Negli ultimi anni il fenomeno degli influencer รจ cresciuto esponenzialmente, trasformando il modo in cui marchi e consumatori interagiscono online. In Italia, si stima che circa 20 milioni di persone tra i 18 e i 54 anni seguano almeno un influencer sui social media, e il mercato dellโinfluencer marketing ha raggiunto circa 280 milioni di euro giร nel 2021, con una crescita annua del 15%. Questa ascesa rapida รจ avvenuta in gran parte senza un quadro normativo chiaro: per lungo tempo i creator digitali hanno operato in un โfar westโ regolamentare, non soggetti alle stesse regole di trasparenza e tutela vigenti per i media tradizionali. Ne sono conseguiti casi controversi e preoccupazioni crescenti su pubblicitร occulte, contenuti inappropriati e protezione del pubblico piรน vulnerabile (minori in primis).
Alla fine del 2023, alcuni episodi emblematici hanno fatto da catalizzatore. Chiara Ferragni, tra le influencer italiane piรน note, รจ stata coinvolta in quello che i media hanno definito il โcaso Baloccoโ: la sua societร e lโazienda dolciaria Balocco sono state multate dallโAntitrust per circa 1,5 milioni di euro complessivi a causa di una campagna pubblicitaria ritenuta ingannevole (legata alla vendita di un pandoro โgriffatoโ Ferragni con beneficenza annessa). In quel caso lโAutoritร ha contestato una pratica commerciale scorretta, poichรฉ i messaggi promozionali lasciavano intendere ai consumatori che acquistando il pandoro avrebbero contribuito a una donazione benefica, quando in realtร la donazione era giร stata fatta dallโazienda mesi prima. Episodi come questo hanno evidenziato la necessitร di regole piรน chiare su trasparenza pubblicitaria e correttezza dellโinformazione nel settore. Anche il fenomeno dei finfluencer โ influencer finanziari โ ha destato allarme: la Consob ha messo in guardia contro certi โguruโ dei social che promettono guadagni facili, inducendo il pubblico a investimenti rischiosi. Inoltre, la tutela dei minori (sia come pubblico sia in qualitร di baby influencer coinvolti in contenuti sponsorizzati) e il contrasto allโodio online sono diventati temi centrali.
In questo contesto di โstrettaโ normativa nel 2024, lโAutoritร per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha avviato un percorso per porre ordine. Giร a luglio 2023 lโAgcom aveva lanciato una consultazione pubblica sul tema, raccogliendo contributi da operatori del settore, associazioni di categoria, consumatori e piattaforme. Nel gennaio 2024 lโAutoritร ha adottato le prime Linee guida rivolte agli influencer, delineando principi generali per estendere anche a loro gli obblighi previsti dal Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi (TUSMA). ร stato istituito un Tavolo tecnico per approfondire ulteriori misure e definire dettagli operativi. Lโapproccio di Agcom non รจ stato dunque una reazione estemporanea al singolo caso mediatico, ma il frutto di un dibattito ampio e di una necessitร sempre piรน evidente: colmare un vuoto normativo affinchรฉ chi ha unโenorme influenza sul pubblico online rispetti regole analoghe a chi opera nei media tradizionali.
Il nuovo Codice di condotta Agcom per gli influencer rilevanti
Dopo mesi di consultazioni e confronto multi-stakeholder, a metร 2025 lโAgcom ha approvato in via definitiva il primo Codice di condotta dedicato agli influencer. Il provvedimento รจ stato varato dal Consiglio Agcom il 23 luglio 2025 ed รจ stato annunciato come una svolta epocale per la regolamentazione dellโinfluencer marketing in Italia. Si tratta di un insieme di regole vincolanti โ una forma di soft law con effetti molto concreti โ che mira a garantire trasparenza, responsabilitร e tutela degli utenti nelle attivitร degli influencer. Come ha spiegato il commissario Agcom Massimiliano Capitanio, lโobiettivo รจ โdare regole semplici e direttamente applicabili ai content creator, a tutela della loro professione e degli utentiโ. LโAgcom sottolinea che questa iniziativa rappresenta โuna misura moderna e di buonsensoโ che puรฒ valorizzare la professionalitร dei creator seri e rendere il mondo digitale piรน sicuro e affidabile per i cittadini.
Il Codice di condotta Agcom รจ stato redatto con il contributo attivo di molti attori: associazioni di categoria (come lโAssociazione Italiana Influencer โ Assoinfluencer), rappresentanti dei consumatori, operatori pubblicitari, piattaforme e creator stessi. Questa collaborazione ha permesso di bilanciare le esigenze di libertร dโespressione e iniziativa economica dei creator con la tutela dei diritti degli utenti e la necessitร di โfare puliziaโ di pratiche opache. In Consiglio Agcom il Codice รจ passato a larga maggioranza, con un solo voto contrario (la Commissaria Elisa Giomi). Lโentrata in vigore รจ immediata, ma รจ previsto un periodo transitorio (entro sei mesi) per alcuni adempimenti come lโiscrizione al nuovo registro, di cui diremo a breve. Di fatto, lโItalia con questa mossa si pone tra i primissimi Paesi in Europa a dotarsi di una disciplina organica per gli influencer, segnando il passaggio dellโinfluencer marketing a una stagione di maturitร regolamentare.
Chi sono gli โinfluencer rilevantiโ e criteri per il registro ufficiale
Una domanda chiave รจ: a chi si applicano queste nuove regole? Il Codice Agcom non riguarda tutti gli influencer indistintamente, ma introduce la categoria degli โinfluencer rilevantiโ. Si intendono con questo termine i creator con un seguito particolarmente ampio, definito tramite soglie quantitative precise. In base al Codice, รจ considerato influencer rilevante chi raggiunge almeno 500.000 follower su almeno una piattaforma social oppure totalizza un minimo di 1 milione di visualizzazioni medie mensili su una piattaforma di condivisione video (ad esempio YouTube). Tale criterio si riferisce dunque allโaudience potenziale su un singolo social network o canale, non alla somma su piรน piattaforme. In pratica, i creatori con mezzo milione di follower (o piรน) su Instagram, TikTok, Facebook, YouTube ecc. rientrano in questa definizione, cosรฌ come gli YouTuber che fanno milioni di view al mese sul proprio canale. Secondo le stime, questa soglia coinvolge in Italia circa 2.000 influencer attivi, ossia i vertici piรน alti di un settore che nel 2024 ha generato oltre 352 milioni di euro di ricavi. Si tratta quindi dei creator piรน influenti in assoluto, quelli le cui attivitร online possono avere un impatto paragonabile ai media tradizionali per dimensione di pubblico.
