Ibrahim Traoré: Eroe Liberatore o Pedina di Putin in Africa?

Chi è il capitano Ibrahim Traorè: l’ennesimo “eroe” africano messo lì da qualche potenza straniera, o un vero liberatore e paladino dei diritti della popolazione africana? L’ultima nazione europea ad andarsene dall’Africa come colonizzatrice fu la Francia nel 1960 con la rivoluzione in Algeria , da allora gli ex colonizzatori hanno avuto solo rapporti commerciali esattamente come si fa con tutti gli altri stati del mondo, anche se la narrazione dei “coloni sfruttatori” di intere popolazioni è andata tranquillamente avanti e dato che l’abbiamo visto tante altre volte, quando arriva un volto nuovo, frutto di qualche colpo di Stato o qualche rivoluzione, difficilmente crediamo alla tesi dell’Unto dal Signore ( o da Allah) arrivato per far valere i diritti dei più poveri e infatti, come in questo caso, si vedrà che in fin dei conti i diritti da difendere sono quelli della Russa in Africai e di Putin, altro che dei poveri cristi.

Il Capitano Ibrahim Traoré è l’attuale leader ad interim del Burkina Faso, una figura che ha catturato l’attenzione internazionale non solo per la sua giovane età – nato nel 1988, è uno dei più giovani capi di stato al mondo 1 – ma anche per le circostanze drammatiche della sua ascesa al potere attraverso un colpo di stato militare nel settembre 2022.2 La sua leadership si inserisce in un contesto nazionale e regionale estremamente complesso e volatile. Il Burkina Faso è attanagliato da un’insurrezione jihadista che imperversa dal 2015, causando migliaia di vittime, lo sfollamento interno di circa due milioni di persone su una popolazione di circa 22 milioni 4, e portando vaste aree del paese al di fuori del controllo statale. Questa crisi di sicurezza si intreccia con una profonda instabilità politica, testimoniata da due colpi di stato militari nel solo 2022 (gennaio e settembre) 4, e si colloca all’interno delle turbolente dinamiche del Sahel, segnate dal ritiro di forze internazionali, dal collasso di precedenti assetti di sicurezza regionali e dall’emergere di nuove alleanze tra giunte militari.6

L’affermazione di Traoré non può essere compresa come un evento isolato. Essa appare piuttosto come un sintomo di crisi interconnesse e profonde – di sicurezza, di governance, e forse radicate in un persistente malcontento post-coloniale – che affliggono il Burkina Faso e l’intera regione saheliana. La sua presa del potere, così come quella che l’ha preceduta, è stata giustificata proprio dall’incapacità della leadership precedente di arginare l’avanzata jihadista.1 La sua accesa retorica anti-francese 3 e il suo riorientamento strategico verso nuovi partner internazionali, in primis la Russia 3, sembrano attingere a risentimenti storici e a un desiderio diffuso di maggiore sovranità.10 Inoltre, la sua gioventù 1 contrasta nettamente con le figure politiche tradizionali, esercitando un potenziale fascino su una popolazione, specialmente giovanile, che anela a un cambiamento radicale.

Questo rapporto si propone di tracciare un profilo completo del Capitano Ibrahim Traoré, analizzando le sue origini, la sua formazione, la sua carriera militare, la sua visione politica e ideologica, le sue azioni di governo in ambito di sicurezza ed economia, e il suo riposizionamento sulla scena internazionale, basandosi sulle informazioni disponibili. L’obiettivo è fornire una comprensione strutturata e analitica della sua figura e del suo impatto, nel contesto delle sfide che il Burkina Faso si trova ad affrontare.

Capitolo 1: Origini e Formazione: Il Percorso verso il Servizio Militare

Ibrahim Traoré è nato il 14 marzo 1988 a Bondokuy, una località situata nella provincia di Mouhoun, nel Burkina Faso occidentale.1 Le sue radici affondano quindi in un contesto rurale, un elemento che potrebbe aver influenzato la sua percezione delle disparità territoriali e delle sfide dello sviluppo nel paese. La sua educazione primaria si è svolta nella sua città natale, presso la scuola pubblica locale.1 Successivamente, per gli studi secondari, si è trasferito a Bobo-Dioulasso, la seconda città più grande del Burkina Faso, frequentando il liceo misto di Accart-ville.1 Qui, nel 2006, ha conseguito il baccalauréat (diploma di scuola secondaria superiore) in serie D (scientifica).1 Durante questi anni formativi, viene descritto da fonti successive come uno studente “tranquillo” ma anche “molto talentuoso”.3

Il percorso accademico di Traoré è proseguito all’Università di Ouagadougou, l’ateneo principale della capitale, dove si è iscritto nel 2006.1 Ha intrapreso studi nel campo delle scienze della terra, laureandosi in geologia.1 Le fonti riportano date leggermente diverse per il conseguimento della laurea, indicando il 2009 con lode 12 o il 2010, sempre con lode.1 Indipendentemente dalla data esatta, il completamento di studi universitari in un campo scientifico come la geologia lo distingue da molti altri leader militari della regione e potrebbe aver contribuito a formare una sensibilità particolare verso le questioni legate alle risorse naturali, un tema che diventerà centrale nella sua successiva agenda politica.

Durante gli anni universitari, Traoré non si è limitato agli studi. È stato un membro attivo di un’organizzazione studentesca descritta come di ispirazione marxista.1 Questa esperienza suggerisce un’esposizione precoce a ideologie critiche verso l’establishment e potenzialmente orientate verso il collettivismo e l’analisi strutturale delle disuguaglianze. Parallelamente, viene riportata una sua vicinanza ad associazioni musulmane 1, in linea con la sua fede religiosa, identificata come Islam sunnita.1 Questa combinazione di influenze – formazione scientifica, attivismo politico di sinistra e legami con ambienti religiosi – delinea un background complesso, che potrebbe aver contribuito a plasmare la sua visione del mondo e le sue future scelte politiche, in particolare la sua enfasi sulla sovranità nazionale, la critica all’imperialismo e l’attenzione alle risorse minerarie del paese.3

Per quanto riguarda la sua vita personale, le informazioni sono estremamente scarse. Traoré mantiene una strettissima riservatezza sulla sua sfera privata; non vi sono notizie pubbliche confermate riguardo a un eventuale coniuge o figli.2 Questa scelta potrebbe derivare da considerazioni di sicurezza personale, data la sua posizione e il contesto di instabilità, oppure rappresentare un tentativo deliberato di proiettare un’immagine pubblica interamente focalizzata sul suo ruolo di leader e sulla missione nazionale che si è attribuito.

Capitolo 2: Traiettoria Militare e la Strada per Ouagadougou

Subito dopo gli studi universitari, Ibrahim Traoré ha intrapreso la carriera militare. Le fonti indicano il suo arruolamento nell’esercito del Burkina Faso nel 2009 2 o nel 2010.1 Ha ricevuto la sua formazione presso l’Accademia Militare Georges-Namoano 3, l’istituzione preposta alla formazione degli ufficiali nel paese. La sua preparazione iniziale è stata completata da una specializzazione in difesa antiaerea conseguita in Marocco 3, un dettaglio che suggerisce un percorso formativo mirato a competenze tecniche specifiche.

La sua progressione nei ranghi è stata relativamente rapida. È stato nominato sottotenente nel 2012, promosso tenente nel 2014 e ha raggiunto il grado di capitano nel 2020.1 Questa ascesa in circa un decennio, culminata nel grado di capitano a soli 32 anni, potrebbe indicare capacità riconosciute o un percorso accelerato in un contesto militare fortemente impegnato in operazioni.

La carriera di Traoré è stata segnata da incarichi operativi in zone critiche del paese, profondamente colpite dall’insurrezione jihadista. Dopo la formazione specialistica, è stato trasferito a un’unità di fanteria a Kaya, una città situata nel nord del Burkina Faso 3, una regione particolarmente esposta agli attacchi. Successivamente, nel marzo 2022, poco dopo il primo colpo di stato dell’anno, è stato nominato ufficiale capo di artiglieria del 10º Reggimento di Supporto e Comando (10° RCS), anch’esso con sede a Kaya.1 La sua esperienza sul campo include la partecipazione a diverse operazioni militari contro i gruppi terroristici, tra cui operazioni a Djibo nel 2017 e l’Operazione Otapuanu nel 2019.1 Ha inoltre prestato servizio nel distaccamento militare di Markoye, nel Sahel burkinabè 1, un’altra area ad alto rischio. Un’ulteriore esperienza significativa è stata la sua partecipazione alla Missione Multidimensionale Integrata delle Nazioni Unite per la Stabilizzazione in Mali (MINUSMA) 2, che gli ha fornito una prospettiva diretta sulle dinamiche regionali del conflitto e sulle operazioni di peacekeeping internazionale.

