Arrivano le Regole per gli Influencer dall’AGcom ecco dal 2025 in poi cosa dovranno fare

Negli ultimi anni il fenomeno degli influencer รจ cresciuto esponenzialmente, trasformando il modo in cui marchi e consumatori interagiscono online. In Italia, si stima che circa 20 milioni di persone tra i 18 e i 54 anni seguano almeno un influencer sui social media, e il mercato dellโ€™influencer marketing ha raggiunto circa 280 milioni di euro giร  nel 2021, con una crescita annua del 15%. Questa ascesa rapida รจ avvenuta in gran parte senza un quadro normativo chiaro: per lungo tempo i creator digitali hanno operato in un โ€œfar westโ€ regolamentare, non soggetti alle stesse regole di trasparenza e tutela vigenti per i media tradizionali. Ne sono conseguiti casi controversi e preoccupazioni crescenti su pubblicitร  occulte, contenuti inappropriati e protezione del pubblico piรน vulnerabile (minori in primis).

Alla fine del 2023, alcuni episodi emblematici hanno fatto da catalizzatore. Chiara Ferragni, tra le influencer italiane piรน note, รจ stata coinvolta in quello che i media hanno definito il โ€œcaso Baloccoโ€: la sua societร  e lโ€™azienda dolciaria Balocco sono state multate dallโ€™Antitrust per circa 1,5 milioni di euro complessivi a causa di una campagna pubblicitaria ritenuta ingannevole (legata alla vendita di un pandoro โ€œgriffatoโ€ Ferragni con beneficenza annessa). In quel caso lโ€™Autoritร  ha contestato una pratica commerciale scorretta, poichรฉ i messaggi promozionali lasciavano intendere ai consumatori che acquistando il pandoro avrebbero contribuito a una donazione benefica, quando in realtร  la donazione era giร  stata fatta dallโ€™azienda mesi prima. Episodi come questo hanno evidenziato la necessitร  di regole piรน chiare su trasparenza pubblicitaria e correttezza dellโ€™informazione nel settore. Anche il fenomeno dei finfluencer โ€“ influencer finanziari โ€“ ha destato allarme: la Consob ha messo in guardia contro certi โ€œguruโ€ dei social che promettono guadagni facili, inducendo il pubblico a investimenti rischiosi. Inoltre, la tutela dei minori (sia come pubblico sia in qualitร  di baby influencer coinvolti in contenuti sponsorizzati) e il contrasto allโ€™odio online sono diventati temi centrali.

In questo contesto di โ€œstrettaโ€ normativa nel 2024, lโ€™Autoritร  per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha avviato un percorso per porre ordine. Giร  a luglio 2023 lโ€™Agcom aveva lanciato una consultazione pubblica sul tema, raccogliendo contributi da operatori del settore, associazioni di categoria, consumatori e piattaforme. Nel gennaio 2024 lโ€™Autoritร  ha adottato le prime Linee guida rivolte agli influencer, delineando principi generali per estendere anche a loro gli obblighi previsti dal Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi (TUSMA). รˆ stato istituito un Tavolo tecnico per approfondire ulteriori misure e definire dettagli operativi. Lโ€™approccio di Agcom non รจ stato dunque una reazione estemporanea al singolo caso mediatico, ma il frutto di un dibattito ampio e di una necessitร  sempre piรน evidente: colmare un vuoto normativo affinchรฉ chi ha unโ€™enorme influenza sul pubblico online rispetti regole analoghe a chi opera nei media tradizionali.

Il nuovo Codice di condotta Agcom per gli influencer rilevanti

Dopo mesi di consultazioni e confronto multi-stakeholder, a metร  2025 lโ€™Agcom ha approvato in via definitiva il primo Codice di condotta dedicato agli influencer. Il provvedimento รจ stato varato dal Consiglio Agcom il 23 luglio 2025 ed รจ stato annunciato come una svolta epocale per la regolamentazione dellโ€™influencer marketing in Italia. Si tratta di un insieme di regole vincolanti โ€“ una forma di soft law con effetti molto concreti โ€“ che mira a garantire trasparenza, responsabilitร  e tutela degli utenti nelle attivitร  degli influencer. Come ha spiegato il commissario Agcom Massimiliano Capitanio, lโ€™obiettivo รจ โ€œdare regole semplici e direttamente applicabili ai content creator, a tutela della loro professione e degli utentiโ€. Lโ€™Agcom sottolinea che questa iniziativa rappresenta โ€œuna misura moderna e di buonsensoโ€ che puรฒ valorizzare la professionalitร  dei creator seri e rendere il mondo digitale piรน sicuro e affidabile per i cittadini.

Il Codice di condotta Agcom รจ stato redatto con il contributo attivo di molti attori: associazioni di categoria (come lโ€™Associazione Italiana Influencer โ€“ Assoinfluencer), rappresentanti dei consumatori, operatori pubblicitari, piattaforme e creator stessi. Questa collaborazione ha permesso di bilanciare le esigenze di libertร  dโ€™espressione e iniziativa economica dei creator con la tutela dei diritti degli utenti e la necessitร  di โ€œfare puliziaโ€ di pratiche opache. In Consiglio Agcom il Codice รจ passato a larga maggioranza, con un solo voto contrario (la Commissaria Elisa Giomi). Lโ€™entrata in vigore รจ immediata, ma รจ previsto un periodo transitorio (entro sei mesi) per alcuni adempimenti come lโ€™iscrizione al nuovo registro, di cui diremo a breve. Di fatto, lโ€™Italia con questa mossa si pone tra i primissimi Paesi in Europa a dotarsi di una disciplina organica per gli influencer, segnando il passaggio dellโ€™influencer marketing a una stagione di maturitร  regolamentare.

Chi sono gli โ€œinfluencer rilevantiโ€ e criteri per il registro ufficiale

Una domanda chiave รจ: a chi si applicano queste nuove regole? Il Codice Agcom non riguarda tutti gli influencer indistintamente, ma introduce la categoria degli โ€œinfluencer rilevantiโ€. Si intendono con questo termine i creator con un seguito particolarmente ampio, definito tramite soglie quantitative precise. In base al Codice, รจ considerato influencer rilevante chi raggiunge almeno 500.000 follower su almeno una piattaforma social oppure totalizza un minimo di 1 milione di visualizzazioni medie mensili su una piattaforma di condivisione video (ad esempio YouTube). Tale criterio si riferisce dunque allโ€™audience potenziale su un singolo social network o canale, non alla somma su piรน piattaforme. In pratica, i creatori con mezzo milione di follower (o piรน) su Instagram, TikTok, Facebook, YouTube ecc. rientrano in questa definizione, cosรฌ come gli YouTuber che fanno milioni di view al mese sul proprio canale. Secondo le stime, questa soglia coinvolge in Italia circa 2.000 influencer attivi, ossia i vertici piรน alti di un settore che nel 2024 ha generato oltre 352 milioni di euro di ricavi. Si tratta quindi dei creator piรน influenti in assoluto, quelli le cui attivitร  online possono avere un impatto paragonabile ai media tradizionali per dimensione di pubblico.