Per gli influencer al di sotto di tali numeri, il Codice formale Agcom non si applica direttamente. Va ricordato, perรฒ, che restano comunque vigenti altre norme generali (es. il Codice del Consumo contro la pubblicitร ingannevole, lโautodisciplina IAP, ecc.) che giร obbligano tutti gli influencer โ anche con platee piรน piccole โ a comportamenti leali e trasparenti. LโUnione Nazionale Consumatori, ad esempio, pur apprezzando il nuovo Codice, ha auspicato che in futuro le tutele vengano estese anche agli influencer con meno follower, per evitare zone dโombra nel mercato. Al momento, comunque, lโAgcom ha scelto di concentrare la stretta sui top creator che operano in maniera professionale e continuativa, equiparandoli sostanzialmente ai fornitori di media su larga scala.
Una novitร assoluta introdotta da Agcom รจ lโistituzione di un registro ufficiale degli influencer rilevanti. In pratica, tutti i creator che superano la soglia dei 500mila follower (o equivalente) hanno lโobbligo di iscriversi in un elenco pubblico tenuto dallโAgcom, entro sei mesi dalla pubblicazione del Codice. Questo elenco โ che sarร pubblicato sul sito dellโAutoritร โ servirร a โcensireโ i maggiori influencer e renderli chiaramente individuabili, garantendo tracciabilitร e controllo sulle loro attivitร professionali. LโAgcom in sostanza vuole sapere chi sono, quanti sono e cosa fanno i creator piรน seguiti, per poter meglio monitorare il rispetto delle regole e intervenire in caso di violazioni.
Come funziona il registro influencer?
Dal punto di vista pratico, lโiscrizione al registro consisterร nella comunicazione allโAgcom dei propri dati e parametri social da parte degli influencer interessati. Sarร presumibilmente resa disponibile una procedura online sul portale Agcom dove i creator dovranno autodichiarare il superamento delle soglie e fornire elementi identificativi (nome, account, numero di follower/visualizzazioni, ecc.). Lโiscrizione potrebbe ricalcare modelli giร esistenti come il ROC (Registro Operatori di Comunicazione) per media e provider: difatti si tratta di estendere agli influencer rilevanti alcuni obblighi analoghi a quelli di editori e operatori radiotelevisivi. Il registro non รจ una semplice formalitร burocratica, ma uno strumento che punta a creare responsabilitร . Essere nellโelenco significa per lโinfluencer entrare ufficialmente nel radar dellโAutoritร , assumendo uno status professionale riconosciuto. Le informazioni nel registro permetteranno di sapere chi cโรจ dietro a un certo canale seguitissimo e, se serve, contattarlo ufficialmente o sanzionarlo. Dal lato opposto, chi dovesse eludere lโiscrizione obbligatoria pur avendone i requisiti potrebbe incorrere in sanzioni aggiuntive. Il registro italiano degli influencer รจ una novitร inedita a livello europeo โ altri Paesi non hanno ancora un albo simile โ e colloca lโItalia allโavanguardia nella disciplina del fenomeno. Basti pensare che nei Paesi Bassi esiste un obbligo di registrazione per youtuber o content creator con piรน di 500.000 iscritti, ma si tratta di adesione allโAutoritร dei media e al codice pubblicitario, non di un elenco pubblico specifico come quello ideato da Agcom.
Le nuove regole per gli influencer: principi chiave del Codice
Il cuore del Codice di condotta Agcom รจ costituito da una serie di principi e obblighi che i creator dovranno rispettare nella produzione e diffusione dei loro contenuti. Tali regole coprono diversi ambiti, dalla correttezza dellโinformazione alla tutela dei minori, e ricalcano in parte i doveri giร noti nel mondo dei media tradizionali e della pubblicitร . Ecco i principi fondamentali fissati dal Codice:
- Correttezza e imparzialitร dellโinformazione: gli influencer devono impegnarsi a fornire informazioni accurate e verificabili, evitando di diffondere notizie false, fuorvianti o non fondate. Si richiede una presentazione veritiera dei fatti e degli eventi, con verifica preventiva delle fonti e โ nelle parole di Agcom โ un impegno attivo nel contrastare la disinformazione online. In altre parole, chi fa divulgazione o commenta notizie sui social con un vasto seguito viene considerato responsabile editorialmente di ciรฒ che pubblica, al pari di un direttore di testata: fake news e contenuti tendenziosi diventano passibili di sanzione.
- Rispetto della dignitร umana e contrasto ai discorsi dโodio: รจ fatto divieto di pubblicare contenuti che possano ledere la dignitร delle persone o promuovere stereotipi offensivi e discriminatori. Gli influencer devono adottare toni e messaggi rispettosi di ogni categoria sociale ed evitare qualunque forma di hate speech: razzismo, sessismo, omofobia, incitazione alla violenza e simili sono espressamente banditi. Il Codice chiede ai creator di prevenire e contrastare attivamente lโodio nei commenti e nelle community che gestiscono, nel limite del possibile. Inoltre, viene richiamato il rispetto dellโimmagine della donna: lโAutoritร intende evitare rappresentazioni stereotipate o degradanti, un tema sensibile viste le polemiche passate su contenuti sessisti in rete.
- Tutela dei minori: รจ uno dei capitoli piรน importanti. Agcom impone agli influencer di astenersi dal pubblicare contenuti che possano arrecare danno fisico o morale ai minori, o che sfruttino la loro ingenuitร e credulitร . Ad esempio, andranno evitati scherzi pericolosi, linguaggi volgari o temi inadatti se il pubblico comprende minorenni, oppure pratiche come incoraggiare acquisti in-app o comportamenti emulativi rischiosi tra i piรน giovani. Viene ribadito anche il divieto di coinvolgere minori in contenuti pubblicitari in modo non regolamentato: i cosiddetti โbaby influencerโ (minori gestiti dai genitori per promuovere prodotti) dovranno essere tutelati da sfruttamento eccessivo. In parallelo, per contenuti potenzialmente inadatti ai bambini, potrebbe rendersi necessaria una segnalazione chiara della natura del video (sul modello dei bollini o avvisi acustici usati in TV), come peraltro prevede la normativa audiovisiva UE recepita anche in Spagna.
- Tutela della proprietร intellettuale e diritto dโautore: gli influencer, spesso creatori essi stessi di contenuti originali, dovranno rispettare le leggi sul copyright nellโuso di materiali di terzi. Ciรฒ significa niente utilizzo illecito di brani musicali, spezzoni video, immagini protette o loghi altrui senza autorizzazione. Il Codice richiama lโobbligo di rispettare i diritti dโautore in ogni pubblicazione, equiparando i creator alle altre emittenti anche su questo fronte. Questa misura tutela sia i detentori di diritti, sia contribuisce a promuovere una cultura della legalitร tra gli influencer (dove in passato non erano rari casi di musica non licenziata nei video, ecc.).