Le fonti concordano nel descriverlo come uno dei molti giovani ufficiali che hanno combattuto in prima linea contro i ribelli jihadisti.1 Questa esperienza diretta e prolungata sul fronte della guerra è un elemento cruciale per comprendere la sua figura. Non si tratta di un ufficiale formatosi lontano dai combattimenti, ma di un militare che ha vissuto sulla propria pelle le difficoltà e le frustrazioni della lotta anti-insurrezionale, guadagnando riconoscimenti per il suo servizio.2 Questa esperienza diretta è probabilmente stata determinante nel forgiare le sue opinioni sulla gestione del conflitto da parte delle gerarchie militari e politiche, alimentando quella insoddisfazione verso la leadership del colonnello Damiba che lo porterà a guidare il secondo colpo di stato del 2022.1

Un aspetto dibattuto della sua carriera riguarda la sua eventuale appartenenza alle forze speciali “Cobra”.1 Si tratta di un’unità anti-terrorismo creata nel 2019. Alcune fonti mediatiche internazionali come BBC, Al Jazeera e Die Tageszeitung affermano che ne abbia fatto parte in qualche momento.3 Altre fonti, come la rivista Jeune Afrique, negano questa associazione 3, e la pagina Wikipedia in italiano la definisce “dibattuta”.1 Indipendentemente dalla sua affiliazione formale, è significativo che proprio le forze “Cobra” abbiano fornito un supporto cruciale al suo colpo di stato nel settembre 2022.3 Inoltre, i presunti ritardi nei pagamenti destinati a questa unità sono stati citati tra le motivazioni del golpe.1 Ciò suggerisce l’esistenza di legami operativi o di alleanze specifiche con questa unità d’élite, rivelando possibili dinamiche fazionali all’interno delle forze armate burkinabè che hanno favorito la sua ascesa.

Capitolo 3: Il Colpo di Stato del Settembre 2022: Presa del Potere e Consolidamento dell’Autorità

L’ascesa di Ibrahim Traoré al vertice del potere in Burkina Faso è stata fulminea e si è svolta in due fasi cruciali nel corso del 2022. Inizialmente, Traoré ha fatto parte del gruppo di ufficiali militari che hanno sostenuto il colpo di stato del 24 gennaio 2022.1 Quel golpe, guidato dal Tenente Colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, rovesciò il presidente democraticamente eletto Roch Marc Christian Kaboré, giustificando l’azione con l’incapacità di quest’ultimo di far fronte alla crescente minaccia jihadista. La giunta militare che ne scaturì prese il nome di Movimento Patriottico per la Salvaguardia e il Restauro (MPSR).

Tuttavia, l’unità all’interno della nuova giunta si rivelò effimera. Nei mesi successivi, crebbe lo scontento tra una parte degli ufficiali, in particolare quelli più giovani e direttamente impegnati sul fronte della guerra contro i jihadisti, come Traoré stesso.3 Questi militari percepivano la gestione dell’insurrezione da parte di Damiba come inefficace e ritenevano che la situazione della sicurezza stesse continuando a deteriorarsi, se non peggiorando.1 Traoré dichiarò in seguito che lui e altri ufficiali avevano tentato, senza successo, di convincere Damiba a “riportare l’attenzione” sulla lotta alla ribellione.3 A loro avviso, le “ambizioni” personali di Damiba stavano deviando dagli obiettivi originari proclamati al momento del primo golpe.3 A queste motivazioni strategiche si aggiunsero, secondo alcune fonti, anche questioni più concrete, come presunti ritardi nei pagamenti destinati alle truppe dell’unità speciale “Cobra”.1

Questa crescente frustrazione culminò nel secondo colpo di stato dell’anno, avvenuto il 30 settembre 2022. Guidato dal Capitano Traoré, allora capo dell’artiglieria a Kaya, un gruppo di ufficiali, con il supporto determinante delle forze “Cobra”, prese il controllo della capitale Ouagadougou.2 Vi furono scontri a fuoco, in particolare presso la base militare di Camp Baba Sy, quartier generale di Damiba, e nei pressi del palazzo presidenziale di Kosyam.5 Punti strategici della città furono bloccati e la televisione di stato interruppe le trasmissioni.5 In serata, il Capitano Traoré apparve in televisione per annunciare la deposizione di Damiba e proclamarsi nuovo leader del MPSR.1 La giustificazione ufficiale addotta fu, ancora una volta, l’incapacità del leader deposto di gestire efficacemente l’insurrezione jihadista e il conseguente deterioramento della sicurezza nazionale.1

Il colpo di stato di Traoré contro Damiba, avvenuto a soli otto mesi dal golpe di Damiba contro Kaboré, mise in luce una profonda instabilità e frammentazione all’interno delle stesse forze armate burkinabè.4 L’uso ricorrente della medesima giustificazione – il fallimento nella lotta al terrorismo 4 – suggerisce che questi eventi potrebbero essere interpretati non solo come risposte alla crisi nazionale, ma anche come manifestazioni di lotte di potere interne all’esercito, alimentate da ambizioni personali e divisioni fazionali. Questa dinamica rischiava di perpetuare l’instabilità anziché risolverla, come sembrò confermare l’aumento degli episodi di violenza registrato nel 2022 4 e il persistere, se non l’intensificarsi, degli attacchi jihadisti anche dopo l’insediamento di Traoré.5

Una volta preso il potere, Traoré agì rapidamente per consolidare la propria autorità e dare una parvenza di legittimità al nuovo regime. Il 6 ottobre 2022, assunse formalmente la carica di Presidente ad interim, con i titoli di “Capo di Stato, Capo Supremo delle Forze Armate”.3 Il governo e l’assemblea legislativa di transizione istituiti da Damiba furono immediatamente sciolti 4, e la costituzione sospesa 4, concentrando di fatto tutto il potere nelle mani di Traoré e della sua giunta. Per garantire la continuità amministrativa, diede istruzioni ai massimi dirigenti dei ministeri di mantenere in funzione le operazioni quotidiane del governo.4

Successivamente, avviò la costruzione di nuove istituzioni transitorie. Nominò un Primo Ministro civile, Apollinaire Joachim Kyelem de Tambèla, una figura nota come giurista, professore universitario e presentatore televisivo, forse nel tentativo di rassicurare l’opinione pubblica e la comunità internazionale.3 Formò poi un governo di transizione composto da 23 membri, che includeva tre ufficiali militari e cinque funzionari che avevano già servito nel governo di Damiba, suggerendo una certa continuità mista a un rafforzamento del controllo militare.4 Fu inoltre creata una nuova Assemblea Legislativa di Transizione (ALT) di 71 membri.4 La composizione di questo organo, tuttavia, rivelava chiaramente l’intenzione di mantenere saldo il controllo della giunta: 20 membri erano selezionati direttamente da Traoré, 16 provenivano dalle forze di difesa e sicurezza, e solo quote minori erano riservate ai partiti politici (12), alla società civile (10) e a leader sociali non affiliati politicamente (13).4 Questa struttura garantiva alla giunta una solida maggioranza, rendendo improbabile qualsiasi iniziativa legislativa sgradita al potere militare. Fino alla convocazione effettiva dell’ALT, Traoré governò per decreto, esercitando un potere quasi assoluto.4 Per proiettare un’immagine di unità all’interno delle forze armate, organizzò anche un incontro con gli alti gradi militari, ampiamente pubblicizzato attraverso fotografie ufficiali.4

Queste mosse indicano una strategia di consolidamento del potere rapida e attentamente controllata. Pur mantenendo una facciata civile attraverso la nomina di un Primo Ministro e la creazione di un parlamento di transizione, la struttura istituzionale fu chiaramente disegnata per assicurare il predominio della giunta militare guidata da Traoré. Questa impostazione sollevò fin da subito dubbi sulla reale volontà di facilitare un rapido ritorno all’ordine costituzionale e democratico.

