Economia di Guerra in Italia: Iniziamo a Chiamare le Cose con il Loro Nome

Bisogna avere coraggio e sfatare i tabù: a fine 2022 ci ritroviamo in una economia di guerra, bisogna accettarlo anche se l’Italia non è formalmente in guerra.

D’altronde neppure la Russia è formalmente in guerra anche se ormai ha perso oltre 100 mila uomini di cui quasi 50 mila sono morti ( una cifra a cui fanno riferimento non solo i servizi ucraini ma anche gli osservatori militari occidentali sul campo).

Non possiamo pensare che centinaia di migliaia di morti a pochi chilometri da casa Nostra, non portino conseguenze pure da Noi

D’altronde la stessa Ucraina ha perso decine di migliaia di militari e forse anche più civili, non si sa quanti. Chi dice 50 mila, chi 100 mila, chi molti di più.

In effetti sono proprio le esecuzioni sommarie ( documentate da organismi internazionali, non solo per sentito dire) di prigionieri militari e paramilitari ucraini ad aver avuto tantissimi morti che però non si sa bene quanti siano stati.

Di certo in ogni villaggio liberato dagli ucraini si trovano nuove fosse comuni con persone uccise, persone con ancora le mani legati, molti facenti parte di quelle “truppe paramilitari” che erano adibite a proteggere il posto. La forza dell’esercito ucraino infatti non è solo nel suo esercito, ma nel fatto che abbia delle “truppe del posto”, cosa che non accade in Italia. Per spiegare meglio: si tratta di quasi tutti volontari di una città che difendono quella città, quindi sono persone molto motivate anche se non sono corpi di elites, anzi spesso sono poco addestrate e male armate, però sono quelle che hanno dato più filo da torcere all’esercito russo invasore.

Esercito russo invasore che poi si è vendicato proprio su queste persone.

paesi europei importatori di gas russo
Sopra: Importazioni di gas russo in % sul tatale di importazioni di Gas dei vari paesi europei. Austria, Finlandia e Lituania i paesi messi peggio.

Cosa sta succedendo alla Nostra economia e quando è iniziato tutto questo?

Bisogna tornare all’estate del 2021 per capire cosa sta succedendo oggi e cosa accadrà nell’imminente futuro.

Anzi sarebbe meglio partire da almeno 20 anni indietro.

Da anni si parla di riscaldamento globale, ed emissioni di CO2 che aumentano il riscaldamento globale.

Questo ha portato una sacrosanta mobilitazione contro la CO2 ed il riscaldamento globale, ma come ogni “battaglia” si è trasformata in “ideologia” l’abbiamo fatta senza pensare troppo alle conseguenze e – come aggravante – non abbiamo pensato che personaggi senza scrupoli avrebbero potuto approfittare di tutto questo.

Le grandi aziende energetiche mondiali ad iniziare da ENI ( che ne faceva un suo cavallo di pubblicità ) hanno iniziato a fare investimenti di miliardi di euro in energia rinnovabile, cioè: solare, eolico, idroelettrico e geotermico, ove possibile. Questo però a scapito di investimenti in pozzi di petrolio o pozzi di gas. D’altronde la “coperta” anche delle grandi aziende per investimenti di questa portata è corta e se investi tantissimo in rinnovabili, poi alla fine non investirai quasi più niente in prospezioni geologiche ( costosissime) per estrarre gas o petrolio, d’altronde sole e vento sono gratis e ci si guadagna anche molto di più.

L’arrivo del Covid e la scellerata decisione politica di copiare la Cina con lunghissimi lockdown per “combattere il Covid” ha messo tutto il mercato dell’energia in una sorta di rivoluzione.

Ricordate quando i futures sul petrolio avevano un prezzo negativo, cioè ti davano soldi se compravi petrolio? Questo perchè con la gente in casa, le fabbriche chiuse e le auto ferme in tutto il mondo, non sapevano a chi vendere il petrolio ( e pure il gas ) in quanto un giacimento di gas o petrolio non è come un rubinetto di casa Nostra che possiamo chiuderlo o aprirlo a piacimento; servono tempi tecnici di mesi per chiudere un pozzo di petrolio e riaprirlo. Quindi continuerà a produrre se il mercato è fermo, oppure continuerà a non produrre se il mercato si riavvia tutto insieme.

Ed è questo il primo fattore che ha fatto crescere il prezzo delle materie prime energetiche: i lockdown sono finiti più o meno tutti insieme alla primavera del 2021 e molti pozzi erano ancora chiusi: in poco tempo la domanda era così alta che l’offerta non riusciva a soddisfarla ecco allora che il prezzo è salito.

