Migliore Pellet 2022 – 2023 per Stufa: Quale Scegliere per Questo Inverno?

Sta per arrivare la stagione fredda, e come sempre gli italiani si mettono al riparo, cercando metodi sempre più validi quanto economici per contrastare il freddo. Tra le soluzioni più scelte ci sono le stufe a pellet, che permettono alti livelli di riscaldamento per tutto il periodo delle basse temperature. Il pellet è un combustibile derivato dal legno, quindi naturale e dai costi ridotti, che garantisce alto rendimento in tutto il periodo invernale per riscaldare le Nostre abitazioni. Sono molti i dettagli da prendere in considerazione, infatti per capire quali siano i migliori pellet del 2022-2023 occorre fare un’attenta valutazione, delle tipologie così come di ogni caratteristica.

Cos’è il pellet?

Nome ormai entrato nell’immaginario collettivo italiano da anni, il pellet è un prodotto combustibile di origine naturale, che si mostra in forma di piccoli cilindri (o talvolta ovuli) che rappresentano gli scarti della lavorazione del legno, è disponibile quindi in più varianti.

La segatura in eccesso dalla lavorazione viene compressa attraverso una pellettatrice, che la converte in cilindri di pellet. Il combustibile agglomerato che ne risulta è venduto in grandi sacchi, generalmente da 15 kg: viene versato in una stufa a pellet, che ormai da anni è particolarmente comune nell’uso domestico, permettendo un elevato livello di riscaldamento e di risparmio.

Prodotto economico e biologico, il pellet presenta numerosi vantaggi, sia per gli utilizzatori finali in termini economici e di riscaldamento sia per la natura:

  • presenta un potere calorifico solitamente superiore ai 4,5 kWh/kg
  • Essendo un prodotto naturale derivato da scarti di lavorazione del legno non danneggia ulteriormente la natura
  • Bruciando produce anidride carbonica che viene rimessa nel ciclo naturale

La norma UNI EN ISO 17225-2 e il d.l. 152/2006 regolano le proprietà del pellet, inteso come biocombustibile, definendo 3 classi di consumo:

  • Classe A1-A2, derivato da legna vergine non trattata, con contenuto di ceneri uguale o inferiore allo 0,7% del peso nella A1 e all’1,2% nella A2
  • Classe B, derivato da legna trattata chimicamente, con residui di cenere superiori all’1,2% del peso

L’Italia e altre nazioni europee non permettono l’utilizzo di pellet di classe B nemmeno in ambito industriale, in quanto la combustione di residui e di agglomerato con additivi chimici può causare danni alla salute e all’ambiente. Pellet a norma di legge non deve contenere elementi esterni come zolfo, cloro, mercurio o altri metalli pesanti.

Tuttavia, rispettare i limiti imposti dalle normative non è un obbligo, bensì un’azione volontaria, rivolta principalmente a produttori e rivenditori.

Qual’è il migliore pellet del 2022 – 2023 per stufe?

Per comprendere quali siano i migliori pellet del 2022 – 2023 occorre valutare una serie di fattori:

 

  • Tipologia e percentuale di legno d’origine
  • Potere calorifico
  • Forma e consistenza
  • Quantità di ceneri redisue
  • Presenza di elementi esterni
  • Certificazioni

Affinché un pellet sia di alta qualità deve avere forma regolare e liscia in tutti i cilindri, senza presentare tagli o elementi grezzi, mentre il legno in cenere deve essere ridotto al minimo poichè dannoso per le stufe e per la salute. Ogni confezione di pellet deve inoltre presentare opportune certificazioni, indicazioni di provenienza e dettagli di qualità. La percentuale di legno utilizzata rende poi il pellet più o meno pregiato.

Pellet di abete

Derivato da legno tenero, il pellet d’abete si accende facilmente ma la combustione si esaurisce velocemente e genera una ridotta quantità di cenere redisua. Adatto ad ambienti domestici di piccole/medie dimensioni.