Tali dubbi trovarono conferma negli sviluppi successivi. Nonostante le pressioni regionali e le promesse iniziali di una transizione breve 15, nel maggio 2024 si tennero delle “consultazioni nazionali” – boicottate dalla maggior parte dei partiti politici – al termine delle quali il mandato presidenziale di Traoré fu esteso per ulteriori cinque anni.3 La nuova carta della transizione gli consentì inoltre di candidarsi alle future elezioni presidenziali, contraddicendo gli impegni presi in precedenza con la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS).3

Nel frattempo, il regime di Traoré ha dovuto affrontare sfide alla propria stabilità interna. La giunta ha annunciato pubblicamente di aver sventato diversi tentativi di colpo di stato, tra cui uno nel settembre 2023 16 e un altro nell’aprile 2025.18 In queste occasioni, sono state mosse accuse specifiche contro alcuni ufficiali militari 18 e, in modo più significativo, contro potenze straniere (in particolare la Francia) e paesi vicini (come la Costa d’Avorio) di essere coinvolti in trame destabilizzanti.7 Sebbene la veridicità e la portata di questi presunti complotti siano difficili da verificare in modo indipendente, essi segnalano la persistenza di tensioni all’interno delle forze di sicurezza e potrebbero essere stati utilizzati anche come pretesto per epurare potenziali oppositori e rafforzare ulteriormente il controllo del regime.

Capitolo 4: Fondamenta Ideologiche: Panafricanismo, Sovranità e l’Ombra di Sankara

La leadership di Ibrahim Traoré è caratterizzata da una forte impronta ideologica, che si manifesta in modo prominente nella sua retorica pubblica e nelle sue scelte politiche. I pilastri fondamentali della sua visione sembrano essere il panafricanismo, un acceso anti-imperialismo (con un focus particolare sull’ex potenza coloniale, la Francia) e una rivendicazione decisa della sovranità nazionale.3 A queste si aggiunge un’influenza marxista che, secondo alcune fonti, risalirebbe ai suoi anni di attivismo studentesco all’università.1

La sua retorica anti-imperialista è un elemento costante e potente. Nei suoi discorsi, denuncia frequentemente le dinamiche di sfruttamento neocoloniale imputate alle potenze occidentali, e in particolare alla Francia.6 Accusa apertamente l’imperialismo di non aver cambiato metodi dai tempi della schiavitù, ma di essere diventato solo “più sottile e gentile”.10 Sostiene che le potenze esterne utilizzino il pretesto della lotta al terrorismo per saccheggiare le risorse naturali dei paesi africani.27 In questa narrazione, un ruolo chiave è attribuito agli “schiavi da salotto” (“drawing room slaves”) 10, ovvero quelle élite africane accusate di tradire i propri popoli per servire gli interessi imperialisti in cambio di privilegi. Questa narrazione collega direttamente i problemi attuali del Burkina Faso – insicurezza, sottosviluppo – a un sistema di dominazione esterna e interna, offrendo una spiegazione chiara e identificando nemici contro cui mobilitarsi. La forza di questa narrativa risiede nella sua capacità di risuonare profondamente in un contesto segnato dall’eredità coloniale, da decenni di percepita ingerenza straniera e da una diffusa frustrazione per le mancate promesse di sviluppo. Diventa così un potente strumento di mobilitazione popolare e di legittimazione per un leader che si presenta come il campione della liberazione nazionale.2 Le frequenti manifestazioni di sostegno a Traoré, dove spesso sventolano bandiere russe accanto a quelle burkinabè in esplicita opposizione alla Francia 22, testimoniano l’efficacia di questo discorso nel creare coesione interna attorno alla sua figura.

Un altro elemento distintivo della leadership di Traoré è il suo forte appeal sulla gioventù. Viene ampiamente percepito, sia in Burkina Faso che in altre parti del continente e nella diaspora, come un leader rivoluzionario, un simbolo di speranza e di rinnovamento.2 La sua giovane età 1, il suo background militare vissuto in prima linea, e alcuni tratti del suo stile personale – come l’iconico saluto con il pugno chiuso 2, la scelta di mantenere il grado di capitano e lo stipendio militare pre-golpe 19, e l’uso di veicoli militari modesti 35 – contribuiscono a costruire un’immagine di leader vicino al popolo, incorruttibile e determinato a rompere con le pratiche delle vecchie élite politiche.

Inevitabilmente, questa combinazione di retorica anti-imperialista, enfasi sulla sovranità, giovane età e stile austero ha portato a frequenti paragoni con Thomas Sankara, il carismatico leader rivoluzionario del Burkina Faso assassinato nel 1987.10 Sankara è una figura venerata in gran parte dell’Africa come simbolo di integrità, panafricanismo e resistenza all’imperialismo. Il paragone con Sankara non sembra essere solo un’osservazione esterna, ma appare coltivato, o quantomeno accettato e utilizzato strategicamente, dallo stesso Traoré e dal suo entourage. Lo stesso Traoré ha pubblicamente elogiato Sankara come un “grande visionario” e una fonte di ispirazione, presiedendo cerimonie in sua memoria.35 Questo collegamento permette a Traoré di attingere a un potente serbatoio simbolico, rafforzando la sua immagine rivoluzionaria e la sua popolarità, specialmente tra coloro che idealizzano la figura di Sankara. Può servire anche a mettere in secondo piano aspetti più controversi del suo regime, come le restrizioni alle libertà o la natura non democratica della sua presa del potere, focalizzando l’attenzione sulla lotta anti-imperialista e sulla promessa di un riscatto nazionale che evoca l’eredità sankarista.

Tuttavia, il paragone non è privo di critiche e distinzioni. Alcuni commentatori sottolineano che, mentre Sankara era profondamente radicato in un’ideologia marxista-leninista e aveva un programma di trasformazione socio-economica radicale, Traoré appare più pragmatico, con un focus prevalente sulle questioni di sicurezza e stabilità, pur adottando una retorica simile.37 Altri, più criticamente, evidenziano che entrambi i leader sono saliti al potere attraverso colpi di stato militari e hanno governato o governano in modo autoritario, mettendo in guardia contro l’idealizzazione di figure dittatoriali, indipendentemente dalla loro retorica.37

Capitolo 5: Governare il Burkina Faso: Sfide di Sicurezza e Lotta all’Insurrezione

Il Capitano Traoré ha ereditato un paese profondamente segnato da una crisi di sicurezza di gravità eccezionale. Al momento del suo colpo di stato nel settembre 2022, vaste porzioni del territorio nazionale, stimate intorno al 40% 36, erano di fatto al di fuori del controllo dello Stato, preda di gruppi jihadisti affiliati ad Al-Qaeda e allo Stato Islamico. La violenza era in costante aumento, con un numero crescente di attacchi contro civili e forze di sicurezza, e una crisi umanitaria imponente dovuta agli sfollamenti interni.4 Nonostante la giustificazione principale di entrambi i golpe del 2022 fosse proprio l’incapacità di far fronte a questa minaccia, le fonti indicano che gli attacchi jihadisti sono proseguiti, e in alcuni periodi forse si sono addirittura intensificati, anche dopo l’insediamento di Traoré.3 Tragicamente, alla violenza dei gruppi armati si sono aggiunte, secondo report di organizzazioni internazionali come Human Rights Watch (HRW), gravi violazioni dei diritti umani commesse dalle stesse forze di difesa e sicurezza burkinabè, incluse accuse di esecuzioni sommarie di centinaia di civili in operazioni di rappresaglia.30

Di fronte a questa situazione drammatica, la strategia dichiarata da Traoré si è concentrata quasi esclusivamente sulla soluzione militare, adottando un approccio intransigente. Ha pubblicamente promesso di riconquistare tutto il territorio nazionale caduto nelle mani dei ribelli 3 e ha escluso categoricamente qualsiasi negoziato con i gruppi jihadisti fino a quando questi non saranno stati significativamente indeboliti sul piano militare.3 Per sostenere questo sforzo bellico, nell’aprile 2023 ha dichiarato una “mobilitazione generale” della popolazione, invitando i cittadini a supportare attivamente le forze armate.3

Un elemento centrale di questa strategia è stata la creazione e il potenziamento massiccio dei “Volontari per la Difesa della Patria” (VDP), una milizia civile ausiliaria reclutata su base locale per affiancare l’esercito regolare nella lotta contro i jihadisti.3 Decine di migliaia di cittadini, secondo le fonti governative, si sono arruolati in queste unità.28 Traoré stesso ha elogiato i VDP, definendoli i veri “Wagner del Burkina Faso” 3, in una dichiarazione che mirava a sottolineare il carattere endogeno dello sforzo di difesa, pur evocando implicitamente un modello di combattimento paramilitare. Parallelamente, il regime ha cercato di potenziare l’equipaggiamento delle forze armate, probabilmente avvalendosi dei nuovi partenariati militari stabiliti con paesi come la Russia e la Turchia.36

Questo approccio, basato sulla mobilitazione totale e sull’intensificazione dello sforzo militare, pur rispondendo a una diffusa richiesta popolare di azione e fermezza contro la minaccia jihadista, comporta rischi considerevoli. L’uso su larga scala di milizie civili come i VDP, sebbene comune in contesti di controinsurrezione, solleva serie preoccupazioni riguardo alla loro formazione, al loro inquadramento e al rispetto dei diritti umani e delle leggi di guerra. La mancanza di un’adeguata supervisione e controllo su queste forze ausiliarie, così come sull’esercito regolare 4, aumenta il pericolo di abusi contro la popolazione civile, come sembrano indicare le accuse riportate da HRW.30 L’intensificazione del conflitto rischia inoltre di esacerbare ulteriormente la crisi umanitaria.