Per gli influencer al di sotto di tali numeri, il Codice formale Agcom non si applica direttamente. Va ricordato, perรฒ, che restano comunque vigenti altre norme generali (es. il Codice del Consumo contro la pubblicitร  ingannevole, lโ€™autodisciplina IAP, ecc.) che giร  obbligano tutti gli influencer โ€“ anche con platee piรน piccole โ€“ a comportamenti leali e trasparenti. Lโ€™Unione Nazionale Consumatori, ad esempio, pur apprezzando il nuovo Codice, ha auspicato che in futuro le tutele vengano estese anche agli influencer con meno follower, per evitare zone dโ€™ombra nel mercato. Al momento, comunque, lโ€™Agcom ha scelto di concentrare la stretta sui top creator che operano in maniera professionale e continuativa, equiparandoli sostanzialmente ai fornitori di media su larga scala.

Una novitร  assoluta introdotta da Agcom รจ lโ€™istituzione di un registro ufficiale degli influencer rilevanti. In pratica, tutti i creator che superano la soglia dei 500mila follower (o equivalente) hanno lโ€™obbligo di iscriversi in un elenco pubblico tenuto dallโ€™Agcom, entro sei mesi dalla pubblicazione del Codice. Questo elenco โ€“ che sarร  pubblicato sul sito dellโ€™Autoritร  โ€“ servirร  a โ€œcensireโ€ i maggiori influencer e renderli chiaramente individuabili, garantendo tracciabilitร  e controllo sulle loro attivitร  professionali. Lโ€™Agcom in sostanza vuole sapere chi sono, quanti sono e cosa fanno i creator piรน seguiti, per poter meglio monitorare il rispetto delle regole e intervenire in caso di violazioni.

Come funziona il registro influencer?

Dal punto di vista pratico, lโ€™iscrizione al registro consisterร  nella comunicazione allโ€™Agcom dei propri dati e parametri social da parte degli influencer interessati. Sarร  presumibilmente resa disponibile una procedura online sul portale Agcom dove i creator dovranno autodichiarare il superamento delle soglie e fornire elementi identificativi (nome, account, numero di follower/visualizzazioni, ecc.). Lโ€™iscrizione potrebbe ricalcare modelli giร  esistenti come il ROC (Registro Operatori di Comunicazione) per media e provider: difatti si tratta di estendere agli influencer rilevanti alcuni obblighi analoghi a quelli di editori e operatori radiotelevisivi. Il registro non รจ una semplice formalitร  burocratica, ma uno strumento che punta a creare responsabilitร . Essere nellโ€™elenco significa per lโ€™influencer entrare ufficialmente nel radar dellโ€™Autoritร , assumendo uno status professionale riconosciuto. Le informazioni nel registro permetteranno di sapere chi cโ€™รจ dietro a un certo canale seguitissimo e, se serve, contattarlo ufficialmente o sanzionarlo. Dal lato opposto, chi dovesse eludere lโ€™iscrizione obbligatoria pur avendone i requisiti potrebbe incorrere in sanzioni aggiuntive. Il registro italiano degli influencer รจ una novitร  inedita a livello europeo โ€“ altri Paesi non hanno ancora un albo simile โ€“ e colloca lโ€™Italia allโ€™avanguardia nella disciplina del fenomeno. Basti pensare che nei Paesi Bassi esiste un obbligo di registrazione per youtuber o content creator con piรน di 500.000 iscritti, ma si tratta di adesione allโ€™Autoritร  dei media e al codice pubblicitario, non di un elenco pubblico specifico come quello ideato da Agcom.

Le nuove regole per gli influencer: principi chiave del Codice

Il cuore del Codice di condotta Agcom รจ costituito da una serie di principi e obblighi che i creator dovranno rispettare nella produzione e diffusione dei loro contenuti. Tali regole coprono diversi ambiti, dalla correttezza dellโ€™informazione alla tutela dei minori, e ricalcano in parte i doveri giร  noti nel mondo dei media tradizionali e della pubblicitร . Ecco i principi fondamentali fissati dal Codice:

  • Correttezza e imparzialitร  dellโ€™informazione: gli influencer devono impegnarsi a fornire informazioni accurate e verificabili, evitando di diffondere notizie false, fuorvianti o non fondate. Si richiede una presentazione veritiera dei fatti e degli eventi, con verifica preventiva delle fonti e โ€“ nelle parole di Agcom โ€“ un impegno attivo nel contrastare la disinformazione online. In altre parole, chi fa divulgazione o commenta notizie sui social con un vasto seguito viene considerato responsabile editorialmente di ciรฒ che pubblica, al pari di un direttore di testata: fake news e contenuti tendenziosi diventano passibili di sanzione.
  • Rispetto della dignitร  umana e contrasto ai discorsi dโ€™odio: รจ fatto divieto di pubblicare contenuti che possano ledere la dignitร  delle persone o promuovere stereotipi offensivi e discriminatori. Gli influencer devono adottare toni e messaggi rispettosi di ogni categoria sociale ed evitare qualunque forma di hate speech: razzismo, sessismo, omofobia, incitazione alla violenza e simili sono espressamente banditi. Il Codice chiede ai creator di prevenire e contrastare attivamente lโ€™odio nei commenti e nelle community che gestiscono, nel limite del possibile. Inoltre, viene richiamato il rispetto dellโ€™immagine della donna: lโ€™Autoritร  intende evitare rappresentazioni stereotipate o degradanti, un tema sensibile viste le polemiche passate su contenuti sessisti in rete.
  • Tutela dei minori: รจ uno dei capitoli piรน importanti. Agcom impone agli influencer di astenersi dal pubblicare contenuti che possano arrecare danno fisico o morale ai minori, o che sfruttino la loro ingenuitร  e credulitร . Ad esempio, andranno evitati scherzi pericolosi, linguaggi volgari o temi inadatti se il pubblico comprende minorenni, oppure pratiche come incoraggiare acquisti in-app o comportamenti emulativi rischiosi tra i piรน giovani. Viene ribadito anche il divieto di coinvolgere minori in contenuti pubblicitari in modo non regolamentato: i cosiddetti โ€œbaby influencerโ€ (minori gestiti dai genitori per promuovere prodotti) dovranno essere tutelati da sfruttamento eccessivo. In parallelo, per contenuti potenzialmente inadatti ai bambini, potrebbe rendersi necessaria una segnalazione chiara della natura del video (sul modello dei bollini o avvisi acustici usati in TV), come peraltro prevede la normativa audiovisiva UE recepita anche in Spagna.
  • Tutela della proprietร  intellettuale e diritto dโ€™autore: gli influencer, spesso creatori essi stessi di contenuti originali, dovranno rispettare le leggi sul copyright nellโ€™uso di materiali di terzi. Ciรฒ significa niente utilizzo illecito di brani musicali, spezzoni video, immagini protette o loghi altrui senza autorizzazione. Il Codice richiama lโ€™obbligo di rispettare i diritti dโ€™autore in ogni pubblicazione, equiparando i creator alle altre emittenti anche su questo fronte. Questa misura tutela sia i detentori di diritti, sia contribuisce a promuovere una cultura della legalitร  tra gli influencer (dove in passato non erano rari casi di musica non licenziata nei video, ecc.).
  • Trasparenza delle comunicazioni commerciali: รจ il punto forse piรน atteso. Viene imposto in modo tassativo lโ€™obbligo di dichiarare in modo inequivocabile la natura pubblicitaria di contenuti sponsorizzati o collaborazioni promozionali. Ogni contenuto che promuove prodotti o servizi in virtรน di un accordo economico (o pagamento in natura) dovrร  essere chiaramente identificabile come pubblicitร , attraverso appositi hashtag o diciture ben visibili (es. #pubblicitร , #advertising, #sponsor). Questo per โ€œeliminare definitivamente la pratica della pubblicitร  occultaโ€ che ha caratterizzato i primi anni del settore. Il Codice rinvia espressamente al Digital Chart, il regolamento di autodisciplina promosso dallโ€™Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP), integrandolo perรฒ in un contesto di norme cogenti. Va ricordato che lโ€™IAP giร  dal 2019 richiede agli influencer di utilizzare hashtag come #ad o #sponsored, e ha aggiornato tali linee guida nel 2023 specificando che lโ€™indicazione promozionale vada mantenuta anche in caso di repost del contenuto su altre piattaforme. Ora perรฒ รจ lโ€™Agcom โ€“ autoritร  pubblica โ€“ a poter sanzionare la mancanza di trasparenza. รˆ importante sottolineare che sono vietate forme di pubblicitร  occulta o subliminale: ad esempio, mostrare o citare un prodotto a fini promozionali senza avvertire il pubblico รจ illecito. Similmente, certi settori regolamentati sono oggetto di restrizioni: il Codice ribadisce che gli influencer non possono eludere i divieti vigenti su tabacco (completamente proibito), alcol o gioco dโ€™azzardo. Per questi ultimi due ambiti (alcolici e betting) valgono le limitazioni giร  previste dalle leggi e dai codici media: in pratica i creator devono attenersi alle stesse regole di uno spot tradizionale, evitando di promuovere il gioco dโ€™azzardo ai minori o in modo irresponsabile. Anche lโ€™ambito della cosmetica e benessere รจ sorvegliato speciale: la legge francese, ad esempio, ha vietato agli influencer di promuovere interventi di chirurgia estetica o โ€œdiete miracoloseโ€ senza basi scientifiche, e lโ€™Italia nel suo Codice richiama comunque il dovere generale di onestร  nelle comunicazioni relative a salute e cura della persona.
  • Autenticitร  e responsabilitร  nei contenuti: una clausola innovativa nel Codice riguarda lโ€™uso di filtri e manipolazioni digitali. Agcom richiede che, se un influencer pubblica contenuti modificati significativamente (ad esempio foto ritoccate, video con filtri che alterano lโ€™aspetto fisico), ne venga data chiara informazione al pubblico, ad esempio tramite un hashtag del tipo #filtro o #immagine modificata. Lโ€™intento รจ combattere la diffusione di standard di bellezza irrealistici e proteggere soprattutto i piรน giovani dallโ€™inganno di immagini artificialmente perfezionate. Questa previsione รจ in linea con la normativa francese, che ha proibito lโ€™uso di immagini ritoccate con filtri digitali per promuovere cosmetici, a meno che il ritocco non sia dichiarato espressamente. Si tratta di un terreno nuovo per la regolamentazione, che tocca aspetti di etica e sinceritร  nella comunicazione visiva da parte degli influencer.

