Federico Ghizzoni, Maria Elena Boschi, UniCredit, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio: cosa è successo veramente? Qual’è la verità sulle banche italiane? Per capirci qualcosa non basta leggere il titolo, bisogna approfondire e leggere tutte le informazioni.
A fine dicembre 2017, durante l’udienza in Commissione di inchiesta sulle banche, fortemente voluta dal Governo Renzi per fare chiarezza su come mai lo Stato italiano sia stato costretto ad aiutare molti istituti di credito italiani in difficoltà, Federico Ghizzoni ha detto che quando era AD della Banca Unicredit, il 12-12-2014, incontrò Maria Elena Boschi, la quale gli chiese se Unicredit avesse intenzione di acquisire Banca Etruria, Ghizzoni ha anche specificato di non aver subito pressioni in alcun senso dall’allora Ministra senza portafoglio delle Riforme Istituzionali.
Qual’è la verità sulle banche italiane e qual’è stato il ruolo di Boschi?
Maria Grazia Boschi, è stata eletta nel 2013 con le politiche a parlamentare italiana per la prima volta. All’epoca già suo fratello lavorava come impiegato di banca all’Etruria e suo padre era un dirigente, facendo parte del consiglio di amministrazione, insieme ad altri 60 consiglieri. Il padre era anche uno dei 63.000 soci della banca su cui aveva investito poche migliaia di euro. Questi fattori hanno portato sospetti ed accuse di alcune parti politiche, che la Boschi avesse violato della legge sul conflitto di interessi, detta Legge Frattini, cioè che la Boschi avesse usato il suo ruolo istituzionale di membro del Governo per scopi personali o per favorire i suoi interessi diretti (o quelli di un suo familiare).
La Boschi diventa Ministro
Nata nel 1981 e laureata in giurisprudenza con un 110 e lode, è stata sempre attiva socialmente, ha lavorato come avvocato civilista, ha iniziato a fare politica nel 2008, ed eletta proprio nel collegio elettorale dove è nata: quello di Arezzo; quando Renzi è stato chiamato come Primo Ministro, è stata voluta da lui stesso nel suo governo come ministro senza portafogli alle Riforme Istituzionali.
La Boschi, Arezzo e Banca Etruria
Di Arezzo anche tutta la famiglia, con il padre che è stato dal 2011 al 2015 Consigliere ( e per un periodo vicepresidente) di Banca Etruria: il più importante istituto di credito dell’area aretina dove anche il fratello ha lavorato per un periodo di tempo come dipendente. Il padre è stato mandato via da Banca Etruria proprio con un provvedimento del Governo, insieme a tutto il CDA della Banca stessa, inoltre è stato multato per 100 mila euro insieme agli altri consiglieri dell’epoca ( circa una sessantina) in quanto nei contratti che la banca offriva ai clienti non c’era scritto ben chiaro che comprare obbligazioni subordinate era un investimento a rischio.
E’ infatti sua la proposta di riforma della Costituzione che tanto ha fatto discutere e che siamo andati a votare nel dicembre 2016 e che ha sostanzialmente deciso la fine del Governo Renzi, visto che la riforma è stata bocciata dagli italiani.
Con il Governo Gentiloni è stata confermata, come sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio.
Banca Etruria: una banca fondamentale per l’economia della provincia di Arezzo e della Toscana
Chi non conosce bene il comprensorio di Arezzo, potrà pensare che la Banca Etruria e del Lazio fosse una banchetta provinciale di quarto ordine.
Niente di più sbagliato: Arezzo è una provincia molto ricca, come sono molto ricchi gli aretini, il polo orafo più importante d’Italia.
I problemi di Banca Etruria per la ragione per cui sono nati i problemi di tutte le banche italiane: uno strascico dela crisi finanziaria di cui Noi avevamo anticipato i tempi, scrivendo un articolo dettagliato già nel 2008, cioè quasi 10 anni fa’.