Ma c’è stata un’altra congiuntura ( come se non bastassero le precedenti ). Molti paesi, proprio per combattere il riscaldamento climatico avevano chiuso le centrali elettriche a carbone ( le centrali elettriche più inquinanti in assoluto )  e in alcuni stati addirittura le centrali nucleari ( questo per ideologia, visto che non inquinano ).

Decine di centrali a carbone sono state chiuse in Cina, paese considerato “la fabbrica del mondo” che ha dovuto sopperire a questa energia con il gas naturale ed il petrolio per far funzionare le proprie industrie.

Anche la Germania e anche l?Italia nel frattempo avevano chiuso le loro centrali elettriche a carbone ( e nucleari9 e quindi avevano bisogno di altro tipo di materia prima energetica.

Nel Nord Europa, nel frattempo nell’inverno 2021-2022 il vento non si è visto, così come il sole, cosa che ha messo in crisi i loro sistemi energetici, in parte basati proprio su sterminati campi di pale eoliche marine.

  LA DOMANDA DI UN BENE CRESCE e  L’OFFERTA DI UN BENE CALA  =  PREZZI PIU’ ALTI 

Questa è la legge di economia più semplice di tutti perchè anche un bambino può facilmente comprenderla.

Purtroppo però sembra che milioni di persone in tutto il mondo non riescano a capirla e pensano che i prezzi alti siano dovuti ad altro: o governi cattivi o “speculazione” ( perchè non si sa bene a cosa si riferiscano) .

importazioni di fossili dalla russia
Immagine sopra: importazioni di fossili dalla Russia

Il ruolo di Putin e dell’Invasione russa dell’Ucraina

Difficile non fare 1+1 = 2  e non pensare che Putin, una persona scaltra e di studi strategici con alle spalle già un altra dozzina di guerre in tutta la federazioe Russa  non abbia pensato di fare un’invasione dell’Ucraina proprio nel momento di massima crisi energetica dell’Europa e dell’intero mondo.

Con i prezzi altissimi di petrolio e gas, uniti al fatto che ormai l’energia dell’intera Europa era in mano russa avrà pensato che:

Se invado l’Ucraina non potranno farmi granchè più delle sanzioni che subisco ora, perchè li tengo per le pa**e con il gas, che costituisce circa il 30% di energia importata dall’Unione Europea

I paesi europei hanno da subito cercato di svincolarsi da questo abbraccio mortale, ma è difficile perchè un conto è cambiare fornitori con una politica di diversificazione, cioè di averne il più possibile, una politica che si può pianificare e mettere in atto in 4 o 5 anni, un conto farlo a Febbraio per renderlo operativo in Ottobre, cioè 8 mesi dopo: è impossibile.

Spiegare cosa è accaduto e cosa accadrà ora è complicato ma ci proveremo:

Tutti sono andati alla caccia di nuovi fornitori nonchè di scorte strategiche peer semplificare: ogni nazione ha dei silos di stoccaggio di gas e petrolio proprio per situazioni come queste: guerre, catastrofi naturali ecc. ma le scorte non sono sufficienti per TUTTO il consumo di un inverno, ma possono comunque sopperire a tanti bisogni.

Solo cercare di riempire le scorte e solo il cercare nuovi fornitori ha fatto ulteriormente aumentare il prezzo del gas naturale in queste ultime settimane.

Un gatto che si morde la coda ed alimenta le proprie paranoje insomma

In tutto questo ci si è messo il fatto di “scuse” accampate dal Governo russo, scuse per non dare il gas all’Europa.

le persone ingenue pensano che la Russia abbia interesse a vendere più gas possibile proprio perchè è in guerra.

La realtà però è molto più complicata di così e i dati ci dicono che la Russia guadagna molto più ora che vende poco gas rispetto a prima che ne vendeva molto di più, questo grazie al fatto che il prezzo del gas è talmente alto che guadagna tantissimo. E tutte le sue manovre sono fatte con un unico obiettivo: mantenere il prezzo del gas più alto possibile.

Proprio per questo che gli unici a guadagnare sulle esplosioni dei gasdotti Nord Stream 2 ( che era già fermo da settimane ) e di Nord Stream 1 sono proprio i russi. O meglio Gazprom, Putin, i gerarchi a Lui legati, in modo da poter continuare a pagare i soldati e costruire armi per fare la guerra, questo per semplici scopi espansionistici, imperialistici, ideologici cioè con lo scopo ultimo di far tornare la Russia come ai tempi dell’Unione Sovietica un grande impero a capo delle “nazioni non occidentali” in contrapposizione a Noi, cioè alle nazioni occidentali.

Lo scopo dichiarato di Putin è quindi di far impoverire l’occidente e far tornare la Russia ai fasti dell’URSS a livello politico-militare e strategico.