Nel complesso, queste regole delineano un codice etico e professionale a cui gli influencer di alto profilo dovranno attenersi. Non sono mere raccomandazioni, bensรฌ obblighi vincolanti. Agcom ha precisato che predisporrร  sistemi di monitoraggio e verifica del rispetto delle regole, avvalendosi anche di segnalazioni e controlli a campione. In caso di violazioni, scatteranno le sanzioni previste (vedi oltre). รˆ lecito attendersi che, dopo una fase iniziale di adattamento, questi principi diventino parte integrante del modus operandi dei creator professionisti, contribuendo a rendere i contenuti sponsorizzati piรน onesti, sicuri e trasparenti.

Creator come editori: responsabilitร  e obblighi per chi supera 500k follower

Uno dei concetti cardine del nuovo impianto normativo รจ che gli influencer rilevanti vengano equiparati ai fornitori di servizi media audiovisivi tradizionali. Lโ€™Agcom infatti li considera assimilabili alle emittenti televisive, dato che โ€œraggiungono un numero significativo di utentiโ€ e hanno un โ€œimpatto rilevante su una porzione significativa di pubblicoโ€ italiano. Questo comporta che siano titolari di piena responsabilitร  editoriale sui contenuti che producono e diffondono. In pratica, un influencer con 1 milione di follower deve rispondere di ciรฒ che pubblica come farebbe un direttore di rete per i programmi trasmessi. รˆ un cambiamento di prospettiva importante: finora molti creator si vedevano solo come privati cittadini che condividono opinioni o consigli, ora invece vengono riconosciuti (e normati) come operatori dei media digitali a tutti gli effetti.

Questa responsabilizzazione si traduce in vari obblighi concreti. Oltre a dover rispettare i principi di cui sopra, i grandi influencer dovranno organizzarsi per garantire tale conformitร . Ad esempio, per assicurare la correttezza di quanto divulgano, potrebbe rendersi necessario fare fact-checking su notizie o affermazioni prima di pubblicarle. Per tutelare i minori, dovranno attivare filtri dโ€™etร  sui contenuti sensibili e moderare i commenti piรน aggressivi. Per la trasparenza pubblicitaria, dovranno coordinarsi con i brand con cui collaborano affinchรฉ ogni post sponsorizzato rechi le diciture adeguate sin da subito. In sostanza, gli influencer di grandi dimensioni dovranno adottare una mentalitร  piรน โ€œeditorialeโ€ e professionale nella gestione dei propri canali, dotandosi magari di social media manager, consulenti legali o figure di compliance che li assistano. Non a caso, al tavolo tecnico Agcom hanno partecipato anche agenzie di marketing digitale e piattaforme social: lโ€™intento รจ stato proprio quello di definire regole attuabili e condivise, sapendo che per rispettarle servirร  spesso un cambio di passo organizzativo da parte dei creator.

Va detto che il Codice prevede un regime di esenzioni o attenuazione per alcuni casi particolari. Ad esempio, durante i lavori preparatori si รจ discusso di non gravare con tutti gli obblighi gli influencer che non operano in modo continuativo o strutturato. Le linee guida iniziali (gennaio 2024) ipotizzavano che chi non raggiungeva 1 milione di follower complessivi, pubblicava meno di 24 contenuti nellโ€™anno precedente e aveva engagement medio inferiore al 2% potesse essere considerato amatoriale e quindi soggetto a un regime piรน mite. Nella versione definitiva, lโ€™asticella รจ stata posta a 500mila follower su singola piattaforma, ma resta lโ€™idea che sotto certi livelli di attivitร  lโ€™influencer non sia equiparabile a unโ€™azienda media. Tuttavia, per i top creator professionisti la linea รจ tracciata: devono comportarsi come editori digitali responsabili. Questo concetto รจ rafforzato dalla cornice giuridica europea, in particolare dalla direttiva sui servizi media audiovisivi (Direttiva SMAV) e dalle raccomandazioni del gruppo dei regolatori ERGA, che invitano gli Stati a includere i grandi influencer nel perimetro dei fornitori di contenuti regolamentati. Lโ€™Italia, con il Testo Unico Media del 2021, ha recepito queste indicazioni e ora le concretizza attraverso il Codice di condotta.

