai potenti motori, guidate dai migliori piloti al mondo.
Nascita della Scuderia Ferrari
La crisi economica nel 1933 porta Alfa Romeo a uscire di scena fino al 1937, mentre Ferrari fonda l’Auto Avio Costruzioni a Modena, che verrà trasferita a Maranello in piena Seconda Guerra Mondiale: tale stabilimento verrà distrutto dai bombardamenti e in seguito ricostruito. Sebbene la Scuderia Ferrari esistesse già dal 1929, è a Maranello che viene costituita in ragione sociale solo nel 1947.
La Scuderia Ferrari esordisce nel Gran Premio di Formula Uno di Monaco nel 1950, mentre la prima vittoria è nell’anno successivo in quello di Gran Bretagna. Sarà invece nel 1952 che vincerà il primo titolo mondiale, grazie al pilota Alberto Ascari. Contemporaneamente al successo di Ferrari avviene però il declino di Alfa Romeo, che si concentrerà sulla produzione di utilitarie: ciò è causa di conflitti emotivi per Enzo Ferrari, che ad Alfa Romeo era fortemente legato.
In quegli anni avviene il passaggio da pilota e direttore di scuderia sportiva a imprenditore automotive, stimolato dall’amicizia/rivalità con Adolfo Orsi di Maserati, altro marchio italiano dell’auto di lusso.
Sul lato commerciale, Ferrari ha venduto auto sportive collegate al settore del lusso, finanziando la partecipazione alla Formula Uno e prestigiosi eventi come la Mille Miglia e la 24 Ore di Le Mans, che la Casa di Maranello ha vinto 9 volte, di cui 6 consecutive dal 1960 al 1965.
Cessione e morte
Dopo un decennio di grandi successi, negli anni ’60 Ferrari viene trasformata in S.p.A., fino a quando, per le forti difficoltà finanziarie, Enzo Ferrari non è costretto a cedere una quota della sua impresa a FIAT nel 1969, dopo aver rifiutato l’offerta di Ford. Detenendone inizialmente il 50%, FIAT ne acquisisce il 90% alla morte del Drake.
Dopo un aggravamento delle sue condizioni di salute per via dell’età avanzata, Enzo Anselmo Giuseppe Maria Ferrari muore a Modena il 14 agosto 1988 all’età di 90 anni, ma la notizia della scomparsa viene data solo a esequie avvenute. Alla sua memoria è dedicata la vittoria di Gerhard Berger e Michele Alboreto al Gran Premio d’Italia a Monza il mese successivo. Paradossalmente, non ha mai avuto un’auto Ferrari.
Gestione FIAT
L’iniziale gestione FIAT è caratterizzata da risultati variabili in quanto, se dalla Formula Uno arrivano solo 2 Mondiali Costruttori nel 1982 e 1983, vengono prodotti modelli indimenticabili per il settore automotive italiano:
- Dino 308 GT4 nel 1973, dedicata al figlio di Enzo, scomparso prematuramente nel 1956
- 308 GTS nel 1979
- 288 GTO nel 1984
- Testarossa nel 1984
- F40 nel 1987, ultima pensata da Enzo Ferrari
- F50 nel 1995
Alla scomparsa di Enzo Ferrari nel 1988, FIAT aumenta la sua quota in Ferrari S.p.A. al 90%, lasciando il restante 10% a Piero Lardi-Ferrari, secondogenito del Drake.
I primi anni 2000 sono caratterizzati dal lancio di nuovi modelli di successo, come la Enzo Ferrari nel 2002 e la F430 nel 2004, ma anche grandi successi sportivi, come ad esempio:
- 3 vittorie nella 12 Ore di Sebring
- 1 vittoria nella 24 Ore di Daytona
- 13 mondiali Formula Uno
- 6 piloti
- 7 costruttori
Il nuovo millennio è inoltre rappresentato da una forte politica di branding, che porta il Cavallino Rampante ad aprire la catena Ferrari Store nel 2002 che da Maranello si espande ad altri 30 punti vendita in Italia e all’estero. Le prestazioni prerogativa delle auto Ferrari si arricchiscono di comfort e guidabilità maggiore, facendo espandere la presenza in mercati come:
- Medio Oriente
- Cina
- Giappone
- Stati Uniti
- Regno Unito
- Germania
Pur restando sotto il controllo FIAT, nel maggio 2013 la Casa di Maranello viene incorporata nella società olandese Ferrari N.V., sotto la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo. Con la fusione FIAT–Chrysler dell’ottobre 2014 Ferrari N.V. è a sua volta incorporata in FCA (Fiat Chrysler Automobiles), guidata da John Elkann, nipote e legittimo erede di Gianni Agnelli.