Inoltre, la crisi di sicurezza persistente è stata utilizzata dal regime di Traoré non solo come giustificazione per la presa del potere, ma anche come argomento per posticipare indefinitamente il ritorno alla democrazia e per consolidare il proprio controllo autoritario. Già nel maggio 2023, Traoré aveva messo pubblicamente in dubbio la fattibilità delle elezioni previste per il 2024, adducendo proprio le precarie condizioni di sicurezza 3, ritirando di fatto una promessa chiave fatta all’ECOWAS. Questa posizione è stata poi formalizzata con l’estensione del suo mandato per altri cinque anni nel maggio 2024.3 La sicurezza nazionale è diventata anche un pretesto per reprimere il dissenso e limitare la libertà di stampa. Media internazionali come BBC e Voice of America sono stati sospesi proprio per aver riportato le accuse di HRW riguardo alle presunte esecuzioni extragiudiziali commesse dall’esercito.30 Giornalisti locali critici sono stati arrestati o, in alcuni casi, coscritti forzatamente nell’esercito o nei VDP e inviati al fronte.22 Si è instaurato un clima di censura de facto su argomenti ritenuti sensibili dal potere militare.22 In questo modo, la crisi di sicurezza, oltre a rappresentare una tragica realtà per la popolazione, funge anche da strumento politico per mantenere il controllo, silenziare le critiche e giustificare la permanenza al potere della giunta militare.

Capitolo 6: Nazionalismo Economico: Rivendicazione delle Risorse e Rimodellamento dell’Economia

Parallelamente all’impegno militare, il governo di Ibrahim Traoré ha posto una forte enfasi sulla dimensione economica, promuovendo un’agenda di marcato nazionalismo economico, incentrata in particolare sulla rivendicazione del controllo nazionale sulle abbondanti risorse minerarie del paese, soprattutto l’oro. Il Burkina Faso è infatti uno dei principali produttori auriferi del continente africano 13, ma per decenni lo sfruttamento di questa ricchezza è stato dominato da compagnie straniere, prevalentemente occidentali.

Le azioni intraprese da Traoré in questo settore sono state significative e indicative di una volontà di rottura con il passato. Nel novembre 2023, il suo governo ha approvato la costruzione della prima raffineria d’oro del paese.3 L’obiettivo dichiarato è quello di trasformare il metallo prezioso all’interno dei confini nazionali, anziché esportarlo come materia prima grezza, al fine di catturare una quota maggiore del valore aggiunto, aumentare le entrate statali e creare posti di lavoro locali.3 Successivamente, è stata celebrata la produzione della prima barra d’oro interamente raffinata in Burkina Faso.44

Un’altra misura importante è stata la sospensione, nel febbraio 2024, del rilascio di nuovi permessi di esportazione per l’oro prodotto su piccola scala (artigianale).3 Questa decisione è stata giustificata con la necessità di combattere il contrabbando e il commercio illecito, che sottraggono risorse allo Stato, e di ripulire e formalizzare un settore spesso opaco e poco regolamentato.3

La retorica del regime è andata anche oltre, parlando apertamente di “nazionalizzazione” delle miniere e annunciando l’intenzione di revocare le licenze di estrazione a diverse compagnie minerarie straniere, in particolare quelle occidentali.13 L’obiettivo esplicito, ribadito dallo stesso Traoré, è quello di permettere al Burkina Faso di “sfruttare meglio le proprie risorse” 47, riprendere il controllo della propria economia e, non da ultimo, utilizzare le maggiori entrate derivanti dal settore minerario per sostenere finanziariamente la costosa lotta contro il terrorismo jihadista.47 Già nel 2023, il governo aveva effettuato sequestri di quantitativi significativi di oro (tra 200 e 300 kg) da compagnie come la canadese Endeavour Mining e la russa Nordgold, giustificando tali azioni con “necessità pubbliche” e il “contesto eccezionale” legato allo sforzo bellico.47

La strategia futura per la gestione del settore minerario prevede, secondo le dichiarazioni, l’assegnazione prioritaria delle concessioni a compagnie nazionali.45 Tuttavia, viene ammessa anche la possibilità di coinvolgere partner internazionali, ma diversi da quelli precedenti.45 In questo contesto, i nomi che ricorrono sono quelli dei nuovi alleati politici e militari del Burkina Faso: Russia, Cina e Turchia.7 In particolare, sono emersi dettagli su nuovi accordi minerari siglati con la Russia, specificamente con la compagnia Nordgold, nonostante i precedenti sequestri.44

Queste azioni nel settore strategico dell’oro si inseriscono in una visione più ampia di sovranità economica che costituisce un pilastro fondamentale dell’agenda politica di Traoré. Esse sono strettamente collegate alla sua ideologia anti-imperialista e alla sua volontà di affrancare il paese da quelle che percepisce come relazioni di dipendenza e sfruttamento neocoloniale.7 La ricerca di “partenariati win-win” 3 e il nesso diretto stabilito tra controllo delle risorse e finanziamento della difesa nazionale 47 evidenziano come economia, politica e sicurezza siano intimamente legate nella sua strategia.

Oltre al settore minerario, il governo Traoré ha lanciato altre iniziative economiche volte a rafforzare il ruolo dello Stato e a promuovere uno sviluppo endogeno. Nell’ottobre 2024 è stata annunciata la creazione della Banca Postale del Burkina Faso (BPBF) 1, presumibilmente per migliorare l’accesso ai servizi finanziari. Alla fine del 2024, sono state inaugurate fabbriche statali per la trasformazione del pomodoro a Bobo Dioulasso e Yako 1, sebbene alcune fonti contestino l’originalità di questi progetti, affermando che fossero già in cantiere prima del golpe di Traoré.37 Viene inoltre posta una forte enfasi sullo sviluppo dell’agricoltura e sul raggiungimento dell’autosufficienza alimentare.21 Tuttavia, il contesto economico generale rimane difficile, aggravato dalle sanzioni internazionali e regionali imposte dopo i colpi di stato e dai costi crescenti dello sforzo bellico. Per far fronte a queste difficoltà, il governo è stato costretto a introdurre nuove tasse su beni di consumo (come bevande, sigarette, cosmetici) e servizi (come quelli telefonici).1

Nonostante la determinazione mostrata e la forte retorica sovranista, l’effettiva capacità dello Stato burkinabè di implementare con successo questa agenda di nazionalismo economico e di tradurla in uno sviluppo sostenibile rimane una questione aperta. La gestione diretta di settori complessi come quello minerario richiede competenze tecniche e capacità istituzionali che potrebbero essere carenti.36 Inoltre, la rottura con i partner occidentali tradizionali e la crescente dipendenza da nuovi alleati come la Russia e, potenzialmente, la Cina 44 sollevano interrogativi. C’è il rischio che si sostituisca semplicemente una forma di dipendenza con un’altra, magari a condizioni meno trasparenti e non necessariamente più vantaggiose per il paese a lungo termine. La partnership rinnovata con la compagnia russa Nordgold 44, ad esempio, rende più sfumata la stessa nozione di “nazionalizzazione”. La sostenibilità economica di queste politiche, in un quadro di persistente insicurezza, isolamento regionale crescente 50 e sfide strutturali profonde, rappresenta una delle maggiori incognite per il futuro del Burkina Faso sotto la guida di Traoré.

Capitolo 7: Un Nuovo Asse di Politica Estera: Pivot dalla Francia, Abbraccio della Russia e dell’AES

Uno degli aspetti più radicali e visibili della leadership di Ibrahim Traoré è stato il completo riorientamento della politica estera del Burkina Faso. Questo cambiamento si è manifestato principalmente attraverso un drastico allontanamento dalla Francia, l’ex potenza coloniale e partner storico, e un parallelo, deciso avvicinamento alla Russia e alla creazione di un nuovo blocco regionale, l’Alleanza degli Stati del Sahel (AES), insieme ai vicini Mali e Niger, anch’essi guidati da giunte militari.