Sanzioni e controlli: multe fino a 600.000 euro e sospensione

Per rendere efficaci le nuove regole, Agcom ha previsto un sistema di sanzioni significativo in caso di violazioni del Codice. Le multe amministrative sono pensate per essere proporzionate ma anche dissuasive, considerando i guadagni potenzialmente elevati dei maggiori influencer. In base a quanto stabilito: le infrazioni in materia di trasparenza pubblicitaria possono comportare multe da 10.000 fino a 250.000 euro, a seconda della gravitร . Se invece le violazioni riguardano la tutela dei minori (ritenuta unโ€™area particolarmente sensibile), le sanzioni possono salire fino a 600.000 euro. Questโ€™ultima cifra rappresenta il tetto massimo ed evidenzia la volontร  di Agcom di colpire duramente eventuali contenuti che, ad esempio, mettano a repentaglio il benessere dei bambini o adolescenti (pensiamo a challenge pericolose, istigazione al bullismo, ecc.).

Oltre alle sanzioni pecuniarie, il Codice prevede ulteriori misure correttive. Nei casi di violazioni gravi o ripetute, lโ€™Agcom potrร  arrivare a disporre la sospensione dellโ€™attivitร  dellโ€™influencer, per un periodo massimo di sei mesi. Questo significa, concretamente, che un creator recidivo o protagonista di uno scandalo serio potrebbe essere costretto a staccare la spina dai social temporaneamente, con divieto di pubblicare contenuti sponsorizzati durante la sospensione. Una sanzione del genere avrebbe un impatto economico e reputazionale enorme sul creator, e per questo viene vista come extrema ratio. Tuttavia la sola minaccia della sospensione fungerร  da forte deterrente.

Lโ€™Agcom avrร  compiti di vigilanza attiva: attraverso il monitoraggio (anche automatizzato) delle piattaforme e segnalazioni degli utenti, potrร  individuare possibili infrazioni. In caso di accertamento, seguirร  un procedimento sanzionatorio formale, con possibilitร  per lโ€™influencer di difendersi o adeguarsi (ad esempio rimuovendo il contenuto contestato). รˆ plausibile che lโ€™Autoritร  adotti inizialmente un approccio graduale, privilegiando lโ€™moral suasion e richiami nei primi mesi di applicazione, per dare modo ai creator di allinearsi. Ma successivamente non mancheranno provvedimenti esemplari se qualcuno tra gli โ€œinfluencer rilevantiโ€ dovesse ignorare deliberatamente le regole. Del resto, giร  in passato altre autoritร  hanno colpito duramente comportamenti scorretti: oltre al caso Ferragni giร  citato (sanzionato dallโ€™Antitrust), vanno ricordate le multe che la stessa Agcom ha inflitto a celebritร  televisive e youtuber per pubblicitร  occulta in TV o online (ad esempio, sanzioni nellโ€™ordine di 50.000 โ‚ฌ per spot mascherati in programmi web). Ora questo potere si estende esplicitamente anche al regno dei social influencer.

Le prime reazioni delle associazioni dei consumatori sono positive sul fronte delle sanzioni: lโ€™Unione Nazionale Consumatori ha definito lโ€™introduzione di multe salate โ€œun passo avanti importanteโ€ contro la piaga della pubblicitร  occulta sui social, pur chiedendo controlli rigorosi anche sui creator di fascia media. Il Codacons, dal canto suo, pur giudicando il Codice nel complesso โ€œinsoddisfacenteโ€ per i motivi visti (soglia 500k troppo alta, ecc.), ha comunque apprezzato lโ€™idea di colpire duramente chi infrange le regole e ha invocato pene severe anche per chi gonfia artificialmente le proprie interazioni con bot o falsi follower. Insomma, cโ€™รจ attesa su come lโ€™Agcom applicherร  concretamente la mano pesante promessa dal Codice.

Da notare che le sanzioni Agcom si affiancheranno a quelle di altri organi: lโ€™Autoritร  Antitrust (AGCM) manterrร  la propria competenza sulle pratiche commerciali scorrette, potendo intervenire anche contro influencer piรน piccoli se ingannano i consumatori (con multe che, in teoria, possono arrivare fino al 10% del fatturato annuo ai sensi del Codice del Consumo). Inoltre il GARANTE Privacy potrebbe sanzionare eventuali violazioni sulla protezione dei dati (es. uso illecito di dati dei follower). Pertanto i top influencer ora si trovano a operare in un contesto dove piรน fari sono puntati su di loro, e qualsiasi condotta scorretta puรฒ avere conseguenze economiche rilevanti. Questo dovrebbe incentivarli a dotarsi di codici di condotta interni e consulenze legali continuative, come fanno le grandi aziende mediatiche.

Perchรฉ regolamentare gli influencer: tutela utenti e mercato

Lโ€™intervento regolatorio dellโ€™Agcom trova la sua ragion dโ€™essere in diverse motivazioni di fondo. Anzitutto, la tutela dei consumatori e degli utenti digitali: nellโ€™ecosistema social gli utenti spesso faticano a distinguere tra consigli spontanei e messaggi sponsorizzati, tra contenuti autentici e manipolati. Garantire che un post pubblicitario sia dichiarato come tale, o che un video non diffonda informazioni false, significa proteggere il pubblico da possibili inganni e danni (economici, di salute, etc.). Si pensi ai giovani che imitano sfide pericolose viste da influencer, o ai follower che acquistano prodotti inutili spinti da recensioni non trasparenti: regole chiare possono mitigare questi rischi.

Cโ€™รจ poi la questione della paritร  concorrenziale: finora gli influencer, pur facendo in parte le veci dei media tradizionali, non erano soggetti agli stessi oneri (ad esempio in TV la pubblicitร  รจ rigidamente regolata e non si possono trasmettere messaggi occulti, mentre su Instagram finora proliferavano). Questo creava uno squilibrio competitivo tra chi investe in pubblicitร  sui media normati e chi lo fa sui social in modo piรน spregiudicato. Estendere agli influencer rilevanti obblighi simili a quelli delle emittenti aiuta a โ€œassicurare un clima di concorrenza leale tra i nuovi operatori e quelli piรน tradizionaliโ€, come sottolineato dallโ€™Agcom. In altri termini, unโ€™azienda televisiva e un influencer con milioni di seguaci ora giocano con regole piรน comparabili.

Unโ€™altra motivazione cruciale รจ la protezione dei minori e dei soggetti vulnerabili. Il mondo dei social puรฒ esporre i giovanissimi a contenuti inadatti, modelli negativi o pressioni consumistiche forti. Lโ€™Agcom, che giร  vigila sui contenuti TV per fasce protette, intende con questo Codice estendere tale protezione anche allโ€™universo online. Requisiti come segnalare contenuti potenzialmente nocivi, vietare messaggi che possano nuocere allo sviluppo dei minori, limitare la pubblicitร  di giochi dโ€™azzardo, vanno tutti in questa direzione. Inoltre, tutelare i minori significa anche evitare che essi stessi vengano sfruttati come testimonial inconsapevoli: il fenomeno dei baby influencer (bambini messi davanti alla telecamera per promuovere giocattoli, cibo, moda) verrร  monitorato affinchรฉ avvenga โ€“ se avviene โ€“ nel rispetto delle leggi sul lavoro minorile e con garanzie sul benessere del bambino coinvolto.

