Il Ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito, ma questa volta non per questioni ingegneristiche o ambientali. L’ipotesi avanzata dal governo italiano di conteggiare parte della sua costruzione tra le spese militari della NATO ha scatenato una reazione decisa dagli Stati Uniti, con l’ambasciatore Matthew Whitaker che ha espresso una netta contrarietà.
Le critiche degli Stati Uniti al “Ponte militare”
In un’intervista esclusiva a Bloomberg, l’ambasciatore statunitense presso la NATO, Matthew Whitaker, ha criticato aspramente l’idea di ricorrere a “metodi contabili creativi” per raggiungere l’obiettivo di spesa del 5% del PIL in difesa, un impegno che l’Italia, come membro dell’Alleanza, si è assunta entro il 2035 ( ad oggi siamo arrivati al 2%) , bisognerebbe arrivare al 3,5% tra armi stipendi ecc, e al 5% cioè un 1,5% in infrastrutture militari o quanto meno duale-use come alcune Nostre imbarcazioni.
Whitaker ha specificato che l’obiettivo di spesa deve riferirsi esclusivamente alla difesa e che il monitoraggio della NATO è più rigoroso che mai. “Ho avuto conversazioni anche oggi con alcuni Paesi che stanno avendo un’interpretazione molto ampia delle spese legate alla difesa,” ha dichiarato, mettendo in chiaro che l’Alleanza userà i propri sistemi di monitoraggio per assicurarsi che gli impegni siano rispettati “in modo serio”.
La posizione del governo Meloni: “infrastrutture dual-use”
L’idea di considerare il Ponte come un’infrastruttura di difesa nasce dalla volontà del governo Meloni di sfruttare il concetto di “dual-use”, ovvero opere civili che possono avere anche una funzione strategica in ambito militare. Questo approccio è già stato adottato da altri Paesi per giustificare spese che rientrano nella sicurezza, come porti e ferrovie, che in caso di conflitto potrebbero essere utilizzate dalle forze armate.
La proposta di conteggiare parte del costo del Ponte, stimato in 13,5 miliardi di euro, tra le spese militari è stata ventilata anche dal Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Durante la presentazione del progetto, Salvini ha sottolineato la potenziale funzione strategica dell’opera: “Che l’opera possa essere un dual-use, che dunque ci sia uso multiplo anche per motivi di sicurezza, è evidente, è nelle cose.”
Ha aggiunto che la decisione finale spetterà ai Ministri dell’Economia e della Difesa, Giorgetti e Crosetto, i quali dovranno valutare se l’inclusione di una porzione del costo rientra nei criteri dell’aumento delle spese per la difesa.
Cosa significa per l’Italia l’obiettivo di spesa NATO
L’Italia si è impegnata a raggiungere l’obiettivo del 5% del PIL in spesa militare, di cui l’1,5% dovrebbe essere destinato alla sicurezza. È proprio in questa seconda categoria che il governo italiano sta cercando di far rientrare le spese per il Ponte.
Questa strategia, tuttavia, si scontra con il parere degli Stati Uniti, che interpretano le spese in maniera più restrittiva. L’obiettivo della NATO non è solo un numero da raggiungere, ma un impegno concreto a rafforzare la deterrenza e la difesa collettiva. Ogni tentativo di “gonfiare” le cifre con progetti civili rischia di minare la credibilità dell’impegno italiano e di creare un precedente pericoloso per gli altri membri dell’Alleanza.
La questione del Ponte sullo Stretto evidenzia le difficoltà del governo italiano nel conciliare la realizzazione di grandi opere infrastrutturali con gli impegni internazionali in materia di difesa. La sfida ora è trovare un equilibrio che non comprometta né i progetti nazionali né la reputazione dell’Italia all’interno della NATO.
Stato del Progetto e Finanziamenti
- Approvazione del progetto definitivo: Il progetto definitivo è stato approvato dal CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) a inizio agosto 2025. Questa approvazione ha sbloccato l’iter burocratico per le fasi successive.
- Costo totale: Il costo stimato del progetto, che include l’opera principale e le infrastrutture connesse, è di circa 13,5 miliardi di euro. Questo importo è stato interamente coperto dalla Finanziaria 2025.
Espropri e Inizio dei Lavori
- Espropri: A aprile 2024 è stata avviata la procedura per gli espropri dei terreni necessari alla costruzione del Ponte. A partire da quella data, è stato pubblicato l’elenco dei beni interessati e i proprietari hanno avuto 60 giorni di tempo per presentare osservazioni.
- Inizio dei lavori: Il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato che l’inizio dei lavori è previsto per settembre 2025.
Tempistiche e Fine dei Lavori
- Durata prevista: Si stima che la costruzione del Ponte richiederà circa 7-8 anni.
- Data di fine lavori: L’apertura al traffico dell’opera è prevista tra il 2032 e il 2033.
Dettagli aggiuntivi
- Il progetto: L’opera prevede sei corsie stradali e due corsie ferroviarie, che la rendono un’infrastruttura “dual-use”, come specificato dal governo.
- Pedaggi: Le stime attuali indicano un costo di pedaggio per l’attraversamento che dovrebbe aggirarsi tra i 9 e i 10 euro per le automobili, una cifra che, secondo i sostenitori del progetto, è competitiva rispetto al costo attuale dei traghetti.
- Critiche e controversie: Nonostante l’approvazione, il progetto continua a suscitare polemiche, sia per le questioni economiche e ambientali, sia per le recenti controversie legate alla sua possibile inclusione nelle spese di difesa della NATO.
Commento: La spesa per la difesa in Italia, nonostante le minacce non dovrebbe superare il 3% del PIL tra tutto cioè armi, stipendi, guerra cibernetica e spaziale. Già oggi con il 2% abbiamo troppe navi e troppi pochi marinai, aumentarne il numero sarebbe fuori luogo, a meno che non ci sia una guerra da fare. Avere una spesa militare del 3% del PIL era il sogno di tutti i generali e ammiragli italiani fino a 10 anni fa, oggi dal timido 1% siamo passati al 2% arrivare al 3% non sarà semplicissimo perchè già ora abbiamo tutti i nuovi sistemi d’arma allostato dell’arte, già operativi o in costruzione o già ordinati o semplicemente allo studio ma già con i soldi stanziati.
In Un paese sempre più vecchio, con sempre più pensionati e sempre meno cittadini adulti lavoratori quel 1,5% preteso da Trump è da stupidi.- il 5% è quello che spendeva l’america per avere un esercito sempre in guerra e pieno zeppo di armi di tutti i tipi molte delle quali totalmente inutili e rimaste solo alla fase di progetto.
Bisogna essere pragmatici ; non si possono spendere tutti quei soldi a meno tu non sia in guerra, le priorità in Italia non sono certamente quelle. ….