Regime dei Minimi 2018: Requisiti, Durata, l’Imposta Forfettaria al 5%

Quali sono i requisiti per rientrare nel regime dei minimi, cioè l’imposta forfettaria al 5% per il 2018?

In tema di regime dei minimi, per l’ anno in corso, è bene sapere che entro il 27 Marzo 2017, il Governo doveva emanare i decreti di semplificazione ex legge delega sulla revisione fiscale (legge 11/3/2014 n. 23).

Tale passaggio è avvenuto, e attualmente , con decorrenza 1/1/2015, ogni contribuente che provvede ad aprire partita iva può chiedere (in presenza dei requisiti che vedremo) chiedere il passaggio dal regime dei minimi al forfettario, o mantenere la permanenza nel regime dei minimi (2018) in presenza di requisiti specifici.

Requisiti e novità del Regime dei Minimi 2018

 

In merito ai requisiti per il regime dei minimi 2018, è bene sapere che dal 1/1/2015 tale regime è stato soppresso, con transito al regime forfettario (nuovo).

Tale ultimo regime prevede una aliquota al 15% (l’ aliquota del 15% rappresenta un regime contabile naturale per i nuovi “arrivati”). Il legislatore, in riferimento al regime dei minimi pregresso, ha stabilito che si può fruire delle vecchie condizioni come segue: massimo 5 anni di fruibilità, termine ultimo al compimento del 35esimo anno di età, purché si soddisfino dei requisiti specifici per il 2018.

 

Questi requisiti, riassunti, si possono così schematizzare: attività non rappresentante la prosecuzione di altra attività di lavoro dipendente, o autonoma, con eccezione del praticantato per arti o professioni, non aver esercitato alcuna attività professionale o artistica di impresa (anche associata) nei tre anni precedenti, e nel caso di prosecuzione di attività di terzi, il fatturato precedente all’ ingresso nel regime deve essere minore di Eur 30000,00.

 

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Vediamo i requisiti (generali) per i soggetti beneficiari del regime dei minimi.

 

Schematizzando, essi sono: soggetti che (nel corso dell’ anno precedente) non hanno avuto ricavi maggiori di Eur 30000,00, non hanno effettuato alcuna operazione di cessione all’ export, e non hanno avuto alcuna spesa per lavoratori dipendenti, o eventuali collaboratori. In aggiunta, nel triennio precedente non hanno compiuto alcuna operazione di acquisto di beni strumentali per oltre Eur 15000,00.

È richiesto che il soggetto sia residente in Italia, e che non si sia avvalso di alcun regime speciale IVA; da ultimo, è richiesto il non aver compiuto alcuna cessione di fabbricati, terreni (o anche porzioni), ed il non partecipare (essere socio) ad alcuna società di persone, srl, o associazione.

 

Anno 2018: obblighi, esclusioni ed esoneri per il regime dei minimi

 

L’ anno 2018 pone a carico dei soggetti, che fruiscono del regime dei minimi alcuni obblighi, esclusioni/ esoneri.

 

Vediamo schematicamente gli obblighi: emissione di fattura con dicitura di assolvimento della marca da bollo, certificazione dei corrispettivi per le fatture ex articolo 21 DPR n. 633 del 197, integrazione della fattura (per acquisti intracomunitari o riferite ad operazioni cui siano debitori di imposta) con esposizione dell’ imposta e aliquota in fattura. Le imposte sono da versare entro il giorno 16 del mese successivo a quello di riferimento. È inoltre prevista la presentazione dei modelli Intrastat ai competenti uffici di Dogana.

 

In ambito di esclusioni/esoneri, possiamo schematizzare come segue.

 

Per il contribuenti in regime dei minimi (in riferimento al DPR n. 633/1972) vi è l’ esonero dal: registrare le fatture emesse, registrare gli acquisti e corrispettivi. Il contribuente è esonerato dal tenere, e conservare, registri e documenti , e dalla dichiarazione IVA annaule.

Inoltre, il contribuente è esonerato dallo Spesometro 2018 (comunicazione telematica di fatture e liquidazioni periodiche).

 

I contribuenti in regime dei minimi, come detto, hanno l’ esonero dalla registrazione e tenuta delle scritture contabili, ma devono conservare documenti emessi e ricevuti, provvedendo a presentare apposita dichiarazione dei redditi ex DPR n. 322/1998.

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Gestione Inps e partitiva Iva per il regime dei minimi

 

Ogni contribuente, in regime dei minimi, deve sostenere contributi Inps, e spese varie, tra cui il mantenimento della partitiva Iva. Vediamo alcuni dettagli.

 

I contributi Inps vanno versati indipendentemente dal fatturato (gestione separata e relative aliquote). Un libero professionista, ad esempio, assicurato solo presso l’Inps (assenza di altre forme pensionistiche obbligatorie) versa una aliquota del 26,72%. Si consiglia, per l’ anno in corso, di attendere la pubblicazione della circolare Inps con le nuove aliquote della gestione separata.

Vi sono poi le spese (variabili) per il commercialista, ed i diritti camerali (recente riduzione del 50% rispetto allo standard) per circa Eur 200,00.

 

Regime dei minimi vs Regime forfettario per l’ anno 2018

 

Si è precedentemente accennato al regime forfettario, ma come funziona tale regime, e quali novità per il 2018?

 

Il regime forfettario rappresenta una sorta di “agevolazione” vs il regime dei minimi. La sua nascita risale al 2014 per le partite Iva con fatturato fino ad Eur 15000,00 lordi, ed Eur 40000,00 lordi se commercianti. La legge di Stabilità 2016 ha successivamente rivisto tali soglie.

 

A differenza del regime dei minimi, il regime forfettario ha una aliquota (forfettaria) pari al 15%, senza limiti di età e permanenza nel regime. Per le start up l’ aliquota, per 5 anni, è pari al 10%.

 

In ambito di contribuzione Inps, il regime forfettario ha una agevolazione rispetto al regime dei minimi (i contribuenti in regime forfettario, e che svolgono una attività di impresa, possono fruire di una aliquota del 35% per il pagamento dei contributi, dietro comunicazione espressa all’ Inps.

 

Si possono avere collaboratori, a patto che non si spendano oltre Eur 5000,00 lordi. Non sono previsti, inoltre, studi di settore.

 

Anche il regime forfettario presenta delle novità per il 2018, così come il regime dei minimi.

 

Per effetto della precedente Legge di Stabilità, si è modificato l’ articolo 9 della precedente Legge Finanziaria.

Attualmente, dal 1 Gennaio 2018, le soglie dei ricavi sono aumentate: Eur 30000,00 per i professionisti, ed Eur 50000,00 per piccole e medie imprese.

In aggiunta, si è previsto anche che dipendenti e pensionati possano accedere al regime forfettario qualora svolgano una attività in proprio, ed il reddito complessivo non ecceda Eur 30000,00.

 

In tema di nuove start up (dal 2018) si prevede un ulteriore regime di favore, con una aliquota che scende al 5% per 5 anni.

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Riferimenti: Legge 11 Marzo 2014 n. 23 –

Autore

  • Massimiliano Biagetti

    Fondatore di Economia-italia.com e Finanza.Economia-italia.com è analista finanziario e trader.