Infine, la regolamentazione serve a garantire una maggiore affidabilitร  dellโ€™ecosistema digitale nel suo complesso. Come ha affermato il Presidente Agcom Giacomo Lasorella, queste nuove regole sono parte dellโ€™impegno dellโ€™Autoritร  per โ€œun mondo digitale sicuro e affidabileโ€, a tutela tanto dei cittadini quanto dello stesso mercato. Se gli utenti avranno piรน fiducia nei contenuti online (perchรฉ sanno che sono verificati e trasparenti), saranno piรน propensi a interagirvi e magari a fare acquisti informati; parallelamente, i brand seri saranno piรน invogliati a investire in campagne di influencer marketing etico e regolato, sapendo di poter contare su un quadro di riferimento chiaro. In sostanza, la regolazione punta a far crescere in modo sostenibile un settore che, lasciato del tutto privo di regole, rischiava altrimenti di alimentare truffe, sfiducia e fenomeni tossici. Non ultimo, cโ€™รจ un allineamento con gli orientamenti internazionali: istituzioni europee e governi di vari Paesi stanno tutti cercando di โ€œtrovare il giusto equilibrio tra libertร  di espressione e protezione degli utentiโ€ in materia di influencer. Lโ€™Italia ha deciso di agire in anticipo, delineando quello che potrebbe diventare un modello anche altrove.

Confronto con le norme in Europa: Francia, Spagna, Germania e altri

Lโ€™Italia non รจ lโ€™unica a muoversi per regolamentare gli influencer, ma il suo approccio presenta caratteristiche uniche (come il registro ufficiale). Uno sguardo in Europa mostra diverse vie intraprese:

  • Francia: รจ stata tra le prime a intervenire in maniera organica. Nel giugno 2023 รจ entrata in vigore in Francia la Loi 2023-451 (nota come Influencers Act), che ha imposto obblighi stringenti agli influencer commerciali. Questa legge vieta agli influencer di promuovere alcuni prodotti o pratiche considerati pericolosi o eticamente problematici: ad esempio รจ vietata la promozione di interventi di chirurgia estetica, di cure mediche โ€œalternativeโ€ al posto di quelle scientifiche, cosรฌ come la pubblicitร  per prodotti contenenti nicotina (sigarette elettroniche comprese). Sono proibite le promozioni di scommesse e gioco dโ€™azzardo a meno di specifiche autorizzazioni. Inoltre, la Francia ha introdotto lโ€™obbligo di esplicita disclosure per foto e video ritoccati usati a fini pubblicitari: se un influencer posta unโ€™immagine di sรฉ modificata digitalmente per sponsorizzare un cosmetico, deve dichiararlo chiaramente, altrimenti viola la legge. Le sanzioni francesi sono pesanti: fino a 2 anni di carcere e 300.000 euro di multa per chi infrange queste norme, oltre alla possibilitร  di ban dalle piattaforme. La legge francese richiede anche che gli influencer operanti sul mercato francese (quindi anche stranieri che si rivolgono a pubblico francese) abbiano uno status giuridico regolare (es. aprire la partita IVA in Francia, dichiarare i compensi, ecc.) e non possano promuovere prodotti finanziari o medicinali senza autorizzazioni specifiche. Lโ€™approccio francese รจ quindi legislativo e molto orientato alla protezione del consumatore e della salute pubblica. Lโ€™Italia, col suo Codice Agcom, condivide lโ€™obiettivo di trasparenza e tutela (ad esempio il divieto di pubblicitร  occulta e lโ€™attenzione ai filtri), ma si รจ mossa tramite lโ€™Autoritร  di settore piรน che con una legge parlamentare, almeno in questa fase.
  • Spagna: ha adottato un modello differente, integrando gli influencer nella normativa sui media audiovisivi. Nel 2022 la Spagna ha varato la Ley General de Comunicaciรณn Audiovisual (LGCA) che giร  inquadrava i โ€œutenti di speciale rilevanzaโ€ sulle piattaforme video. Nel maggio 2023 un regolamento attuativo (Real Decreto 444/2024, entrato in vigore a maggio 2024) ha definito i parametri per identificare questi influencer di grande rilevanza e i relativi obblighi. In Spagna dunque si parla di โ€œUsuarios de Especial Relevanciaโ€ (UER), concetto simile ai โ€œcreator rilevantiโ€ italiani. I criteri spagnoli combinano soglia di pubblico e reddito: รจ UER chi supera 1.000.000 di follower su una piattaforma (o 2 milioni sommando tutte le piattaforme), e ha realizzato almeno 24 video nellโ€™ultimo anno, e ha conseguito ricavi annui โ‰ฅ 100.000 euro (inizialmente la soglia reddito proposta era 50k, poi portata a 100k, e infine il RD lโ€™ha fissata addirittura a 300.000 euro annui). Questi super-influencer spagnoli devono registrarsi presso lโ€™autoritร  audiovisiva e rispettare obblighi analoghi a quelli delle tv: segnalare chiaramente la pubblicitร  (es. con #publi o avvisi visivi/acustici nei video), vietato il product placement occulto, divieto di pubblicitร  tabacco (totale) e restrizioni su alcol e gioco dโ€™azzardo, protezione dei minori con avvisi sui contenuti potenzialmente nocivi (es. se in un video compaiono scene di violenza o droghe, lโ€™influencer deve apporre un disclaimer per avvertire i genitori). La normativa spagnola prevede sanzioni e coinvolge anche le piattaforme nella vigilanza. In sintesi, la Spagna ha seguito la via di includere i grandi influencer nel quadro regolatorio esistente per i media, identificandoli giuridicamente come โ€œprestatori di servizi audiovisiviโ€ quasi al pari di Netflix o delle emittenti tradizionali. Lโ€™Italia con Agcom ha obiettivi simili ma procedure diverse: registro dedicato, consultazione ad hoc e un codice di condotta autonomo. Entrambi i Paesi perรฒ riconoscono la necessitร  di controllare i big del web come soggetti con responsabilitร  pubblica.
  • Germania: non ha (al momento) una legge specifica per influencer come Francia o Spagna, ma si basa su giurisprudenza e autorregolamentazione. Diversi casi giudiziari hanno chiarito come gli influencer debbano comportarsi. In particolare, i tribunali tedeschi hanno stabilito che qualsiasi contenuto promozionale non immediatamente riconoscibile come tale deve essere etichettato con hashtag tipo #Anzeige (#advertisement). Riguardo ai post non pagati (es. se lโ€™influencer mostra spontaneamente un prodotto acquistato di tasca propria), cโ€™รจ stato dibattito: alcune sentenze ritenevano che anche in quel caso andasse segnalato, altre no. La conclusione prevalente รจ che solo se il brand menzionato non ha avuto alcuna influenza e non cโ€™รจ alcun vantaggio per lโ€™influencer si potrebbe evitare lโ€™etichetta pubblicitaria, ma poichรฉ questo รจ difficile da provare, la prassi piรน sicura รจ dichiarare tutto come sponsorizzazione anche quando non cโ€™รจ un pagamento diretto. In Germania insomma vige un principio di estrema cautela sulla trasparenza. Inoltre esistono codici professionali (es. linee guida dellโ€™Associazione social media) e lโ€™applicazione di normative generali (leggi su concorrenza sleale) che permettono di multare chi fa pubblicitร  ingannevole. Non cโ€™รจ una soglia ufficiale di follower oltre cui scattano obblighi ulteriori come in Italia, anche se se ne discute: la percezione รจ che tutti gli influencer, grandi o piccoli, debbano comportarsi onestamente, altrimenti interviene il Landgericht (Tribunale) su segnalazione di concorrenti o associazioni di consumatori.
  • Altri Paesi UE: molti adottano approcci di self-regulation o aggiornano norme pubblicitarie esistenti. Ad esempio, nei Paesi Bassi i creatori con piรน di 500mila iscritti devono registrarsi presso lโ€™Autoritร  dei media e aderire al codice pubblicitario olandese, con sanzioni fino a 225.000 โ‚ฌ in caso di mancata ottemperanza. In Belgio, gli influencer sono equiparati ai fornitori di servizi mediatici e chi li paga deve assicurarsi che la natura commerciale sia dichiarata. In Ungheria, lโ€™Antitrust tiene responsabili sia influencer che marchio per mancate disclosure, con multe anche ai brand. Lโ€™Irlanda opera via lโ€™ente di autodisciplina (ASAI) che ha persino reso pubblici i nomi degli influencer inadempienti per โ€œshamingโ€ pubblico. La Polonia recentemente ha avviato indagini sugli influencer con possibili sanzioni fino al 10% del fatturato per chi non etichetta i post sponsorizzati. Molti Paesi dellโ€™Est Europa si affidano a raccomandazioni e codici etici che impongono #ad o #reklama nei post (es. Bulgaria, Lituania, Slovacchia). Altri Stati sono ancora indietro: in Slovenia, ad esempio, gli influencer non sono neanche considerati โ€œmediaโ€ e sfuggono al Mass Media Act. Complessivamente, perรฒ, la tendenza europea va verso un maggiore controllo: anche lโ€™ERGA (lโ€™organismo che riunisce i regolatori audiovisivi europei) sta lavorando a proposte per armonizzare le regole sugli influencer a livello UE. Lโ€™Italia, con lโ€™iniziativa Agcom, si inserisce in questa scia e anzi anticipa possibili sviluppi comunitari, tantโ€™รจ che il documento italiano risulta allineato alle raccomandazioni ERGA in materia.

