Piano Mattei: cosa fa l’Italia concretamente in Africa

Ora capiremo perchè è stato chiamato Piano Mattei, un piano di collaborazione economica-commerciale e sociale tra Italia ( ed UE) e paesi africani, che si dovrebbe estendere anche al di là dell’attuale Governo.

1. Perché si chiama Piano Mattei

Il nome è un omaggio a Enrico Mattei (1906–1962), fondatore dell’ENI, simbolo di una politica energetica indipendente, di partenariato e sviluppo reciproco con i Paesi africani. La premier Meloni ha citato l’approccio “non predatorio” di Mattei come modello da emulare, basato su una visione rispettosa dei reciproci interessi e dell’identità dei popoli.

2. Origini, governance e dotazione

• Annuncio: 25 ottobre 2022, discorso programmatico alla Camera.
• Formalizzazione: Decreto-legge 161/2023, convertito in legge 2/2024, con istituzione di struttura di missione e cabina di regia alla Presidenza del Consiglio.
• Presentazione ufficiale: 29 gennaio 2024, Vertice Italia‑Africa a Roma.
• Dotazione iniziale: circa 5,5 miliardi di euro, così ripartiti:
  • 3 mld da Fondo Italiano per il Clima (FIC);
  • 2,5 mld da Fondo Rotativo per la Cooperazione allo Sviluppo (MAECI).
• Governance: Presidenza del Consiglio (coord.), MAECI, MEF, MiASE, CDP, SACE, con struttura missione e cabina di regia.
• Estensione progressiva: inizialmente 9 Paesi pilota (Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Costa d’Avorio, Mozambico, Congo, Etiopia e Kenya); già nel gennaio 2025 ampliato a 14 includendo Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal.

3. Progetti già attivati e in fase di definizione

Il Piano si articola su sei direttrici strategiche:

• Istruzione e formazione professionale – scuole di italiano, AICS, ITS, e-learning, e-learning, doppi diplomi, corsi per dirigenti pubblici, con prospettiva di ritorno nei Paesi di origine.
• Sanità – telemedicina, ospedali di base, geoinformazione per malattie, ambulatori mobili satellitari, prevenzione “One Health”.
• Acqua – infrastrutture idriche, desalinizzazione solare, “Digital Twin” per monitoraggio, laboratori, formazione “water manager”, dati satellitari Copernicus.
• Agricoltura – agricoltura di precisione, tecnologie TEA + IA, filiere sostenibili, scuola superiore per agri-business, acquacoltura sostenibile, formazione per pescatori, infrastrutture per commercio.
• Infrastrutture fisiche e digitali – connettività satellitare, BlueMed, “AI Hub dello Sviluppo Sostenibile”, formazione AI e cybersecurity, digitalizzazione posta e logistica.
• Energia – accesso all’elettricità, clean cooking, gas naturale ponte, rinnovabili, elettrodotto Elmed (Tunisia–Italia), Corridoio H2Sud (idrogeno), con fondi pubblici e investimenti privati italiani.

Né “pozzi”, né “ospedali rurali”, ma soluzioni moderne e strutturali – telemedicina al posto del caro vecchio ospedale da campo e “scuole superiori di agri-business” al posto dell’ennesima elementare. Va avanti, insomma, un piano ambiziosamente smart.

Esempi di progetti del Piano Mattei

1. Energia solare in Egitto

• Tipo di progetto: costruzione di un parco fotovoltaico da 1 GW con sistemi di accumulo.
• Soldi in campo: finanziamento italiano da 110 milioni di euro (Fondo Clima).
• Beneficiari: elettricità per oltre 1 milione di persone, con riduzione delle emissioni e miglioramento dell’accesso all’energia.

2. Corridoio di Lobito (Angola–Zambia–RDC)

• Tipo di progetto: potenziamento della ferrovia che collega l’entroterra minerario dell’Africa centrale all’Atlantico.
• Soldi in campo: l’Italia ha messo 250 milioni di euro tramite CDP, SACE e Africa Finance Corporation.
• Beneficiari: milioni di persone indirettamente, perché il corridoio accelera trasporti, commercio e sviluppo industriale in 3 Paesi.

3. Agricoltura sostenibile in Senegal

• Tipo di progetto: sostegno a filiere agricole locali, centri di produzione e formazione per giovani agricoltori.
• Soldi in campo: cofinanziamento di 90 milioni di dollari con il Fondo Clima e altri 13 milioni di euro dal programma PIDECA.
• Beneficiari: circa 50.000 agricoltori e famiglie rurali.

