Privatizzazioni Poste, Ferrovie e Rai Way: il 2024 sarà l’anno giusto

Uno dei primi argomenti di cui ci occupammo nel 2014 quando aprimmo questo sito fu l’imminente privatizzazione e la IPO di Ferrovie Italiane. Di privatizzazione di Poste ne parlavamo nel 2017.

La privatizzazione venne cancellata, l’IPO pure e Ferrovie si fuse con ANAS, ora l’argomento ritorna e questo Governo che essendo di destra liberale avrebbe pure le carte in regola come “ideologie” per privatizzare, potrebbe riuscire in questa sorta di miracolo.

Poste, Ferrovie e Rai Way verranno privatizzate: parola di Governo Meloni

Intanto il governo italiano sta contemplando la dismissione parziale delle sue partecipazioni in Poste Italiane, Ferrovie e Rai Way, come indicato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Discutendo del piano di privatizzazioni del governo presentato a settembre, Giorgetti ha espresso fiducia nel raggiungimento del traguardo dei tre anni sul Pil, citando diversi portafogli, alcuni dei quali, come Ferrovie, richiedono scelte e aggiustamenti normativi, mentre altri come Poste ( BIT: PST ) e RaiWay potrebbero presentare prospettive relativamente più facili.

In altre evoluzioni del mercato, l’organismo di regolazione Arera ha stabilito parametri per il calcolo delle tariffe, avvantaggiando potenzialmente gli operatori più esposti alle attività regolate.

La Nostra impressione è che già sarà un bel traguardo se riusciranno a privatizzare Rai Way, un’azienda molto più piccola delle altre, che già si pensava di privatizzare, mentre Poste Italiane e FS potranno essere privatizzate da questo Governo, visto che in teoria dovrebbe governarci fino al 2028, ma servirà molto tempo a casusa delle inevitabili trattative con i sindacati ed altre lobbies interessate. Già sarebbe un traguardo riuscire a privatizzarne una parte importante entro il 2028.

Altre novità dalla Borsa valori del 2 Gennaio 2023:

Acea (ACE.MI) dovrebbe avviare un consistente piano di investimenti da 8 miliardi di euro nel periodo 2024-2028. Inoltre, Nexi (NEXI.MI) ha stipulato un accordo con la Cassa di Risparmio di Bolzano, Civibank e il Gruppo Nexi per il trasferimento delle attività di dealer acquiring e una partnership esclusiva per il collocamento dei prodotti di dealer acquiring di Nexi attraverso il canale commerciale del Gruppo Cassa di Risparmio. rete.

In particolare, Algowatt (ALW.MI) ha deciso di presentare istanza di concordato preventivo al Tribunale di Milano, esprimendo fiducia che le misure adottate con l’assistenza di consulenti salvaguarderanno il patrimonio della società e affronteranno le attuali pressioni finanziarie.

Ulisse Bionde (UBM.MI), infine, ha assistito alle dimissioni dell’intero Consiglio di Amministrazione e del Consiglio di Sorveglianza, con un’assemblea prevista per il 12-13 febbraio 2024, per rinnovare gli organi sociali.

Nel panorama finanziario Bernstein ha alzato il prezzo indicativo per Eni (ENI.MI) a 42 euro.

Quanti soldi lo stato italiano potrebbe avere dalla capitalizzazione di Poste italiane e Ferrovie italiane?

Capitalizzazione di Poste Italiane e Ferrovie dello Stato al 2 gennaio 2024

Società Capitalizzazione (€)
Poste Italiane 27,7 miliardi
Ferrovie dello Stato 14,5 miliardi

 

Come si può vedere dalla tabella, Poste Italiane è la partecipata statale con la capitalizzazione più alta, seguita da Ferrovie dello Stato. La capitalizzazione di Poste Italiane è aumentata del 13,6% rispetto al 31 dicembre 2022, mentre quella di Ferrovie dello Stato è aumentata del 16,8%.

Si consideri solo che lo Stato italiano detiene circa 1/3 di Poste, quindi si parla di 10 miliardi di euro.