Reazioni del mondo creator e delle piattaforme

Lโ€™introduzione del Codice Agcom sugli influencer ha suscitato ampio dibattito tra i diretti interessati โ€“ i creator stessi โ€“ e gli stakeholder del settore digitale. In generale, molte agenzie e professionisti dellโ€™influencer marketing hanno accolto positivamente lโ€™arrivo di regole piรน chiare, vedendolo come un passo verso la maturitร  e la legittimazione di questo mestiere. La stessa Assoinfluencer (associazione di categoria) ha collaborato alla stesura e tramite i suoi rappresentanti ha espresso soddisfazione per un provvedimento che โ€œfornisce finalmente un quadro di certezze entro cui operareโ€. Per i creator che giร  lavorano in modo professionale e trasparente, il Codice rappresenta in fondo un riconoscimento del loro ruolo e uno scudo contro la concorrenza sleale di chi finora agiva senza scrupoli. Alcuni influencer di rilievo hanno commentato sui social di essere favorevoli alle norme anti-pubblicitร  occulta, perchรฉ โ€œripuliscono il settore dai furbettiโ€ e aumentano la fiducia del pubblico. Cโ€™รจ anche chi sottolinea come seguire linee guida etiche migliori la credibilitร  personale di un influencer agli occhi di fan e aziende.

Tuttavia non mancano le preoccupazioni. Alcuni creator temono un eccesso di burocratizzazione: lโ€™obbligo di registrarsi presso lโ€™Agcom, rispettare normative simili a quelle televisive, potrebbe sembrare oneroso e poco compatibile con la spontaneitร  tipica dei social. Si รจ discusso, ad esempio, di come verrร  gestita la verifica dei contenuti: โ€œDovremo far controllare i video da un legale prima di pubblicarli?โ€ ironizza qualcuno. Altri sollevano il rischio di limitare la creativitร  e la libertร  dโ€™espressione: in particolare, su temi sociali o politici, alcuni influencer potrebbero autocensurarsi per paura che opinioni forti vengano interpretate come lesive di dignitร  o incitanti allโ€™odio. Cโ€™รจ quindi attenzione affinchรฉ lโ€™implementazione del Codice non si traduca in un โ€œbavaglioโ€ involontario; su questo punto Agcom ha ribadito che non intende affatto entrare nel merito delle opinioni espresse, ma solo sanzionare eventuali violazioni oggettive (hate speech conclamato, fake news, ecc.).

Un aspetto segnalato come problematico dal Codacons riguarda la soglia di applicazione: come visto, lโ€™associazione la considera โ€œunโ€™assurditร โ€, poichรฉ lascia fuori influencer con magari centinaia di migliaia di follower appena sotto 500k, i quali potranno โ€œcontinuare ad operare come meglio credonoโ€ senza le nuove restrizioni. Il Codacons avrebbe preferito criteri piรน estensivi o graduati, per non creare un โ€œdoppio binarioโ€ tra chi sta sopra o sotto la soglia. Inoltre ha lamentato โ€œla totale assenza di misure contro le alterazioni create dallโ€™intelligenza artificiale e le false interazioniโ€ (bot, like fasulli), strumenti cui alcuni influencer ricorrono per gonfiare il proprio valore commerciale. Questa รจ in effetti una sfida futura: il Codice Agcom al momento non affronta esplicitamente il tema delle deepfake o dei follower falsi, e potrebbe richiedere integrazioni man mano che la tecnologia evolve.

Dal lato delle piattaforme social (Instagram, TikTok, YouTube, Facebook), le reazioni ufficiali sono state caute ma collaborative. I grandi operatori erano presenti al tavolo di lavoro e hanno tutto lโ€™interesse a mostrarsi proattivi nel rendere le loro piattaforme ambienti sicuri. Ad esempio, Meta e Google hanno giร  sistemi per taggare i branded content e linee guida proprie sulla pubblicitร  trasparente; con le nuove regole italiane, dovranno probabilmente affinare ulteriormente gli strumenti di segnalazione per gli utenti italiani e rispondere tempestivamente alle richieste dellโ€™Agcom (come rimuovere contenuti illeciti su ordine dellโ€™Autoritร ). Non si prevedono perรฒ scontri aperti: a differenza di altri ambiti (vedi direttiva copyright), qui piattaforme e autoritร  condividono lโ€™obiettivo di evitare scandali e proteggere gli utenti piรน giovani. TikTok ad esempio ha introdotto il divieto di promuovere certe categorie di prodotti (es. alcol) nei suoi termini di servizio e ha attivato funzioni per segnalare video non appropriati ai minori; queste misure potranno integrarsi con il quadro Agcom.