4. Sanità in Etiopia (Tigray)

• Tipo di progetto: rafforzamento dei servizi sanitari e ricostruzione post-conflitto.
• Soldi in campo: 15 milioni di euro per servizi sanitari, più 2,5 milioni per formazione di personale medico.
• Beneficiari: circa 500.000 persone tra rifugiati e comunità locali.

5. Scuole e formazione in Costa d’Avorio

• Tipo di progetto: costruzione e riqualificazione di scuole primarie e centri educativi.
• Soldi in campo: 15 milioni di euro stanziati dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione (AICS).
• Beneficiari: oltre 20.000 studenti, con attenzione a istruzione femminile e rurale.

6. Economia blu in Tunisia

• Tipo di progetto: modernizzazione dei porti di pesca, centri di formazione e sviluppo di un hub per l’acquacoltura sostenibile.
• Soldi in campo: 25 milioni di euro già stanziati.
• Beneficiari: 5.000 pescatori e famiglie, più indotto collegato alla filiera ittica.

7. Telemedicina e ospedali digitali

• Dove: Etiopia e Costa d’Avorio.
• Tipo di progetto: cliniche collegate via satellite per diagnosi a distanza, ambulatori mobili e neonatologia ad Abobo (Costa d’Avorio).
• Soldi in campo: una parte dei 265 milioni già deliberati dal Fondo Clima.
• Beneficiari: decine di migliaia di pazienti in aree rurali.

8. Digitalizzazione e connettività (Africa Occidentale)

• Tipo di progetto: estensione del cavo sottomarino Blue-Raman verso Kenya e Tanzania; programmi per la digitalizzazione dei servizi pubblici.
• Soldi in campo: finanziamenti in collaborazione con UE e BEI, quota italiana in corso di definizione (decine di milioni).
• Beneficiari: popolazioni di Costa d’Avorio, Ghana, Mozambico, Senegal con accesso a internet veloce.

Quanti soldi già impegnati

• Totale approvato dal Fondo Clima (FIC): circa 265 milioni di euro.
• Contributi multilaterali: + 20 milioni a ESMAP (World Bank) e circa 140 milioni al fondo con la Banca Africana di Sviluppo.
• Progetti AICS e CDP: decine di milioni già allocati su scuole, sanità, pesca e agricoltura.

Quante persone tocca

Sommando i principali progetti avviati, si parla di milioni di beneficiari diretti e indiretti:

• energia: oltre 1,5 milioni di persone;
• scuole: più di 30.000 studenti;
• sanità: centinaia di migliaia di pazienti;
• agricoltura/pesca: almeno 60.000 lavoratori diretti;
• più tutta la popolazione che beneficia di corridoi ferroviari e digitali.

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4. Cosa guadagna l’Italia

• Immigrazione regolare: l’idea è incentivare le migrazioni legali e ridurre quelle per vie pericolose, offrendo formazione e lavoro in loco.
• Energia: rafforzare l’Italia come hub energetico europeo, diversificando le fonti e riducendo la dipendenza dal gas russo. Progetti come Elmed e Corridoio H2Sud mirano in questa direzione.
• Soft power e leadership: posizionamento strategico dell’Italia nella cooperazione, nella finanza e nella diplomazia africana, parte del “Rome Process” con AfDB e altre istituzioni.

🔋 Ritorni energetici

L’Italia vuole diventare hub energetico europeo e sostituire la dipendenza dal gas russo con fonti diversificate dall’Africa.

• Egitto – Fotovoltaico 1 GW: finanziati 110 milioni di euro per solare con storage → più stabilità energetica per il Paese, ma anche nuove forniture di energia verde per l’Italia.
• Tunisia – Elettrodotto Elmed: collega Italia e Nord Africa con energia rinnovabile → rafforza la sicurezza energetica italiana.
• SouthH2 Corridor (Algeria, Tunisia, Italia, Austria, Germania): sviluppo di filiera sull’idrogeno verde → l’Italia si candida come snodo di transito.
• Mozambico – Programma ASCENT: fino a 100 milioni per energia pulita → diversificazione di fornitori e opportunità per ENI e imprese italiane.

👉 Ritorno per l’Italia: più fonti di energia a prezzi competitivi, ruolo geopolitico come ponte energetico UE–Africa, nuove commesse per le aziende italiane del settore.