- Trasparenza delle comunicazioni commerciali: รจ il punto forse piรน atteso. Viene imposto in modo tassativo lโobbligo di dichiarare in modo inequivocabile la natura pubblicitaria di contenuti sponsorizzati o collaborazioni promozionali. Ogni contenuto che promuove prodotti o servizi in virtรน di un accordo economico (o pagamento in natura) dovrร essere chiaramente identificabile come pubblicitร , attraverso appositi hashtag o diciture ben visibili (es. #pubblicitร , #advertising, #sponsor). Questo per โeliminare definitivamente la pratica della pubblicitร occultaโ che ha caratterizzato i primi anni del settore. Il Codice rinvia espressamente al Digital Chart, il regolamento di autodisciplina promosso dallโIstituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP), integrandolo perรฒ in un contesto di norme cogenti. Va ricordato che lโIAP giร dal 2019 richiede agli influencer di utilizzare hashtag come #ad o #sponsored, e ha aggiornato tali linee guida nel 2023 specificando che lโindicazione promozionale vada mantenuta anche in caso di repost del contenuto su altre piattaforme. Ora perรฒ รจ lโAgcom โ autoritร pubblica โ a poter sanzionare la mancanza di trasparenza. ร importante sottolineare che sono vietate forme di pubblicitร occulta o subliminale: ad esempio, mostrare o citare un prodotto a fini promozionali senza avvertire il pubblico รจ illecito. Similmente, certi settori regolamentati sono oggetto di restrizioni: il Codice ribadisce che gli influencer non possono eludere i divieti vigenti su tabacco (completamente proibito), alcol o gioco dโazzardo. Per questi ultimi due ambiti (alcolici e betting) valgono le limitazioni giร previste dalle leggi e dai codici media: in pratica i creator devono attenersi alle stesse regole di uno spot tradizionale, evitando di promuovere il gioco dโazzardo ai minori o in modo irresponsabile. Anche lโambito della cosmetica e benessere รจ sorvegliato speciale: la legge francese, ad esempio, ha vietato agli influencer di promuovere interventi di chirurgia estetica o โdiete miracoloseโ senza basi scientifiche, e lโItalia nel suo Codice richiama comunque il dovere generale di onestร nelle comunicazioni relative a salute e cura della persona.
- Autenticitร e responsabilitร nei contenuti: una clausola innovativa nel Codice riguarda lโuso di filtri e manipolazioni digitali. Agcom richiede che, se un influencer pubblica contenuti modificati significativamente (ad esempio foto ritoccate, video con filtri che alterano lโaspetto fisico), ne venga data chiara informazione al pubblico, ad esempio tramite un hashtag del tipo #filtro o #immagine modificata. Lโintento รจ combattere la diffusione di standard di bellezza irrealistici e proteggere soprattutto i piรน giovani dallโinganno di immagini artificialmente perfezionate. Questa previsione รจ in linea con la normativa francese, che ha proibito lโuso di immagini ritoccate con filtri digitali per promuovere cosmetici, a meno che il ritocco non sia dichiarato espressamente. Si tratta di un terreno nuovo per la regolamentazione, che tocca aspetti di etica e sinceritร nella comunicazione visiva da parte degli influencer.
Nel complesso, queste regole delineano un codice etico e professionale a cui gli influencer di alto profilo dovranno attenersi. Non sono mere raccomandazioni, bensรฌ obblighi vincolanti. Agcom ha precisato che predisporrร sistemi di monitoraggio e verifica del rispetto delle regole, avvalendosi anche di segnalazioni e controlli a campione. In caso di violazioni, scatteranno le sanzioni previste (vedi oltre). ร lecito attendersi che, dopo una fase iniziale di adattamento, questi principi diventino parte integrante del modus operandi dei creator professionisti, contribuendo a rendere i contenuti sponsorizzati piรน onesti, sicuri e trasparenti.
Creator come editori: responsabilitร e obblighi per chi supera 500k follower
Uno dei concetti cardine del nuovo impianto normativo รจ che gli influencer rilevanti vengano equiparati ai fornitori di servizi media audiovisivi tradizionali. LโAgcom infatti li considera assimilabili alle emittenti televisive, dato che โraggiungono un numero significativo di utentiโ e hanno un โimpatto rilevante su una porzione significativa di pubblicoโ italiano. Questo comporta che siano titolari di piena responsabilitร editoriale sui contenuti che producono e diffondono. In pratica, un influencer con 1 milione di follower deve rispondere di ciรฒ che pubblica come farebbe un direttore di rete per i programmi trasmessi. ร un cambiamento di prospettiva importante: finora molti creator si vedevano solo come privati cittadini che condividono opinioni o consigli, ora invece vengono riconosciuti (e normati) come operatori dei media digitali a tutti gli effetti.
Questa responsabilizzazione si traduce in vari obblighi concreti. Oltre a dover rispettare i principi di cui sopra, i grandi influencer dovranno organizzarsi per garantire tale conformitร . Ad esempio, per assicurare la correttezza di quanto divulgano, potrebbe rendersi necessario fare fact-checking su notizie o affermazioni prima di pubblicarle. Per tutelare i minori, dovranno attivare filtri dโetร sui contenuti sensibili e moderare i commenti piรน aggressivi. Per la trasparenza pubblicitaria, dovranno coordinarsi con i brand con cui collaborano affinchรฉ ogni post sponsorizzato rechi le diciture adeguate sin da subito. In sostanza, gli influencer di grandi dimensioni dovranno adottare una mentalitร piรน โeditorialeโ e professionale nella gestione dei propri canali, dotandosi magari di social media manager, consulenti legali o figure di compliance che li assistano. Non a caso, al tavolo tecnico Agcom hanno partecipato anche agenzie di marketing digitale e piattaforme social: lโintento รจ stato proprio quello di definire regole attuabili e condivise, sapendo che per rispettarle servirร spesso un cambio di passo organizzativo da parte dei creator.
Va detto che il Codice prevede un regime di esenzioni o attenuazione per alcuni casi particolari. Ad esempio, durante i lavori preparatori si รจ discusso di non gravare con tutti gli obblighi gli influencer che non operano in modo continuativo o strutturato. Le linee guida iniziali (gennaio 2024) ipotizzavano che chi non raggiungeva 1 milione di follower complessivi, pubblicava meno di 24 contenuti nellโanno precedente e aveva engagement medio inferiore al 2% potesse essere considerato amatoriale e quindi soggetto a un regime piรน mite. Nella versione definitiva, lโasticella รจ stata posta a 500mila follower su singola piattaforma, ma resta lโidea che sotto certi livelli di attivitร lโinfluencer non sia equiparabile a unโazienda media. Tuttavia, per i top creator professionisti la linea รจ tracciata: devono comportarsi come editori digitali responsabili. Questo concetto รจ rafforzato dalla cornice giuridica europea, in particolare dalla direttiva sui servizi media audiovisivi (Direttiva SMAV) e dalle raccomandazioni del gruppo dei regolatori ERGA, che invitano gli Stati a includere i grandi influencer nel perimetro dei fornitori di contenuti regolamentati. LโItalia, con il Testo Unico Media del 2021, ha recepito queste indicazioni e ora le concretizza attraverso il Codice di condotta.
