Il turismo videoludico, chiamatelo come volete, gaming tourism se preferite, non รจ piรน una curiositร : sta smuovendo settori dellโeconomia italiana. Chi viaggia per un torneo, per vedere dal vivo una location che ha fatto storia in un videogioco, o per respirare lโaria di una fiera esport costituisce un pubblico che esiste e si fa notare. Il reale valore economico di questo settore รจ oggetto di stime diverse, ma i segnali sono evidenti: si osserva una domanda con spesa media spesso piรน alta e una certa voglia di esperienze โextraโ. LโItalia, in modo graduale, sta imparando a intercettare questa domanda, cercando di integrare il suo patrimonio culturale con lโinnovazione digitale, non sempre in modo lineare, ma la direzione รจ quella.
Quando il turismo classico incontra il gaming
Si stima che il turismo rappresenti attorno allโ11% del PIL. Secondo le prime rilevazioni del 2025, gli stranieri hanno speso oltre 3,2 miliardi solo nel primo trimestre. In questo contesto, il filone videoludico agisce come un moltiplicatore: i viaggiatori legati a eventi gaming spesso arrivano prima o ripartono dopo, provano ristoranti, fanno shopping, visitano una mostra. Alcuni abbinano anche altre forme di intrattenimento, compresi i casino online, generando ricadute su molteplici settori. Il successo non รจ garantito in ogni occasione: le cittร che ospitano convention o tornei internazionali registrano picchi importanti, ma la distribuzione dei benefici lungo la filiera locale dipende da trasporti, capacitร ricettiva e anche dal prezzo degli affitti in quel weekend. Quando il sistema funziona, lโeffetto cassa si manifesta.
Professioni che ieri non esistevano
Con lโintrattenimento digitale nascono lavori che, fino a poco tempo fa, erano considerati quasi esotici: event manager per il gaming, specialisti marketing esport, producer per contenuti immersivi, community manager con un occhio ai forum e lโaltro a Discord. Ci sono poi tecnici di regia streaming, audio, networking a bassa latenza. Si tratta di competenze molto tecnologiche, ma non solo: sono necessarie anche competenze soft come gestione del pubblico, sicurezza, contratti. Le universitร e gli ITS stanno progettando percorsi dedicati; alcuni funzionano, altri sono ancora sperimentali. Il risultato รจ che il Made in Italy assume un accento piรน tech, purchรฉ le competenze restino aggiornate, dato che gli standard cambiano rapidamente.
Competere fuori casa e parlare ai giovani
Lโinvestimento nel turismo videoludico rappresenta unโopportunitร per lโItalia di emergere nelle mappe dellโintrattenimento globale. Il pubblico di riferimento รจ giovane, non sempre giovanissimo, ma con disponibilitร economica e desiderio di pagare per esperienze nuove. Cerca luoghi autentici, scenari riconoscibili dai giochi, e lโeffetto โci sono stato davveroโ. LโItalia ha un punto di forza: la possibilitร di intrecciare storia e modernitร digitale senza trasformare tutto in un parco a tema. Le cittร che riusciranno a offrire contenuti gaming di qualitร insieme alle attrazioni classiche potranno avere un vantaggio su altre destinazioni europee; tuttavia la concorrenza si muove velocemente e lโattenzione dei viaggiatori puรฒ diminuire altrettanto rapidamente.
Filiere locali, upgrade forzato, ma utile
Il gaming tourism spinge lโindotto a evolversi. Hotel che potenziano la banda e il WiโFi stanza per stanza, ristoranti con menu a tema (a volte riusciti, a volte no), negozi che scoprono il merchandising ufficiale e artigiani che lo reinterpretano. La parte digitale dellโofferta diventa quasi obbligatoria: prenotazioni fluide, pagamento contactless, informazioni in tempo reale. Anche i borghi possono partecipare, specie se riescono a ospitare eventi di nicchia che richiamano community europee. Tuttavia, senza un calendario stabile, trasporti affidabili e partnership con scuole, associazioni, operatori media, lโeffetto โfuoco di pagliaโ รจ una possibilitร concreta. Quando lโhospitality tradizionale dialoga pienamente con i servizi digitali, il valore aggiunto si distribuisce meglio.
Prospettive
Molti osservatori vedono nellโintrattenimento digitale una leva per modernizzare settori dellโeconomia. Sui numeri specifici del turismo videoludico, tuttavia, manca ancora precisione: le proiezioni parlano di crescita costante, ma serviranno metriche condivise per capire dove investire e dove evitare di farlo. LโItalia ha le carte per proporsi come hub europeo di eventi di alto profilo se costruisce un ecosistema integrato: infrastrutture, formazione, incentivi mirati, tutela dei residenti e una regia nazionale in grado di non limitare le realtร locali. La combinazione tra patrimonio culturale unico e capacitร di innovazione puรฒ diventare un vantaggio difficilmente replicabile. Resta necessario mantenere insieme sostenibilitร (ambientale e sociale), accessibilitร e qualitร dellโesperienza. Altrimenti lโinteresse si esaurisce, e con esso arrivano meno visitatori.