La Tassa sulla Religione: l’8 per mille nel Mondo

In Italia ed in altri paesi del mondo, si paga una tassa sulla religione, in Italia é il famoso 8 per mille. Nel 2013 un miliardo e 148 milioni di euro, sono finiti nelle casse della CEI, grazie all’8 per mille.

Austria, Danimarca, Germania, Finlandia e Svezia sono gli altri stati dove si paga questa tassa sulla religione.

Questa percentuale é fissa, ed ogni cittadino quando fa la dichiarazione dei reddi può scegliere a quale congregazione religiosa vuole donarli:

  • Chiesa cattolica,
  • Chiesa valdese,
  • Comunità ebraiche,.
  • Comunità luterane
  • Comunità valdesi,
  • Chiesa avventista del 7° giorno,
  • Chiesa apostolica,
  • Comunità induista,
  • Comunità buddhista.
  • Stato italiano

L’otto per mille ( che a conti fatti è lo 0,8% di tutto il gettito fiscale proveniente dalla dichiarazione dei redditi) non è un contributo volontario, ma è una vera e propria tassa. Noi possiamo decidere a chi devolvere questa parte delle Nostre tasse, ma comunque siamo obbligati a pagare: se non scegliamo a chi devolvere l’8 per mille, questo andrà ugualmente – ripartito proporzionalmente – a quelle organizzazioni che hanno scelto gli altri italiani.

La Tassa sulla Religione: l'8 per mille nel Mondo

A Voi Vi sembra normale che in tempo di crisi economica io debba regalare ( sia pure l’1%) agli altri, per legge?
Non é una questione di tircheria (ma anche sì) é che anche l’1 per cento può risultare utile all’economia di una famiglia.
Ma vediamo cosa succede negli altri stati del mondo dove la tassa sulla religione esiste ( Vi accorgerete che sono pochissimi)

La Tassa sulla Religione in Austria:

  • Ogni gruppo religioso riconosciuto in Austria può raccogliere imposta ecclesiastica a un tasso del 1,1%, anche se attualmente solo la Chiesa cattolica fa uso di tale opportunità. Imposta ecclesiastica è obbligatoria per i cattolici in Austria. Questa tassa è stata introdotta da Hitler nel 1939. Dopo la seconda guerra mondiale, l’imposta è stata mantenuta al fine di mantenere la Chiesa indipendente da poteri politici.

Tassa della Chiesa in Croazia:

  • La Chiesa cattolica in Croazia riceve un sostegno finanziario significativo dello stato e di altri benefici stabiliti nel concordati tra il governo e il Vaticano. Con l’accordo speciale tra Santa Sede e Repubblica Croazia, Croazia, attraverso il bilancio dello Stato, gli stipendi e le pensioni di finanziamento del clero (anche i cappellani militari), chiesa oggetti sacrali manutenzione e restauro, costruzione e gestione di scuole di chiesa e delle università, e da parte di che ancora pagare un tributo finanziario al Vaticano. Vale anche la pena ricordare che come organizzazione senza scopo di lucro la Chiesa cattolica in Croazia è esente dalla maggior parte delle imposte di avere benefici per quelle poche tasse che paga.
  • Circa 0,004% del bilancio dello Stato finisce per attività di finanziamento della Chiesa cattolica in Croazia ..

Tassa della Chiesa in Danimarca:

  • I membri della Chiesa nazionale di Danimarca, pagano una tassa per la chiesa, che varia tra i comuni, ma può essere di circa il 1.51% di tutto il loro imponibile. L’imposta è in genere in prossimità del 1% del reddito imponibile. L’imposta non copre l’intero bilancio della chiesa. Un ulteriore 13% è a carico del governo. Ciò significa che le persone, anche se  non sono membri della chiesa, finanziano la chiesa attraverso le loro tasse.

Legge sulla Religione in Germania (legge datata 17 SETTEMBRE 1923):

  • Circa il 70% dei ricavi della chiesa provengono da imposta ecclesiastica. Questa è di circa 9 miliardi e 200 milioni di euro (nel 2010). L’articolo 137 della Costituzione di Weimar del 1919, e l’articolo 140 della Legge fondamentale tedesca del 1949, sono la base giuridica di tale pratica.
  • In Germania, sulla base di norme tributarie passati dalle comunità e nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato, le comunità possono sia richiedere alle autorità fiscali dello Stato di raccogliere le tasse da parte dei membri sulla base della dichiarazione dei redditi (quindi, le autorità trattengono una commissione di raccolta), o scegliere di raccogliere la tassa per la chiesa stessa.

3 commenti

  1. Ho lavorato in Germania e ricordo che ogni lavoratore può, all'atto dell'assunzione o in tempi successivi, indicare a quale confessione religiosa destinate la "Kirch Stoia" cioè la Tassa Ecclesiastica. Se fra le confessioni indicate sul modulo non c'è quella a cui il lavoratore appartiene, oppure dichiara di non appartenere a nessuna religione, il valore equivalente di quella tassa gli viene messo in busta paga "ogni mese", ed egli ne può fare l'uso personale che vuole, oltre a poterlo devolvere in donazione a qualche organizzazione. Questo mi sembra giusto e rispettoso per tutti i lavoratori non rappresentati dall'elenco delle religioni riportate sul modulo. Se lo facessero in Italia, penso che un buon 80% si dichiarerebbe di "nessuna religione".

    1. Credo anch'io, anzi: io dico che il 90% degli italiani se lo terrebbe proprio in tasca, visti i tempi di crisi economica che ci sono

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