Pensioni, nuove proposte per la prossima legge di Bilancio: dall’uso del TFR per anticipare l’uscita a 64 anni, all’obbligo di iscrizione ai fondi pensione per i neo-assunti, fino al rafforzamento di Opzione Donna. Il governo studia anche il congelamento dell’aumento oltre i 67 anni previsto dalla legge Fornero. Ecco tutte le misure che potrebbero entrare nella Manovra.
Le urgenze della riforma pensioni
Con l’avvicinarsi della Manovra di Bilancio, il tema delle pensioni torna al centro dell’agenda politica. L’Italia deve fare i conti con una curva demografica sfavorevole: entro il 2050 si rischia un rapporto 1:1 tra pensionati e lavoratori attivi.
L’urgenza principale riguarda l’adeguamento dell’età pensionabile legata all’aspettativa di vita e la progressiva riduzione del peso del sistema retributivo a favore di quello contributivo. Questo penalizza in particolare chi ha avuto carriere discontinue, rendendo necessario sviluppare ulteriormente la previdenza integrativa.
Obbligo di fondi pensione per i neo-assunti
Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon ha anticipato che la Lega proporrà l’obbligo di iscrizione ai fondi pensione per i neo-assunti. Una misura volta a spingere i giovani a costruire fin da subito una pensione integrativa, oggi poco diffusa proprio tra le nuove generazioni.
La formula ipotizzata è quella di una iscrizione automatica al momento dell’assunzione, senza possibilità di rinuncia almeno nei primi anni.
Uso del TFR per uscire a 64 anni
Il dibattito più acceso riguarda l’uso del TFR gestito dall’Inps per anticipare l’uscita dal lavoro a 64 anni, a patto di avere almeno 25 anni di contributi (30 dal 2030) e di raggiungere una pensione minima pari a 1.616 euro mensili.
La novità sarebbe l’estensione della misura anche ai lavoratori con sistema misto (retributivo + contributivo) e non solo a chi ha carriere interamente contributive. Una proposta che incontra però la netta opposizione della Cgil.
TFR per la non autosufficienza
Un’altra ipotesi allo studio prevede l’uso del TFR per alimentare fondi dedicati alla long term care (LTC), strumenti che garantiscono un sostegno economico in caso di non autosufficienza. Un intervento che risponde all’invecchiamento della popolazione e ai costi crescenti dell’assistenza.
Stop all’aumento oltre 67 anni
La riforma Fornero prevede dal 2027 un innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni e 3 mesi. Il governo intende però congelare questo scatto, mantenendo invariata l’età attuale per almeno due anni.
Il costo stimato per le casse pubbliche sarebbe di circa 1 miliardo l’anno, che potrebbe essere mitigato introducendo finestre mobili di 1-2 mesi.
Bonus Maroni-Giorgetti
Tra le misure in discussione c’è la proroga del bonus Maroni-Giorgetti, che premia chi decide di rimanere al lavoro pur avendo già maturato i requisiti per la pensione. Si tratta di un bonus in busta paga corrispondente ai contributi previdenziali che il lavoratore avrebbe dovuto versare, esentasse e non soggetti a IRPEF.
Finora l’adesione è stata limitata, ma l’esecutivo vuole rilanciare lo strumento.
Opzione Donna rafforzata
Il governo punta a mantenere e potenziare Opzione Donna, che consente l’uscita anticipata delle lavoratrici con requisiti agevolati. Parallelamente, Quota 103 (62 anni di età + 41 anni di contributi) sembra destinata a non essere confermata.
Quali sono i requisiti per andare in pensione a 64 anni?
La via “canonica” è la pensione anticipata contributiva a 64 anni. In sintesi:
- Età: 64 anni.
- Anzianità minima: 20 anni di contributi effettivi.
- Platee: in origine riservata ai contributivi puri (primo accredito dal 1996); si valuta l’estensione stabile ai “misti”.
- Soglia d’importo: l’assegno deve essere almeno 3 volte l’Assegno sociale, cioè circa 1.616 € lordi/mese nel 2025 (valore indicativo soggetto a rivalutazione).
- Finestra/decorrènza: breve slittamento tecnico prima del primo pagamento (di norma 3 mesi).
Come raggiungere la soglia: oltre ai contributi obbligatori, il legislatore ha già consentito il cumulo con la pensione complementare; è inoltre allo studio l’uso del TFR (soprattutto quello in gestione INPS per aziende >50 addetti) per “colmare” la soglia a 64 anni. Dal 2030 l’anzianità minima per questa via potrebbe salire a 30 anni (ipotesi già circolata nei dossier tecnici).
Alternative: restano percorsi diversi (es. APE sociale per categorie tutelate; “anticipata ordinaria” indipendente dall’età con 42 anni e 10 mesi uomini / 41 e 10 donne; misure temporanee come le “quote” se prorogate). Ma nessuna di queste è “a 64 anni” per definizione quanto la contributiva.
Cosa cambia nel 2026 per le pensioni anticipate?