La rottura con la Francia è stata netta e multidimensionale. Una delle prime azioni clamorose è stata la richiesta di ritiro delle forze militari francesi presenti nel paese nell’ambito dell’Operazione Barkhane e della Task Force Takuba. L’operazione francese Sabre si è ufficialmente conclusa nel febbraio 2023.3 Poco dopo, il governo di Traoré ha denunciato gli accordi di assistenza militare che legavano i due paesi fin dal 1961.5 A queste misure militari sono seguite azioni sul piano diplomatico e mediatico: diversi diplomatici francesi sono stati espulsi dal Burkina Faso 30, e numerosi media francesi (come le televisioni LCI e France24, la radio RFI e la rivista Jeune Afrique) sono stati sospesi, mentre i corrispondenti di importanti quotidiani come Libération e Le Monde sono stati espulsi.30 La retorica ufficiale del regime è diventata apertamente critica verso le politiche del governo francese, accusato di avere una “mentalità imperialista” 6 e persino di sostenere tentativi di destabilizzazione e colpi di stato contro il regime di Traoré.7 Tuttavia, Traoré ha tenuto a precisare che l’ostilità è rivolta alle politiche di Parigi, non al popolo francese.6

Contemporaneamente a questo allontanamento dalla Francia, si è assistito a un rapido e significativo avvicinamento alla Federazione Russa. Fin dai primi momenti dopo il golpe di settembre 2022, erano circolate voci e sospetti su possibili legami tra Traoré e il gruppo mercenario russo Wagner, alimentate dai suoi discorsi anti-francesi e filo-russi.3 Sebbene Traoré abbia inizialmente negato una collaborazione diretta, affermando che i veri “Wagner del Burkina Faso” fossero i volontari VDP 3, rapporti successivi hanno indicato la presenza di truppe russe, inclusi elementi del Wagner Group (o della sua nuova incarnazione, Africa Corps), nel paese a partire almeno da gennaio 2024.3 La cooperazione militare tra Ouagadougou e Mosca si è rapidamente rafforzata, con la firma di accordi tecnico-militari 8, la possibile fornitura di armamenti e equipaggiamenti russi 36, e probabilmente programmi di addestramento. Sul piano diplomatico, un passo altamente simbolico è stato l’annuncio della riapertura dell’ambasciata russa a Ouagadougou nel luglio 2023, che era rimasta chiusa dal 1992.3 Si sono intensificate le visite di delegazioni russe di alto livello 43, e lo stesso Traoré ha partecipato al Summit Russia-Africa a San Pietroburgo, incontrando il presidente Vladimir Putin.42 Anche i legami economici si sono sviluppati, con la Russia che ha fornito donazioni di grano 43 e si è proposta come partner chiave nel settore minerario (oro) 44, arrivando persino a discutere la costruzione di una centrale nucleare.8 Questo avvicinamento è stato accompagnato da un forte sostegno retorico: l’allora capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, elogiò pubblicamente Traoré per il suo “coraggioso” colpo di stato 5, e le manifestazioni popolari a sostegno di Traoré hanno spesso visto sventolare bandiere russe accanto a quelle burkinabè.22

Il terzo pilastro di questo nuovo orientamento strategico è stata la creazione dell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES). Fondata formalmente nel settembre 2023 insieme a Mali e Niger 3, l’AES riunisce tre paesi confinanti, tutti guidati da giunte militari salite al potere tramite colpi di stato recenti e accomunati da un forte sentimento anti-francese e da un avvicinamento alla Russia. Nel luglio 2024, l’alleanza è stata ulteriormente strutturata con la firma di un trattato che istituisce una confederazione.54 Gli obiettivi dichiarati dell’AES sono ambiziosi: stabilire un patto di difesa collettiva per far fronte comune alla minaccia jihadista e a eventuali aggressioni esterne; promuovere una profonda integrazione economica, con la creazione di un mercato comune, lo sviluppo di infrastrutture condivise (energia, comunicazioni), la possibile introduzione di una moneta unica (denominata “Sahel”), la libera circolazione delle persone, e politiche comuni per l’industrializzazione e lo sviluppo dei settori agricolo e minerario; e affermare la sovranità politica dei paesi membri sul piano internazionale.53 Traoré stesso vede l’AES come un progetto aperto a tutti i popoli africani che lottano per la sovranità e come un modello per una nuova forma di unità africana.26

L’AES ha già iniziato a muovere passi concreti, annunciando lo sviluppo di una forza militare congiunta 53, l’adozione di una politica culturale comune 53, l’abolizione delle tariffe di roaming telefonico tra i tre paesi 53, l’introduzione di un passaporto biometrico comune (sebbene con iniziali difficoltà di riconoscimento da parte di altri stati) 53, e l’applicazione di un dazio doganale comune sulle importazioni da paesi terzi.53 Un passo decisivo è stata l’uscita coordinata e simultanea dei tre paesi membri dall’ECOWAS nel gennaio 2025.2 Questa mossa ha sancito la rottura definitiva con l’organizzazione regionale storica dell’Africa occidentale, accusata dalle giunte di essere uno strumento al servizio di potenze straniere (cioè la Francia) e di aver imposto sanzioni “inumane” e controproducenti dopo i rispettivi colpi di stato.11

Questo complesso insieme di azioni – la rottura con la Francia, l’alleanza strategica con la Russia e la costruzione dell’AES come nuovo blocco regionale – non rappresenta una semplice diversificazione dei partner, ma un vero e proprio riallineamento geopolitico radicale. Il governo Traoré ha scelto deliberatamente di abbandonare decenni di stretti legami con l’Occidente e le istituzioni regionali preesistenti per forgiare un nuovo asse strategico, percepito come più consono alle aspirazioni di sovranità nazionale e più allineato a una visione multipolare del mondo. L’AES, in particolare, emerge come un progetto esplicitamente contro-egemonico, un tentativo di costruire un’alternativa all’ordine regionale dominato dall’influenza francese e incarnato dall’ECOWAS, basandosi su interessi di sicurezza condivisi, un’ideologia anti-imperialista comune e la ricerca di autonomia economica e politica.

Al di là di questi assi principali, il Burkina Faso di Traoré ha coltivato relazioni anche con altri attori. La Turchia è emersa come un altro partner importante, soprattutto nel settore della difesa (fornitura di droni e altri equipaggiamenti) e potenzialmente in quello economico e minerario.3 Le relazioni con alcuni paesi vicini si sono invece deteriorate: la Costa d’Avorio e il Benin sono stati apertamente accusati da Traoré di ospitare basi militari straniere e di sostenere attività terroristiche o destabilizzanti contro il Burkina Faso.7 L’unica visita di Traoré al di fuori dei paesi AES registrata dalle fonti è stata in Ghana, per partecipare all’insediamento del presidente John Mahama nel gennaio 2025.2 Le relazioni con le Nazioni Unite sono state segnate da critiche espresse dal governo burkinabè.27 Con gli Stati Uniti, la tensione è cresciuta progressivamente, culminando in critiche pubbliche da parte di alti ufficiali americani (come il Generale Michael Langley, capo di AFRICOM) verso Traoré 21, e nella sospensione delle trasmissioni di Voice of America (VOA) da parte delle autorità burkinabè.30

La seguente tabella riassume i cambiamenti chiave nella politica estera del Burkina Faso sotto la guida di Ibrahim Traoré:

Tabella 1: Riepilogo dei Cambiamenti Chiave nella Politica Estera sotto Ibrahim Traoré

Attore InternazionaleRelazione Pre-Traoré (Indicativa)Cambiamenti Chiave sotto TraoréRiferimenti Principali
FranciaPartner storico (ex potenza coloniale), forte presenza militare ed economicaEspulsione truppe/diplomatici, denuncia accordi militari, sospensione media, accuse di ingerenza/destabilizzazione, retorica anti-francese3
RussiaRelazioni limitate (ambasciata chiusa dal 1992)Riapertura ambasciata, cooperazione militare rafforzata (Wagner/Africa Corps), accordi economici (grano, miniere, nucleare?), sostegno politico/retorico3
Mali / Niger (AES)Paesi vicini, membri ECOWAS, sfide di sicurezza similiCreazione Alleanza Stati del Sahel (AES) (difesa, economia, politica), confederazione, uscita coordinata da ECOWAS3
ECOWASMembro fondatore, quadro di integrazione regionaleUscita dall’organizzazione, accuse reciproche, sanzioni post-golpe2
Stati UnitiPartner nella lotta al terrorismo, aiuti allo sviluppoTensioni crescenti, critiche da ufficiali USA, sospensione VOA22
TurchiaRelazioni in crescitaPartner militare (droni), potenziale partner economico/minerario3
ONUMembro, presenza MINUSMA nel vicino MaliCritiche espresse dal governo Traoré27
Costa d’Avorio / BeninPaesi vicini, membri ECOWASAccuse di ospitare basi straniere e sostenere destabilizzazione/terrorismo7

Capitolo 8: Il Fattore Cina: Valutazione dell’Influenza e dell’Impegno di Pechino

Nel quadro del radicale riorientamento della politica estera del Burkina Faso operato da Ibrahim Traoré, la Repubblica Popolare Cinese viene frequentemente menzionata come uno dei nuovi partner verso cui Ouagadougou si sta rivolgendo, insieme a Russia e Turchia, in un’ottica di diversificazione e di allontanamento dall’influenza occidentale, in particolare quella francese.43 Tuttavia, sulla base delle informazioni disponibili, il ruolo specifico e l’influenza effettiva della Cina nel Burkina Faso di Traoré appaiono meno definiti e documentati rispetto a quelli della Russia.