Non importa se questo corrisponde alla realtà oppure meno, a Noi deve importare solo sapere che la stragrande maggioranza dei russi ci crede così come una bella fetta di popolazione mondiale questo grazie a 20 anni di minuziosa propaganda russa fatta dappertutto: sia pagando partiti e politici in ogni parte del mondo, sia utilizzando tecniche di marketing politico sui social grazie a delle vere e proprie Fabbriche di troll ormai scoperte e documentate da varie inchieste giornalsitiche e che potete trovare tranquillamente nel web.

 

Cos’è l’economia di guerra 

 

La definizione accettata e condivisa dagli studiosi è che la guerra economica o guerra economica come implicante “una strategia economica basata sull’uso di misure (ad esempio il blocco e sanzioni) il cui effetto principale è quello di indebolire l’economia di un altro stato”.

Nelle operazioni militari, la guerra economica può riflettere politica seguita come parte di operazioni aperte o segrete, operazioni informatiche, operazioni di informazione durante o prima della guerra.

La guerra economica mira a catturare o altrimenti controllare la fornitura di risorse economiche critiche in modo che i militari e le agenzie di intelligence possano operare con piena efficienza o privare le forze nemiche di tali risorse in modo che non possano funzionare correttamente.

Il concetto di guerra economica è più applicabile al conflitto tra stati nazione, specialmente in tempi di guerra totale – che coinvolge non solo le forze armate di una nazione nemica, ma mobilitazione dell’intera economia di quella nazione verso lo sforzo bellico.

In una tale situazione, causare danni all’economia del nemico danneggia direttamente la capacità del nemico di combattere la guerra.

Le politiche e le misure nella guerra economica possono includere il blocco, l’inserimento nella lista nera, l’acquisto esclusivo, le ricompense e la cattura o il controllo di risorse o linee di rifornimento nemiche.

guerra economica
Sopra: i dati degli esercito NATO e della Federazione russa.

Ma siamo veramente in una economia di guerra e cosa bisogna fare?

Anche se non abbiamo truppe militari in Ucraina a combattere, l’Italia è coinvolta nella resistenza Ucraina contro il paese invasore: la Russia.

  • Abbiamo messo sanzioni economiche alla Russia
  • Abbiamo dato armi all’Ucraina
  • Offriamo asilo ai profughi ucraini.

D’altronde non si poteva fare di più, ma non si poteva fare nemmeno di meno. Non potevamo lasciare  la Russia – solo con la scusa di avere delle armi nucleari – invadere una nazione sovrana europea. Dopo l’Ucraina a chi sarebbe toccato? Sicuramente alla Transistria. Poi?

All’Ungheria? Alla Slovacchia? Alla Serbia o alla Polonia o alla Lituania, questa una delle più esposte? Oppure la Turchia?

L’Italia non ha mai vietato l’importazione del gas russo, in realtà il gas e il petrolio russo viene ancora comprato in Europa, proprio perchè è impossibile farne a meno.

Il prezzo dell’energia è alto perchè abbiamo messo le sanzioni alla Russia?

NO; il prezzo dell’energia è alto per altri fattori.

La Guerra che la Russia ha dichiarato all’occidente ( anche se non dichiarata ufficialmente ma solo tramite Putin, i suoi scritti, i suoi discorsi e i tanti putiniani russi ) ha solo acuito una situazione giù difficile di suo.

O meglio Putin ha deciso di sfruttare la crisi energetica per fare una guerra con la speranza di non subire sanzioni, cosa che invece ha avuto.

la Russia solo in queste ultime settimane sta mandando meno gas, ma non dice perchè o fa degli attentati o dice che le tubazioni sono rotte.

E’ difficile capire il loro atteggiamento: lo fanno perchè poi comunque ci vendono lo stesso del gas a prezzi astronomici tramite triangolazioni con paesi amici della Russia e Nostri come Turchia o Serbia?

Non lo sappiamo anche perchè molte informazioni sono confidenziali e non si sa bene cosa stia succedendo.

Prepararsi all’economia di guerra

Quello che conta per Noi cittadini è prepararsi anche mentalmente ad una situazione di economia di guerra. Significa risparmiare sul Gas, fare sacrifici.

Ci saranno aziende che chiuderanno e persone che perderanno il lavoro.

Non esistono facili soluzioni a problemi così complessi e difficili, chi pensa che ci siano facili soluzioni si illude.

L’unica vera facile soluzione sarebbe se la Russia – da oggi – smettesse di combattere. Ma solo alla fine di Settembre ha richiamato 300.000 coscritti e non ci si presenta nulla di buono anzi, si presenta un 2023 ancora più difficile del 2022 ormai finito. Sempre che prima non accada l’irreparabile, cioè sempre che la Russia non si metta ad usare armi nucleari tattiche.

Allora si che ci sarebbe un vero disastro.

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.