Nel 2026 il quadro resta sostanzialmente stabile per la pensione anticipata ordinaria (quella che prescinde dall’età):
- Requisiti confermati: 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
- Finestra mobile: decorrenza dopo circa 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti.
- Blocco adeguamenti alla speranza di vita: valido fino al 31 dicembre 2026; dal 2027 gli scatti tornano in gioco (salvo nuovo stop in Manovra).
- Coefficienti di trasformazione: nel biennio 2025–2026 sono già aggiornati; nel 2026 non si cambia nuovamente.
- Misure ponte: strumenti “annuali” (es. APE sociale, eventuali quote) richiedono proroga in Legge di Bilancio: nel 2026 contano le conferme che il Parlamento approverà.
Traduzione pratica: chi maturerà l’anticipata ordinaria nel 2026 userà gli stessi numeri del 2025; la vera variabile è la Manovra 2027 sugli scatti legati alla longevità.
Quanto si prende di pensione a 64 anni con 20 anni di contributi?
Per la via contributiva a 64 anni l’importo dipende dal montante contributivo e dal coefficiente di trasformazione dell’età 64 (≈ 5% nel biennio 2025–2026). Formula semplificata:
Pensione annua lorda ≈ Montante × 5% (la pensione mensile lorda è l’annua divisa in 13 rate).
Esempi numerici (dipendente, aliquota 33%)
Per stimare il montante consideriamo i soli versamenti (33% della retribuzione) per 20 anni e una rivalutazione prudenziale del +15% nel tempo. Valori indicativi, lordi.
| Retribuzione lorda media annua | Montante stimato a 20 anni* | Pensione annua lorda ≈ 5% | Pensione mensile lorda (÷13) | Confronto con soglia 64 anni (≈ 1.616 €/m) |
|---|---|---|---|---|
| 28.000 € | ~212.520 € | ~10.626 € | ~817 € | Sotto soglia |
| 40.000 € | ~303.600 € | ~15.180 € | ~1.168 € | Sotto soglia |
| 55.000 € | ~417.450 € | ~20.873 € | ~1.606 € | Appena sotto |
| 60.000 € | ~455.400 € | ~22.770 € | ~1.752 € | Sopra soglia |
*Montante “grezzo” 20×(33%×retribuzione) maggiorato del +15% a titolo di rivalutazioni. Le rivalutazioni reali variano ogni anno; i risultati sono solo esemplificativi.
Regola d’oro
Per centrare la soglia dei 1.616 € lordi/mese con soli 20 anni di contributi serve un montante intorno a 420.000 €. Tradotto: retribuzioni medie annue molto elevate (≈ 58–65 mila €) oppure integrazioni da fondo pensione e/o TFR. Per autonomi con aliquote più basse (≈ 24–26%) la retribuzione necessaria è più alta.
Chi è nato nel 1960 quando va in pensione?
Ecco gli scenari più comuni per chi è nato nel 1960 (compirà 65 anni nel 2025):
- Vecchiaia ordinaria (67 anni): decorrenza dal 2027 con i requisiti minimi di contributi previsti per la vecchiaia. Se la Manovra 2027 bloccasse lo scatto legato alla longevità, l’età resterebbe 67; altrimenti potrebbero scattare alcuni mesi aggiuntivi.
- Anticipata ordinaria (indipendente dall’età): possibile già prima dei 67 anni se maturati 42 anni e 10 mesi (uomo) o 41 e 10 (donna) + finestra di circa 3 mesi. Chi ha iniziato a lavorare molto presto può averla già centrata.
- Contributiva a 64 anni: percorribile solo se si rientra nella platea e si supera la soglia del triplo dell’Assegno sociale (vedi Capitolo 1).
- Misure speciali/temporanee: APE sociale (per categorie protette) o eventuali “quote” e bonus se prorogati dalla Manovra dell’anno in corso.
Esempio pratico: nato nel giugno 1960, uomo, 43 anni di contributi a settembre 2026 ➜ anticipo ordinario con prima rata dopo ~3 mesi dalla maturazione; in alternativa, senza anzianità sufficiente, vecchiaia a 67 anni nel 2027.
Nota bene
- Importi e soglie (Assegno sociale, coefficienti, finestre) sono indicativi e soggetti a rivalutazioni e modifiche in Manovra.
- Verifica sempre la tua posizione contributiva (estratto conto INPS) e chiedi un calcolo personalizzato a un patronato/consulente.
Conclusioni
La riforma pensionistica 2025 si preannuncia complessa e destinata a influenzare milioni di italiani. L’equilibrio tra sostenibilità dei conti pubblici e giustizia sociale sarà la vera sfida della prossima Manovra.
Dall’uso del TFR all’obbligo dei fondi per i giovani, fino al rafforzamento di Opzione Donna e al congelamento dell’aumento dell’età pensionabile: tutte queste misure compongono un mosaico che dovrà garantire al sistema pensionistico tenuta nel lungo periodo e flessibilità nel breve.
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