Privatizzazione Poste italiane, cosa sappiamo:

Privatizzazioni Poste , Ferrovie e Rai Way: il 2024 sarà l'anno giusto
Privatizzazioni Poste , Ferrovie e Rai Way: il 2024 sarà l’anno giusto

È allo studio la potenziale privatizzazione di Poste Italiane, con la prevista vendita di una tranche del valore di 3,8 miliardi di euro.

Attualmente Poste Italiane è controllata al 35% da Cdp e al 29,26% dal Mef. Sebbene il dossier ufficiale non sia stato aperto, stanno emergendo speculazioni su questa mossa di privatizzazione. Tra le opzioni proposte c’è quella di allineare la vendita con la presentazione del nuovo piano industriale della società.

L’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, aveva precedentemente annunciato la presentazione di questo piano il 20 marzo 2024, in concomitanza con la pubblicazione dei risultati finanziari del 2023.

L’attesa per questo evento è alta, viste le performance finanziarie positive della società, e si prevede che Del Fante delinei nei prossimi tre anni la trasformazione del gruppo postale in un operatore logistico completo, mantenendo la diversificazione del business sia nel settore finanziario tradizionale che in quello digitale. e servizi assicurativi.

il Tesoro italiano (sta valutando la possibilità di vendere la propria partecipazione del 29,26% in Poste Italiane, un’operazione valutata a circa 3,8 miliardi di euro all’attuale valore di borsa. Gli analisti di Intermonte esprimono scetticismo sulla vendita da parte del Tesoro dell’intera partecipazione, poiché ciò significherebbe perdere dividendi annuali pari a 250 milioni di euro nel 2022.

Il potenziale impatto della privatizzazione sull’attività di consulenza finanziaria di Poste Italiane rimane incerto. L’ultimo rapporto annuale di Magstat rivela la significativa ascesa di Poste Italiane alla quarta posizione nel mercato italiano del private banking e dei family office, dietro a Fideuram Ispb, Unicredit wm&pb e Banca Generali pb. I servizi di private banking di Poste Italiane, avviati solo cinque anni fa, coprono il 41,3% del mercato, pari a 509,4 miliardi di euro. Nonostante un calo dei ricavi totali dei servizi finanziari nel terzo trimestre del 2023, il settore assicurativo ha registrato una crescita positiva, con un aumento dei ricavi assicurativi contro i danni del 27%.

Guardando al futuro, gli analisti ritengono che la potenziale vendita da parte del Tesoro di una quota significativa di Poste Italiane potrebbe coinvolgere investitori retail, dato che l’11% del capitale della società è già detenuto da investitori retail che hanno partecipato alla privatizzazione iniziale del 2015. Intermonte suggerisce che la vendita potrebbe avvenire tramite offerte pubbliche (Opv), ma è improbabile che il Tesoro ceda l’intera partecipazione.

Propongono invece che il Tesoro possa mantenere circa il 10%, combinato con il 35% detenuto da Cdp, garantendo il continuo controllo del governo sulla governance aziendale. Questa strategia è considerata plausibile viste le consistenti partecipazioni di Poste Italiane nel debito pubblico italiano, superiori a 130 miliardi di euro, con la maggioranza nella divisione assicurativa.

La tempistica dell’Opv potrebbe coincidere con la presentazione del nuovo piano strategico di Poste Italiane prevista per il 20 marzo 2024, secondo l’amministratore delegato Matteo Del Fante. Gli analisti anticipano potenziali fluttuazioni del mercato fino a quando non verranno resi noti maggiori dettagli sui tempi e sui metodi della vendita, ma suggeriscono che l’elevato interesse degli investitori potrebbe essere guidato dai rendimenti dei dividendi attesi e dall’aumento del peso di mercato con il ridotto controllo del governo sul titolo.