Sanzioni e controlli: multe fino a 600.000 euro e sospensione
Per rendere efficaci le nuove regole, Agcom ha previsto un sistema di sanzioni significativo in caso di violazioni del Codice. Le multe amministrative sono pensate per essere proporzionate ma anche dissuasive, considerando i guadagni potenzialmente elevati dei maggiori influencer. In base a quanto stabilito: le infrazioni in materia di trasparenza pubblicitaria possono comportare multe da 10.000 fino a 250.000 euro, a seconda della gravitร . Se invece le violazioni riguardano la tutela dei minori (ritenuta unโarea particolarmente sensibile), le sanzioni possono salire fino a 600.000 euro. Questโultima cifra rappresenta il tetto massimo ed evidenzia la volontร di Agcom di colpire duramente eventuali contenuti che, ad esempio, mettano a repentaglio il benessere dei bambini o adolescenti (pensiamo a challenge pericolose, istigazione al bullismo, ecc.).
Oltre alle sanzioni pecuniarie, il Codice prevede ulteriori misure correttive. Nei casi di violazioni gravi o ripetute, lโAgcom potrร arrivare a disporre la sospensione dellโattivitร dellโinfluencer, per un periodo massimo di sei mesi. Questo significa, concretamente, che un creator recidivo o protagonista di uno scandalo serio potrebbe essere costretto a staccare la spina dai social temporaneamente, con divieto di pubblicare contenuti sponsorizzati durante la sospensione. Una sanzione del genere avrebbe un impatto economico e reputazionale enorme sul creator, e per questo viene vista come extrema ratio. Tuttavia la sola minaccia della sospensione fungerร da forte deterrente.
LโAgcom avrร compiti di vigilanza attiva: attraverso il monitoraggio (anche automatizzato) delle piattaforme e segnalazioni degli utenti, potrร individuare possibili infrazioni. In caso di accertamento, seguirร un procedimento sanzionatorio formale, con possibilitร per lโinfluencer di difendersi o adeguarsi (ad esempio rimuovendo il contenuto contestato). ร plausibile che lโAutoritร adotti inizialmente un approccio graduale, privilegiando lโmoral suasion e richiami nei primi mesi di applicazione, per dare modo ai creator di allinearsi. Ma successivamente non mancheranno provvedimenti esemplari se qualcuno tra gli โinfluencer rilevantiโ dovesse ignorare deliberatamente le regole. Del resto, giร in passato altre autoritร hanno colpito duramente comportamenti scorretti: oltre al caso Ferragni giร citato (sanzionato dallโAntitrust), vanno ricordate le multe che la stessa Agcom ha inflitto a celebritร televisive e youtuber per pubblicitร occulta in TV o online (ad esempio, sanzioni nellโordine di 50.000 โฌ per spot mascherati in programmi web). Ora questo potere si estende esplicitamente anche al regno dei social influencer.
Le prime reazioni delle associazioni dei consumatori sono positive sul fronte delle sanzioni: lโUnione Nazionale Consumatori ha definito lโintroduzione di multe salate โun passo avanti importanteโ contro la piaga della pubblicitร occulta sui social, pur chiedendo controlli rigorosi anche sui creator di fascia media. Il Codacons, dal canto suo, pur giudicando il Codice nel complesso โinsoddisfacenteโ per i motivi visti (soglia 500k troppo alta, ecc.), ha comunque apprezzato lโidea di colpire duramente chi infrange le regole e ha invocato pene severe anche per chi gonfia artificialmente le proprie interazioni con bot o falsi follower. Insomma, cโรจ attesa su come lโAgcom applicherร concretamente la mano pesante promessa dal Codice.
Da notare che le sanzioni Agcom si affiancheranno a quelle di altri organi: lโAutoritร Antitrust (AGCM) manterrร la propria competenza sulle pratiche commerciali scorrette, potendo intervenire anche contro influencer piรน piccoli se ingannano i consumatori (con multe che, in teoria, possono arrivare fino al 10% del fatturato annuo ai sensi del Codice del Consumo). Inoltre il GARANTE Privacy potrebbe sanzionare eventuali violazioni sulla protezione dei dati (es. uso illecito di dati dei follower). Pertanto i top influencer ora si trovano a operare in un contesto dove piรน fari sono puntati su di loro, e qualsiasi condotta scorretta puรฒ avere conseguenze economiche rilevanti. Questo dovrebbe incentivarli a dotarsi di codici di condotta interni e consulenze legali continuative, come fanno le grandi aziende mediatiche.
Perchรฉ regolamentare gli influencer: tutela utenti e mercato
Lโintervento regolatorio dellโAgcom trova la sua ragion dโessere in diverse motivazioni di fondo. Anzitutto, la tutela dei consumatori e degli utenti digitali: nellโecosistema social gli utenti spesso faticano a distinguere tra consigli spontanei e messaggi sponsorizzati, tra contenuti autentici e manipolati. Garantire che un post pubblicitario sia dichiarato come tale, o che un video non diffonda informazioni false, significa proteggere il pubblico da possibili inganni e danni (economici, di salute, etc.). Si pensi ai giovani che imitano sfide pericolose viste da influencer, o ai follower che acquistano prodotti inutili spinti da recensioni non trasparenti: regole chiare possono mitigare questi rischi.
Cโรจ poi la questione della paritร concorrenziale: finora gli influencer, pur facendo in parte le veci dei media tradizionali, non erano soggetti agli stessi oneri (ad esempio in TV la pubblicitร รจ rigidamente regolata e non si possono trasmettere messaggi occulti, mentre su Instagram finora proliferavano). Questo creava uno squilibrio competitivo tra chi investe in pubblicitร sui media normati e chi lo fa sui social in modo piรน spregiudicato. Estendere agli influencer rilevanti obblighi simili a quelli delle emittenti aiuta a โassicurare un clima di concorrenza leale tra i nuovi operatori e quelli piรน tradizionaliโ, come sottolineato dallโAgcom. In altri termini, unโazienda televisiva e un influencer con milioni di seguaci ora giocano con regole piรน comparabili.