In sintesi, il mondo dei creator sta reagendo con un mix di approvazione e adattamento. Chi ha costruito unโ€™attivitร  solida probabilmente si adeguerร  senza troppe difficoltร  โ€“ molti giร  rispettavano le regole IAP, dunque si tratta di formalizzare pratiche corrette. Chi invece sfruttava zone grigie dovrร  cambiare registro o rischierร  sanzioni. Nel frattempo, cโ€™รจ fermento per eventuali ulteriori interventi normativi: il Parlamento italiano ad esempio potrebbe valutare in futuro di trasformare alcuni principi del Codice in legge dello Stato, o di abbassare la soglia di rilevanza. Molto dipenderร  dagli esiti pratici: se il Codice Agcom porterร  benefici tangibili (meno pubblicitร  ingannevole, meno hate speech online, etc.), sarร  visto come un modello virtuoso; in caso contrario, potrebbero aprirsi discussioni per correggerne i limiti.

Implicazioni legali, economiche e di comunicazione per il settore

Lโ€™entrata in vigore di regole vincolanti sugli influencer avrร  una serie di ricadute sul settore dellโ€™influencer marketing, dal punto di vista legale, economico e delle strategie comunicative.

Dal lato legale, come giร  accennato, i maggiori influencer dovranno probabilmente dotarsi di un supporto professionale continuo. Diventa consigliabile per un creator con milioni di follower avere un consulente legale o uno studio di riferimento per vagliare contratti commerciali, adeguare i contenuti agli obblighi e gestire le interazioni con lโ€™Agcom (es. per lโ€™iscrizione al registro o per eventuali procedimenti). Le agenzie di influencer management e le MCN (multi-channel network) potranno differenziarsi offrendo servizi di compliance normativa ai talent che rappresentano. In prospettiva, potrebbe emergere la figura del โ€œcompliance officerโ€ specializzato in social media, incaricato di assicurare che i post di un influencer siano conformi a tutte le normative (pubblicitarie, privacy, diritto dโ€™autore, ecc.). Questa professionalizzazione forzata potrebbe aumentare i costi operativi per i creator di alto profilo, ma al contempo li mette al riparo da errori costosi: meglio investire in consulenza che prendere una multa da centinaia di migliaia di euro per una svista. Anche i contratti di influencer marketing tra brand e creator dovranno evolversi: ci si aspetta che includano clausole esplicite sul rispetto del Codice Agcom e su chi รจ responsabile in caso di violazioni (ad esempio, lโ€™influencer potrebbe dover manlevare il brand se una sanzione nasce da un suo comportamento scorretto, o viceversa). Le aziende vorranno assicurarsi che il talento ingaggiato sia iscritto al registro (se dovuto) e in regola con lโ€™Autoritร , prima di confermarlo per campagne importanti.

Sul piano economico, gli effetti sono duplici. Da un lato, potrebbe verificarsi un innalzamento delle barriere allโ€™ingresso nel segmento โ€œtop influencerโ€: chi ambisce a superare la soglia dei 500k follower saprร  di entrare poi in un regime piรน rigido, e questo potrebbe far desistere alcuni improvvisati. I creator professionisti esistenti potrebbero avere meno concorrenza sleale da parte di chi finora operava disordinatamente. Dโ€™altro canto, i brand potrebbero temporaneamente orientarsi maggiormente verso micro e mid-tier influencer (quelli con decine o poche centinaia di migliaia di follower), ritenendoli piรน โ€œagiliโ€ e meno soggetti a vincoli burocratici. Tuttavia, va detto che anche i piccoli influencer sono comunque tenuti per legge a non fare pubblicitร  ingannevole: il Codice Agcom funge da stimolo per tutti ad essere piรน trasparenti, pena lโ€™intervento di altre autoritร . Nel lungo periodo, la regolamentazione dovrebbe accrescere la fiducia delle aziende nellโ€™investire in influencer marketing, perchรฉ il contesto diventa piรน simile a quello della pubblicitร  classica, con garanzie di controllo. Le aziende avverse al rischio โ€“ che finora erano diffidenti verso campagne con influencer per timore di scandali โ€“ potrebbero ora vedere il settore come piรน affidabile e strutturato, sbloccando budget maggiori. Secondo dati UPA citati da Agcom, oltre la metร  delle aziende europee giร  utilizza social media nelle proprie strategie di marketing, e questa percentuale potrร  crescere ulteriormente se il terreno รจ normato. Inoltre, se i contenuti sponsorizzati diventano piรน riconoscibili e onesti, il ROI delle campagne potrebbe persino migliorare: i consumatori stanchi di pubblicitร  occulte potrebbero reagire meglio a promozioni dichiarate, purchรฉ ben fatte. รˆ un cambiamento culturale che richiederร  tempo, ma che puรฒ portare beneficio sia alle imprese sia ai creator virtuosi.

Dal punto di vista delle strategie di comunicazione, lโ€™intero settore dellโ€™influencer marketing dovrร  adeguarsi. Le agenzie e i centri media che pianificano campagne con influencer inseriranno la compliance normativa come parametro di selezione: verranno preferiti influencer che hanno giร  adottato le best practice (uso costante di #adv, contenuti family-friendly se servono, ecc.). Potremmo assistere a unโ€™evoluzione creativa nel modo di fare advertising sui social: dovendo esplicitare la natura promo, i brand e i creator dovranno puntare su contenuti di qualitร , coinvolgenti e autentici anche dichiaratamente pubblicitari, per non perdere lโ€™attenzione del pubblico. In pratica, lโ€™era dei product placement camuffati potrebbe lasciare spazio a format di sponsorizzazione piรน trasparenti ma creativi, ad esempio rubriche fisse sponsorizzate, challenge lanciate col tag del brand, ecc., dove il pubblico sa che cโ€™รจ una partnership ma la accetta perchรฉ il contenuto offre comunque intrattenimento o valore. Allo stesso tempo, i brand dovranno stare attenti ai temi sensibili: ad esempio, collaborare con un influencer su un prodotto per bambini implicherร  verificare che quel creator sia pienamente conforme alle regole sui minori (linguaggio adatto, niente pubblicitร  a junk food senza moderazione, ecc.), perchรฉ lโ€™ultima cosa che unโ€™azienda vuole รจ essere coinvolta in una polemica o multa per contenuti inappropriati del testimonial. รˆ probabile che vedremo fiorire corsi e workshop formativi per influencer e marketer sulle nuove regole (โ€œregole per gli influencerโ€ รจ giร  una keyword ricercata): la conoscenza approfondita del Codice Agcom e delle normative analoghe sarร  un must per chiunque lavori nel settore, un poโ€™ come chi opera in pubblicitร  tradizionale deve conoscere il Codice IAP e le leggi sulla pubblicitร .

influencer regolamento

Impatti su brand e agenzie: come cambia la collaborazione con gli influencer

Dal lato delle aziende inserzioniste e delle agenzie di comunicazione, lโ€™avvento di questa regolamentazione comporta alcuni cambiamenti pratici nella gestione delle campagne di influencer marketing. Innanzitutto, i brand dovranno selezionare con maggiore attenzione i creator con cui collaborare. Non si guarderร  solo alle metriche di reach e engagement, ma anche alla reputazione di compliance dellโ€™influencer: รจ iscritto al registro influencer se dovuto? Ha una storia pulita rispetto a pubblicitร  occulte o contenuti controversi? Rispetta le โ€œregole per gli influencerโ€ sancite da Agcom? Queste domande diventeranno parte integrante dei briefing e delle checklist prima di ingaggiare un talento. Probabilmente, le aziende chiederanno agli influencer (o ai loro agenti) garanzie contrattuali di rispetto del Codice: per esempio clausole che obbligano lโ€™influencer a inserire i tag pubblicitari concordati, a non pubblicare materiale non approvato che violi i principi (odio, volgaritร , ecc.), con eventuali penali se ciรฒ avviene. Si consoliderร  la pratica di redigere contratti dettagliati per ogni collaborazione, laddove in passato alcuni accordi erano piรน informali (soprattutto con influencer piccoli).

