L’aumento di capitale della Banca d’Italia

Roma, 2014: I parlamentari del PD hanno cantato “Bella Ciao” – la canzone della Resistenza italiana – dopo che il decreto con il quale si sanciva che 7,5 miliardi di euro dei cittadini italiani fossero dati per l’aumento di Capitale della Banca d’Italia (proprietà delle principali banche private italiane), é passato.

Questo atteggiamento la dice lunga sull’assoluta confusione di informazioni che si hanno sull’economia, il sistema finanziario, la politica,  anche da parte dei Nostri deputati ‘di sinistra‘ che dovrebbero cercare di proporre in parlamento gli interessi delle classi sociali più deboli e che invece – ormai ci sembra troppo spesso –  fanno l’interesse delle grandi lobby, in questo caso delle grandi banche italiane, e addirittura stavolta ne sembrano molto orgogliosi…

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banca d’italia, bankitalia. verità scomode

Banca d’Italia cosa succede veramente?

Il Movimento 5 Stelle ha fatto ostruzione in parlamento perché non passasse il decreto legge sulla mini-Imu che incorpora anche l’aumento di capitale della Banca d’Italia.

Stiamo parlando di un aumento di capitale considerevole, molto considerevole: da una cifra simbolica di 156.000 euro di capitale, si passerà a circa 7,5 miliardi di euro pagati dai contribuenti italiani, soldi che saranno indispensabili per passare gli stress test per le banche europee.

Cosa si poteva fare e non si é fatto

Questo importante aumento di capitale si sarebbe dovuto discutere in aula, semplicemente ‘scorporando’ l’emendamento riguardante BankItalia da quello della mini-Imu ( proposta che in realtà è stata fatta dalle opposizioni ma che il Governo ha rifiutato) in questo modo si poteva mettere mano anche ad una discussione più ampia: quella sull’assetto proprietario della Banca d’Italia che ormai da troppi anni viene rimandata – o meglio – non viene per niente affrontata.

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Qui inizia la discussione politica: BankItalia è la banca italiana che ‘stampa moneta’ ma in un sistema politico-economico molto particolare questa banca è proprietà delle banche private che però traggono ogni anno dividendi di ‘solo’ il 3% ( circa) dei soldi che derivano dal cosiddetto signoraggio bancario; il resto cioé il 60%, vanno direttamente nelle casse dello Stato e il 35% va nei fondi deposito della Banca d’Italia.

 

La fretta di aumentare il capitale di BankItalia per aiutare le banche ?

A questo punto l’unica spiegazione logica che ci viene in mente (suffragata da indizi piuttosto importanti) è questa:

MPS deve aumentare il proprio capitale sociale proprio in questi giorni per riuscire a passare Basilea III, con un aumento del valore delle sue quote in BankItalia tutto questo sarà più facile.

Anche le altre banche italiane che hanno quote in Bankitalia riusciranno ad avere il proprio patrimonio aumentato senza sforzo, (anche se poi dovranno vendere le loro quote fino ad averne un massimo del 5%) grazie a questo regalo indiretto che Noi, cittadini italiani gli facciamo.

L’utile netto dato alle banche arriverà a quote considerevoli: con questo aumento di capitale c’è anche un’altra clausola all’interno di questo decreto sulla banca d’Italia cioé la distribuzione degli utili – che ora arriveranno complessivamente a circa 450 milioni di euro all’anno, senza colpo ferire….

Il controllo dei partiti politici sulle banche italiane: c’é di più dal 1993, anno in cui il Governo Amato partorì quel mostro giuridico che sono le fondazioni, guidate dai partiti politici , che controllano le banche in questo modo – indirettamente – i partiti politici di fatto controlleranno la Banca d’Italia, che a sua volta controlla il sistema finanziario italiano.

Il cerchio é chiuso: o meglio – il cappio intorno al collo dei contribuenti italiani é chiuso: i partiti politici hanno sempre più potere, a discapito delle istituzioni dello Stato. Per controllare i propri sudditi elettori ora potranno far leva sugli interessi della finanza italiana.

Voi cosa ne pensate? Mah, intanto facciamo un po’ d’ironia sopra questa notizia, da un’immagine ( di cui non conosciamo la fonte):
Approfondimenti:

  • Valore delle Quote di Capitale della Banca d’Italia
  • Il parere della BCE sulla rivalutazione di BankItalia

Fondatore di Economia Italia nel 2014, ha frequentato la Facoltà di Economia e Commercio presso l'Università di Perugia. Collaboratore di varie testate, blog e siti in cui scrive approfondimenti di economia italiana, finanza, trading, politica ed economia internazionale, lavoro, fare impresa, marketing, rinnovabili, motori.

2 commenti

  1. Rispetto al rientro della Boldrini in Italia trovo delle analogie,nel film, "il bel paese" di
    quando Villaggio ritorna in Italia,dopo molti anni sulle piattaforme, e trova il bel paese,un
    tantino cambiato,direi anzi parecchio.

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