Quanto costa fare un divorzio oggi? Quali sono le procedure da seguire e gli aspetti legali? Cosa significa?
La disciplina giuridica del divorzio ha subito una modifica rilevante con l’ introduzione della legge n. 55 del 2015: è stato introdotto il divorzio breve, riducendo i tempi per mettere fine ad ogni vincolo che lega i coniugi dopo la celebrazione del matrimonio civile.
Altra novità riguarda la possibilità di divorziare senza alcuna necessità di presentarsi in Tribunale.
Proviamo a puntualizzare e a capire gli aspetti legali ed economici di questo strumento giuridico.
Come funziona la procedura per un divorzio oggi
Il divorzio, quale cessazione degli effetti giuridici derivanti dalla celebrazione del matrimonio civile, può oggi svolgersi in Comune (sia per la fase preliminare della separazione, sia per il divorzio vero e proprio) con la negoziazione assistita del Tribunale competente.
Divorzio con accordo consensuale senza figli
Fondamentale, in tale percorso, è che i coniugi riescano ad elaborare un accordo per le condizioni del divorzio. In tal caso, ci si presenta al sindaco del Comune di residenza (dei coniugi), o di quello in cui è stato celebrato il matrimonio: la procedura prevede due appuntamenti distanziati, l’ uno dall’ altro, da un mese.
Quindi, parliamo di consensualità, e soprattutto assenza di figli minorenni, o maggiorenni con handicap, o maggiorenni non economicamente autosufficienti.
L’ accordo raggiunto dai coniugi non prevede alcun patto di trasferimento patrimoniale: quindi nessun accordo per ciò che riguarda la divisione di beni immobili, o mobili, acquisiti durante il matrimonio. L’ assegno di mantenimento è previsto nella negoziazione.
In Comune, in sostanza, ci si separa, o divorziare, se l’ accordo prevede il versamento dell’ assegno di mantenimento. Potrà sembrare un paradosso, ma il costo del divorzio con tale procedura è pari ad Eur 16,00, oltre i diritti a favore dell’ ufficiale di stato civile.
Divorzio consensuale con negoziazione assistita
Altra possibilità di divorzio è quella di una negoziazione assistita dei coniugi (anche per la separazione), con l’ ausilio di un avvocato divorzista per ciascuno dei due coniugi,, il cosiddetto DIVORZIO CONSENSUALE.
Parliamo sempre di una separazione / divorzio consensuale: i coniugi collaborano fattivamente per il raggiungimento dell’ accordo con la cooperazione dei legali di parte. Rispetto alla fattispecie precedente, è possibile divorziare anche in presenza di figli minorenni, o maggiorenni non economicamente autosufficienti. È ammesso, ovviamente, l’ accordo per la divisione dei beni derivanti dal rapporto di coniugio.
Una volta che i coniugi, o ex coniugi per dir meglio, hanno raggiunto l’ accordo (ma anche in caso di separazione – fase di anticamera al divorzio) viene redatto un verbale. Il verbale certifica che l’ accordo raggiunto sia conforme alla normativa, ed all’ ordine pubblico. Successivamente si passa alla firma dei coniugi, con autocertificazione delle firme a cura dei legali. L’ ultimo passaggio prevede l’ invio del verbale di accordo, a cura degli avvocati, al procuratore della Repubblica (competente per territorio) per fini di verifica/controllo.
Il procuratore della Repubblica, in caso di assenza di figli minorenni, o maggiorenni che necessitino di sostentamento economico, verificato che l’ accordo sia stato elaborato regolarmente, fornisce il nullaosta affinchè l’ ufficiale dello stato civile possa procedere.
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Quanto costa divorziare
In tale evenienza, il costo di un divorzio con la presenza di un avvocato è maggiore di quello che prevede il solo passaggio in Comune. Oltre l’ onorario degli avvocati (ogni coniuge regola quanto di sua spettanza), si può ipotizzare un costo oscillante tra Eur 3500,00 ed Eur 4500,00. Non è prevista l’ applicazione di bolli.
Ancora sui costi del divorzio
Puntualizziamo sui costi del divorzio oltre quanto sopra detto.
Il contributo unificato, nell’ ipotesi di divorzio consensuale (i casi di cui sopra sono ipotesi di divorzio consensuale) è pari ad Eur 43,00 nel primo caso, ed Eur 98,00 nel caso giudiziale. Trattandosi di ipotesi di consensulità l’ importo può essere diviso in egual misura tra i coniugi, altrimenti spetta al primo tra i due che abbia dato l’ avvio alla procedura.
Le parcelle legali, nell’ entità sopra ricordata, è ovvio che possono cambiare da legale a legale, per cui occorre sempre negoziare quanto dovuto, in relazione all’ entità delle riunioni effettuate per raggiungere l’ accordo. Precisiamo come per il coniuge che versi in condizioni di gravi difficoltà economica, è ammesso il gratuito patrocinio, con esclusione del versamento del contributo unificato citato.
Il mantenimento e l’ assegno di divorzio
Mantenimento ed assegno di divorzio sono aspetti molto importanti, e che possono sollevare liti o questioni infinite tra gli ex coniugi.
Di norma, il problema fondamentale è comprendere quale dei due coniugi abbia il reddito maggiore: a suo carico la corresponsione dell’ assegno di divorzio, o più comunemente il mantenimento. Al mantenimento dell’ ex coniuge, occorre pensare ai figli. Gli importi corrisposti variano a seconda del reddito di quel coniuge che sarà obbligato a favore di quel coniuge che abbia un tenore di vita inferiore rispetto all’ altro.
Il giudice, nel determinare l’ importo dovuto, terrà conto di alcuni fattori che possono far lievitare, o contrarre, l’ entità dell’ assegno da versare. A puro titolo di esempio, una moglie casalinga subirà dei parametri di calcolo differenti rispetto ad una moglie che lavora part time. Altri fattori sono legati all’ età dei coniugi, la perdita del lavoro, lo stato di salute, casa di proprietà o affitto, e molto altro.
Il giudice, nello stabilire l’ entità dell’ assegno, dovrà valutare l’ insufficienza dei mezzi a disposizione da parte del coniuge richiedente. Si parla di comparazione tra tenore di vita in costanza di matrimonio, e post divorzio, considerando le aspettative che si sarebbero sviluppate se la vita coniugale fosse proseguita.
Questa fase, molto delicata, prevede il ricostruire il tenore di vita del coniuge che sarà obbligato, considerando i redditi disponibili, valutazione di documenti etc. Al giudice viene, tuttavia, concessa la possibilità di considerare il solo tenore i vita durante la vita coniugale. Egli può anche disporre indagini, od approfondimenti fiscali, per reperire dati certi per calcolare l’ assegno a favore del coniuge più debole.
Qualora vi sia più di un figlio che necessiti sostentamento economico, è possibile che il giudice arrivi a determinare l’ assegno divorzile fino a tre quinti del reddito del coniuge che sarà obbligato. In caso di assenza totale di figli, l’ assegno di mantenimento può toccare un massimo di un terzo del reddito del coniuge obbligato.
L’ assegno di mantenimento, in favore dei figli, dovrà essere corrisposto fino a quando gli stessi diventino indipendenti sul piano economico. Discorso diverso per l’ assegno a favore della moglie che può protrarsi per anni ed anni, salvo un ricalcolo qualora siano variate le condizioni economiche sia dell’ obbligato, sia del coniuge beneficiario.