La crisi finanziaria del 2008 che ha messo in crisi le banche italiane solo dopo 7-8 anni:
Purtroppo le persone hanno la memoria corta, ma la crisi delle banche italiane è iniziata molto tempo fa, cioè con la crisi finanziaria globale del 2008, quella passata alla storia come la crisi dei mutui subprime che ha visto degli enormi colossi finanziari fallire, come la Lehman Brothers.
Tutti gli stati hanno dato man forte alle proprie banche più grandi, per evitarne il fallimento, tutti meno che l’Italia.
Il sistema bancario italiano era molto più solido di quello degli altri stati, in effetti. Questa ‘forza’ però, si è rilevata alla lunga un problema.
La crisi economica italiana che ha innescato la crisi finanziaria italiana
Le aziende italiane che già iniziarono a subire le conseguenze della crisi globale, con un aumento dei prezzi delle materie prime e la continua pressione della concorrenza cinese, si sono ritrovate tra il 2010 e 2013 a chiedere prestiti per poter rimanere aperte.
Molte aziende italiane, hanno comunque dovuto dichiarare il fallimento, nonostante i prestiti erogati senza tanti problemi dalle banche italiane, proprio perchè erano solide.
In pochi anni però, questo stato di cose, ci ha fatto arrivare a 300 miliardi di NPL cioè di crediti insoluti nella pancia delle Banche italiane.
Alcune avevano più Npl, altre ne avevano meno, questo per vari motivi, come la capacità della dirigenza ( sopratutto).
L’interessamento della Boschi per Banca Etruria.
I presidenti di allora di Consob, Bankitalia e Unicredit dicono tutti la stessa cosa: la Boschi ci ha chiesto di Banca Etruria, si è interessata, era preoccupata che fosse comprata da Veneto Banca ( che stava fallendo) avrebbe preferito che fosse comprata da Unicredit ( per evitarle un fallimento) , ma in tutto questo, non ha mai fatto pressioni.
In altre parole, la Boschi prima come parlamentare, poi come Ministro ha si chiesto come si sarebbero potuti risolvere i problemi di Banca Etruria, che era sì la banca in cui il padre era consigliere ( prima multato e poi cacciato dal Governo di cui Boschi faceva parte), ma non ha mai fatto pressioni in quanto Ministro e il suo ruolo di Ministro non lo ha mai usato per favorire i propri interessi.
E’ giusto? E’ sbagliato?
Penalmente la Boschi non ha commesso nessun tipo di reato.
Su questo ci sono pochi dubbi, l’unico reato che avrebbe potuto commettere è la violazione della legge sul conflitto di interesse, ma la Boschi questo non l’ha fatto.
- Molti sostengono che non si sarebbe dovuta interessare a banca Etruria in quanto suo padre ci lavorava, per una “questione morale”.
- Altri dicono che la Boschi si doveva preoccupare di Banca Etruria, proprio perchè se fosse andata in fallimento, ci avrebbero rimesso i risparmi migliaia di cittadini abitanti di Arezzo e suoi elettori, ma ancora peggio tante aziende avrebbero potuto perdere i loro soldi, avrebbero potuto fallire e avrebbero dovuto licenziare migliaia di persone. Se tutto questo fosse accaduto e la Boschi come parlamentare aretino non si fosse interessata, cosa avrebbero detto i suoi stessi elettori?
Ovviamente tutti possono avere le proprie opinioni, la Nostra è che la Boschi, non avendo commesso nessun tipo di reato, ha fatto bene quello che ha fatto.
Boschi Banca Etruria, Unicredit Ghizzoni: la verità sulle banche italiane
La Commissione d’inchiesta sulle Banche, dovrebbe far luce su cosa sia accaduto e perchè si è arrivati a dover spendere miliardi di euro per salvare le banche italiane e i cittadini ancora non l’hanno capito, o almeno non tutti l’hanno capito e pensano che i 300 miliardi di euro di Npl che avevano le banche sia una responsabilità della Boschi.
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