Unโaltra motivazione cruciale รจ la protezione dei minori e dei soggetti vulnerabili. Il mondo dei social puรฒ esporre i giovanissimi a contenuti inadatti, modelli negativi o pressioni consumistiche forti. LโAgcom, che giร vigila sui contenuti TV per fasce protette, intende con questo Codice estendere tale protezione anche allโuniverso online. Requisiti come segnalare contenuti potenzialmente nocivi, vietare messaggi che possano nuocere allo sviluppo dei minori, limitare la pubblicitร di giochi dโazzardo, vanno tutti in questa direzione. Inoltre, tutelare i minori significa anche evitare che essi stessi vengano sfruttati come testimonial inconsapevoli: il fenomeno dei baby influencer (bambini messi davanti alla telecamera per promuovere giocattoli, cibo, moda) verrร monitorato affinchรฉ avvenga โ se avviene โ nel rispetto delle leggi sul lavoro minorile e con garanzie sul benessere del bambino coinvolto.
Infine, la regolamentazione serve a garantire una maggiore affidabilitร dellโecosistema digitale nel suo complesso. Come ha affermato il Presidente Agcom Giacomo Lasorella, queste nuove regole sono parte dellโimpegno dellโAutoritร per โun mondo digitale sicuro e affidabileโ, a tutela tanto dei cittadini quanto dello stesso mercato. Se gli utenti avranno piรน fiducia nei contenuti online (perchรฉ sanno che sono verificati e trasparenti), saranno piรน propensi a interagirvi e magari a fare acquisti informati; parallelamente, i brand seri saranno piรน invogliati a investire in campagne di influencer marketing etico e regolato, sapendo di poter contare su un quadro di riferimento chiaro. In sostanza, la regolazione punta a far crescere in modo sostenibile un settore che, lasciato del tutto privo di regole, rischiava altrimenti di alimentare truffe, sfiducia e fenomeni tossici. Non ultimo, cโรจ un allineamento con gli orientamenti internazionali: istituzioni europee e governi di vari Paesi stanno tutti cercando di โtrovare il giusto equilibrio tra libertร di espressione e protezione degli utentiโ in materia di influencer. LโItalia ha deciso di agire in anticipo, delineando quello che potrebbe diventare un modello anche altrove.
Confronto con le norme in Europa: Francia, Spagna, Germania e altri
LโItalia non รจ lโunica a muoversi per regolamentare gli influencer, ma il suo approccio presenta caratteristiche uniche (come il registro ufficiale). Uno sguardo in Europa mostra diverse vie intraprese:
- Francia: รจ stata tra le prime a intervenire in maniera organica. Nel giugno 2023 รจ entrata in vigore in Francia la Loi 2023-451 (nota come Influencers Act), che ha imposto obblighi stringenti agli influencer commerciali. Questa legge vieta agli influencer di promuovere alcuni prodotti o pratiche considerati pericolosi o eticamente problematici: ad esempio รจ vietata la promozione di interventi di chirurgia estetica, di cure mediche โalternativeโ al posto di quelle scientifiche, cosรฌ come la pubblicitร per prodotti contenenti nicotina (sigarette elettroniche comprese). Sono proibite le promozioni di scommesse e gioco dโazzardo a meno di specifiche autorizzazioni. Inoltre, la Francia ha introdotto lโobbligo di esplicita disclosure per foto e video ritoccati usati a fini pubblicitari: se un influencer posta unโimmagine di sรฉ modificata digitalmente per sponsorizzare un cosmetico, deve dichiararlo chiaramente, altrimenti viola la legge. Le sanzioni francesi sono pesanti: fino a 2 anni di carcere e 300.000 euro di multa per chi infrange queste norme, oltre alla possibilitร di ban dalle piattaforme. La legge francese richiede anche che gli influencer operanti sul mercato francese (quindi anche stranieri che si rivolgono a pubblico francese) abbiano uno status giuridico regolare (es. aprire la partita IVA in Francia, dichiarare i compensi, ecc.) e non possano promuovere prodotti finanziari o medicinali senza autorizzazioni specifiche. Lโapproccio francese รจ quindi legislativo e molto orientato alla protezione del consumatore e della salute pubblica. LโItalia, col suo Codice Agcom, condivide lโobiettivo di trasparenza e tutela (ad esempio il divieto di pubblicitร occulta e lโattenzione ai filtri), ma si รจ mossa tramite lโAutoritร di settore piรน che con una legge parlamentare, almeno in questa fase.
- Spagna: ha adottato un modello differente, integrando gli influencer nella normativa sui media audiovisivi. Nel 2022 la Spagna ha varato la Ley General de Comunicaciรณn Audiovisual (LGCA) che giร inquadrava i โutenti di speciale rilevanzaโ sulle piattaforme video. Nel maggio 2023 un regolamento attuativo (Real Decreto 444/2024, entrato in vigore a maggio 2024) ha definito i parametri per identificare questi influencer di grande rilevanza e i relativi obblighi. In Spagna dunque si parla di โUsuarios de Especial Relevanciaโ (UER), concetto simile ai โcreator rilevantiโ italiani. I criteri spagnoli combinano soglia di pubblico e reddito: รจ UER chi supera 1.000.000 di follower su una piattaforma (o 2 milioni sommando tutte le piattaforme), e ha realizzato almeno 24 video nellโultimo anno, e ha conseguito ricavi annui โฅ 100.000 euro (inizialmente la soglia reddito proposta era 50k, poi portata a 100k, e infine il RD lโha fissata addirittura a 300.000 euro annui). Questi super-influencer spagnoli devono registrarsi presso lโautoritร audiovisiva e rispettare obblighi analoghi a quelli delle tv: segnalare chiaramente la pubblicitร (es. con #publi o avvisi visivi/acustici nei video), vietato il product placement occulto, divieto di pubblicitร tabacco (totale) e restrizioni su alcol e gioco dโazzardo, protezione dei minori con avvisi sui contenuti potenzialmente nocivi (es. se in un video compaiono scene di violenza o droghe, lโinfluencer deve apporre un disclaimer per avvertire i genitori). La normativa spagnola prevede sanzioni e coinvolge anche le piattaforme nella vigilanza. In sintesi, la Spagna ha seguito la via di includere i grandi influencer nel quadro regolatorio esistente per i media, identificandoli giuridicamente come โprestatori di servizi audiovisiviโ quasi al pari di Netflix o delle emittenti tradizionali. LโItalia con Agcom ha obiettivi simili ma procedure diverse: registro dedicato, consultazione ad hoc e un codice di condotta autonomo. Entrambi i Paesi perรฒ riconoscono la necessitร di controllare i big del web come soggetti con responsabilitร pubblica.
