Esportare un auto all’estero: cosa succede?

Cosa succede alle macchine esportate all’estero?
I veicoli radiati per esportazione sono 2 milioni, in base ai dati forniti dal P.R.A. circa 2 milioni di veicoli ogni anno sono radiati per esportazione (dati degli ultimi 4 anni) ma non tutti i veicoli sono successivamente iscritti nei registri del paese di destinazione.
Infatti nel 30 % dei casi le auto entrano in un limbo del quale le autorità italiane non conoscono la destinazione, tenuto conto che alcune vetture circolano in Italia con “targhe temporanee” straniere, eludendo ogni obbligo dal punto di vista tributario (tassa auto e superbollo) e dal punto civilistico (non viene pagata la relativa assicurazione di responsabilità civile).

Esportare un auto all'estero: cosa succede?

Conviene esportare un auto all’estero?

Pertanto tale tipo di circostanza permette ai possessori dell’auto di rendersi irreperibili ai fini della notifica di multe e ai fini dei controlli fiscali (redditometro e altro).
Inoltre, in base alle denunce Fise Unire (Unione nazionale imprese di recupero) e associate Ada (demolitori) e Aira (riciclatori auto) diverse vetture finiscono per essere smontate e demolite oltre confine finendo come pezzi di ricambio o alimentando il mercato dei rottami.
A dimostrazione che l’offerta di rottami in aumento è sufficiente monitorare il prezzo del “prolifer”, e cioè del ferro che deriva dalla frantumazione dei rottami metallici dei veicoli fuori uso, visto che tale prezzo nel giro è passato dai 243 euro per tonnellata a 170 euro per tonnellata.

Leggi qui: Costo immatricolazioni auto Germania – Italia

La diminuzione di prezzo ha causato la chiusura di numerose aziende del settore, in difficoltà anche per gli investimenti effettuati in passato al fine di centrare gli obiettivi di recupero fissati dalla Direttiva 2000/53/Ce.
Una situazione complicata anche dalla costante diminuzione delle auto portate nei centri di demolizione.
Sebbene il dato delle esportazioni di auto abbia segnato un più 30 % nel territorio italiano, nelle zone che sono geograficamente più vicine ai mercati di sbocco, si sono registrati valori di esportazione attorno al 69 %.
Al riguardo le associazioni auspicano l’introduzione di diverse normative utili ad evitare l’elusione dei controlli (ad esempio re immatricolazione quale condizione obbligatoria per la cancellazione dal Pra o una completa tracciabilità dei rifiuti che derivano dalla rottamazione veicoli).

Si sa, in mancanza di una legislazione chiara, la gente fa un po’ quello che vuole, cercando di guadagnare qualcosa, è per questo che auto che qui in Italia non si venderebbero ormai più, é facile che invece vengano comprati da stranieri ( ragazzi romeni, bulgari) per poche centinaia di euro, portate nei loro paesi e quindi usate in questo modo.

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