Privatizzazione Ferrovie di Stato, cosa sappiamo:

A oggi, 2 gennaio 2024, sappiamo che il governo italiano sta valutando la possibilità di privatizzare parzialmente il Gruppo FS, ovvero Ferrovie dello Stato Italiane. L’ipotesi è quella di quotare in Borsa fino al 40% del capitale sociale del Gruppo, con un’operazione che potrebbe valere circa 5 miliardi di euro.

La privatizzazione parziale di FS sarebbe una novità assoluta per l’Italia, dove le ferrovie sono state sempre considerate un servizio pubblico essenziale. L’operazione è sostenuta da alcuni esponenti del governo, che ritengono che possa portare a una maggiore efficienza del settore e a un aumento degli investimenti.

Tuttavia, la privatizzazione è fortemente contestata dai sindacati, che temono che possa portare a una riduzione dei livelli occupazionali e a un peggioramento dei servizi.

A livello legislativo, la privatizzazione di FS richiederebbe una modifica della legge che attualmente regola il settore ferroviario. Il governo potrebbe presentare un disegno di legge in questo senso nel corso del 2024.

Quanto alla grandezza del Gruppo FS, si tratta di un’azienda enorme, con un fatturato di oltre 10 miliardi di euro e un totale di oltre 90.000 dipendenti. Il Gruppo è attivo in diversi settori, tra cui il trasporto ferroviario passeggeri e merci, la manutenzione e la costruzione di infrastrutture ferroviarie, e la gestione di aeroporti e stazioni.

In particolare, Trenitalia, la società controllata da FS che si occupa del trasporto ferroviario passeggeri, è la principale compagnia ferroviaria italiana e una delle principali in Europa. La società gestisce una rete di oltre 20.000 chilometri di linee ferroviarie e trasporta circa 1 miliardo di passeggeri all’anno.

Rete Ferroviaria Italiana (RFI), un’altra società controllata da FS, è responsabile della gestione e della manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria italiana. La società gestisce una rete di oltre 16.000 chilometri di linee ferroviarie e 1.000 stazioni.

In conclusione, la privatizzazione parziale di FS è una possibilità concreta, ma ancora allo stadio embrionale. L’operazione è sostenuta da alcuni esponenti del governo, ma è fortemente contestata dai sindacati. La privatizzazione richiederebbe una modifica della legge che attualmente regola il settore ferroviario e potrebbe essere presentata nel corso del 2024.

Privatizzazione Rai Way, cosa sappiamo e a che punto è:

Rai Way è una società per azioni italiana che opera nel settore delle telecomunicazioni. La società è controllata dalla Rai, la televisione pubblica italiana, con una quota di maggioranza del 75%. Il restante 25% è detenuto da altri soci privati.

Rai Way è proprietaria di una rete di torri e ripetitori che copre l’intero territorio italiano. La rete viene utilizzata per trasmettere i segnali televisivi e radiofonici della Rai, ma anche di altri operatori di telecomunicazioni.

Nel 2022, Rai Way ha registrato un fatturato di 370 milioni di euro e un utile netto di 40 milioni di euro.

Il governo italiano ha deciso di privatizzare Rai Way, vendendo una quota di minoranza della società. La privatizzazione è prevista entro il 2024.

L’obiettivo della privatizzazione è quello di aumentare l’efficienza di Rai Way e di attirare nuovi investimenti. Il governo ritiene che la privatizzazione possa portare a un miglioramento dei servizi offerti dalla società e a una riduzione dei costi.

Tuttavia, la privatizzazione è stata criticata da alcuni esponenti del mondo della cultura e della politica, che temono che possa portare a un peggioramento della qualità dei programmi televisivi della Rai.

I criteri per la privatizzazione di Rai Way sono stati pubblicati dalla Camera dei deputati il 2 agosto 2022. I criteri prevedono che la Rai possa vendere una quota di minoranza della società, ma che mantenga il controllo della maggioranza. La vendita dovrà essere effettuata attraverso un’offerta pubblica di vendita (Opa).

La privatizzazione di Rai Way è un’operazione complessa, che potrebbe avere un impatto significativo sul settore delle telecomunicazioni italiane.

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