Le agenzie creative e centri media dovranno aggiornare i propri processi: durante lโ€™ideazione di una campagna con influencer, dovranno prevedere momenti di controllo legale sui contenuti proposti. Giร  ora molte agenzie forniscono linee guida su cosa lโ€™influencer deve o non deve dire; queste linee guida diventeranno ancora piรน specifiche per includere i dettami del Codice (es. โ€œassicurati di dire che รจ una collaborazione pagata allโ€™inizio del videoโ€, oppure โ€œnon mostrare minori che usano il prodottoโ€ se non consentito, ecc.). In alcune situazioni, le aziende potrebbero richiedere di visionare in anteprima i post o i video prima della pubblicazione, non solo per approvarne la creativitร  ma anche per evitare sbavature normative. Ciรฒ รจ permesso โ€“ anzi, incoraggiato โ€“ dallo stesso Codice IAP (Digital Chart), purchรฉ sia chiaro al pubblico quando un contenuto รจ soggetto ad approvazione del brand. Questa pratica di vetting potrebbe diventare lo standard soprattutto per campagne ad alto budget o temi delicati.

Dal punto di vista delle tempistiche, i brand e le agenzie dovranno considerare nei piani anche i passaggi aggiuntivi: iscrizione al registro (se lโ€™influencer non lโ€™ha ancora fatto), eventuale comunicazione allโ€™Agcom se richiesta, e soprattutto un poโ€™ di tempo extra per le revisioni dei contenuti sotto il profilo normativo. Nulla di drammatico, ma รจ un adattamento del workflow.

Un altro cambiamento riguarda la responsabilitร  condivisa. Finora, se un influencer non segnalava una pubblicitร , lโ€™Antitrust poteva sanzionare anche lโ€™azienda beneficiaria per pratica scorretta (come avvenuto nel caso Ferragni-Balocco, dove Balocco fu multata insieme alla Ferragni). Con il Codice Agcom focalizzato sugli influencer, la responsabilitร  principale di fronte ad Agcom ricade sul creator, ma รจ evidente che nessun brand vuole trovarsi coinvolto in vicende negative. Quindi le aziende faranno in modo di pretendere trasparenza: รจ nel loro stesso interesse, per evitare danni di immagine e possibili interventi di altre autoritร . Ciรฒ potrebbe portare a collaborazioni piรน virtuose: brand e influencer come partner nel garantire contenuti etici. Ad esempio, unโ€™azienda attenta potrebbe scegliere di non lavorare piรน con un influencer che fa spesso borderline content (es. scherzi volgari o uso eccessivo di volgaritร ), per non rischiare violazioni sul rispetto della dignitร  umana o simili. Allโ€™opposto, brand che vendono prodotti sensibili (come alcolici) dovranno educare gli influencer ingaggiati sulle regole: โ€œRicorda che non puoi bere alcol nel video se hai follower minorenniโ€, ad esempio, oppure โ€œNon incentrare il post sul gioco, cita solo il nostro marchio di scommesse con responsabilitร โ€. Si creerร  dunque un dialogo piรน strutturato tra marketing aziendale e creator, dove la compliance diventa parte integrante del brief creativo.

Le agenzie dal canto loro potranno offrire servizi di training agli influencer con cui lavorano: piccole sessioni formative sulle normative, magari preparando guide pratiche o vademecum da consegnare ai talent. Questo non solo per fare cultura, ma anche per tutelarsi: unโ€™agenzia professionale vorrร  poter dimostrare di aver informato e guidato lโ€™influencer correttamente, se mai venisse contestato qualcosa. In parallelo, le piattaforme social potrebbero fornire ai brand strumenti migliori di controllo: ad esempio, Instagram e TikTok giร  consentono di inserire tag di partnership che segnalano โ€œPaid partnership with [Brand]โ€ in cima ai post โ€“ le aziende dovrebbero pretendere che gli influencer usino sempre questi strumenti oltre agli hashtag, per massimizzare la visibilitร  della natura pubblicitaria.

In definitiva, per brand e agenzie cambia lโ€™approccio: lโ€™influencer marketing esce dallโ€™adolescenza sperimentale e diventa piรน simile alle altre forme di comunicazione commerciale, con regole, check list e rischi da gestire. Chi saprร  navigare questo nuovo contesto ne trarrร  vantaggio: i brand potranno sfruttare la potenza narrativa degli influencer con piรน tranquillitร , e le agenzie potranno valorizzare la loro expertise guidando campagne compliant by design. Certo, servirร  un poโ€™ di lavoro extra dietro le quinte, ma lโ€™effetto finale auspicato รจ un ecosistema in cui tutti gli attori sono piรน responsabilizzati: influencer consapevoli del proprio impatto, utenti piรน protetti, marchi piรน sicuri degli investimenti fatti. Come ha riassunto Capitanio di Agcom, si tratta di โ€œcostruire un nuovo equilibrio tra libertร  dโ€™espressione, diritti degli utenti e responsabilitร  dei creator digitaliโ€, portando lโ€™influencer marketing in una fase di maggiore maturitร .

Fonti: Agcom, Comunicato stampa 24/07/2025 โ€“ Influencer: approvate Linee guida e Codice di Condotta; Rai News, โ€œInfluencer, Agcom approva linee guida e codice di condottaโ€ (24 luglio 2025); Corriere.it, โ€œInfluencer, in vigore il Codice di condotta Agcom: … quali sono le regoleโ€ (25 luglio 2025); ANSA, โ€œAgcom vara il codice di condotta per gli influencerโ€ (24 luglio 2025); IRPA, โ€œNuove regole per gli influencerโ€ (2024); Newsroom Italia, โ€œAgcom, arriva il nuovo Codice per influencer: regole rigide e sanzioniโ€; Rai TGR Piemonte, โ€œL’antitrust multa Chiara Ferragni e Balocco per pubblicitร  ingannevoleโ€ (15 dicembre 2023).

Articoli correlati sul lavoro online

Mettersi in Proprio: idee imprenditoriali per crearsi un reddito   

Iniziare: Come fare un Business Plan

Idee per Aprire Attivitร  Commerciali Redditizie 

Come aprire una partita IVA

Come chiudere una Partita IVA

Quale regime di tassazione scegliere per unโ€™azienda

Come guadagnare soldi โ€“ idee

Come aprire una ditta individuale 

Come aprire una startup in Italia

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom รจ divulgatore finanziario e trader.