- Germania: non ha (al momento) una legge specifica per influencer come Francia o Spagna, ma si basa su giurisprudenza e autorregolamentazione. Diversi casi giudiziari hanno chiarito come gli influencer debbano comportarsi. In particolare, i tribunali tedeschi hanno stabilito che qualsiasi contenuto promozionale non immediatamente riconoscibile come tale deve essere etichettato con hashtag tipo #Anzeige (#advertisement). Riguardo ai post non pagati (es. se lโinfluencer mostra spontaneamente un prodotto acquistato di tasca propria), cโรจ stato dibattito: alcune sentenze ritenevano che anche in quel caso andasse segnalato, altre no. La conclusione prevalente รจ che solo se il brand menzionato non ha avuto alcuna influenza e non cโรจ alcun vantaggio per lโinfluencer si potrebbe evitare lโetichetta pubblicitaria, ma poichรฉ questo รจ difficile da provare, la prassi piรน sicura รจ dichiarare tutto come sponsorizzazione anche quando non cโรจ un pagamento diretto. In Germania insomma vige un principio di estrema cautela sulla trasparenza. Inoltre esistono codici professionali (es. linee guida dellโAssociazione social media) e lโapplicazione di normative generali (leggi su concorrenza sleale) che permettono di multare chi fa pubblicitร ingannevole. Non cโรจ una soglia ufficiale di follower oltre cui scattano obblighi ulteriori come in Italia, anche se se ne discute: la percezione รจ che tutti gli influencer, grandi o piccoli, debbano comportarsi onestamente, altrimenti interviene il Landgericht (Tribunale) su segnalazione di concorrenti o associazioni di consumatori.
- Altri Paesi UE: molti adottano approcci di self-regulation o aggiornano norme pubblicitarie esistenti. Ad esempio, nei Paesi Bassi i creatori con piรน di 500mila iscritti devono registrarsi presso lโAutoritร dei media e aderire al codice pubblicitario olandese, con sanzioni fino a 225.000 โฌ in caso di mancata ottemperanza. In Belgio, gli influencer sono equiparati ai fornitori di servizi mediatici e chi li paga deve assicurarsi che la natura commerciale sia dichiarata. In Ungheria, lโAntitrust tiene responsabili sia influencer che marchio per mancate disclosure, con multe anche ai brand. LโIrlanda opera via lโente di autodisciplina (ASAI) che ha persino reso pubblici i nomi degli influencer inadempienti per โshamingโ pubblico. La Polonia recentemente ha avviato indagini sugli influencer con possibili sanzioni fino al 10% del fatturato per chi non etichetta i post sponsorizzati. Molti Paesi dellโEst Europa si affidano a raccomandazioni e codici etici che impongono #ad o #reklama nei post (es. Bulgaria, Lituania, Slovacchia). Altri Stati sono ancora indietro: in Slovenia, ad esempio, gli influencer non sono neanche considerati โmediaโ e sfuggono al Mass Media Act. Complessivamente, perรฒ, la tendenza europea va verso un maggiore controllo: anche lโERGA (lโorganismo che riunisce i regolatori audiovisivi europei) sta lavorando a proposte per armonizzare le regole sugli influencer a livello UE. LโItalia, con lโiniziativa Agcom, si inserisce in questa scia e anzi anticipa possibili sviluppi comunitari, tantโรจ che il documento italiano risulta allineato alle raccomandazioni ERGA in materia.
Reazioni del mondo creator e delle piattaforme
Lโintroduzione del Codice Agcom sugli influencer ha suscitato ampio dibattito tra i diretti interessati โ i creator stessi โ e gli stakeholder del settore digitale. In generale, molte agenzie e professionisti dellโinfluencer marketing hanno accolto positivamente lโarrivo di regole piรน chiare, vedendolo come un passo verso la maturitร e la legittimazione di questo mestiere. La stessa Assoinfluencer (associazione di categoria) ha collaborato alla stesura e tramite i suoi rappresentanti ha espresso soddisfazione per un provvedimento che โfornisce finalmente un quadro di certezze entro cui operareโ. Per i creator che giร lavorano in modo professionale e trasparente, il Codice rappresenta in fondo un riconoscimento del loro ruolo e uno scudo contro la concorrenza sleale di chi finora agiva senza scrupoli. Alcuni influencer di rilievo hanno commentato sui social di essere favorevoli alle norme anti-pubblicitร occulta, perchรฉ โripuliscono il settore dai furbettiโ e aumentano la fiducia del pubblico. Cโรจ anche chi sottolinea come seguire linee guida etiche migliori la credibilitร personale di un influencer agli occhi di fan e aziende.
Tuttavia non mancano le preoccupazioni. Alcuni creator temono un eccesso di burocratizzazione: lโobbligo di registrarsi presso lโAgcom, rispettare normative simili a quelle televisive, potrebbe sembrare oneroso e poco compatibile con la spontaneitร tipica dei social. Si รจ discusso, ad esempio, di come verrร gestita la verifica dei contenuti: โDovremo far controllare i video da un legale prima di pubblicarli?โ ironizza qualcuno. Altri sollevano il rischio di limitare la creativitร e la libertร dโespressione: in particolare, su temi sociali o politici, alcuni influencer potrebbero autocensurarsi per paura che opinioni forti vengano interpretate come lesive di dignitร o incitanti allโodio. Cโรจ quindi attenzione affinchรฉ lโimplementazione del Codice non si traduca in un โbavaglioโ involontario; su questo punto Agcom ha ribadito che non intende affatto entrare nel merito delle opinioni espresse, ma solo sanzionare eventuali violazioni oggettive (hate speech conclamato, fake news, ecc.).
Un aspetto segnalato come problematico dal Codacons riguarda la soglia di applicazione: come visto, lโassociazione la considera โunโassurditร โ, poichรฉ lascia fuori influencer con magari centinaia di migliaia di follower appena sotto 500k, i quali potranno โcontinuare ad operare come meglio credonoโ senza le nuove restrizioni. Il Codacons avrebbe preferito criteri piรน estensivi o graduati, per non creare un โdoppio binarioโ tra chi sta sopra o sotto la soglia. Inoltre ha lamentato โla totale assenza di misure contro le alterazioni create dallโintelligenza artificiale e le false interazioniโ (bot, like fasulli), strumenti cui alcuni influencer ricorrono per gonfiare il proprio valore commerciale. Questa รจ in effetti una sfida futura: il Codice Agcom al momento non affronta esplicitamente il tema delle deepfake o dei follower falsi, e potrebbe richiedere integrazioni man mano che la tecnologia evolve.
Dal lato delle piattaforme social (Instagram, TikTok, YouTube, Facebook), le reazioni ufficiali sono state caute ma collaborative. I grandi operatori erano presenti al tavolo di lavoro e hanno tutto lโinteresse a mostrarsi proattivi nel rendere le loro piattaforme ambienti sicuri. Ad esempio, Meta e Google hanno giร sistemi per taggare i branded content e linee guida proprie sulla pubblicitร trasparente; con le nuove regole italiane, dovranno probabilmente affinare ulteriormente gli strumenti di segnalazione per gli utenti italiani e rispondere tempestivamente alle richieste dellโAgcom (come rimuovere contenuti illeciti su ordine dellโAutoritร ). Non si prevedono perรฒ scontri aperti: a differenza di altri ambiti (vedi direttiva copyright), qui piattaforme e autoritร condividono lโobiettivo di evitare scandali e proteggere gli utenti piรน giovani. TikTok ad esempio ha introdotto il divieto di promuovere certe categorie di prodotti (es. alcol) nei suoi termini di servizio e ha attivato funzioni per segnalare video non appropriati ai minori; queste misure potranno integrarsi con il quadro Agcom.
