Miracolo Economico in Italia: 4 Fattori Determinanti negli anni ’50

Tra il 1957 ed il 1963, esattamente 50 anni fa, avveniva il cosiddetto miracolo economico italiano: una vera e propria rivoluzione nella Nostra economia, che da agricola passa in pochi anni a un’economia prevalentemente industriale e lancia l’azienda Italia tra le più grandi potenze industriali europee e mondiali, primato il quale solo in questi ultimi anni stiamo lentamente ma inesorabilmente perdendo.

Si pensi che la crescita economica sembrava inarrestabile e che l’ottimismo economico aiutò anche psicologicamente lo sviluppo anche culturale ed inarrestabile del Nostro paese.

Il Nostro paese nel giro di appena 10 anni si trasformò in un’economia prevalentemente agricola e fondamentalmente sottosviluppata rispetto agli altri paesi occidentali, in un’economia industriale di prim’ordine.

Fu non solo una rivoluzione economica ma sopratutto sociale e politica, il boom economico cambiò tutto nella vita delle persone.

Da una vita legata alla terra e dal canto del gallo, si passò ad una vita scandita dalle sirene delle fabbriche, ma si passò anche da veri e propri periodi di fame a comprarsi gli elettrodomestici, mezzi di locomozione come la Vespa, la Lambretta prima e la 500 poi.

Questo grazie ad alcuni importanti fattori che potremmo definire “irripetibili” o comunque difficilmente ripetibili.

Andiamo a scoprire insieme quali furono; Noi ne abbiamo fermati 4 principali.

  1.  Mano d’opera a basso prezzo: Le industrie trovarono migliaia di ex contadini e giovanissimi ( a quei tempi si poteva entrare a lavorare in fabbrica anche a 14 anni) che scalpitano per poter lavorare, e lo fanno senza troppe pretese sindacali. All’epoca pochi erano gli operai sindacalizzati, si lavoravano molte ore e si prendevano pochi soldi, ma un operaio guadagnava comunque molto di più di un contadino. Più di 1 milione di italiani si trasferirono dalle campagne alle città dove c’erano le fabbriche. Moltissimi dal Sud verso Torino e Milano, ma anche dalla stessa Pianura Padana verso le città industriali del Nord Italia. Queste persone facevano una vita di stenti a casa loro. Fare il contadino con un proprio appezzamento significava vivere poco al di sopra della soglia della sopravvivenza, se un anno il raccolto andava male, significava fare la fame nel vero senso della parola. Avere uno stipendio fisso che era 5, 10 volte quello da contadino, significava la felicità per queste persone. Il parallelo tra immigrazione del Sud Italia al Nord e quello tra Africani che arrivano in Europa è quindi perfettamente calzante anche perchè fino al 1961 chi arrivava dalla campagna era un CLANDESTINO che non poteva avere la residenza nella città. Questo a causa di una vecchia legge del regime fascista, poi abolita nel 1961. Questo aiutava i padroni ad avere operai in nero che sfruttava, esattamente quello che accade oggi. 
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  2.  ENI ed energia a basso prezzo: L’ENI all’epoca era un vero e proprio gigante petrolifero internazionale, aveva importanti giacimenti in tutto il mondo, inoltre scoprì proprio all’epoca dei giacimenti di gas in Italia e quindi il Nostro fabbisogno di energia era praticamente soddisfatto senza doverla andare a comprare fuori.
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  3. Basso costo del denaro e stabilità della Lira: All’epoca, in una fase di euforia anche finanziaria avere un prestito era piuttosto facile, in quanto le banche erano tranquille di riprenderlo, se dato per aprire un’azienda: migliaia di piccole e centinaia di grandi aziende furono aperte in questo periodo e sembrava che tutte avessero grande fortuna. Nel 1960 il Times premiò la Lira la moneta più stabile del mondo.
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  4. Il Made in Italy diventa famoso in tutto il mondo: E’ in questo periodo del miracolo economico, che il Made in Italy diventa famoso in tutto il mondo. Macchine, moto, elettrodomestici, vestiario, é innanzitutto il mercato interno a chiedere prodotti, è la domanda interna di questo tipo di bèni per famiglie che PRIMA NON ESISTEVANO nelle case degli italiani a determinare una crescita economica senza precedenti nella storia recente della Nostra economia. Poi quando il mercato si è ‘saturato’, le cose sono cambiate.
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Si stava meglio o si stava peggio?

