Coronavirus come opportunità per l’Economia Italiana

La crisi sociale ed economica legata al coronavirus è evidente a tutti. Probabilmente il Nostro paese dovrà FERMARSI per 2/3 mesi, o forse più e il 2020 sarà sicuramente un anno in recessione, è inutile nascondere la testa sotto sabbia. Però la crisi del coronavirus potrebbe essere un importante punto di partenza di opportunità di sviluppo per l’ economia italiana quando l’emergenza sarà finita alla fine del 2020 ed inizio 2021, come dicono i virologi.

Quanto durerà la crisi economica del coronavirus?

Difficilissimo dirlo. In questi giorni ci siamo documentati presso vari organi di informazione italiani e internazionali che hanno pubblicato studi e pareri, abbiamo anche pubblicato alcuni riassunti su queste ipotesi di scenario. QUI: 1 , 2, 3, 4, 5,

  1. Scenario pandemia a livello globale: è lo scenario peggiore e purtroppo il più probabile, visto quello che sta accadendo. La corrispondente alla Nostra Ragioneria di Stato americana, ha previsto in questo caso un calo del PIL degli Stati Uniti del 5% nel 2020. L’Italia però ha una economia più fragile di quella degli Stati Uniti e una bella fetta della sua economia è legata al Turismo ( per un 10%) e all’immagine dell’Italia nel mondo. E’ grazie all’immagine dell’Italia del mondo che si vendono abiti, griffes, alta moda, macchine di lusso, moto di lusso, prodotti alimentari esclusivi e vini esclusivi.  E’ difficile quantificare i danni d’immagine dell’azienda Italia fatti dal Coronavirus e quanto tempo durerà sui prodotti di esportazione italiani, anzi diciamo che è praticamente impossibile fare una valutazione, di sicuro ci sarà per lo meno in questo 2020 e sicuramente sarà un brutto ricordo nel 2021 o 2021, però influirà sicuramente. Quindi nella peggiore delle ipotesi saranno 2 o 3 mesi di stop forzato e fino a 6 di calo di produzione e turismo.
  2. Solo alcune zone saranno colpite. Questa è l’ipotesi più ottimistica, quella in cui tutti sperano ma la più improbabile. Finita la crisi che c’è n Lombardia e in Veneto la cosa rientra. A Maggio-Giugno, anche grazie al bel tempo la gente non sta più in posti chiusi. si ammala di meno, si sviluppa un’immunità di gregge e la cosa finisce lì.
Coronavirus ed opportunità per l'Economia Italiana
Sopra: i provvedimenti in Italia contro il coronavirus dai primi di Marzo 2020

 

La crisi del coronavirus è uno shock economico di cui l’Italia potrebbe approfittare.

Se c’è una cosa che la storia insegna, è che dalle grandi crisi umanitarie ed economiche la società umana ne esce più forte di prima.

L’uomo è un animale sociale, che tende a combattere insieme un nemico comune. Questo aiuta a fare passi da gigante la scienza e la tecnologia, ma anche tra i rapporti umani, il tutto si traduce con una economia più ricca. Questo naturalmente non accade in pochi giorni o settimane, ma è un processo che di solito dura anni.

Se si guardano i dati su quello che è successo nel ‘900 ( cioè nel lasso di tempo più vicino a noi come organizzazione politica, sociale e sviluppo tecnologico) dopo grandi eventi di carattere mondiale cioè 1a guerra mondiale, influenza spagnola, 2a guerra mondiale, si vede che dopo una grande crisi economica, l’economia prende più vigore di prima, ed inizia un ciclo espansivo molto forte. Finora è questo che è successo alle società e alle nazioni capitalistiche occidentali.

Ma vediamo quali potrebbero essere i campi che potrebbero essere aiutati da questa crisi del coronavirus.

Coronavirus opportunità per l'Economia Italiana
Italia: un insegnante fa scuola ai sui allievi dal PC mentre i bambini stanno a casa. foto: ANSA

Con il coronavirus gli studenti italiani possono studiare da casa.

E’ questo il primo fenomeno che è evidente in questi giorni di chiusura di scuole ed Università.

Il tele insegnamento viene sfruttato da anni in alcune università, alcune scuole e alcuni professori sono anni che danno compiti o che creano gruppi di discussioni per ricerche o compiti. Ma solo pochissime scuole e pochissime università italiane prima di oggi usavano fare delle lezioni online, fare degli esami online e dare anche l’esame finale di laurea online come è accaduto proprio l’altro ieri all’Università di Padova.

Tanto si potrebbe fare tramite le lezioni online, innanzitutto cambiare una bella parte del proprio modo di insegnare, basato più su compiti ed esercitazioni standard che potrebbero favorire materie scientifiche e tecniche ( finalmente ), più adatte a questionari domande/risposte standard.

La scuola online potrebbe essere sfruttata in tanti modi , di certo non potrà mai sostituire la scuola reale, specialmente per i bambini molto piccoli che hanno assoluto bisogno di confrontarsi con i compagni, ma potrebbe rivelarsi assolutamente utile per studenti dai 14 anni in sù, per chi abita lontano da scuola o per superare tanti altri ostacoli. Pensiamo solo all’uso intensivo che fanno ormai da anni le Università all’estero di questi strumenti.

Il tele lavoro con il coronavirus

Ci sono tanti lavori nel campo dei servizi che possono essere svolti tranquillamente da casa.

Molte aziende però preferiscono che i loro impiegati lavorino in sede.  Ci sono tante ragioni per fare questa scelta, ma questi mesi potrebbero essere propedeutici ai responsabili di azienda che i propri lavoratori possono essere produttivi anche da casa e forse in maniera maggiore, se ben stimolati.

