Basilea 3: le banche salvate dal Leverage Ratio

E’ stata finalmente raggiunta un’intesa ed è stato firmato il 3° accordo di Basilea 3, o Basilea III, cioè uno standard di regolamentazione volontaria globale sull’adeguatezza patrimoniale , stress test e la liquidità di rischio delle banche.
Fu concordato dai membri del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria nel 2010-11, ed è stato programmato per essere introdotto a partire dal 2013 fino al 2015.

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Il terzo capitolo degli accordi di Basilea è stato sviluppato in risposta alle carenze nella regolamentazione finanziaria , messa in evidenza dalla crisi finanziaria di fine 2000 e dalla successivi crisi globale finanziaria del 2008 .

Basilea III: le banche salvate dal leverage ratio
  • Cos’é l’Unione Bancaria

Basilea III dovrebbe aumentare i requisiti patrimoniali delle banche , aumentando la liquidità bancaria e diminuendo la leva finanziaria chiamata anche leverage ratio ( il rapporto tra il capitale netto dell’istituto e il totale delle attività); questo significa che più alto sarà il leveral ratio più la banca é a rischio, in quanto ha investito in capitali a rischio.
Sfruttare la leva finanziaria, in sostanza, vuol dire prendere in prestito dei capitali confidando nella propria capacità di investirli ottenendo un rendimento maggiore del tasso di interesse richiesto dal prestatore. L’uso della leva finanziaria è tipico degli investimenti azionari in prodotti derivati (futures) o come gli hedge fund ; questi ultimi, in particolare utilizzano valori della leva finanziaria assai elevati, anche superiori a mille — ossia, l’indebitamento finanziario netto di un hedge fund è spesso mille volte superiore al suo patrimonio netto.

Basilea III ha introdotto quindi un tetto massimo di “leverage ratio“.
Qui c’è un file in Italiano che indica i vari parametri di le banche dovranno seguire circa la Liquidity Coverage Ratio (LCR).
Le banche avranno circa 4 anni per adeguarsi a questi parametri, ecco in che misura:

leverage ratio basilea 3
Le banche avranno 4 anni per rispettare al 100% i requisiti di Basilea 3

Questa figura sopra riesce a spigare bene le parole che molti economisti dicono oggi, cioé che questo accordo soddisfa sia le banche, che gli stati che i consumatori: le banche saranno più solide, ma avranno dei tempi accettabili per ‘mettersi a posto’,  i correntisti si sentiranno più al sicuro in quanto le banche avranno meno possibilità di ritrovarsi esposte e quindi di andare in default, le banche centrali non dovranno sforzarsi a salvare questa o quell’altra banca perché a rischio default.

 

Basilea 3, chi ci rimette?

 

  • Gli investitori, che in realtà non è che ci rimetteranno, ma che nel tempo vedranno i propri guadagni diminuire in percentuale.

Con Basilea 3 la finanza mondiale ha risolto i suoi problemi?

 

  • Anche no… Basilea III non è certo la panacea di tutti i mali che possono derivare da una dissennata amministrazione bancaria, come si vede dallo schema sopra ci sono ancora 5 anni perché le banche si adeguino al solo parametro della leva finanziaria, poi ci sono gli stress test, poi c’é il fatto che i parametri del leverage ratio non sono uguali per tutte le banche (le grandi finanziarie possono ‘sforare’ di più…) ma intanto é una grande conquista per tutti.
  • Questo è un  tipo di accordi di fondamentale importanza non solo per 4 colletti bianchi che vivono nella City di Londra e che magari prendono stipendi da favola, lontani dalla vita quotidiana del cittadino comune ma sopratutto per i tanti consumatori finali.
  • Se si riuscisse a far cambiare la filosofia del capitalismo legato alla finanza,  cioè sì guadagnare, ma senza strafare, cercando di stare in delle semplici regole di buonsenso e rispetto della vita altrui, si potrebbe con il tempo riuscire ad arrivare ad un capitalismo dal volto umano, costituito da liberismo che abbia però delle semplici regole, come quella del rispetto del lavoro e del denaro altrui. Insomma guadagnare sì ma senza dover rovinare la vita di migliaia o milioni di persone.
Un’utopia? Forse…

Fondatore di Economia Italia nel 2014, ha frequentato la Facoltà di Economia e Commercio presso l'Università di Perugia. Collaboratore di varie testate, blog e siti in cui scrive approfondimenti di economia italiana, finanza, trading, politica ed economia internazionale, lavoro, fare impresa, marketing, rinnovabili, motori.

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