Sicuramente si stava peggio, ma si avevano più opportunità.

Non si stava peggio solo per quanto riguarda la tecnologia e la scienza ( ci riferiamo specialmente alla medicina)  che è notevolmente migliorata in questi anni, ma sopratutto per le condizioni lavorative ; erano “i padroni” che con la Loro ‘fabbrichetta” guadagnavano tantissimi soldi, non certo l’operaio, che al limite ha potuto beneficiare di una tutt’al più decorosa, sicuramente migliore della vita che facevano nelle campagne.

Questo a meno che non avesse avuto una decina di figli da mantenere ( cosa non improbabile all’epoca) allora avrebbe fatto comunque la fame, in quanto i cosiddetti ammortizzatori sociali semplicemente non esistevano. Per questo molti figli di immigrati meridionali che erano andati a fare fortuna al Nord si diedero alla criminalità: non c’era il pane per tutti in casa.

Però Durante il Boom economico, si avevano più opportunità: un contadino o un giovane volendo, potevano trovare facilmente un lavoro, una persona che voleva aprire un’impresa, oltre a trovare facilmente credito se l’idea fosse stata sufficientemente buona, difficilmente avrebbe fallito.

Boom economico e baby boomers

Un capitolo particolare è quello dei baby boomers, nati proprio in questo periodo.

Oggi si parla spesso del fatto che molte persone non vogliano fare figli perchè non hanno soldi. Nel periodo di maggiore crescita demografica in Italia in effetti i soldi le famiglie italiane ne avevano meno che ora.

C’era però voglia di fare, speranza nel futuro, c’era voglia di portare avanti le tradizioni e sposarsi e fare figli era praticamente un obbligo sociale per tutti.

Oggi anche questo aspetto più intimo è cambiato, i figli sono considerati non un obbligo o una gioia, ma un peso, un costo.

Glossario dell’economia

Fondatore di Economia Italia nel 2014, ha frequentato la Facoltà di Economia e Commercio presso l'Università di Perugia. Si avvicina al mondo digitale nel 2007, nello stesso anno inizia a scrivere di economia e politica internazionale prima in forum e poi collaborando con varie testate, blog e siti in cui scrive approfondimenti di argomenti di suo interesse, come l'economia italiana, la formazione scolastica, il lavoro, l'impresa individuale, il marketing, i mercati finanziari, le energie rinnovabili, i motori.

2 commenti

  1. La ricerca sui temi del boom economico anni 60, sono propredeutici alla stesura di un SAGGIO BREVE, per la Tesi triennale in Scienze della Comunicazione, peche’ ho affrontato il tema dell’impatto che il Sisma del 24 Agosto ad epicentro Amatrice-Accumoli-Arquata, aree che hanno subito lo spopolamento negli anni 60, in cui piu’ di 1 milione di contadini abbandonarono le arre interne, per lavorare nei plessi industriali delle aree metropolitane ,l’interrogativo che pongo, anche come Avvocata, a 70 ani quanto quel boom sia ancora sostenibile, secondo me molto poco, perche’ molte industrie sono state delocalizzate in paesi terzi,dov i costi della manodopera sono convenienti ,dove le leggi sull’impatto ambientale sono meno stringenti. CMQ tutto legato ad una perdita del sistema Globbalizzato referente ai 2Blocchi Usa Urss, ormai fagocitati dalle Neopenze del BRIC.

    1. Calma, non corriamo

      BRICS non fagocita nulla, se non la loro propaganda. Quello che conta sono i numeri, i PIL e i PIL delle nazioni occidentali ancora sono enormi rispetto ai BRICS che poi tanto d’accordo non vanno visto che india ee cina sono quasi sempre in rotta militare

      Magari tra 50 anni le cose cambieranno, ma per ora la potenza economica dei paesi occidentali cioè USA europa, Giappone Australia Canada è molto più grande di tutte le altre messe insieme

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