👨‍👩‍👧‍👦 Ritorni sull’immigrazione

Uno degli assi principali del Piano è ridurre i flussi irregolari creando opportunità in loco e favorendo canali legali e formati.

• Costa d’Avorio – Scuole e centri di formazione (15 mln €): migliaia di giovani istruiti, meno spinta a emigrare clandestinamente.
• Senegal – Progetti agricoli (90 mln $ + 13 mln €): creazione di lavoro in filiere locali → minore emigrazione “per necessità”.
• Egitto e Marocco – Centri per l’impiego e corsi ITS: studenti formati con competenze richieste anche dal mercato italiano.

👉 Ritorno per l’Italia: gestione più ordinata dei flussi migratori.

• Riduzione delle partenze illegali via mare.
• Ingresso controllato di manodopera formata in settori strategici (edilizia, sanità, agricoltura).

💧 Ritorni geopolitici e di sicurezza

• Corridoio di Lobito (250 mln €): rafforza la presenza italiana in un’infrastruttura che interessa USA e UE → più peso politico e industriale.
• Blue-Raman e digitalizzazione: cablaggi e connessioni africane → ruolo dell’Italia nelle reti digitali globali.

👉 Ritorno per l’Italia: influenza geopolitica in Africa, maggiore cooperazione su temi come terrorismo e sicurezza nel Mediterraneo.

🌱 Ritorni economici e industriali

• Tunisia – Economia blu (25 mln €): sviluppo filiere pesca e acquacoltura → opportunità commerciali per imprese italiane.
• Kenya – Filiera biofuel con IFC: sviluppo di oli vegetali per biocarburanti → possibile esportazione verso raffinerie italiane.
• SACE e SIMEST: già attivati 2 miliardi di garanzie e 200 milioni per progetti delle imprese italiane → export made in Italy in crescita.

👉 Ritorno per l’Italia: contratti per imprese italiane, aumento export, creazione di mercati di sbocco.

In sintesi

Il Piano Mattei produce ritorni per l’Italia su tre piani:

1. Energia – più gas, solare, idrogeno dall’Africa → meno dipendenza da Mosca.
2. Immigrazione – flussi regolari, manodopera qualificata → meno sbarchi illegali.
3. Economia e geopolitica – export, commesse, ruolo guida UE–Africa.

Perfetto, ti faccio un approfondimento con esempi concreti di progetti del Piano Mattei: dove sono, che tipo di iniziative sono, quanti soldi muovono e a chi servono.

Quanti soldi già impegnati

• Totale approvato dal Fondo Clima (FIC): circa 265 milioni di euro.
• Contributi multilaterali: + 20 milioni a ESMAP (World Bank) e circa 140 milioni al fondo con la Banca Africana di Sviluppo.
• Progetti AICS e CDP: decine di milioni già allocati su scuole, sanità, pesca e agricoltura.

Quante persone tocca

Sommando i principali progetti avviati, si parla di milioni di beneficiari diretti e indiretti:

• energia: oltre 1,5 milioni di persone;
• scuole: più di 30.000 studenti;
• sanità: centinaia di migliaia di pazienti;
• agricoltura/pesca: almeno 60.000 lavoratori diretti;
• più tutta la popolazione che beneficia di corridoi ferroviari e digitali.

Lettura critica e contesto consapevole

Le ambizioni non mancano, ma né il nome né i dossier risparmiano chi – come ActionAid o ONG africane – denuncia la mancanza di coinvolgimento delle società civili. Si teme un approccio top-down e forse troppo economico.
Altri attori, come l’AfDB e l’Unione Africana, parlano di “transizione dall’assistenza all’alleanza” quando si confrontano con l’Italia, accogliendo il piano nelle loro piattaforme finanziarie.

Conclusione: sintesi–chicca per te, caro Lettore

Il Piano Mattei è un’ambiziosa “operazione di cesello” diplomatica, finanziaria e tecnologica, ispirata a un passato audace ma rimodellata per un presente smart. Cinque miliardi e mezzo ben divisi (clima + sviluppo), progetti moderni nei campi della scuola, salute, energia, acqua, agricoltura e infrastrutture digitali, e l’Italia che punta a trarre utilità concreta — dalle migrazioni regolari all’energia pulita — in cambio di opportunità sì, ma stavolta… intelligenti e durature.

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