Spin-off da FCA, indipendenza e quotazione in borsa
Sotto la guida dell’imprenditore italo-canadese Sergio Marchionne, che ha sostituito Montezemolo nell’ottobre 2014, viene espressa la volontà di rendere Ferrari N.V. una società a se stante: il 31 ottobre viene annunciata la decisione dello scorporo dal suddetto gruppo automotive, come spiegato da Marchionne stesso, per rafforzare il piano 2014-2018 come la posizione Ferrari nel settore dell’auto di lusso, massimizzando quindi il valore di business per gli azionisti.
Lo spin-off ha inizio nell’ottobre 2015, quando FCA mette in vendita il 10% delle proprie azioni Ferrari con un’offerta pubblica iniziale: il 21 ottobre il Cavallino Rampante è quotato sul NYSE, mentre il 4 gennaio 2016 viene quotato anche a Piazza Affari, in entrambi i casi col codice RACE.
Azionista di maggioranza resterà Exor, holding della famiglia Agnelli, che lo resta anche di FCA. Classificandosi come società indipendente l’assetto finanziario sarà così suddiviso:
- Exor 22,9%
- Piero Lardi-Ferrari 10%
- Azioni flottanti (liberamente commerciabili) 66,5%
Alla scomparsa di Sergio Marchionne, avvenuta il 25 luglio 2018, la guida della Casa di Maranello passa all’imprenditore maltese Louis Camilleri, già presidente di Philip Morris.
Era Camilleri, mercato ibrido e nuovi sviluppi
Sotto l’amministrazione Camilleri, da luglio 2018 Ferrari N.V. manifesta volontà di approdare anche al mercato ibrido, con nuove produzioni sempre più mirate a soddisfare i mercati odierni: tra il 2019 e il 2021 annuncia 15 nuovi modelli basati su motori ibridi, tra cui Purosangue, primo SUV del Cavallino Rampante.
La stima di crescita viene ridimensionata da 2 a 1,8 miliardi di euro, con un fatturato superiore a 5 miliardi, ma salgono gli investimenti da 550 a 650 milioni di euro, riducendo il debito industriale netto da 400 a 350 milioni. Obiettivo primario sarà rafforzare la posizione sul mercato cinese.
Per la prima volta nella sua storia, nel 2019 Ferrari supera la soglia delle 10,000 auto vendute in un solo anno, per l’esattezza 10,131, +9,5% rispetto all’anno precedente. Tale margine non pregiudica l’unicità del suo marchio tra i nomi del lusso bensì mantiene e accresce l’esclusività delle sue automobili, con numeri nettamente inferiori a quelli di altri marchi dell’automotive.
Premiate dall’operato di Camilleri, le azioni del titolo RACE raggiungono il massimo storico il 19 febbraio 2020, sul NYSE con un valore di 179,21 dollari e a Piazza Affari con 167,20 euro. La capitalizzazione totale è di circa 30,14 miliardi di euro.
Ferrari, una storia immortale
Pensando al Made in Italy, uno dei primi marchi che vengono in mente è indubbiamente Ferrari, nome che si associa in modo sistematico a quello del suo fondatore, Enzo Ferrari. Un personaggio leggendario, che fa parte di diritto della storia italiana, dai successi sportivi al valore che ha dato all’industria nazionale. Anche dopo la scomparsa del suo fondatore, la società ha vissuto varie incarnazioni:
- Passa sotto la gestione FIAT-FCA
- Viene controllata da Ferrari N.V.
- Torna società indipendente e si quota in borsa (col titolo RACE)
A conti fatti, anche cambiando formula societaria e organizzazione, nel tempo la Casa di Maranello ha sempre tenuto alto il valore che la contraddistingue, ricoprendo un ruolo fondamentale del Made in Italy e del settore lusso a livello internazionale. In tutto ciò, l’operazione di spin-off da FCA le ha consentito di accrescere il suo valore in modo indipendente, aggirando sinergie negative e contrasti col comparto automotive più generico.
Oltre che nel merchandising ufficiale e nei Ferrari Store, la storia del marchio vive nel Museo Enzo Ferrari, inaugurato il 10 marzo 2012 a ridosso della natale del Drake, dove sono esposte le più importanti auto del marchio, e nell’officina di suo padre Alfredo, dove risiede invece una galleria con foto, video e reperti personali per raccontare una storia immortale. La sede fiscale della Ferrari si è spostata in Olanda.
Aziende italiane più importanti