  • Origine: abete 100%
  • Potere calorifico: dai 4,6 ai 5,3 kWh/kg
  • Ceneri interne: dallo 0,19% allo 0,41%
  • Cenere redisua post-utilizzo: 12%
  • Colore: chiaro
  • Classe: A1

Pellet di faggio

Derivato da legno duro, il pellet di faggio trova difficoltà nell’accensione e nell’arrivo a temperatura ma ha lunga durata, tuttavia sono notevoli le quantità di cenere generate dall’utilizzo. Adatto ad ambienti domestici di grandi dimensioni o piccoli complessi aziendali.

  • Origine: faggio 100%
  • Potere calorifico: dai 4,5 ai 5,1 kWh/kg
  • Ceneri interne: dallo 0,11% allo 0,30%
  • Cenere residua post-utilizzo: 18%
  • Colore: chiaro
  • Classe: A1

Pellet di pino

Derivato da legno tenero, il pellet di pino trova un’accensione facile e veloce ma esaurisce in modo altrettanto veloce la sua combustione, le ceneri generate sono però di quantità ridotta. Adatto ad ambienti domestici di piccole/medie dimensioni.

  • Origine: pino 100%
  • Potere calorifico: dai 4,9 ai 5,2 kWh/kg
  • Ceneri interne: dallo 0,49% allo 0,69%
  • Cenere residua post-utilizzo: 13%
  • Colore: chiaro
  • Classe: A1

Pellet misto abete-faggio

Derivato da legno misto, questo pellet deriva per ¾ dall’abete e per il restante quarto dal faggio, mostra elevato potere calorifico e facilità d’accensione, tuttavia ha durata ridotta e genera una quantità consistente di ceneri residue. Adatto ad ambienti domestici o aziende di piccole dimensioni.

  • Origine: abete 75%, faggio 25%
  • Potere calorifico: dai 4,6 ai 5,4 kWh/kg
  • Ceneri interne: dallo 0,34% allo 0,82%
  • Cenere residua post-utilizzo: 20%
  • Colore: nocciola
  • Classe: A2

Pellet castagno

Derivato da legno duro, il pellet di castagno va pretrattato dalla presenza di tannino e per tale motivo si caratterizza per i suoi elevati costi, con una combustione veloce mostra elevato potere calorifico e genera una quantità estremamente ridotta di ceneri residue, presentando una durata media. Adatto ad ambienti aziendali.

  • Origine: castagno 100%
  • Potere calorifico: dai 4,7 ai 5,3 kWh/kg
  • Ceneri interne: dallo 0,21% allo 0,40%
  • Cenere residua post-utilizzo: 6%
  • Colore: scuro
  • Classe: A1 (B prima del trattamento)

CORRELATE : Riscaldamento a pavimentoRiscaldamentiCome risparmiare sul Gas

IL PELLET INQUINA OPPURE NO? 

Per anni ci hanno fatto credere che bruciare pellet in una caldaia in casa non avrebbe avuto conseguenze sull’ambiente. In realtà fu solo una enorme campagna di marketing.

IL PELLET CREA CO2 QUINDI INQUINA – o meglio – CONTRIBUISCE AL RISCALDAMENTO GLOBALE, esattamente come quando brucia un bosco.

Sicuramente inquina meno di una centrale a carbone, o a gasolio, ma inquina.

Sicuramente il pellet è più sostenibile a livello ambientale che la semplice legna tagliata, ma comunque inquina.

Certo, non possiamo morire di freddo ma se abbiamo una stufa a pellet ricordiamo di bruciarne il meno possibile proprio per cercare di inquinare il meno possibile.

Conclusioni

Esaminando alcuni tra i migliori pellet del 2020 si può notare che le origini così come le loro caratteristiche sono differenti, rendendo difficile anche una scelta qualora non si abbia la certezza dell’ambiente di destinazione: ogni tipologia è adatta a suo modo ad un determinato ambiente abitativo e/o lavorativo.

A conti fatti, l’utilizzo di pellet per il riscaldamento permette un risparmio di circa il 35% rispetto al riscaldamento da gasolio, il che lo rende particolarmente appetibile non solo per ambienti domestici bensì anche per negozi e aziende. Cosa estremamente importante diventa puntare ad una maggiore qualità, scegliendo tipologie di pellet a norma di legge, certificate e dalle classi sostenibili, al fine di aggirare eventuali rischi per la propria salute e l’ambiente circostante.

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.