In sintesi, il mondo dei creator sta reagendo con un mix di approvazione e adattamento. Chi ha costruito unโattivitร solida probabilmente si adeguerร senza troppe difficoltร โ molti giร rispettavano le regole IAP, dunque si tratta di formalizzare pratiche corrette. Chi invece sfruttava zone grigie dovrร cambiare registro o rischierร sanzioni. Nel frattempo, cโรจ fermento per eventuali ulteriori interventi normativi: il Parlamento italiano ad esempio potrebbe valutare in futuro di trasformare alcuni principi del Codice in legge dello Stato, o di abbassare la soglia di rilevanza. Molto dipenderร dagli esiti pratici: se il Codice Agcom porterร benefici tangibili (meno pubblicitร ingannevole, meno hate speech online, etc.), sarร visto come un modello virtuoso; in caso contrario, potrebbero aprirsi discussioni per correggerne i limiti.
Implicazioni legali, economiche e di comunicazione per il settore
Lโentrata in vigore di regole vincolanti sugli influencer avrร una serie di ricadute sul settore dellโinfluencer marketing, dal punto di vista legale, economico e delle strategie comunicative.
Dal lato legale, come giร accennato, i maggiori influencer dovranno probabilmente dotarsi di un supporto professionale continuo. Diventa consigliabile per un creator con milioni di follower avere un consulente legale o uno studio di riferimento per vagliare contratti commerciali, adeguare i contenuti agli obblighi e gestire le interazioni con lโAgcom (es. per lโiscrizione al registro o per eventuali procedimenti). Le agenzie di influencer management e le MCN (multi-channel network) potranno differenziarsi offrendo servizi di compliance normativa ai talent che rappresentano. In prospettiva, potrebbe emergere la figura del โcompliance officerโ specializzato in social media, incaricato di assicurare che i post di un influencer siano conformi a tutte le normative (pubblicitarie, privacy, diritto dโautore, ecc.). Questa professionalizzazione forzata potrebbe aumentare i costi operativi per i creator di alto profilo, ma al contempo li mette al riparo da errori costosi: meglio investire in consulenza che prendere una multa da centinaia di migliaia di euro per una svista. Anche i contratti di influencer marketing tra brand e creator dovranno evolversi: ci si aspetta che includano clausole esplicite sul rispetto del Codice Agcom e su chi รจ responsabile in caso di violazioni (ad esempio, lโinfluencer potrebbe dover manlevare il brand se una sanzione nasce da un suo comportamento scorretto, o viceversa). Le aziende vorranno assicurarsi che il talento ingaggiato sia iscritto al registro (se dovuto) e in regola con lโAutoritร , prima di confermarlo per campagne importanti.
Sul piano economico, gli effetti sono duplici. Da un lato, potrebbe verificarsi un innalzamento delle barriere allโingresso nel segmento โtop influencerโ: chi ambisce a superare la soglia dei 500k follower saprร di entrare poi in un regime piรน rigido, e questo potrebbe far desistere alcuni improvvisati. I creator professionisti esistenti potrebbero avere meno concorrenza sleale da parte di chi finora operava disordinatamente. Dโaltro canto, i brand potrebbero temporaneamente orientarsi maggiormente verso micro e mid-tier influencer (quelli con decine o poche centinaia di migliaia di follower), ritenendoli piรน โagiliโ e meno soggetti a vincoli burocratici. Tuttavia, va detto che anche i piccoli influencer sono comunque tenuti per legge a non fare pubblicitร ingannevole: il Codice Agcom funge da stimolo per tutti ad essere piรน trasparenti, pena lโintervento di altre autoritร . Nel lungo periodo, la regolamentazione dovrebbe accrescere la fiducia delle aziende nellโinvestire in influencer marketing, perchรฉ il contesto diventa piรน simile a quello della pubblicitร classica, con garanzie di controllo. Le aziende avverse al rischio โ che finora erano diffidenti verso campagne con influencer per timore di scandali โ potrebbero ora vedere il settore come piรน affidabile e strutturato, sbloccando budget maggiori. Secondo dati UPA citati da Agcom, oltre la metร delle aziende europee giร utilizza social media nelle proprie strategie di marketing, e questa percentuale potrร crescere ulteriormente se il terreno รจ normato. Inoltre, se i contenuti sponsorizzati diventano piรน riconoscibili e onesti, il ROI delle campagne potrebbe persino migliorare: i consumatori stanchi di pubblicitร occulte potrebbero reagire meglio a promozioni dichiarate, purchรฉ ben fatte. ร un cambiamento culturale che richiederร tempo, ma che puรฒ portare beneficio sia alle imprese sia ai creator virtuosi.
Dal punto di vista delle strategie di comunicazione, lโintero settore dellโinfluencer marketing dovrร adeguarsi. Le agenzie e i centri media che pianificano campagne con influencer inseriranno la compliance normativa come parametro di selezione: verranno preferiti influencer che hanno giร adottato le best practice (uso costante di #adv, contenuti family-friendly se servono, ecc.). Potremmo assistere a unโevoluzione creativa nel modo di fare advertising sui social: dovendo esplicitare la natura promo, i brand e i creator dovranno puntare su contenuti di qualitร , coinvolgenti e autentici anche dichiaratamente pubblicitari, per non perdere lโattenzione del pubblico. In pratica, lโera dei product placement camuffati potrebbe lasciare spazio a format di sponsorizzazione piรน trasparenti ma creativi, ad esempio rubriche fisse sponsorizzate, challenge lanciate col tag del brand, ecc., dove il pubblico sa che cโรจ una partnership ma la accetta perchรฉ il contenuto offre comunque intrattenimento o valore. Allo stesso tempo, i brand dovranno stare attenti ai temi sensibili: ad esempio, collaborare con un influencer su un prodotto per bambini implicherร verificare che quel creator sia pienamente conforme alle regole sui minori (linguaggio adatto, niente pubblicitร a junk food senza moderazione, ecc.), perchรฉ lโultima cosa che unโazienda vuole รจ essere coinvolta in una polemica o multa per contenuti inappropriati del testimonial. ร probabile che vedremo fiorire corsi e workshop formativi per influencer e marketer sulle nuove regole (โregole per gli influencerโ รจ giร una keyword ricercata): la conoscenza approfondita del Codice Agcom e delle normative analoghe sarร un must per chiunque lavori nel settore, un poโ come chi opera in pubblicitร tradizionale deve conoscere il Codice IAP e le leggi sulla pubblicitร .