La Cina è indicata come un potenziale partner chiave nel settore economico, specialmente per quanto riguarda la gestione e lo sfruttamento delle risorse minerarie, come l’oro, dopo la dichiarata volontà del regime di Traoré di “nazionalizzare” le miniere e revocare le licenze alle compagnie occidentali.45 L’idea di affidare la gestione del patrimonio minerario a compagnie nazionali, ma con la possibilità di coinvolgere “alcuni partner internazionali diversi dai precedenti” 45, apre chiaramente le porte a nuovi attori, e la Cina, con la sua fame di risorse naturali e la sua capacità di investimento, è un candidato naturale.

Sul piano militare, l’influenza cinese sembra meno diretta rispetto a quella russa. Tuttavia, un indizio indiretto proviene dal vicino Mali, partner del Burkina Faso nell’AES. Il Ministro della Difesa maliano ha pubblicamente ringraziato la Cina, insieme a Russia e Turchia, per l’assistenza ricevuta nel rigenerare le capacità militari del suo paese.43 Questo potrebbe suggerire un modello di cooperazione tripartita (Russia-Cina-Turchia) nel supporto ai regimi militari del Sahel, potenzialmente applicabile anche al Burkina Faso all’interno della cornice dell’AES.

A livello regionale più ampio, è noto l’interesse strategico ed economico della Cina per l’Africa, manifestato attraverso iniziative come la Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative), che coinvolge numerosi stati del continente, anche se forse con un focus maggiore sul Corno d’Africa.58 Un altro segnale di collaborazione in ambiti tecnologici avanzati è la menzione di cinque paesi africani (non specificati) che parteciperebbero a progetti di esplorazione lunare congiunti con Russia e Cina.46

Nonostante queste indicazioni, le fonti esaminate non forniscono dettagli concreti su specifici accordi bilaterali, volumi di investimento, progetti infrastrutturali o livelli di influenza politica diretta della Cina nel Burkina Faso sotto Traoré. A differenza della Russia, per la quale sono documentati accordi militari, forniture di grano, la riapertura dell’ambasciata e partnership nel settore minerario e nucleare, l’impegno cinese appare, al momento, più potenziale che attuale, o quantomeno meno pubblicizzato. Un commento isolato su una piattaforma social menziona veicoli elettrici importati dalla Cina e ribrandizzati localmente 37, ma manca di conferme ufficiali.

Di conseguenza, mentre la Russia emerge chiaramente come il partner privilegiato per la cooperazione politico-militare diretta e per il sostegno ideologico al regime di Traoré, la Cina sembra posizionarsi come un attore economico potenzialmente molto importante nel nuovo quadro di alleanze, soprattutto nel settore cruciale delle risorse naturali. Il suo ruolo effettivo e la sua influenza futura dipenderanno probabilmente dagli sviluppi della situazione interna e regionale, dalle scelte strategiche di Pechino e dalla capacità del regime burkinabè di negoziare condizioni vantaggiose. Per ora, l’influenza cinese appare meno tangibile e visibile rispetto a quella di Mosca.

Capitolo 9: Navigare la Leadership: Popolarità, Sfide e Controversie

La leadership di Ibrahim Traoré è un fenomeno complesso, caratterizzato da una notevole popolarità presso ampi strati della popolazione, ma anche da sfide interne crescenti e da numerose controversie a livello nazionale e internazionale.

Uno degli aspetti più sorprendenti è l’ampio sostegno popolare di cui Traoré sembra godere, specialmente tra i giovani burkinabè, ma anche in altre nazioni africane e nella diaspora.2 Viene percepito da molti come un simbolo di speranza, di dignità africana ritrovata e di resistenza all’ingerenza neocoloniale.21 La sua retorica sovranista, le sue azioni decise contro la presenza francese, il suo stile personale (giovane, energico, apparentemente austero) e il frequente paragone con la figura iconica di Thomas Sankara contribuiscono ad alimentare questa popolarità.2 Questa approvazione si è manifestata in diverse occasioni attraverso imponenti manifestazioni di sostegno a Ouagadougou e persino in altre capitali africane, organizzate per difendere la sua leadership da presunte minacce interne ed esterne.20

Tuttavia, questa immagine popolare si scontra con una realtà interna irta di difficoltà e con pratiche di governo sempre più controverse. La sfida principale rimane la persistente crisi di sicurezza. Nonostante le promesse e l’intensificazione dello sforzo militare, l’insicurezza e la violenza jihadista continuano a devastare ampie parti del paese, con un pesante tributo in termini di vite umane e sfollati.3 A ciò si aggiunge una situazione economica difficile, che ha costretto il governo a imporre nuove tasse alla popolazione per finanziare la guerra.1 Inoltre, i ripetuti annunci di tentativi di colpo di stato sventati, reali o presunti che siano, indicano la presenza di opposizione interna, potenzialmente anche all’interno delle stesse forze armate, e una perdurante instabilità ai vertici del potere.16 Esiste anche scetticismo riguardo alla reale portata di alcune realizzazioni economiche annunciate dal regime.36

Le controversie più gravi riguardano però la gestione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Rapporti di organizzazioni internazionali come Human Rights Watch hanno documentato presunte esecuzioni extragiudiziali di centinaia di civili da parte delle forze di sicurezza burkinabè durante operazioni anti-terrorismo.30 Queste accuse gravissime gettano un’ombra sinistra sulla strategia militare adottata da Traoré. Parallelamente, si assiste a una progressiva erosione della libertà di stampa e di espressione. Numerosi media internazionali (BBC, VOA, diversi media francesi) sono stati sospesi per aver riportato notizie sgradite al regime, in particolare quelle relative alla condotta dell’esercito.27 È stata di fatto imposta una censura sulla copertura di argomenti sensibili.22 Giornalisti locali critici sono stati intimiditi, arrestati o persino coscritti forzatamente nell’esercito o nei VDP e inviati al fronte, una pratica denunciata come un tentativo di mettere a tacere le voci dissenzienti.22

Questi elementi, uniti alla decisione di estendere il proprio mandato presidenziale per cinque anni, al rinvio sine die delle elezioni democratiche, al governo iniziale per decreto e al forte controllo militare mantenuto sulle istituzioni di transizione 3, delineano una chiara deriva autoritaria. Questa traiettoria ha suscitato critiche non solo da parte di attivisti per i diritti umani e accademici 38, ma anche a livello internazionale, come dimostrano i commenti negativi di alti funzionari statunitensi 21 e le persistenti tensioni con l’ECOWAS prima dell’uscita del Burkina Faso dall’organizzazione.11

Emerge così una forte dicotomia tra l’immagine pubblica di Traoré, ampiamente popolare e percepita come rivoluzionaria e panafricanista 2, e le pratiche concrete del suo governo, segnate da crescenti preoccupazioni per l’autoritarismo, la repressione del dissenso e le violazioni dei diritti umani.22 Sembra che per molti dei suoi sostenitori, gli obiettivi percepiti di sovranità nazionale, dignità e lotta all’imperialismo abbiano, almeno per il momento, la priorità sulle considerazioni relative alla democrazia liberale e ai diritti civili. Le azioni di Traoré suggeriscono una strategia politica che privilegia la stabilità imposta dall’alto e l’unità nazionale, anche forzata se necessario, rispetto al pluralismo democratico. Quest’ultimo viene forse visto come un lusso insostenibile o addirittura come un ostacolo nella lotta esistenziale contro l’insicurezza e le presunte ingerenze esterne. È una scommessa rischiosa: se da un lato può garantire un certo grado di ordine e coesione nel breve termine, dall’altro rischia di alimentare risentimento, radicalizzare l’opposizione e minare la legittimità del regime a lungo termine, come potrebbero indicare i presunti tentativi di golpe.16

