Economia del Senegal e Africa dopo le elezioni di Faye

Il candidato anti-establishment Bassirou Diomaye Faye del partito PASTEF diventerà presidente del Senegal dopo un periodo elettorale turbolento. La netta vittoria di Faye, che si è assicurato circa il 57% dei voti nel primo turno di votazioni, potrebbe indirizzare il paese dell’Africa occidentale verso una nuova direzione economica

Le elezioni, inizialmente rinviate e che hanno comportato la detenzione di esponenti dell’opposizione tra cui Faye, hanno causato preoccupazioni in alcuni ambienti e volatilità sui mercati degli Eurobond del Senegal. Il paese è stato tradizionalmente visto come un faro di stabilità politica all’interno di una regione caratterizzata da colpi di stato militari. Il presidente uscente Macky Sall, in carica dal 2012, è stato, almeno fino alla recente instabilità elettorale, visto per lo più come un presidente favorevole agli affari, che ha portato a forti livelli di investimenti esteri in Senegal.

In una vivace campagna elettorale, Faye ha offerto una visione economica diversa. Si è impegnato a rinegoziare i contratti di petrolio e gas del Senegal con aziende internazionali e a promuovere le aziende nazionali per dare al paese un maggiore controllo sulle sue risorse naturali ed evitare quella che la sua campagna ha definito “schiavitù economica”.

L’agenzia di rating globale S&P Global afferma che “ci sono da aspettarsi cambiamenti politici”.

“Crediamo che il governo entrante rivisiterà il Piano Senegal Emergente (PSE), il piano di sviluppo dell’amministrazione uscente; parti del PSE potrebbero essere modificate o cancellate. I rapporti della nuova amministrazione con le multinazionali potrebbero rivelarsi impegnativi, date le promesse elettorali di Faye, inclusa una completa rinegoziazione dei contratti sugli idrocarburi”, ha affermato l’azienda.

Faye inizialmente aveva promesso di introdurre una nuova valuta per il Senegal, che attualmente utilizza il franco CFA, anche se ora ha chiarito che cercherà semplicemente “riforme” all’interno del blocco ECOWAS. I critici hanno a lungo visto il franco CFA come uno strumento persistente di controllo economico francese, dato che la valuta è fissata all’euro ed è sostenuta dal Tesoro francese. Tuttavia, gli investitori accolgono con favore il franco CFA poiché ha contribuito a mantenere la stabilità dei cambi e a mantenere i tassi di interesse relativamente bassi.

Alex Vines, direttore del Programma Africa presso il think tank Chatham House di Londra, afferma che “Faye è molto più pragmatico nel privato e sa che ha bisogno di migliorare l’economia e attrarre ulteriori investimenti”.

Economia del Senegal e Africa dopo le elezioni di Faye
Economia del Senegal e Africa dopo le elezioni di Faye

Perchè molti paesi africani usano il franco CFA?

Il motivo è molto semplice e non è quello che in tanti pensano.

Una moneta, per avere un valore deve essere stabile e accettata da tutti.

Per questo monete come il dollaro americano o l’euro sono riconosciute in tutto il mondo e hanno valore dappertutto.

Monete di paesi molto poveri ed instabili spesso non sono riconosciute in quanto magari hanno una inflazione che erode il loro potere di acquisto anche del 100% in un anno, di casi così ne è pieno il mondo e la storia.

Il Franco CFA è quindi una moneta comune dimolti paesi africani che hanno deciso di equiparare questa moneta ad un controvalore in euro, in modo da tenerla stabile.

Il Senegal come qualsiasi altra nazione africana che usa il CFA potrebbe uscire domani stesso da questo sistema ma poi la sua moneta verrebbe presa in considerazione in importanti transazioni internazionali?

Quante grandi aziende sarebbero disposte a vendere 10 tonnellate di grano per un mucchio di soldi che domani possono valere la metà?

Le conseguenze economiche della crisi politica in Senegal si sono fatte sentire in tutto il paese. Tra i principali settori economici colpiti c’è il turismo. Dall’inizio della crisi circa il 25-30% delle prenotazioni turistiche sono state cancellate.

Sono stati colpiti progetti chiave per il Paese, in particolare nel settore degli idrocarburi. C’è anche la questione degli aiuti internazionali. Il FMI ha recentemente approvato un programma di aiuti da 1,8 miliardi di dollari, basato su una crescita dell’8,8% nel 2024. Tuttavia esiste il rischio che i futuri investimenti vengano rinviati, il che potrebbe mettere a repentaglio la crescita economica prevista.

Il nuovo presidente, Bassirou Diomaye Faye, che promette di promuovere il patriottismo economico e di rinegoziare i contratti esteri, dovrà affrontare molte sfide per ripristinare la fiducia degli investitori, stabilizzare l’economia e mantenere la crescita sulla buona strada.

Gli investitori preferiti dell’Africa e dagli africani

Secondo l’indagine “Africa 2050” recentemente condotta dall’Institut Choiseul, l’Europa resta l’investitore preferito dell’Africa.

L’indagine ha sondato le opinioni di 300 leader in 34 paesi del continente. Circa il 53% di questi leader ha classificato l’Unione Europea al primo posto tra le proprie preferenze commerciali. L’Europa conserva la sua corona, grazie soprattutto a Germania e Francia, favorite rispettivamente dal 69% e dal 61% degli intervistati.

Tuttavia, la Cina, in quanto principale investitore in Africa, rimane in corsa, nonostante una percezione modificata della sua influenza. Solo il 16% degli intervistati vede la Cina come un partner chiave, seguita da Stati Uniti e Russia rispettivamente con l’11% e il 3%.

L’UE, che intende rafforzare la propria presenza in Africa con il suo ambizioso programma “Global Gateway” da 150 miliardi di euro, si sta posizionando come un serio contrappeso alle “Nuove Vie della Seta” cinesi.

Zimbabwe: riciclare le bucce di banana

Situato a circa 300 km dalla capitale dello Zimbabwe, un giovane imprenditore della Wonder Valley ha trovato un modo innovativo di utilizzare le bucce di banana per produrre farina, vino e olio. Queste bucce, spesso considerate rifiuti inutili, sono oggi una fonte di reddito.

L’imprenditore segue una procedura semplice: raccogliere, pulire e tagliare le banane nel campo, poi farle essiccare al sole e infine spedirle alle fabbriche per l’imballaggio. Poiché la maggior parte dei suoi clienti sono internazionali, questa iniziativa aiuta a portare valuta estera nella comunità e nel paese.

L’Africa meridionale sta affrontando una crisi alimentare a causa di El Nino. Imprenditori come Brightener Zomba sperano che iniziative come questa contribuiscano ad alleviare questa potenziale crisi.

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