Impatti su brand e agenzie: come cambia la collaborazione con gli influencer
Dal lato delle aziende inserzioniste e delle agenzie di comunicazione, lโavvento di questa regolamentazione comporta alcuni cambiamenti pratici nella gestione delle campagne di influencer marketing. Innanzitutto, i brand dovranno selezionare con maggiore attenzione i creator con cui collaborare. Non si guarderร solo alle metriche di reach e engagement, ma anche alla reputazione di compliance dellโinfluencer: รจ iscritto al registro influencer se dovuto? Ha una storia pulita rispetto a pubblicitร occulte o contenuti controversi? Rispetta le โregole per gli influencerโ sancite da Agcom? Queste domande diventeranno parte integrante dei briefing e delle checklist prima di ingaggiare un talento. Probabilmente, le aziende chiederanno agli influencer (o ai loro agenti) garanzie contrattuali di rispetto del Codice: per esempio clausole che obbligano lโinfluencer a inserire i tag pubblicitari concordati, a non pubblicare materiale non approvato che violi i principi (odio, volgaritร , ecc.), con eventuali penali se ciรฒ avviene. Si consoliderร la pratica di redigere contratti dettagliati per ogni collaborazione, laddove in passato alcuni accordi erano piรน informali (soprattutto con influencer piccoli).
Le agenzie creative e centri media dovranno aggiornare i propri processi: durante lโideazione di una campagna con influencer, dovranno prevedere momenti di controllo legale sui contenuti proposti. Giร ora molte agenzie forniscono linee guida su cosa lโinfluencer deve o non deve dire; queste linee guida diventeranno ancora piรน specifiche per includere i dettami del Codice (es. โassicurati di dire che รจ una collaborazione pagata allโinizio del videoโ, oppure โnon mostrare minori che usano il prodottoโ se non consentito, ecc.). In alcune situazioni, le aziende potrebbero richiedere di visionare in anteprima i post o i video prima della pubblicazione, non solo per approvarne la creativitร ma anche per evitare sbavature normative. Ciรฒ รจ permesso โ anzi, incoraggiato โ dallo stesso Codice IAP (Digital Chart), purchรฉ sia chiaro al pubblico quando un contenuto รจ soggetto ad approvazione del brand. Questa pratica di vetting potrebbe diventare lo standard soprattutto per campagne ad alto budget o temi delicati.
Dal punto di vista delle tempistiche, i brand e le agenzie dovranno considerare nei piani anche i passaggi aggiuntivi: iscrizione al registro (se lโinfluencer non lโha ancora fatto), eventuale comunicazione allโAgcom se richiesta, e soprattutto un poโ di tempo extra per le revisioni dei contenuti sotto il profilo normativo. Nulla di drammatico, ma รจ un adattamento del workflow.
Un altro cambiamento riguarda la responsabilitร condivisa. Finora, se un influencer non segnalava una pubblicitร , lโAntitrust poteva sanzionare anche lโazienda beneficiaria per pratica scorretta (come avvenuto nel caso Ferragni-Balocco, dove Balocco fu multata insieme alla Ferragni). Con il Codice Agcom focalizzato sugli influencer, la responsabilitร principale di fronte ad Agcom ricade sul creator, ma รจ evidente che nessun brand vuole trovarsi coinvolto in vicende negative. Quindi le aziende faranno in modo di pretendere trasparenza: รจ nel loro stesso interesse, per evitare danni di immagine e possibili interventi di altre autoritร . Ciรฒ potrebbe portare a collaborazioni piรน virtuose: brand e influencer come partner nel garantire contenuti etici. Ad esempio, unโazienda attenta potrebbe scegliere di non lavorare piรน con un influencer che fa spesso borderline content (es. scherzi volgari o uso eccessivo di volgaritร ), per non rischiare violazioni sul rispetto della dignitร umana o simili. Allโopposto, brand che vendono prodotti sensibili (come alcolici) dovranno educare gli influencer ingaggiati sulle regole: โRicorda che non puoi bere alcol nel video se hai follower minorenniโ, ad esempio, oppure โNon incentrare il post sul gioco, cita solo il nostro marchio di scommesse con responsabilitร โ. Si creerร dunque un dialogo piรน strutturato tra marketing aziendale e creator, dove la compliance diventa parte integrante del brief creativo.
Le agenzie dal canto loro potranno offrire servizi di training agli influencer con cui lavorano: piccole sessioni formative sulle normative, magari preparando guide pratiche o vademecum da consegnare ai talent. Questo non solo per fare cultura, ma anche per tutelarsi: unโagenzia professionale vorrร poter dimostrare di aver informato e guidato lโinfluencer correttamente, se mai venisse contestato qualcosa. In parallelo, le piattaforme social potrebbero fornire ai brand strumenti migliori di controllo: ad esempio, Instagram e TikTok giร consentono di inserire tag di partnership che segnalano โPaid partnership with [Brand]โ in cima ai post โ le aziende dovrebbero pretendere che gli influencer usino sempre questi strumenti oltre agli hashtag, per massimizzare la visibilitร della natura pubblicitaria.
In definitiva, per brand e agenzie cambia lโapproccio: lโinfluencer marketing esce dallโadolescenza sperimentale e diventa piรน simile alle altre forme di comunicazione commerciale, con regole, check list e rischi da gestire. Chi saprร navigare questo nuovo contesto ne trarrร vantaggio: i brand potranno sfruttare la potenza narrativa degli influencer con piรน tranquillitร , e le agenzie potranno valorizzare la loro expertise guidando campagne compliant by design. Certo, servirร un poโ di lavoro extra dietro le quinte, ma lโeffetto finale auspicato รจ un ecosistema in cui tutti gli attori sono piรน responsabilizzati: influencer consapevoli del proprio impatto, utenti piรน protetti, marchi piรน sicuri degli investimenti fatti. Come ha riassunto Capitanio di Agcom, si tratta di โcostruire un nuovo equilibrio tra libertร dโespressione, diritti degli utenti e responsabilitร dei creator digitaliโ, portando lโinfluencer marketing in una fase di maggiore maturitร .
Fonti: Agcom, Comunicato stampa 24/07/2025 โ Influencer: approvate Linee guida e Codice di Condotta; Rai News, โInfluencer, Agcom approva linee guida e codice di condottaโ (24 luglio 2025); Corriere.it, โInfluencer, in vigore il Codice di condotta Agcom: … quali sono le regoleโ (25 luglio 2025); ANSA, โAgcom vara il codice di condotta per gli influencerโ (24 luglio 2025); IRPA, โNuove regole per gli influencerโ (2024); Newsroom Italia, โAgcom, arriva il nuovo Codice per influencer: regole rigide e sanzioniโ; Rai TGR Piemonte, โL’antitrust multa Chiara Ferragni e Balocco per pubblicitร ingannevoleโ (15 dicembre 2023).
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