Conclusione: L’Eredità in Costruzione di Ibrahim Traoré: Sintesi Analitica e Prospettive Future

Il Capitano Ibrahim Traoré emerge come una figura complessa, carismatica e profondamente controversa, il cui impatto sul Burkina Faso e sulla regione del Sahel è ancora in piena evoluzione. Salito al potere in un contesto di crisi multidimensionale acuta – sicurezza, politica, umanitaria – questo giovane ufficiale militare ha impresso una svolta radicale alla traiettoria del suo paese. La sua leadership è definita da una potente ideologia panafricanista e anti-coloniale, ( in un tempo in cui le colonie non esistono più da 60 anni ) che evoca apertamente l’eredità di Thomas Sankara e risuona fortemente con le aspirazioni di sovranità di ampi settori della popolazione burkinabè e africana. Questa visione si è tradotta in un drastico riallineamento della politica estera, segnato dalla rottura con la Francia e dall’abbraccio di nuovi partner come la Russia, nonché dalla creazione dell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES) come nuovo blocco regionale alternativo. Sul piano interno, Traoré ha posto l’accento sulla rivendicazione della sovranità economica, in particolare attraverso il tentativo di riprendere il controllo delle risorse minerarie nazionali, e ha adottato un approccio risolutamente militare per affrontare la dilagante insurrezione jihadista, mobilitando la popolazione e potenziando le milizie ausiliarie VDP.

Questo approccio gli ha garantito una notevole popolarità, specialmente tra i giovani, che vedono in lui un simbolo di rottura con il passato e di speranza per un futuro più dignitoso e indipendente. Tuttavia, la sua leadership è anche accompagnata da ombre pesanti. La crisi di sicurezza persiste e le accuse di gravi violazioni dei diritti umani da parte delle forze armate sollevano allarmi internazionali. Le politiche economiche sovraniste, pur animate da intenzioni lodevoli, affrontano enormi sfide di implementazione e rischiano di creare nuove forme di dipendenza. Soprattutto, la sua governance è caratterizzata da una crescente deriva autoritaria, con la sospensione delle libertà fondamentali, la repressione del dissenso e della stampa indipendente, e il rinvio sine die del ritorno a un ordine democratico costituzionale.

L’esperienza di Traoré in Burkina Faso appare emblematica delle dinamiche complesse e spesso contraddittorie che attraversano oggi il Sahel e altre parti dell’Africa. Incarna la lotta per una decolonizzazione percepita come incompiuta, la ricerca febbrile di nuovi modelli di sviluppo e di partnership internazionali in un mondo multipolare, la tensione lacerante tra le esigenze impellenti della sicurezza e i principi della democrazia, e l’emergere di una nuova generazione di leader pronti ad adottare agende radicali e a sfidare l’ordine costituito.

Le prospettive future per il Burkina Faso sotto la sua guida (o quella che potrebbe seguirla) sono gravide di incertezze. Riuscirà la strategia militare, ora supportata dalla Russia e dall’AES, a invertire realmente la tendenza dell’insicurezza jihadista, o si limiterà a perpetuare un ciclo di violenza e abusi? Le politiche di nazionalismo economico porteranno a un autentico sviluppo endogeno e a un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, o si tradurranno in nuove forme di dipendenza economica, corruzione e cattiva gestione? L’Alleanza degli Stati del Sahel si consoliderà come un blocco regionale stabile ed efficace, capace di promuovere pace e prosperità, o rimarrà un’alleanza fragile tra regimi militari isolati? Il crescente autoritarismo finirà per minare il sostegno popolare a Traoré, alimentando ulteriore instabilità interna, o riuscirà a imporre un ordine duraturo?

La risposta a queste domande determinerà non solo il futuro del Burkina Faso, ma avrà anche ripercussioni significative sull’intera regione saheliana. L’eredità di Ibrahim Traoré è ancora in costruzione, e il suo impatto finale sulla storia del suo paese e del continente africano resta, al momento, una pagina tutta da scrivere. Il suo percorso rappresenta un caso di studio cruciale per comprendere le trasformazioni, le speranze e i pericoli che caratterizzano l’Africa contemporanea.

La Nostra opinione è che ci troviamo di fronte all’ennesimo dittatore marxista centro africano, che arriva pieno di speranze per tutti ma che con il tempo poi si traduce con espropri alle grandi compagnie petrolifere per poter avere soldi per la propria tribù, quindi in riforme e tasse che in un primo momento andrannoanche verso la popolazione, per crearsi un consenso iniziale, magari delle truppe molto fedeli, per poi dare solo a loro i frutti delle risorse del paese, isolarsi a livello internazionale economicamente cosa che gli porterà grossi problemi economici nel lungo periodo, il tutto contornato da discorsi anti colonialisti ed anti europei ed occidentali, come se per davvero il suo paese fosse pieno di ricchi nobili europei con il loro tipico cappello da casco coloniale e invece non pieno di volontari europei delle varie ONG che sostengono quasi tutto il loro sistema sanitario nazionale e senza i quali, migliaia di persone sarebbero destinati a morte e sofferenze.