D’altronde per un lavoratore è più conveniente: niente tragitto casa-lavoro, niente fila con la macchina o in autobus o in metro.

Gli investimenti con il coronavirus

Finalmente si parla di investimenti in infrastrutture. Cioè di investimenti redditizi, non solo di “investimenti in aiuti”, che non generano nulla .

Questo è un discorso lungo e complicato, ma far ripartire la costruzione di grandi opere già progettate ( un esempio sarebbe il Ponte sullo Stretto ) o più semplicemente i rifacimento di tante strade provinciali o comunali al limite della praticabilità, sistemare viadotti , gallerie, sistemare case e farle diventare antisismiche nelle zone più in pericolo, fare piste ciclabili in luoghi di villeggiatura e in città costruite in pianura, potrebbe non solo far lavorare centinaia di ditte e decine di migliaia di operai, ma anche sistemare ed abbellire una nazione che fa del Turismo e dell’immagine un suo punto importante.

Il taglio delle tasse con il coronavirus

Con il turismo che sarà quasi del tutto fermo nel 2020 e tutto l’indotto che gli gira intorno, rimandare il pagamento delle tasse sarà una misura obbligatoria, a meno di non volersi ritrovare 20 milioni di evasori.

Non si sa ancora bene quali saranno i provvedimenti, di certo fino a settembre non bisognerà fare la denuncia dei redditi, poi – forse – i pagamenti delle tasse per persone fisiche e giuridiche per il 2020 verranno fatte in rate in 3 o 4 anni.

Al di là dei provvedimenti che si prenderanno però è importante che si capirà che uno Stato può vivere senza avere per forza quelle entrate, i contribuenti capiranno che vivere senza pagare le tasse gli permette di lavorare meglio sia in termini economici, che di tempo che di stess emotivo. Si tratta di una presa di coscienza molto importante in un paese che 160 anni di burocratizzazione hanno reso simile ad un romanzo di Kafka . Un imprenditore – anche piccolo  o piccolissimo – non sono deve pagare un 40 – 60% di quello che incassa in tasse, ma deve perdere giorni di lavoro per poter stare dietro a tutti gli impegni burocratici che un’elefantiaca burocrazia gli impongono. 

Rendersi conto che si può vivere molto meglio sburocratizzando ed abbassando le tasse , potrebbe essere il volano di un vero cambiamento del fisco in Italia.

L’Unione Europea cambia la politica monetaria a causa del coronavirus

Se il coronavirus prenderà tutti gli stati europei ( e non c’è motivo perchè questo non accada) anche le popolazioni e i politici del Nord Europa si renderanno conto che un aiuto di Stato è INDISPENSABILE , una tantum. Gli accordi europei parlano di rapporto deficit/PIL che non dovrebbe sforare il 3% e che il debito pubblico non dovrebbe essere superiore al 60%. Una utopia in un mondo che ha una media del 90%. Una super utopia per l’Italia che ha un debito pubblico che ormai è arrivato al 140% del PIL.

Il 2020 e questa crisi imporranno anche ai paesi del nord Europa una politica monetaria molto espansiva e questo non si sa bene a cosa potrà portare. Perchè se sicuramente avrà conseguenze positive per i lavoratori che magari prenderanno una sorta di cassa integrazione, poi nel tempo potrebbe portare ad un generale aumento dei prezzi e ad una ripresa dell’inflazione.

 

I pagamenti elettronici e la diminuzione dell’uso di denaro dovuta alla paura per il coronavirus

L’Iran ha recentemente emanato degli inviti alla popolazione di usare più pagamenti elettronici e di non usare denaro contante per non aiutare la propagazione del virus.

E’ un invito sensato, che stranamente non si è sentito qui da Noi in occidente ( o Noi siamo distratti e non lo abbiamo recepito) . In effetti quale migliore mezxzo di trasporto di un virus se non un oggetto che passa di mano in mano da persona a persona in pochissimo tempo?

Per questo il pagamento tramite smartphone contactless potrebbe rivelarsi un’ottima forma di protezione e passata questa emergenza potrebbe diventare finalmente di uso comune proprio perchè si tratta di un pagamento più facile sia per consumatori sia per i negozianti.

Dei cittadini più responsabili di se stessi e del proprio corpo per paura del coronavirus

Ognuno deve pensare a se stesso. Ognuno deve pensare a lavarsi le mani, stare a 2 metri di distanza da altre persone come da altri familiari, una forma terapeutica per diventare più responsabili di se stessi e delle proprie azioni, atteggiamento che nelle giovani.

Nelle culture latine come la Nostra, demandare tutte le proprie responsabilità a qualcun altro – che siano i genitori quando si è dei bambini, che sia la società, lo Stato, un partito politico o il datore di lavoro o un Dio quando si è più grandi, è una normale routine a cui nessuno da peso.

Invece è un problema.

Ogni persona è responsabile di se stessa, della propria vita e delle proprie azioni, POI – se siamo fortunati – possiamo avere qualcuno che ci aiuti, o abitare in un paese dove ci siano dei diritti, ma aspettare sempre l’intervento della divina provvidenza ( così si diceva un tempo ) o dello Stato che ci deve aiutare quando nasciamo, quando studiamo, quando stiamo male, a trovare un lavoro, a tutelarci se quel lavoro lo perdiamo, è un pensiero non maturo di un bambino in età pre adolescienziale che ormai permea tutta la società e non ci fa mai uscire da quello stato di bambinismo , una safe zone  in cui ormai sembra entrata la Nostra società e da cui non vuole più uscire per affrontare la realtà e la vita adulta.

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