Bibliografia

  1. Ibrahim Traoré (militare) – Wikipedia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://it.wikipedia.org/wiki/Ibrahim_Traor%C3%A9_(militare)
  2. Five unique facts about Burkina Faso’s Ibrahim Traore – TRT Global, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.trt.global/afrika-english/article/03eb4ce7df6c
  3. Ibrahim Traoré – Wikipedia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://en.wikipedia.org/wiki/Ibrahim_Traor%C3%A9
  4. Understanding Burkina Faso’s Latest Coup, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://africacenter.org/spotlight/understanding-burkina-faso-latest-coup/
  5. September 2022 Burkina Faso coup d’état – Wikipedia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://en.wikipedia.org/wiki/September_2022_Burkina_Faso_coup_d%27%C3%A9tat
  6. Burkina Junta Chief Says He’s Against French Policies, Not People – VOA Africa, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.voaafrica.com/a/burkina-junta-chief-says-hes-against-french-policies-not-people/7258243.html
  7. Burkina Faso: Traoré spara a zero su Costa d’Avorio e Benin – Nigrizia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.nigrizia.it/notizia/burkina-faso-traore-spara-a-zero-su-costa-davorio-e-benin
  8. I tentacoli di Russia e Cina sull’Africa: dallo scacco matto alla Francia ai minerali del Corno d’Africa, le ultime conquiste dei nuovi colonizzatori – Il Fatto Quotidiano, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/22/russia-e-cina-africa-francia-minerali-corno-dafrica-nuovi-colonizzatori/7415960/
  9. BURKINA FASO E NIGER RAFFORZANO I LEGAMI CON LA RUSSIA – Nuovo Giornale Nazionale, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.nuovogiornalenazionale.com/index.php/estero/politica-internazionale/22996-burkina-faso-e-niger-rafforzano-i-legami-con-la-russia.html
  10. Message From Captain Ibrahim Traore to Africa and The African Diaspora. April 30th Massive Protests – YouTube, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=ufTtvQ-EzSE
  11. The Single Speech That Caused the West and France to Start Targeting Ibrahim Traore Of Burkina Faso – YouTube, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=LjoFrpgqtjU
  12. Ibrahim Traore (1988-) | BlackPast.org, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.blackpast.org/global-african-history/ibrahim-traore-1988/
  13. Il Burkina Faso nazionalizza le miniere – Energie & Risorse – quoted business, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.quotedbusiness.com/thm-24-energie-risorse/paese-22-africa/art-12553-il-burkina-faso-nazionalizza-le-miniere
  14. Colpo di Stato in Burkina Faso del settembre 2022 – Wikipedia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://it.wikipedia.org/wiki/Colpo_di_Stato_in_Burkina_Faso_del_settembre_2022
  15. Who is Burkina Faso’s New Military Leader Ibrahim Traore – VOA Africa, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.voaafrica.com/a/who-is-burkina-faso-s-new-military-leader-ibrahim-traore/6775943.html
  16. La giunta militare del Burkina Faso afferma di aver sventato un tentativo di colpo di stato, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.internazionale.it/ultime-notizie/2023/09/28/burkina-faso-giunta-golpe
  17. Burkina Faso: “Sventato un golpe” – Nigrizia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.nigrizia.it/notizia/burkina-faso-sventato-golpe-annuncio-giunta-militare
  18. La giunta militare del Burkina Faso ha detto di aver fermato un tentativo di colpo di stato, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.ilpost.it/2025/04/22/giunta-militare-burkina-faso-scoperto-e-fermato-colpo-di-stato/
  19. A new dawn in the Sahel: President Traore and Burkina Faso’s anti-imperialist rebirth, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://presstv.ir/Detail/2025/04/29/747066/new-dawn-sahel-president-traore-burkina-faso-anti-imperialist-rebirth
  20. Thousands rally behind Traore in Burkina Faso capital – TRT Global, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.trt.global/afrika-english/article/2cdd5dc5947f
  21. “Hands off AES!”: Solidarity protests sweep West Africa in defense of Burkina Faso and Captain Traoré – Peoples Dispatch, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://peoplesdispatch.org/2025/04/30/hands-off-aes-solidarity-protests-sweep-west-africa-in-defense-of-burkina-faso-and-captain-traore/
  22. Thousands rally in Burkina Faso in support of military junta following alleged coup attempt, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://apnews.com/article/burkina-faso-protest-ibrahim-traore-coup-attempt-langley-9c2b167d2516c1fcbe5a3acd558bcc9f
  23. AFRICOM’s attacks on Traoré backfire as Africans rally in his support – TRT Global, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://trt.global/afrika-english/article/a5a1c9ff6aed
  24. From soldier to Symbol: How Ibrahim Traoré is becoming Africa’s most loved and unapologetic leader, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://africa.businessinsider.com/local/leaders/from-soldier-to-symbol-how-ibrahim-traore-is-becoming-africas-most-loved-and/0m9ysnw
  25. The SPEECH (ENGLISH) That Got Ibrahim Traoré of Burkina Faso In SERIOUS Trouble with The WEST – YouTube, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=f7mFFX_fxmc
  26. Captain Ibrahim Traore EXPLAINED Why He Has Been Targeted By The United States And France. – YouTube, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=KYLEDMtSoH8
  27. Special Report: Burkina Faso Hits Out at France, Ecowas, the UN and Homosexuality, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.passblue.com/2023/09/24/special-report-burkina-faso-hits-out-at-france-ecowas-the-un-and-homosexuality/
  28. Why Ibrahim Traoré Is a Threat – YouTube, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=rbTkVPaSeio
  29. BBC Disgraced For Lying About Burkina Faso’s Leader Ibrahim Traore For carrying a Gun, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=wlsxv2uI2p8
  30. Burkina Faso suspends BBC, Voice of America for reporting on army killings – Al Jazeera, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.aljazeera.com/news/2024/4/26/burkina-faso-suspends-bbc-voice-of-america-for-reporting-on-army-killings
  31. The Real Reason They Want To Kill Ibrahim Traoré And Why African Presidents Are Silent | LNN – YouTube, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=8dncRWsTJ44
  32. Blood Parliament – BBC Africa Eye Documentary – YouTube, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=qz0f1yyf_eA
  33. TRAORE ‘S SHOCK’S PROTESTERS SUPPORT INCREASE ACCROS THE WORLD, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=zcot7dm83zo
  34. In Burkina Faso, Traoré’s legacy could extend beyond popularity and promises | ISS Africa, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://issafrica.org/iss-today/in-burkina-faso-traore-s-legacy-could-extend-beyond-popularity-and-promises
  35. Burkina’s Ibrahima Traore: a Thomas Sankara reincarnation? – APAnews, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://apanews.net/how-much-of-sankara-is-in-burkinas-ibrahim-traore/
  36. Ibrahim Traore and news about Burkina Faso : r/Africa – Reddit, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.reddit.com/r/Africa/comments/1k4zazs/ibrahim_traore_and_news_about_burkina_faso/
  37. what do people think about ibrahim traore and the comparison between him and thomas sankara? : r/Africa – Reddit, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.reddit.com/r/Africa/comments/1izbioh/what_do_people_think_about_ibrahim_traore_and_the/
  38. Comparing Ibrahim Traore to Thomas Sankara – The Talking Point – Omny.fm, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://omny.fm/shows/the-talking-point/comparing-ibrahim-traore-to-thomas-sankara
  39. Thomas Sankara and Ibrahim Traoré of Burkina Faso: Comparing Leadership, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://africanvoiceonline.co.uk/thomas-sankara-and-ibrahim-traore-of-burkina-faso-comparing-leadership/
  40. Ibrahim traore : r/Africa – Reddit, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.reddit.com/r/Africa/comments/1fldsta/ibrahim_traore/
  41. Colpo di Stato Burkina Faso: la strategia economica dietro ai terroristi – Osservatorio Diritti, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.osservatoriodiritti.it/2022/10/04/colpo-di-stato-burkina-faso/
  42. Burkina Faso’s media regulator suspends BBC Africa and Voice of America, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://cpj.org/2024/04/burkina-fasos-media-regulator-suspends-bbc-africa-and-voice-of-america/
  43. Si rafforza la penetrazione russa in Africa Centrale e Sahel (AGGIORNATO) – Analisi Difesa, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.analisidifesa.it/2024/01/si-rafforza-la-penetrazione-russa-in-africa-centrale-e-sahel/
  44. Traoré is nationalizing Burkina Faso’s gold — so why partner with Russia’s Nordgold?, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=MExv1RQ8mCE
  45. Burkina Faso, schiaffo all’Occidente: miniere d’oro nazionalizzate e gestite con Russia e Cina – Il Riformista, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.ilriformista.it/burkina-faso-schiaffo-alloccidente-miniere-doro-nazionalizzate-e-gestite-con-russia-e-cina-440954/
  46. Burkina Faso, lo Stato vuole aumentare il controllo statale sull’oro – Rivista Africa, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.africarivista.it/burkina-faso-lo-stato-vuole-aumentare-il-controllo-statale-sulloro/263688/
  47. Burkina Faso nazionalizza le miniere, Ibrahim Traorè: “Sfrutteremo meglio le nostre risorse ”, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://tg24.sky.it/mondo/2024/10/07/burkina-faso-nazionalizza-miniere-
  48. Il Burkina Faso nazionalizza le sue miniere – #996 – Italia che cambia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.italiachecambia.org/podcast/io-non-mi-rassegno/burkina-faso-nazionalizza-miniere-996
  49. Burkina Faso: i due fronti del capitano Traoré – Nigrizia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.nigrizia.it/notizia/burkina-faso-traore-unione-africana-armi-sahel-terrorismo-francia
  50. Sahel: il piano di sovranità energetica delle giunte golpiste – Nigrizia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.nigrizia.it/notizia/sahel-piano-sovranita-energetica-risorse-aes-cedeao-giunte-golpiste
  51. Insurrezione islamica in Burkina Faso – Wikipedia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://it.wikipedia.org/wiki/Insurrezione_islamica_in_Burkina_Faso
  52. Burkina Faso: per la prima volta i Burkina days si fanno a Mosca – Africa e Affari, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.africaeaffari.it/burkina-faso-per-la-prima-volta-i-burkina-days-si-fanno-a-mosca/
  53. Alliance of Sahel States – Wikipedia, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://en.wikipedia.org/wiki/Alliance_of_Sahel_States
  54. Burkina Faso, Mali and Niger announce establishment of Alliance of Sahel States at inaugural joint summit – Jurist.org, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://www.jurist.org/news/2024/07/burkina-faso-mali-and-niger-announce-establishment-of-alliance-of-sahel-states-at-inaugural-joint-summit/
  55. AES Belongs to All Africans Fighting for Freedom, Sovereignty of their Countries– Captain Ibrahim Traoré – West Africa Weekly, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://westafricaweekly.com/aes-belongs-to-all-africans-fighting-for-freedom-sovereignty-of-their-countries-captain-ibrahim-traore/
  56. Burkina Faso: Captain Traoré addresses Sahel States’ exit from ECOWAS – WADR.Org, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://wadr.org/burkina-faso-captain-traore-addresses-sahel-states-exit-from-ecowas/
  57. Il Burkina Faso cambia alleanze: Russia, Cina e Turchia sostituiscono la Francia nell’impegno antijihadista | Africa24.it, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://africa24.it/2024/02/15/il-burkina-faso-cambia-alleanze-russia-cina-e-turchia-sostituiscono-la-francia-nellimpegno-antijihadista/
  58. LA MANO (IN)VISIBILE DI RUSSIA E CINA SULL’AFRICA – TORINO NEWS WORLD, accesso eseguito il giorno maggio 3, 2025, https://torinonewsworld.it/la-mano-invisibile-di-russia-e-cina-sullafrica/

Autore

  • massy biagio

    Fondatore di Economia Italiacom e Finanza Italiacom è divulgatore finanziario e trader.